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Project: Snowblind

Hong Kong, 2065: l’umanità si prepara alla venuta di un nuovo First Person Shooter…

RECENSIONE di Fabio Palmisano   —   10/03/2005
Project: Snowblind
Project: Snowblind
Project: Snowblind

Freddo come un cyborg

Project: Snowblind mette l’utente nei panni di Nathan Frost (uno dei protagonisti più generici e meno ispirati che ci sia capitato di vedere in questi ultimi tempi), super-soldato incaricato di porre fine ai distruttivi piani di un gruppo armato cinese nell’affascinante scenario di una Hong Kong del 2065. Come accennato, il corpo del prode Frost è stato potenziato da innesti cibernetici in grado di fornirgli peculiari abilità sul campo di battaglia, aspetto questo che costituisce a tutti gli effetti il punto focale dell’intera produzione Eidos. Cinque sono i poteri acquisibili progressivamente nel corso dell’avventura, il cui utilizzo comporta l’assorbimento di una determinata quantità di bioenergia, rimpinguabile a seguito della raccolta di peculiari item. Il giocatore ha quindi la possibilità di affiancare ai mezzi blastatori più classici alcune abilità speciali che permettono di scorgere i nemici attraverso i muri, di rallentare il tempo in stile bullet-time, di crearsi attorno uno scudo impenetrabile, di rendersi invisibili o ancora di scatenare un attacco elettrico. Per quanto indubbiamente intriganti, le abilità speciali di Nathan Frost si rivelano in fin dei conti troppo poco incisive nell’economia di gioco: salvo alcune (rare) occasioni nelle quali si è sostanzialmente costretti ad usufruirne, tendono infatti a venire surclassate nel corso dell’avventura dal semplice dispiegamento delle armi da fuoco convenzionali. Allo stessa maniera delle armi secondarie (granate, flashbang, scudi provvisori et simila), dunque, l’utilizzo di tali opzioni offensive è semplicemente troppo lento e macchinoso per essere preferito a qualche colpo di fucile ben assestato. Si può intravedere già da questo singolo elemento il limite più grosso di Project: Snowblind, rappresentato da una mancanza di equilibrio che pervade l’intera produzione Eidos. Oltre all’aspetto citato, vanno inseriti in quest’ambito la bassa utilità di una corposa parte dell’equipaggiamento fornito all’utente (su tutti una sorta di pallida replica della Gravity Gun di Half-Life 2) e la decisa superiorità in termini di efficacia di un paio di armi rispetto a tutte le altre, il cui inevitabile destino è quello di giacere inutilizzate; va segnalata poi la presenza di inappropriate sezioni stealth (che peraltro possono essere tranquillamente affrontate ad armi spiegate senza che cambi poco o nulla), e l’occasione sprecata in merito alla possibilità di pilotare veicoli o controllare torrette, divagazione sfruttata pochissimo nel corso del gioco. Insomma, Project: Snowblind è un titolo che pecca di equilibrio in quanto alcuni elementi del gameplay ne adombrano palesemente altri, riducendo lo spettro di opportunità ludiche concesso all’utente. Ciò non significa che il titolo Crystal Dynamics sia un brutto gioco, anzi: semplicemente, con una maggiore cura sarebbe potuto arrivare molto più in alto.

Project: Snowblind
Project: Snowblind
Project: Snowblind

Progetti comuni

Stranamente, le versioni Playstation2 ed Xbox di Project: Snowblind non differiscono se non in maniera assolutamente trascurabile in termini grafici, evidenziando come il lavoro degli sviluppatori sia stato orientato principalmente in favore della piattaforma Sony. Se si escludono quindi qualche calo di frame rate in più su Xbox ed una sensibile differenza di tempi di caricamento, le due incarnazioni del prodotto Eidos appaiono tecnicamente pressoché identiche. Qualche differenza in più si nota in termini di sistema di controllo e soprattutto a riguardo dell’aspetto multiplayer online del titolo, che gode di migliore forma sulla console Microsoft, poggiandosi sull’indubbiamente superiore infrastruttura del sistema Live.

