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X2 - La Minaccia

X2 - La Minaccia arriva e punta in alto: tenta di superare tutta la concorrenza prendendosi il trono del re dei simulatori spaziali. Sarà riuscito nell'intento?

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   01/06/2004

Curva di apprendimento molto ripida

Dopo la parziale delusione avuta con il recente Freelancer, X2 sembra essere, ad un primo sguardo, tutto quello che gli aspiranti avventurieri dello spazio desiderano. C’è veramente molto da fare e, inizialmente, è difficile decidere l’approccio da tentare per conquistare lo spazio. Purtroppo però i primi grossi problemi iniziano sin dal tutorial poco esplicativo e poco chiaro. Nulla di tragico in realtà… almeno finché non si fa la conoscenza dei terrificanti menù del gioco. Immaginate un’interfaccia in cui con pochi e semplici click si ottiene quello che si vuole. Avete immaginato? Bene, ora dimenticate tutto. X2 presenta un sistema di navigazione dei menù estremamente scomodo: non solo non si sa per quale motivo l’utilizzo del mouse è limitato ma occorre anche, purtroppo, passare molto tempo ad imparare la struttura di tutti i sottomenù a memoria se non si vuole perdere tempo fatale nei momenti più delicati.

E poi diciamocelo, X2 è veramente divertente.

Curva di apprendimento molto ripida

È difficile descrivere il senso di frustrazione che si prova nella fasi iniziali del gioco quando non si riesce a capire alla perfezione cosa si deve fare. Nonostante sia lodevole lo sforzo del distributore italiano nel volerci offrire una packaging ben al di sopra dei normali standard italiani (una elegante confezione cartonata), ci rammarichiamo del fatto che la documentazione di gioco non preveda al suo interno una carta riepilogativa dei tasti precisa e completa, come invece il genere richiederebbe: purtroppo il manuale allegato, seppure tradotto come tutto il resto del gioco, non basta.
Alla difficoltà di apprendimento dei menù aggiungiamo anche che, quando si è un capitano appena catapultato nello spazio (all’inizio del gioco, insomma), la difficoltà è elevatissima e ogni errore si paga pesantemente in termini di soldi e tempo. L’unica soluzione è quella di impararsi a memoria tutte le shortcut da tastiera così da riuscire a evitare il più possibile di premere il tasto destro del mouse (quello che fa entrare nei menù).

Costi insostenibili

Eppure X2 è un gioco con moltissimi elementi interessanti e ben fatti. Partendo dal motore grafico colmo di effetti notevoli come il bump mapping e le luci e ombre dinamiche, arrivando alla varietà e alla vastità dell’universo in cui si incontrano decine di razze differenti e ben caratterizzate. Non parliamo poi delle attrezzature e, soprattutto, delle astronavi acquistabili e personalizzabili.
A tal proposito si parlava prima della difficoltà degli inizi. Ecco, in X2 è possibile creare un vero e proprio impero economico fatto di stazioni spaziali e basi minerarie fornite di vettori con i pianeti in cui c’è maggiore richiesta di quello che producete. Peccato che tutto questo costi delle vere e proprie fortune e che, per arrivare ad avere i soldi necessari per fare qualcosa di serio, dovrete giocare per qualche giorno in modo estremamente parsimonioso e precario (nel senso che quando si è deboli e poveri ogni rischio che si corre può essere fatale). Quando poi inizierete ad accumulare abbastanza capitale vedrete salire i vostri soldi in modo vertiginoso, forse anche troppo. Ad un tratto è come se si oltrepassasse una linea spartiacque e la lentezza iniziale diventasse un ricordo lontano. Quando si è ricchi si riesce ad accumulare, con un’oretta di gioco, più di quello che si è accumulato nell'intera settimana precedente! L'ideale sarebbe stato equilibrare meglio i costi e i ricavi nelle varie fasi del gioco senza che il giocatore debba arrivare ad estenuarsi per acquistare ogni minimo miglioramento per la propria flotta per poi trovarsi a poter comprare interi pezzi di universo senza colpo ferire.

