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Sakura Wars, la recensione

Dopo dieci anni, SEGA riporta in vita Sakura Wars con un nuovo capitolo adatto sia ai vecchi fan sia ai neofiti della serie: sarà riuscita a mantenere alto l'onore della vecchia guardia? Scopritelo nella nostra recensione

RECENSIONE di Alessandra Borgonovo   —   27/04/2020

La recensione di Sakura Wars non può non aprirsi con una riflessione sull'eredità della serie: come abbiamo scritto nella nostra anteprima, se nel corso del tempo abbiamo potuto godere di giochi quali Persona e Mass Effect è anche grazie a questa serie e al suo innovativo (per l'epoca in cui è stato introdotto) sistema LIPS che influenza i dialoghi con gli altri personaggi. Nonostante in Giappone abbia superato il confine videoludico per diventare parte integrante della sua cultura, in Occidente la sua espansione è stata notevolmente ridotta e l'ultimo capitolo pubblicato, a distanza di anni rispetto al lancio originale, risale ormai a un decennio fa con Sakura Wars: So Long, My Love. Proprio da qui SEGA ha deciso per una ripartenza della serie, con un capitolo fresco in grado di parlare sia ai fan storici sia a chi si approccia a questa serie per la prima volta: se le prime ore di gioco ci avevano soddisfatto, arrivati alla fine dell'avventura possiamo confermare le ottime impressioni ma con qualche riserva. Sakura Wars mantiene alto l'onore della vecchia guardia, emergendo dalle macerie del passato dentro e fuori dal gioco, ma lo fa con qualche lieve compromesso.

Una nuova Flower Division

Sakura Wars segue la stessa strada dei capitoli precedenti: la nomina di un nuovo capitano che possa guidare, nel caso specifico, la Flower Division a dodici anni dalla battaglia di Tokyo che ha confinato l'Arcidemone dove non potesse nuocere. Questa divisione è una speciale unità militare che sfrutta il teatro come copertura: i suoi membri sono infatti sia abili combattenti sia ottimi attori e lavorano su due fronti per assicurare il benessere della gente. Da un lato affrontano e sconfiggono ogni minaccia si possa presentare a Tokyo, dall'altro tengono alto il morale della popolazione con spettacoli ad hoc che al contempo permettono la gestione economica del teatro. Sakura Wars è ambientato in un'epoca Taisho a metà tra il reale e lo steampunk, offrendo una visione unica della capitale giapponese grazie a un notevole sforzo sotto il profilo estetico.

Il neo promosso capitano Seijuro Kamiyama e la squadra sono affidati alla matita di Tite Kubo (Bleach), che sebbene porti omaggio al folklore estetico del Giappone si discosta dai tratti anni '90 che hanno caratterizzato i capitoli precedenti optando per un approccio più moderno e gradevole - non fosse per la tendenza a realizzare almeno un personaggio fin troppo prosperoso sulla falsa riga di Rangiku Matsumoto. Un peccato sia perché la caratterizzazione dei personaggi è un altro aspetto forte di Sakura Wars sia perché c'è sempre stata una ricercata eleganza nel modo in cui le protagoniste sono vestite e questa sfacciataggine si sente come una nota stonata all'interno di una sinfonia gradevole. Ad ogni modo, Seijuro arriva a Tokyo fresco di promozione e si trova a dover fare i conti con una Flower Division che si trascina nei fasti di chi l'ha preceduta: il teatro fatica ad andare avanti per una mancanza di fondi che impedisce la messa in scena di opere accattivanti e a peggiorare la situazione c'è l'inesperienza delle ragazze, la cui buona volontà non basta a evitare scene tragicomiche.

Project Sakura Wars Ps4 7

Compito di Seijuro sarà riportare la Flower Division al suo antico splendore tanto sul campo di battaglia quanto sul palco: la storia procede dunque su due binari paralleli, uno lungo cui si svolge la trama principali tra demoni da eradicare e una competizione mondiale da vincere per non essere definitivamente dimessi dal proprio incarico di protettori; l'altra invece traccia il vero punto forte della serie ovvero l'interazione tra il capitano e gli altri personaggi, in particolare le ragazze della squadra con le quali si può instaurare una relazione romantica nel corso degli otto capitoli. Un rapporto costruito attorno alla fiducia, all'affetto e possibilmente tenendo a freno il lato pervertito di Seijuro quando il gioco ci darà l'occasione di farlo. Nonostante tutto, è piuttosto facile scegliere la via del capitano ligio al dovere, poiché molte risposte sono talmente fuori contesto che sceglierle dipenderebbe unicamente da una volontà goliardica del giocatore. Altre invece potrebbero essere più sfumate, oppure la situazione può ribaltarsi e spingerci a essere severi a dispetto di tutto, creando un interessante bilanciamento. In tutto questo spicca la caratterizzazione dei personaggi, ciascuno unico nel proprio genere, con le singole storie personali delle ragazze molto ben tratteggiate nei capitoli a loro dedicati e interessanti al punto da potervi spingere a fare marcia indietro su una romance che in precedenza non avevate considerato.

