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Syberia: The World Before, la recensione dell’ultima opera di Benoît Sokal

La recensione di Syberia: The World Before, opera postuma firmata da Benoît Sokal che chiude degnamente la saga di Kate Walker.

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   16/03/2022

Ci sono articoli che semplicemente non vorresti mai scrivere, in particolare quelli in cui senti di essere vittima di un particolare coinvolgimento emotivo, dovuto ad esempio all'amore che provi o hai provato per un determinato autore, sentimento che inevitabilmente finisce per distorcere il tuo giudizio. In altri casi, come questo, a frenarti è il dover constatare che conclusa la scrittura, metterai idealmente fine a un'esperienza che ti ha formato e, in parte, definito perché, nonostante non sia mai finita sulla copertina di una qualche rivista patinata, Kate Walker è sempre stata un modello femminile importante, cui l'industria videoludica avrebbe dovuto guardare con maggiore attenzione: una donna che fugge dal destino che le viene imposto da famiglia e società, inseguendo il sogno di un altro essere umano, nella drammatica e poetica ricerca di far riemergere quell'io represso che solo può liberarla.

In fondo la tensione verso il movimento, inteso nel senso più alto del termine, ce l'ha sempre avuta nel cognome e il suo destino non può che essere quello di non trovare mai un approdo definitivo, come una nomade. Kate Walker è l'incarnazione più pura della visione del recentemente scomparso Benoît Sokal, che da quando iniziò a scrivere videogiochi alla fine degli anni '90, ha sempre messo il tema del viaggio al centro delle sue opere.

Probabilmente avrebbe voluto abbandonarla dopo la fine del secondo Syberia quando, ottenuta la consapevolezza di sé che le mancava e portato Hans Voralberg a destinazione, doveva finalmente ridefinirsi da sola in quanto individuo, senza quindi un autore che la muovesse, scegliendo finalmente chi essere. Non poté farlo, probabilmente perché i suoi giochi successivi non avevano avuto lo stesso successo e aveva bisogno di lei per non soccombere al mercato.

Syberia 3 partiva dalla consapevolezza che Kate non era più un avvocato di New York, ma una donna che aveva visto dei Mammut in un luogo leggendario, viaggiando insieme a un vecchio in preda a una forte demenza senile e a un automa fin troppo umano. Il suo errare per territori inospitali, intrisi di realismo magico e surreale bellezza, doveva prendere una nuova direzione e lo fece, ma era evidente che mancava parte dell'ispirazione originale, quasi che Sokal fosse dispiaciuto di doverla guidare ancora una volta. Anche lui doveva prendere una nuova direzione e ridefinire il suo lavoro e, soprattutto, il suo personaggio. Non per niente alla fine del terzo episodio, aveva lasciato Kate sospesa in un limbo da cui si faticava a vedere un possibile lieto fine, come se fosse incerto egli stesso sulla sua destinazione finale.

La recensione di Syberia: The World Before non è quindi solo il testo di accompagnamento a un voto dato al quarto capitolo di una serie di lunga data, ma anche un modo per riannodare i fili e capire fin dove Sokal è riuscito a portare Kate prima di morire, e come ha provato a raccontarla da un nuovo punto di vista, questa volta più intimo e personale, andando finalmente a scavare nel suo passato.

Una storia tra passato e presente

Syberia: The World Before racconta dell'inesauribile irrequietezza di Kate Walker
Syberia: The World Before racconta dell'inesauribile irrequietezza di Kate Walker

La direzione presa da Syberia: The World Before è così diversa da quella del terzo capitolo che il prologo è completamente dedicato a spazzarlo via. Kate è prigioniera di un gruppo di nostalgici dell'Ombra Bruna, un gruppo assimilabile ai neo nazisti, che va a caccia di tesori sepolti sfruttando i prigionieri politici come schiavi. In breve, la donna riesce a fuggire e a riprendere il suo viaggio, che la condurrà nella città di Vaghen, la patria dell'altra protagonista del gioco, Dana Roze, cui Kate è legata da rapporti che saranno chiariti nel corso dell'avventura e che rappresentano il nucleo stesso del racconto.

Inizialmente Kate non sa niente di Dana, nemmeno il suo nome: è solo sulle tracce di una donna che le somiglia tantissimo, raffigurata in un disegno che ha trovato nel vagone di un treno abbandonato in una rimessa nascosta nella miniera in cui era tenuta prigioniera. Il giocatore, invece, ha potuto guidarla nel prologo, facendole suonare l'inno vagheniano nella piazza della musica, dove alcuni automi delle industrie Voralberg formano una coreografia di una bellezza ammaliante.

