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Kirby: L'oscuro disegno, recensione

L'eroe più tenero e obeso della storia dei videogiochi torna su Nintendo Ds.

RECENSIONE di Andrea Palmisano   —   12/07/2005
Kirby: L'oscuro disegno, recensione
Kirby: L'oscuro disegno, recensione
Kirby: L'oscuro disegno, recensione

Il rosa ti dona

Kirby Canvas Course divide infatti con Yoshi Touch & Go il concetto di base, ovvero proporre un platform game da giocare non tramite i tasti e la croce direzionale, bensì per mezzo della stilo in dotazione al nuovo portatile Nintendo. Per l’occasione, l’obeso protagonista rosa ha perso l’uso delle gambe a causa di un maleficio, prendendo così la forma di una perfetta e rotolante sfera. La meccanica di gioco è splendidamente integrata con le possibilità offerte dal Ds, offrendo quindi un’esperienza convincente a 360 gradi e che, soprattutto, non sarebbe possibile replicare con un sistema di controllo tradizionale. Partiamo da un presupposto: Kirby rotola sempre, che lo si voglia o meno. Ciò che i programmatori hanno permesso di fare è modificare la direzione di questo rotolamento, grazie ad una serie di manovre tramite pennino più o meno complesse. Cliccando su Kirby è infatti possibile fargli effettuare uno scatto in avanti, magari dopo aver stordito un nemico sempre tramite una rapida pressione della stilo su uno di essi; oppure disegnando una parete verticale si potrà forzare il nostro eroe a invertire direzione. Ma la componente principale del gameplay offerto dalla produzione Nintendo sta nella possibilità di tracciare delle righe, della forma e lunghezza che si preferisce, destinate ad avere la funzione di vero e proprio percorso che la pallina rosa seguirà diligentemente. Ovviamente questa soluzione si ripercuote all’interno del gioco in una moltitudine di situazioni differenti; creare il tragitto non serve infatti solo per permettere il raggiungimento di piattaforme altrimenti fuori portata o di zone irraggiungibili, ma anche e soprattutto per evitare il contatto con i suddetti nemici o con elementi del livello minacciosi per la salute di Kirby. Esempio: una serie di pericolose stalattiti si para davanti al percorso? Un tratto di pennino sotto di esse ne bloccherà la caduta, permettendo così un passaggio in tutta tranquillità. Ovviamente si tratta solo di un’espressione delle molteplici situazioni destinate a porsi di fronte al giocatore, ed è proprio la varietà di queste uno dei punti di forza di Kirby Canvas Course.

Kirby: L'oscuro disegno, recensione
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Moto perpetuo

Ovviamente i programmatori non hanno dimenticato gli aspetti che hanno da sempre caratterizzato il personaggio di Kirby, in primis la possibilità di acquisire, una volta sconfitti, le speciali abilità di alcuni nemici. Sparare raggi elettrici, gonfiarsi come un palloncino o correre sottoforma di pneumatico sono solo alcune delle trasformazioni disponibili, che permettono non solo di guadagnare un maggiore potere offensivo ma anche di ottenere abilità particolari per raggiungere determinate porzioni dei livelli. L’esplorazione di questi ultimi non è però fine a sè stessa, ma fa parte della possibilità di cercare e quindi ottenere degli speciali gettoni -3 per ogni stage- sparsi in punti strategici spesso tutt’altro che a portata di mano. Questi gettoni saranno poi spendibili per acquistare degli extra che partono dai semplici brani musicali per arrivare poi a vere e proprie modalità e abilità extra che vanno a incidere effettivamente sul gameplay. Un intrigante incentivo alla rigiocabilità quindi, che conferma l’intelligenza e la cura con cui è stato confezionato questo Kirby Canvas Course. Stesso discorso anche per le battaglie coi boss, che esulano dalle meccaniche del gioco in senso stretto andando invece a configurarsi come autentici minigiochi assolutamente spassosi. Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, il titolo Nintendo è un vero spettacolo in 2 dimensioni. Lo schermo superiore riporta i pochi indicatori necessari e la mappa del livello, davvero utile per esplorare senza frustrazione ogni angolo disponibile. Lo schermo inferiore è invece il centro del gioco vero e proprio, ed è anche quello che calamiterà l’attenzione del giocatore per maggior parte del tempo. La varietà delle ambientazioni è eccellente, ma ciò che stupisce è lo stile del tratto e l’utilizzo dei colori, davvero splendido. Il mondo è ovviamente quello solito di Kirby, zuccheroso e vivace, ma l’attenzione al dettaglio e la generale ispirazione con cui sono stati realizzati i vari livelli pone Canvas Course al top della categoria. Molto buono anche il sonoro, sempre azzeccato e di ottima qualità.

Kirby: L'oscuro disegno, recensione
Kirby: L'oscuro disegno, recensione
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Commento

Kirby Canvas Course è semplicemente tra i migliori giochi attualmente disponibili per Nintendo Ds. La fatica del team nipponico Hal Laboratories non solo è riuscita a sfruttare appieno le caratteristiche della console, ma lo ha anche fatto confezionando un prodotto davvero divertente e innovativo. La varietà delle situazioni proposte e la profondità del gameplay stupiscono istante dopo istante, il tutto accompagnato da una veste grafica in 2d di primissimo piano che non fa certo rimpiangere la terza dimensione. In definitiva, Kirby Canvas Course è un vero piccolo manuale su come si debba realizzare un gioco sul portatile Nintendo a 2 schermi, nonchè un acquisto che nessun amante della grande N dovrebbe lasciarsi sfuggire.

    Pro:
  • Meccanica di gioco azzeccatissima
  • Graficamente splendido
  • Utilizzo esemplare delle caratteristiche del Ds
    Contro:
  • Nessuna modalità multiplayer
  • Non particolarmente longevo

Fin dal momento della sua presentazione, le capacità peculiari e le caratteristiche uniche del Nintendo Ds hanno stimolato la curiosità tanto dei programmatori quanto degli utenti non solo riguardo ai nuovi generi videoludici che avrebbe potuto introdurre, ma anche nel diverso approccio che dual screen e sensibilità al tocco avrebbero portato in filoni classici. E parlando di classici, non possono non venire in mente i platform in 2d, storicamente vero fiore all’occhiello della produzione della grande N. A dire il vero però, il primo incontro tra le piattaforme e il pennino non è stato buono a tal punto da lasciare il segno, con quel Yoshi Touch & Go che aveva il sapore più di una tech demo che di un gioco vero e proprio. Fortunatamente i possessori di Ds non hanno dovuto attendere a lungo per mettere le proprie mani su un degno rappresentante del genere...