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Dragon's Curse - Recensione

Un drago dalle tinte variegate si aggira nei meandri della Virtual Console, siete pronti a sfidarlo?

RECENSIONE di Stelio Fergola   —   28/05/2007

Cos'era allora.

Una maledizione. No, non solo perchè da il titolo al gioco, ma perchè come tale si subisce a causa della capacità del prodotto Sega di tenere impegnato anche il giocatore più smaliziato. Il nostro eroe viene colpito da un maleficio che lo muta in un drago. Cinque i lucertoloni da sconfiggere in altrettanti castelli per poter tornare (gradualmente e attraverso successive trasformazioni) in forma umana. La struttura di Dragon's Curse per Turbograph (versione potenziata e corretta di Dragon's Trap per Sega Master System) segue il concept del gioco che iniziò, un po' di tempo prima, la serie WonderBoy al filone degli Action Rpg: Monster Land, per Master System e Turbograph (oltre alla versione coin op). La base ludica è quella di un platform, il nostro alter ego supera i vari schemi che gli si parano davanti saltando da una piattaforma all'altra, al fine di raggiungere particolari obbiettivi. Sulla nostra strada incontriamo anche dei villaggi, dove svolgiamo altre azioni utili alla nostra missione: comprare armi, pozioni vita, power up, eccetera. Dragon's Curse appare estremamente complicato già dalle prime partite, superare solo le prime fasi platform è segno di grandi doti, tempismo e riflessi soprattutto. Ma è anche eccezionalmente immediato nel sistema di controllo, senza sbavature o alcun problema di sorta.

Dragon's Curse - Recensione
Dragon's Curse - Recensione
Dragon's Curse - Recensione

Cos'è oggi.

A parte un comparto tecnico che palesemente mostra il peso degli anni, la giocabilità di Dragon's Curse è novetole, e risulta immediata ancora oggi: strutturalmente il gioco è un piccolo capolavoro di design e la varietà dei livelli stimola a proseguire, ma ci sentiamo in dovere di avvertirvi che se non avrete i nervi saldi, questo prodotto vi farà perdere la pazienza in più di un' occasione. La longevità è parecchio soddisfacente (se si pensa che scaricando il gioco per qualche minuto potrete passarvi ore davanti) a meno che non siate degli indemoniati da pad, insensibili agli ostacoli che ogni livello vi porrà davanti. Attualmente, i titoli della serie Wonder Boy con questa impostazione rappresentano ancora dei casi piuttosto originali, ripresi parzialmente da altri titoli di saghe completamente differenti (Zelda Adventure of Link per NES, uscito a cavallo tra i due giochi Sega, li ricorda vagamente nelle fasi con ripresa laterale), ma mai superati nella loro unicità. Potrete comunque usufruire di una versione che, pur non portando il brand Wonder Boy come sulla console a 8bit Sega, è praticamente identica, eccezion fatta per una grafica ben più definita.

WonderBoy, uno dei simboli della Sega anni '80, era nato come semplice platform prima che la saga si evolvesse in maniera imprevista, trasformandosi in un vero e proprio action rpg sapientemente mischiato alla naturale visuale laterale.