Il sistema LIPS si dimostra ancora una volta la colonna portante di Sakura Wars, eppure la sensazione è che a dispetto delle nostre risposte la trama non avrebbe subito significativi cambi di rotta, così come le romance: anche a voler fare i pervertiti, i momenti di svolta (e quindi di riguadagnata fiducia) sono spesso dettati dalla trama e si impongono in particolare nel finale, lasciandoci proseguire su un binario molto lineare in cui l'importanza delle nostre scelte non è molto sentita. Di per sé non è un grosso male, poiché la trama è ben scritta e getta le basi del sequel animato attualmente in onda, ma avremmo apprezzato qualche sfumatura in più soprattutto in termini di rigiocabilità.

Sakura Wars Recensione 01

I protettori di Tokyo

Al di là dei piccoli problemi di cuore, Sakura Wars presenta un conflitto che va oltre i confini del campo di battaglia per toccare anzitutto i protagonisti : ogni capitolo è una lotta contro sé stessi per dimostrare di valere qualcosa, di essere un elemento utile alla squadra e soprattutto che la propria diversità non è qualcosa di cui vergognarsi o da considerare pericoloso. Il gioco utilizza molto bene la concreta minaccia dei demoni come collante tra passato e un futuro tutto da costruire, perché dopo dodici anni di pace il profilarsi di una nuova minaccia all'orizzonte rende evidente quanto - almeno per quanto riguarda Tokyo - ci si fosse adagiati troppo sugli allori di una vittoria che sembrava avesse messo fine a ogni male. Non è così e i nostri eroi si troveranno sbalzati su un campo di battaglia che è tanto fisico quanto morale: solo superando i propri dubbi e dunque sviluppando quel rapporto di fiducia che tiene unita l'intera divisione, potranno superare qualsiasi altra avversità.

Coraggio, amicizia e lealtà sembrano quindi le colonne portanti di un possibile nuovo filone per la serie, che inoltre abbraccia il lavoro d'internazionalizzazione avviato da Red Entertainment fin da quando decise di spostare il focus su Parigi e New York: nonostante la storia si svolga comunque in Giappone, è stata infatti indetta una competizione mondiale che porta le fazioni di Londra e Berlino a scendere in campo, valorizzate dal tratto di artisti del calibro di BUNBUN e Fumikane Shimada - senza contare l'intervento di Shigenori Soejima e Ken Sugimori per alcuni personaggi secondari. Sakura Wars è un lavoro corale pensato per far ripartire la saga a marcia ingranata, ammantandola di una modernità che va di pari passo con la bellezza del motore grafico in gioco.

Anche la migliore strategia presenta una falla e in questo caso la si ascrive al gameplay, quando si tratta di prendere i propri mecha e lanciarsi all'attacco: Sakura Wars abbandona l'anima strategica per diventare un musou su scala ridotta. Se all'inizio poteva sembrare un action RPG, proseguendo ci siamo resi conto che per tutta la sua durata il gioco è stato spogliato di qualsiasi elemento RPG e non esiste alcuna progressione al di fuori del morale durante le fasi di combattimento, il cui aumento influenza attacco e difesa del team (così come il calo li penalizza). Non ci sono dungeon nel vero senso del termine, poiché il percorso è molto lineare, solo gruppi di nemici da distruggere per poter andare avanti fino al boss: uno schema che ben presto risulterà ripetitivo, complice anche un level design poco ispirato e monotono a eccezione delle fasi finali. Gli stessi nemici non variano granché e possono essere sconfitti con incredibile facilità soprattutto quando ci viene concesso di usare Anastasia, che è di fatto molto OP rispetto al resto della squadra. La diversificazione dei singoli membri della Flower Division porta una leggera ventata fresca ma considerata la struttura di ogni capitolo tale per cui saremo chiamati a usare una specifica ragazza senza possibilità di scelta (a patto di non voler rigiocare le battaglie tramite il terminale nel teatro), non si riesce a essere esattamente liberi. L'unica presenza fissa è ovviamente Kamiyama, il cui schema di comandi presenta alcuni attacchi più efficaci di altri e pertanto ci spingerà a utilizzare la stessa combinazione di tasti in ogni combattimento.

