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Where Cards Fall, la recensione

Analizziamo un'altra delle produzioni più significative di Apple Arcade con la recensione di Where Cards Fall

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   30/09/2019

La nuova app di The Game Band e Snowman è una delle storie affascinanti che si possono trovare all'interno di Apple Arcade, non solo per quel che riguarda quanto viene raccontato nel gioco, ma anche considerando la concatenazione di eventi che ha portato alla sua stessa creazione. Oltre a questo, è anche un puzzle game decisamente interessante, come cerchiamo di spiegare in questa recensione di Where Cards Fall. L'idea semplice eppure strana alla base del gioco è venuta al designer Sam Rosenthal ascoltando House of Cards dei Radiohead, come ha raccontato l'autore in diverse occasioni, tuttavia ha richiesto parecchio tempo e poi un canale di distribuzione favorevole come il nuovo servizio su abbonamento Apple per poter arrivare finalmente a compimento. Come sostiene Rosenthal, il concetto è prendere la metafora della casa di carte cantata dalla band dell'Oxfordshire e interpretarla in maniera molto pratica, costruendoci sopra un puzzle in cui le strutture di carte sono non solo delle fragili dimore ma anche dei punti di passaggio indispensabili per raggiungere la meta, dei ponti da inventare e costruire per mettere in comunicazione persone e luoghi diversi.

07 Home


Le atmosfere rarefatte ricordano i puzzle metafisici tipo Monument Valley ma l'ambientazione qui è calata più a fondo nella realtà, mettendo in scena una storia di crescita e maturazione attraverso vari eventi caratteristici della vita di un ragazzo qualunque. La narrazione è appena accennata, ma nelle scene d'intermezzo che si animano al termine di ogni livello è possibile ricostruire gli anni della giovinezza attraverso momenti apparentemente semplici e leggeri, ma in grado di portare con loro dei tratti distintivi che incidono nel carattere del protagonista e lo portano a crescere. È un misto di malinconia e voglia di andare avanti quella che emerge dalla storia, che non usa parole né dialoghi comprensibili per lasciare tutto un po' approssimato e aperto a diverse interpretazioni. D'altra parte, a dirla tutta, è anche un elemento marginale nel gameplay di Where Cards Fall, che potrebbe benissimo sostenersi da solo ma che certamente ottiene un maggiore spessore e soprattutto un tono e un senso più marcato della progressione con il supporto delle scene animate tra un livello e l'altro.

Case di carte e ponti per passare

Where Cards Fall è il classico gioco veramente complicato da spiegare a parole, ma che si capisce praticamente subito non appena vi si entra in contatto, anche perché il sistema di controllo tattile è quanto di più intuitivo possa esserci. Essenzialmente, si tratta di andare da un punto di partenza a uno di arrivo all'interno dei vari livelli, ma il percorso è interrotto in vari punti, con il traguardo che spesso è posto anche ad un'altezza differente e con il protagonista che non può arrampicarsi su pareti verticali. Sparsi per le ambientazioni si possono trovare dei mazzi di carte, che possono essere trascinati su diversi piani (purché vi sia almeno una casella libera per farle passare) e quindi dispiegate a costruire strutture diverse: case con il tetto piatto, che forniscono delle piattaforme piane per passare da un punto all'altro allo stesso livello di altezza o strutture con tetto a spiovente, che consentono anche di salire di un livello in altezza sfruttando l'inclinazione del tetto come una rampa. Le strutture di carte possono essere più o meno ampie (e alte, a seconda delle tipologie) in base a quanto spazio a disposizione abbiamo: la meccanica è molto semplice, basta allargare o stringere le dita sullo schermo per variare la dimensione della base della struttura relativamente alle caselle libere disponibili.

06 Wind


Il consiglio è di guardare un video per avere un'idea più precisa di come funzioni il tutto, visto che la spiegazione può risultare in effetti poco comprensibile. In ogni caso, si tratta di un'ottima idea di fondo, sostenuta anche con una discreta cura nella progettazione dei livelli, per cui è possibile trovarsi di fronte a delle sfide molto stimolanti. C'è da dire che proprio il level design presenta alti e bassi, con alcune situazioni che diventano piuttosto prevedibili e una certa incostanza nel livello di sfida, tuttavia l'introduzione di variazioni come le strutture differenziate e la costruzione degli enigmi in base ai dislivelli di altezza (con la possibilità di trascinare i mazzi di carte per le rampe, o l'uso delle nuvole all'interno dei livelli onirici che introducono la possibilità di modificare la loro altezza in base al peso delle strutture costruite sopra) funzionano bene per arricchire le soluzioni di gioco e fornire nuovi elementi a cui pensare. Viene da pensare che il gameplay avrebbe giovato di maggiori variazioni di questo tipo, aumentando la quantità di costruzioni possibili o di elementi di scenario in grado di fornire nuove alternative, perché alla lunga la meccanica risulta un po' ripetitiva. Molto bella ed ispirata la grafica che filtra elementi realistici in un'ottica trasognata e stilizzata, sebbene il gioco risulti un po' pensate da gestire anche su dispositivi non troppo arcaici come un iPad del 2017. Da notare anche l'occorrenza di alcuni crash nel corso della prova che hanno fatto chiudere automaticamente l'app.

10 Ramps

Conclusioni

Versione testata iPad
Digital Delivery App Store
Multiplayer.it
8.0
Lettori
ND
Il tuo voto

L'idea alla base di Where Cards Fall è affascinante per le sue implicazioni poetiche e filosofiche ma soprattutto per la sua effettiva applicazione nel videogioco, ponendo le basi per un puzzle molto interessante. La meccanica delle costruzioni di carte da spostare e modificare per creare ponti e passaggi funziona molto bene, soprattutto quando aumentano le variabili in gioco e si complica la sfida, ma poteva forse essere supportata ancora meglio da un level design più vario e complesso, con maggiori varianti applicate, perché in questo modo le soluzioni risultano un po' ripetitive. Resta comunque un gioco bello da vedere e da giocare, un po' criptico per la sua narrazione fin troppo ermetica e non particolarmente duraturo, ma all'interno del contesto di Apple Arcade trova sicuramente la sua massima espressione.

PRO

  • La meccanica dei puzzle con le costruzioni di carte è geniale
  • Affascinante come atmosfera e stile grafico
  • Perfettamente adatto ai controlli touch screen

CONTRO

  • Una maggiore quantità di variabili avrebbe arricchito il puzzle design
  • Un po' pesante e instabile su sistemi anche non vecchi