Commento

Projcet: Snowblind è un discreto FPS, i cui limiti principali sono legati alla mancanza di bilanciamento di diversi suoi aspetti riguardanti la grafica, il livello di difficoltà ed alcune caratteristiche della struttura di gioco. Riferendosi alla produzione Eidos, si può dunque tranquillamente parlare di potenzialità non del tutto espresse, così come di una certa quale mancanza di cura nei dettagli che spesso fa la differenza tra un must-buy ed un “semplice” buon gioco. Project: Snowblind è, in conclusione, proprio questo: un FPS ben realizzato e per certi versi originale, ma che fatica a reggere il confronto con i maggiori esponenti del genere.

    Pro:
  • Gameplay discretamente riuscito
  • Realizzazione tecnica all’altezza
  • Accattivante sia in single che in multiplayer
    Contro:
  • Meccaniche di gioco sbilanciate
  • Longevità e livello di difficoltà piuttosto bassi
  • Mancanza di cura per certi aspetti

Lotta dura senza paura

L’avventura single player di Project: Snowblind scorre nonostante tutto in maniera fluida, offrendo al giocatore una serie di stage ben differenziati e decisamente accattivanti, in grado di coinvolgere anche i fruitori di FPS più navigati. Complice anche un livello di difficoltà mediamente basso, però, portare a termine la modalità principale del prodotto Eidos non richiede che poche sessioni di gioco. Fortunatamente a sopperire parzialmente a questa mancanza interviene il multiplayer online, forte di una serie di modalità basate su Deathmatch, Capture The Flag e rispettive variazioni sul tema, nonché di un set di arene ampie e ben strutturate. Di certo non sarà il miglior FPS fruibile in rete, ma comunque Project: Snowblind gioca bene le sue carte in questo ambito. Torna invece in ballo il discorso relativo allo scarso equilibrio del titolo Crystal Dynamics per quanto riguarda la realizzazione grafica del gioco, che presenta un contrasto piuttosto stridente tra la qualità delle ambientazioni e quella dei modelli poligonali umani. Sotto il primo aspetto, nulla da ridire: gli scenari che ospitano le sparatorie paiono dettagliati e curati, caratterizzati da un gustoso stile che unisce sapientemente elementi della tradizione paesaggistica cinese con futuribili strutture hi-tech. La modellazione del protagonista e di nemici ed alleati desta invece più di qualche perplessità, non solo a livello di design (come detto, tra i più insipidi della storia recente) ma pure in merito alle animazioni, piuttosto legnose e ripetitive specialmente in occasione delle uccisioni dei nemici. Nota di merito invece per gli effetti speciali che segnalano l’attivazione di un’abilità speciale o che accompagnano l’utilizzo di alcune armi, davvero ben fatti. Sul fronte sonoro, Project Snowblind presenta infine una buona scelta di tracce audio e un discreto doppiaggio, mentre gli effetti sonori fanno il proprio dovere senza stupire. Tirando le somme, non si può certo dire che il titolo Crystal Dynamics sia un FPS poco riuscito: anzi, specialmente alle battute iniziali è difficile negargli un’indubbia capacità di coinvolgimento del giocatore e una discreta presentazione globale. Ciò nonostante, Project: Snowblind fallisce nel tentativo di presentarsi come un’esperienza ludica diversa dal solito, infarcendo il proprio gameplay di elementi interessanti ma fin troppo fragili, che finiscono inevitabilmente per cadere e lasciare spazio ad una struttura di gioco piuttosto convenzionale.

Project: Snowblind
Project: Snowblind
Project: Snowblind

Originariamente nato da una costola di Deus Ex, Project: Snowblind è poi diventato, nel corso del suo sviluppo, un titolo dotato di propria personalità, allontanandosi dalla scomoda nomea di mero spin-off. Ciò nonostante, il prodotto Eidos non nasconde alcuni punti di contatto col proprio illustre ispiratore, quali il setting futuristico, lo scenario di guerriglia urbana e soprattutto la presenza di un protagonista “ciberneticamente modificato”. Similitudini che comunque si limitano ad un piano di sostanziale contorno, dato che questo Project: Snowblind è a tutti gli effetti un FPS decisamente orientato all’azione. Vediamo ora se gli sviluppatori di Crystal Dynamics sono stati in grado di dar luce ad un titolo in grado di spiccare all’interno di un genere altamente concorrenziale.