Il livello di sfida è molto basso e lo comprendiamo, perché il focus del gioco è più sulla sua componente sociale e narrativa: così come capiamo la necessità di adottare un genere diverso dallo strategico che avrebbe rallentato inutilmente un ritmo del gioco già piuttosto compassato, optando per un approccio pensato per avvicinare più giocatori possibili, ma nonostante lo spazio dedicato agli scontri sia nettamente inferiore rispetto al resto risulta quasi un fastidio di cui liberarsi per poter andare avanti con la trama, anziché un'occasione per testare le proprie capacità sul campo. Aver introdotto come intermezzo la competizione mondiale è stata senza dubbio una buona idea ma le meccaniche non sono poi tanto diverse dal resto del gioco, portandola a essere un piacevole diversivo e poco più.

Sakura Wars Recensione 02

Buona la prima

È chiara la scelta di sacrificare il sistema di combattimento al fine di valorizzare una narrazione e una messe in scena che valgono l'intera opera di rebuild della serie: Sakura Wars è come le opere teatrali che le ragazze si impegnano a mettere in scena, bellissimo da vedere, vivere e soprattutto ascoltare, grazie alla colonna sonora composta dallo storico autore Kohei Tanaka, in grado di offrire un ottimo mix tra brani storici e altri più ammodernati. Ottimo lavoro anche sotto il profilo del doppiaggio (disponibile solo in lingua originale giapponese), che contribuisce molto alla caratterizzazione dei personaggi e mantiene una musicalità di fondo in grado di portare con sé lo spirito teatrale che accompagna l'intero gioco. Non tutte le scene sono doppiate e questo potrebbe lasciare un attimo straniti ma, nel complesso, sono in netta maggioranza quelle completamente recitate perciò a lungo andare ci si fa sempre meno caso. Da ultimo, la localizzazione del gioco è disponibile solo in inglese ma considerato quanto il gioco sia di nicchia in Occidente, essendo rimasto fuori dai radar per dieci anni, è una scelta comprensibile.

Sebbene il lato più action di Sakura Wars possa risultare controverso, la bellezza del gioco risiede nella narrazione e nel modo genuino in cui riesce a veicolare le emozioni: sotto questo profilo, Sakura Wars vince a mani basse e rappresenta un'ottima ripartenza della serie, grazie anche a una resa delle ambientazioni splendida, con frangenti urbani perfettamente realizzati. A dispetto della linearità, è un'esperienza coinvolgente che esattamente come un'opera teatrale ci prende per mano e accompagna attraverso una storia che punta molto sulla riscoperta di se stessi. Prendete gli intermezzi di combattimento e gli occasionali - ma piacevoli - minigiochi come una pausa tra un atto e l'altro, dove prendere un momento il fiato prima di immergersi nuovamente nella narrazione.

Sakura 2

Conclusioni

Multiplayer.it
8.0
Lettori (17)
7.5
Il tuo voto

Sakura Wars è un vero e proprio ciliegio in fiore: sebbene qualche gemma fatichi a sbocciare, il quadro complessivo è quello di spettacolo mozzafiato le cui imperfezioni sono agli angoli, presenti ma non disturbanti al punto da rovinare l'esperienza generale. Gli ingredienti per il successo ci sono tutti, da una storia ricca di emozioni a una resa visiva pressoché impeccabile, passando per una caratterizzazione dei personaggi marcata, il tutto valorizzato da un sistema LIPS che non perde smalto nemmeno dopo più di vent'anni. Il salto generazione e la necessità di conciliare i fan storici con i giocatori nuovi hanno però spinto a qualche compromesso, tradotto in un gameplay poco ispirato e una linearità che a tratti cozza con le profondità offerte dal LIPS. Ciononostante, promuoviamo Sakura Wars a ottima ripartenza della serie: ci sono tutte le basi per una nuova genesi.

PRO

  • Storia emozionante e ben gestita
  • Ottima la caratterizzazione del cast
  • Una direzione artistica impeccabile
  • La colonna sonora si bilancia molto bene fra tradizione e modernità

CONTRO

  • Gameplay ridotto all'osso
  • Svolgimento molto lineare