Stratificazione

Visualizza tutta la galleria!
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Eppure sono stati compiuti molti sforzi nel tentativo di aiutare il giocatore. Ad esempio c’è la possibilità di avvalersi dell’auto docking che, almeno inizialmente, elimina il problema di riuscire ad entrare nelle stazioni spaziali senza andarsi a schiantare. C’è anche la possibilità di accelerare il tempo di gioco così da non annoiarsi troppo con alcune manovre che si ripetono più volte (tipo il già citato docking).
E poi diciamocelo, X2 è veramente divertente.
Una volta entrati nelle meccaniche che lo regolano è impossibile non amarlo e farsi rapire completamente. Tralasciando la campagna con tanto di narrazione e filmati d’intermezzo (che si può affrontare in qualsiasi momento sfruttando i mezzi a disposizione nell’attimo prescelto per prendervi parte) è impossibile non rimanere affascinati dal lavoro svolto dagli sviluppatori. Quando vi ritroverete a gestire un vero e proprio impero economico vi rendere conto della “stratificazione” della struttura di gioco, che consente di provare in maniera indolore il passaggio dagli scontri spaziali più spettacolari alla gestione di miniere e commerci come se ci si trovasse in un gioco gestionale ambientato nello spazio.

Una volta entrati nelle meccaniche che lo regolano è impossibile non amarlo e farsi rapire completamente.

Stratificazione

Comunque in mezzo a tutto questo ci sono le inevitabili missioni. Queste servono soprattutto a raccogliere soldi. I preziosi crediti che servono per comprare qualsiasi. Anche da questo punto di vista è emerso qualche problema. Le missioni vengono assegnate a random. Purtroppo capita spesso che queste siano pensate per dei livelli superiori a quello in cui siamo con il nostro personaggio. Non si poteva creare un sistema gerarchico che evitasse compiti troppo difficili per chi possiede solo una carretta dello spazio? Nulla di irrimediabile… ma si poteva evitare anche questo.

Tecnica visiva

Ho già accennato alla bontà della resa visiva del motore grafico. Come dicevo il risultato finale è decisamente ottimo. Non fosse che X2 presenta uno dei motori più pesanti che mi sia capitato di provare ultimamente. Se non si possiede un computer di fascia elevata difficilmente si potranno tenere attivi tutti i fantastici orpelli visivi. Poco male, con un po’ di ottimizzazione tutto gira in modo fluido e si dimentica presto la necessità di soggiacere ad alcuni compromessi.

Commento finale

X2: La Minaccia si è dimostrato un gran bel gioco. Talmente bello che avevamo la presunzione di vederlo realizzato in modo perfetto. Se fosse stata posta più attenzione nella semplificazione della gestione dei menù e si fosse badato a creare meno difficoltà all’utente nelle fasi iniziali del gioco, allora forse il giudizio sarebbe stato nettamente superiore e quasi perfetto. Un minimo di considerazione in più del gameplay avrebbe insomma fatto miracoli creando un nuovo punto di riferimento nel genere dei simulatori spaziali.
A rincarare la dose mettiamoci anche la pesantezza, in alcuni casi inspiegabile, del motore grafico e possiamo considerare la pratica archiviata. A conti fatti il titolo sembra più essere indirizzato verso un pubblico di giocatori veterani, magari disposti a chiudere un occhio su qualche macchinosità di troppo, in virtù di un gameplay ricco, vario e quantomai profondo. Dispiace veramente di dover far notare i comunque evidenti difetti di un gioco che rimane, nonostante tutto, un ottimo titolo che consigliamo a tutti quelli che amano il genere delle simulazioni spaziali.

    Pro:
  • Grafica spettacolare
  • Profondo e coinvolgente
  • Praticamente unico e senza rivali nel suo genere
    Contro:
  • Non adatto ai neofiti, specialmente all'inizio
  • Interfaccia di gioco migliorabile
  • Richiede un sistema potente

L’occhio dell’appassionato

Grafica davvero mozzafiato!
Grafica davvero mozzafiato!

Elite venne alla luce ormai molti anni orsono. David Braben e Ian Bell iniziarono a lavorarci nel 1982 e lo finirono nel 1984 creando uno dei titoli più importanti della storia dei videogiochi. In pochi kilobytes riuscirono a comprimere un intero universo permettendo ai giocatori di tutto il mondo di sentirsi dei veri pionieri dello spazio alla ricerca di fama e fortuna. Detto in termini molto spiccioli i due crearono un nuovo genere molto “elitario” (che gioco di parole tristissimo) nel senso che non conta moltissimi titoli ma tutti sono di qualità piuttosto elevata. Un livello così alto dei concorrenti rende difficile il riuscire a distinguersi per i nuovi titoli e, soprattutto, rende l’aspettativa e le esigenze degli appassionati decisamente al di sopra di altri generi più commerciali.