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Silent Hunter 4 U-Boat Missions - Recensione

Come Lupi del Pacifico avevate appena portato a casa la pellaccia? Ed ecco che Ubisoft vi obbliga a ritornare in quei claustrofobici sottomarini... Ma cosa non si fa pur di portare l'umida pagnotta a casa?

RECENSIONE di Stefano Brighenti   —   10/03/2008
Silent Hunter 4 U-Boat Missions - Recensione
Silent Hunter 4 U-Boat Missions - Recensione

Altro trasloco

Col quarto episodio della fortunata saga sommersa di Ubisoft ci eravamo spostati dalla Vecchia Signora (e non parliamo delle squadre di calcio, ma dell’Europa) per migrare verso l’Oceano Pacifico dove, letteralmente, flotte di irritati giapponesi davano del filo da torcere ai comandanti di sottomarini americani.
Se siete riusciti a sopravvivere ai continui attacchi aerei e alle bombe di profondità, con questa espansione Ubisoft ha voluto rendervi le cose ancora più complicate: se infatti, nei mesi successivi all’attacco di Pearl Harbor potrete godere di un’enorme superiorità navale ed aerea, che dovrete amministrare secondo le vostre necessità, la situazione andrà via via peggiorando col procedere del conflitto, riprendendo realisticamente l’avanzata statunitense attraverso prima le isole (chi ricorda Guadalcanal?) e successivamente fino al cuore di comando del nemico, il Giappone.
Il gameplay resta, sostanzialmente, invariato rispetto al gioco base, ma alcune interessanti novità rendono questa espansione degna del voto che trovate qui di lato.

La prima novità

Si diceva che le meccaniche di gioco sono sempre quelle: parti da una base a scelta, affonda più roba galleggiante possibile (magari non i navigli alleati), fuggi dai nemici irritati e torna sano e salvo alla base.
Il peggior difetto di Wolves of The Pacific era dato proprio dalla ripetività d’azione, leggermente mitigata da una piccola varietà nelle missioni assegnate, ma comunque percepibile dopo diverse ore di gioco: in U-Boat Missions, il tutto viene arricchito dalla possibilità di richiedere l’intervento di unità alleate, sia esse aeree sia navali.

Perché vestire i panni dei sempre buoni americani ormai ha stufato e stare dalla parte dei cattivi ha il suo fascino, oltre ad avere un enorme presa sul gentil sesso e sul Fucito

La prima novità

Grazie ad un migliorato sistema di scripting, la possibilità che convogli alleati e nemici si scontrino è nettamente aumentata, permettendovi di partecipare ad epici scontri tra bene e male, dove solo i puri di cuore riusciranno a sopravvivere.
No, questo riguarda un’altra recensione, non fateci caso.
Scontri su larga scala, si diceva, che vi trasmettono una sensazione di immersione (questa è proprio penosa, fortuna che il Pierpaolo non è più tra noi, sennò mi avrebbe già licenziato) totale nel gioco, dandovi l’impressione di combattere non solo un minuscolo ed isolato scontro, ma piuttosto di essere una piccola pedina di un conflitto immensamente più grande.

E anche l'ultima!

Gli sviluppatori non si sono fermati qui: la possibilità di chiedere l’intervento di unità alleate è solamente la punta dell’iceberg del sistema strategico previsto da questa espansione, che si inserisce in un contesto decisamente più ampio.
La possibilità di richiedere l’intervento di unità alleato è, in primo luogo, subordinato alle vostre abilità e al vostro rango: non pensate che l’Ammiragliato metta a disposizione del primo novellino tutta la sua flotta e le sue risorse, ma l’accesso ai mezzi più potenti dovrete guadagnarveli sul campo, affondando il maggior numero di unità nemiche e non richiedendo inutili e costose sortite di unità navali o voli di ricognizione.
Inizialmente potrete fare affidamento su un ridotto numero di aeroplani da ricognizione, utilissimo per individuare le unità nemiche più vulnerabili ed evitarvi pericolosi scontri con i sempre temibili cacciatorpedinieri: grazie poi ad un sistema d’IA completamente riscritto, tutte le unità alleate da voi chiamate vi comunicheranno (se potrete ricevere messaggi, verificate il vostro credito residuo) tutti gli avvistamenti effettuati, fornendovi coordinate geografiche e tutta una serie di utilissime informazioni.
Non pensate, tuttavia, d’aver la vittoria in pugno: se vi comporterete come degli stolti e sacrificherete troppe vite alleate con richieste di supporto eccessivamente pericolose, oltre a perdere preziosi punti prestigio, rischierete di ricevervi un poco simpatico “Autorizzazione Negata” (come quando ho chiesto un aumento, stessa cosa) quando ne avrete più bisogno per salvare voi e il vostro equipaggio.

Silent Hunter 4 U-Boat Missions - Recensione
Silent Hunter 4 U-Boat Missions - Recensione

Commento

Un pacco gradevole, questo U-Boat Missions, dal nome poco felice, ma comunque ben confezionato.
Oltre ai soliti upgrade estetici e l’introduzioni di nuove unità (vedi box grigio qua vicino), Ubisoft ha portato una ventata di freschezza nel suo gioco base, dandovi un’eccellente ragione per reinstallare questo piccolo capolavoro.
Il sistema strategico funziona a meraviglia e siamo sicuri verrà integrato in future espansione o, perché no, in un futuro Silent Hunter V. Buona immersione!

Pro & Contro

Pro

  • Espansione interessante
  • Sistema Strategico ben congegnato
  • Si ritorna negli U-Boat
Contro
  • Resta Silent Hunter 4
  • Grafica leggeremente sorpassata

Altre novità?

Il pacco prevede anche una serie di fixes alla grafica (che la patch 1.4 aveva comunque già portato), la possibilità di partire da nuove basi giapponese come Penang, Singapore, jakarta e Surabaya e nuovi unità sotto il vostro controllo, come gli aerei da ricognizione e alcune navi tedesche, tra cui un devastante incrociatore pesante, in grado di tener testa alle più corazzate navi da guerra americane.
Aggiungeteci nuove mappe di anvigazione, informazioni d'intelligence e un più complesso sistema di upgrades, leggeremente diverso da quello visto in Wolves of The Pacific.
Cosa volere di più dalla vita?

Silent Hunter 4: U-Boat Missions è disponbile per PC.

Introduzione

Torniamo nelle profondità dell’oceano con un simpatico pacco espansivo (termine coniato di fresco per l’occasione, che farà accapponare la pelle ai più), ma questa volte nuovamente nei panni di un comandante tedesco…
Perché, diciamocelo, vestire i panni dei sempre buoni americani ormai ha stufato e stare dalla parte dei cattivi ha il suo fascino, oltre ad avere un enorme presa sul gentil sesso!