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Lemmings Tribes

Gli esserini con la tendenza al suicidio sono tornati su cellulare, grazie alla solita Glu. In Lemmings Tribes dovremo affrontare la solita caterva di stage cercando di distribuire rapidamente le abilità disponibili ai vari Lemming man mano che si avvicinano a baratri senza fondo o a trappole mortali. L'obiettivo sarà sempre quello di salvarne il più possibile, anche se in alcuni casi ci scapperà comunque qualche vittima...

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   18/02/2009

Chi sa davvero cosa siano i "lemming"? Si tratta di piccoli roditori che vivono nella tundra artica, estremamente attivi (non vanno in letargo), che si dedicano con molto impegno alla stagione degli amori (la loro velocità di accoppiamento e riproduzione è straordinaria) e alla ricerca di cibo. Uno dei miti che da sempre li accompagna, del tutto infondato, riguarda una loro presunta attitudine al suicidio di massa, con orde di lemming che si buttano giù contemporaneamente da picchi altissimi. Si tratta chiaramente dell'ispirazione che ha permesso a Psygnosis, nel lontano 1991, di mettere insieme uno dei puzzle game più famosi della storia dei videogame, in cui il giocatore non controlla nessun personaggio direttamente ma ha a disposizione una serie di strumenti per impedire agli esserini di fare una brutta fine all'interno di ogni stage. I lemming (che nel gioco nulla hanno a che fare con gli omonimi animali), infatti, tendono a seguire una traiettoria fissa e spesso pericolosa, che li manda verso burroni, crateri o trappole di ogni tipo. Per salvarli dovremo selezionarli, uno alla volta, e assegnargli una capacità diversa di volta in volta, cercando di riuscire a raggiungere l'obiettivo minimo per superare il livello.

Questa nuova produzione targata Glu riprende il titolo del secondo episodio della serie originale (ovvero Lemmings 2: The Tribes) per sottolineare appunto la presenza di differenti tribù di lemming da gestire e da salvare. Nella fattispecie, potremo giocare con livelli classici, ambientati nello spazio oppure nel medioevo. Il tipo di ambientazione cambierà profondamente il nostro approccio alle partite, visto che cambieranno di conseguenza anche tutte le abilità a nostra disposizione. Per fare un esempio banale, nei livelli classici potremo usare i lemming come "stop" per invertire il cammino degli altri, farli esplodere come bombe a orologeria oppure dotarli di paracadute per non morire dopo un salto da una grande altezza; nei livelli spaziali, invece, potremo fargli usare armi, jetpack e altro equipaggiamento "a tema". Il sistema di controllo prevede la presenza di un puntatore che sui normali dispositivi Java-compatibili viene controllato tramite la pressione del d-pad, ma che sui telefoni dotati di touchscreen risponde alle sollecitazioni della stilo, rendendo tutto molto più pratico. Premendo i tasti * e # possiamo scorrere fra le abilità disponibili (mostrate nella parte bassa dello schermo), quindi premere 5 una volta selezionato un lemming per donargli un potere. Ogni ambientazione è composta da un numero variabile di stage, e il totale dovrebbe aggirarsi intorno ai cinquanta livelli: un numero di tutto rispetto, considerando anche l'ottima progressione della difficoltà.

Come da tradizione per la serie, la grafica di Lemmings Tribes si limita a essere funzionale all'azione, senza cercare la spettacolarità o le soluzioni tecniche avanzate. Gli sprite degli esserini dispongono di un set di animazioni abbastanza vario, viste le numerose capacità che è possibile utilizzare, ma la fluidità dei movimenti latita decisamente. Gli stage vengono differenziati per l'uso dei colori, appena discreto, e per la disposizione degli elementi grafici. La sensazione di ripetitività, comunque, è purtroppo dietro l'angolo. La cosa che più infastidisce, infine (oltre al sonoro, come al solito mediocre), è la sensazione che sia tutto molto pesante da gestire per il proprio cellulare, nonostante alla fine sullo schermo non ci sia nulla di particolare da muovere.

Conclusioni

Multiplayer.it
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Lettori
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Il tuo voto

Lemmings Tribes gioca le carte classiche della serie nata su Amiga: immediatezza, spessore e sostanza. Controllare i lemming è questione di pochi istanti, grazie al sistema di controllo intuitivo (meglio ancora se si dispone di un telefono dotato di touchscreen), e il progressivo aumento della difficoltà risulta gestito nel migliore dei modi, senza brusche impennate. La presenza di tre ambientazioni differenti, ognuna caratterizzata da un proprio set di abilità, aggiunge ulteriore varietà a un gameplay classico e sempreverde, che riesce a coinvolgere anche gli appassionati di lunga data. Di questa riduzione delude solo la realizzazione tecnica, non tanto per ciò che si vede sullo schermo (Lemmings non è mai stato un videogame graficamente spettacolare, tutt'altro), quanto per la scarsa velocità e la "fatica" con cui viene mosso. A parte questo problema, ci troviamo senz'altro di fronte a una riduzione valida e riuscita.

PRO

CONTRO

PRO

  • Tre differenti ambientazioni
  • Un gran numero di stage
  • Gameplay classico

CONTRO

  • Grafica "pesante" e lenta
  • Sonoro mediocre