La storia di Dana è drammatica
La storia di Dana è drammatica

Da qui parte un racconto che alterna sequenze che si svolgono nel presente, con protagonista Kate, ad altre che si svolgono nel passato, con protagonista Dana. Tassello dopo tassello viene svelato il quadro generale, introducendo sulla strada altri personaggi, come la guida alpina Leon, figura che diventerà chiave nella storia, la cameriera, poi leader della resistenza Leni, figlia del padrone di un rifugio di montagna dove Dana lavora per qualche mese, Junta, una regista che richiama la figura storica di Leni Riefenstahl (regista molto amata da Hitler), di cui si dichiara oltretutto amica e tanti altri ancora, compresi alcuni ritorni di cui non parliamo per non rovinarvi la sorpresa, ma che potete facilmente intuire se avete giocato i Syberia precedenti. Da notare che alcuni dei personaggi citati diventano addirittura giocabili in alcune sequenze.

Gameplay

I puzzle meccanici sono di buona fattura
I puzzle meccanici sono di buona fattura

In termini di gameplay, Syberia: The World Before è un'avventura grafica di stampo narrativo, in cui il giocatore guida i personaggi a caccia di documenti da leggere, personaggi secondari con cui parlare e oggetti da raccogliere e usare con altri oggetti. I puzzle classici sono in realtà molto semplici e difficilmente tengono impegnati per più di qualche minuto. Probabilmente dei giocatori meno scafati con il genere avranno qualche difficoltà in più della nostra, ma non credo che il loro tempo di gioco andrà oltre le poco più di dodici ore che abbiamo impiegato per arrivare ai titoli di coda.

Oltre ai puzzle classici ci sono dei puzzle meccanici, che impegnano un po' di più degli altri. Ad esempio bisogna riattivare una stufa, regolandone la temperatura, oppure bisogna aprire un automa per prendere un messaggio nascosto al suo interno o ancora bisogna disporre delle truppe su di una mappa.

D'impossibile non c'è davvero niente, ma alcuni sono abbastanza impegnativi, richiedono di leggere con attenzione i documenti disponibili, di sfruttare tutti gli indizi e soprattutto, sono utili per vedere in azione dei meccanismi ben concepiti, esteticamente e tecnicamente. I puzzle più interessanti, comunque, sono quelli che richiedono di saltare da Kate a Rose in tempo reale. Solitamente è Kate che si trova in difficoltà e che sfrutta le conoscenze apprese con Rose per andare avanti, come qualche codice di accesso inaccessibili nel presente, o la posizione di un nascondiglio.

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Da notare che, oltre agli obiettivi principali, il gioco offre anche degli obiettivi secondari, completamente facoltativi, che servono a ottenere maggiori informazioni sui personaggi o sui luoghi in cui ci si trova, oltre che ad allungare un pochino l'avventura. Sono proprio questi ultimi a spingere a un'esplorazione intensiva degli scenari, portando il giocatore ad andare alla ricerca di tutti i punti d'interesse, anche quelli meno visibili e a dialogare con tutti i personaggi. I punti d'interesse sono gestiti alla maniera di Syberia 3, fortunatamente post revisione dell'interfaccia: quindi ci sono delle icone che appaiono sulle zone interattive quando Kate si avvicina e su cui appare il disegno del tasto azione quando diventano effettivamente utilizzabili. Qualcuno potrebbe sentire la mancanza di un comando che mostri in un colpo solo tutti gli hot spot, come avviene in altre avventura grafiche, ma c'è da dire che le mappe sono solitamente molto piccole e che, quindi, con un po' di attenzione è davvero difficile perdersi qualcosa per strada, a parte quando le icone appaiono su zone molto chiare, risultando praticamente invisibili (non capita spesso, ma capita).

In generale, sia utilizzando un controller, sia con mouse e tastiera, non abbiamo avuto grosse difficoltà a muovere i personaggi e a farli interagire tra loro o con lo scenario. Del resto ci troviamo di fronte a un titolo dal ritmo abbastanza blando, cui si può perdonare qualche piccola imprecisione di tanto in tanto nella lettura degli input, fortunatamente mai compromettente.

Una città viva

Vaghen è una città splendida
Vaghen è una città splendida

Se in termini di meccaniche di gioco Syberia: The World Before non offre grosse sorprese, com'era lecito attendersi e come si era capito anche dalla demo, dal punto di vista della costruzione ambientale e dello stile visivo svolge invece un lavoro eccellente, che è impossibile non leggere come una specie di testamento di Sokal, fosse anche solo per motivi cronologici. Vaghen è una città splendida in cui l'art noveau si mescola alla ricercatezza delle figure meccaniche dell'industria Voralberg, creando strade dal fascino ineluttabile, fatte di negozietti pieni di oggetti di ogni tipo, piccole edicole piene di giornali, bar e ristoranti frequentati dai locali e dai turisti, portoni metallici invalicabili, torri abbandonate, edifici fatiscenti e altri che sembrano usciti da un passato remoto e dimenticato. C'è anche una linea tramviaria automatizzata che attraversa l'intero tessuto urbano, consentendo a Kate e a Roze di andare da un luogo a un altro e di ammirare le splendide montagne alpine che fanno da corte alle case (e che avranno un ruolo a loro modo determinante). Il risultato è così convincente dal punto di vista meramente descrittivo, che si prova piacere anche solo a visitare la città in modo epidermico.

Syberia: The World Before è pieno di documenti da leggere
Syberia: The World Before è pieno di documenti da leggere

Inoltre, osservando meglio, si notano dei dettagli da cui inevitabilmente emerge la storia fin troppo verosimile di questo luogo immaginario. Nelle viuzze e nelle piazze di Vaghen, Sokal è riuscito a incidere l'inesorabilità del tempo e la follia degli uomini, lasciando ben aperte le ferite causate dagli eventi drammatici che fanno da sfondo all'intera vicenda e che richiamano senza troppi misteri le persecuzioni naziste contro gli ebrei.

Alcuni dei posti che si visitano durante il gioco sono incredibilmente belli ed espressivi, come un vecchio cimitero che sembra più un labirinto, o un rifugio di montagna, che nasconde più segreti di quanti non appaiano a un primo sguardo. Se vogliamo gli elementi più deboli sono i modelli umani, da cui traspare inevitabilmente il livello produttivo, non certo da tripla A, così come le animazioni, non sempre perfette. Una cosa piuttosto ovvia per un prodotto che non ambisce a essere un blockbuster, ma pensiamo si tratti di un aspetto tecnico nel quale, nonostante tutto, c'erano margini di miglioramento.

Infine, un plauso particolare va fatto alla colonna sonora, composta da Inon Zur, davvero incredibile nel suo riuscire a legarsi al gioco sia dal punto di vista emotivo che espressivo.

Conclusioni

Avrebbe senso che la serie Syberia continuasse senza Sokal?
Avrebbe senso che la serie Syberia continuasse senza Sokal?

Complessivamente Syberia: The World Before è una buona chiusura delle vicende di Kate Walker. In realtà il finale lascia aperta la possibilità di vedere nuove avventure, ma avrebbe senso che la serie continuasse senza il suo autore? Oltretutto per andare dove? Se vogliamo l'essenza della protagonista è proprio da ricercarsi nell'inesauribilità della sua domanda di avventure; nell'incessante desiderio di nuovi sogni da inseguire. A ogni riposta corrisponde un nuovo quesito, in un rizomatico gioco dei perché che non può avere mai fine, se non con la morte stessa. E la morte, piaccia o meno, è arrivata. Così, come il suo autore è stato risucchiato dal nulla, lei è partita per una nuova avventura, che non va necessariamente raccontata. In fondo ci piace immaginarla così, perennemente in viaggio e alla ricerca di nuove destinazioni. Pretendere di continuare a inseguirla a prescindere da tutto sarebbe un peccato mortale.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, Epic Games Store, GoG
Prezzo 39,99 €
Multiplayer.it
8.2
Lettori (24)
8.6
Il tuo voto

Syberia: The World Before è un gioco pieno di piccoli difetti, ma che complessivamente ci ha rapiti grazie a quella ricercatezza di fondo che lo rende un degno nuovo capitolo della serie, sicuramente superiore al terzo episodio. Questo, oltre a essere tecnicamente più solido, è anche più focalizzato e, pur allontanandosi di nuovo dai primi due capitoli, riesce a imporsi per temi e racconto, tanto da assumere una sua precisa identità rispetto agli altri episodi, con una forza che non ci aspettavamo. Insomma, è valsa la pena di vestire di nuovo i panni di Kate Walker e salutare insieme a lei Benoît Sokal.

PRO

  • Vaghen è splendida dal punto di vista stilistico e viva da quello storico architettonico
  • La storia è raccontata molto bene
  • I puzzle meccanici

CONTRO

  • Qualche imprecisione nei controlli
  • I puzzle tradizionali sono molto facili