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AMD Radeon R9 290X

Finalmente svelata la nuova reginetta dell'azienda americana

SPECIALE di Luca Olivato   —   26/10/2013

Un paio di settimane fa AMD ha introdotto la "nuova" famiglia di schede video, destinata a prendere il posto della fortunata serie 7000; lo scriviamo tra virgolette poiché i modelli presentati sono in realtà un semplice rebrand di prodotti in commercio da diversi mesi. La società di Sunnyvale aveva però deciso di tenere nella manica il pezzo da novanta, la risposta alle potentissime GeForce GTX 780 e Titan. È giunto ora il momento di togliere i veli alla GPU Hawaii che equipaggia la Radeon R9 290X e di valutare come si comporta questa belva contro le rivali di sua maestà NVIDIA.

La nuova Radeon R9 290X: un mostro, anche nel prezzo
La nuova Radeon R9 290X: un mostro, anche nel prezzo

Architettura neoclassica e connettori CrossFire (mancanti)

Gli appassionati di hardware sanno da tempo che l'azienda di termoconduttori TSMC è in ritardo sulla tabella di marcia che avrebbe dovuto permettere ai principali attori di utilizzare il processo produttivo a 22nm, vera e propria terra promessa per le nuove generazioni di chip grafici: tale tecnologia sarà realisticamente disponibile solo nel 2014, pertanto ad oggi non resta che ottimizzare le mature architetture a 28nm. Partendo dall'ottima base della 7970, i tecnici di AMD hanno lavorato di cesello aumentandone considerevolmente le dimensioni del die che passa dai 352 mmq di Tahiti ai 438 mmq di Hawaii (un valore comunque ancora decisamente inferiore al mostruoso GK110 di NVIDIA che ne misura 521). In rapporto più che proporzionale è salito anche il numero di transistor (6,2 miliardi contro i 4,3 di Tahiti), stream processor (2816 contro 2048) e ROPs (64 contro 32).

AMD Radeon R9 290X

La nuova interfaccia di memoria a 512bit (territorio su cui AMD torna dopo il catastrofico debutto con la scheda Radeon HD 2900XT) ha permesso di abbassare le frequenze operative dei 4 Gbyte di GDDR5 (uno in più della precedente top di gamma) che si attestano ora sui 5 GHz contro i 6 GHz della 7970 ottenendo comunque lavori di assoluto rilievo per il bandwidth che raggiunge quota 320GB/sec. Invariato infine il clock del core, che lavora sempre a 1 GHz. Numeri sulla carta molto importanti che lasciano immaginare la potenza bruta della nuova reginetta della società californiana. La reference board non si discosta esteticamente dalle sorelle che l'hanno preceduta: nella parte terminale si trova la ventola adibita a raffreddare il radiatore la cui base è in rame. Rimuovendo il sistema di dissipazione salta subito all'occhio la monolitica GPU circondata dai 16 moduli di RAM. La connettività è come sempre garantita da due DVI Dual Link, una Display Port e una HDMI; grazie alla tecnologia aggiornata EyeFinity è ora possibile realizzare un set-up a più schermi collegando i monitor a una qualsiasi di queste uscite. Sulla parte laterale della R9 290X troviamo invece i due connettori da 6 e 8 pin necessari per l'alimentazione ausiliaria. Si nota l'assenza delle linguette per il bridge CrossFireX: nulla di cui stupirsi, visto che AMD aveva anticipato che, mediante un engine DMA dedicato (un secondo è adibito alla gestione dei flussi audio tramite la tecnologia TrueAudio), non sarebbe più stato necessario lo storico ponticello per un collegamento "fisico" dei due device. Grazie al nuovo hardware le schede possono comunicare direttamente tramite bus PCI; considerata la mole di dati potrebbe finalmente trovare motivo d'essere la terza versione dell'interfaccia PCI-Express, i cui benefici sinora erano stati marginali.

L’overclock: PowerTune, Dual BIOS e nuovi Catalyst

Nei prodotti dei principali competitor è implementata una tecnologia Turbo Boost che permette, qualora si verifichino le condizioni adatte, di aumentare il clock di funzionamento del processore sino ad un limite prestabilito: si pensi ai valori raggiungibili in questa modalità dai prodotti Intel e NVIDIA.

AMD Radeon R9 290X

Con la nuova versione di PowerTune, AMD ha adottato una filosofia diametralmente opposta: la frequenza massima a cui può operare la GPU è fissata ad 1 GHz e non può essere oltrepassata. Questo valore sarà tuttavia toccato solamente in determinate situazioni: alcuni applicativi ad esempio potrebbero non richiedere una tale potenza di calcolo, e a quel punto si attuerebbe automaticamente un downclock per aggirare consumi inutili. Allo stesso modo il sistema gestisce le frequenze per evitare che il chip Hawaii, lavorando al massimo delle capacità, superi la temperatura critica di 95 °C, oltre la quale si potrebbero presentare problemi di stabilità del sistema. Tutto questo è permesso da un nuovo controller VID che permette di variare dinamicamente la frequenza del core ogni 30ms. Per sfruttare queste logiche operative AMD ha introdotto un doppio BIOS, selezionabile tramite un interruttore posto sulla parte laterale della scheda, che permette di eseguire uno switch tra la modalità Quiet (attiva di default) e quella Uber. Nella prima la ventola raggiunge un limite massimo di velocità di rotazione del 40%: girando lentamente produrrà una minor quantità di rumore, ma farà più fatica a smaltire il calore prodotto dalla GPU, soprattutto quando questa è sotto stress. La soglia dei 95 °C verrà quindi raggiunta più rapidamente e a quel punto il sistema interverrà per diminuire le frequenze (e di conseguenza la temperatura), fermi restando gli RPM del sistema di raffreddamento. In Uber Mode il sistema permette alla ventola di arrivare al 55% della velocità di rotazione: sacrificando la quiete della propria camera da letto sarà possibile però mantenere più a lungo il clock massimo della GPU Hawaii ed evitare quindi possibili rallentamenti derivanti da downclock forzati.

Nuova versione per i driver Catalyst
Nuova versione per i driver Catalyst

Volendo sarebbe possibile adottare delle strategie ancora più aggressive tramite il rinnovato pannello di controllo dei driver Catalyst: in teoria si potrebbe portare al 100% la rotazione della ventola, ma ciò non significa che la ventola girerebbe sempre al massimo delle sue capacità, ma che sarebbe in grado di raggiungerlo nei casi in cui fosse necessario. Sulle prime è necessaria un po' di pratica per prendere confidenza con il nuovo sistema di overclock, ma questo processo è reso più intuitivo da un grafico, presente nella sottosezione OverDrive del Control Center, che consente di tenere monitorate le temperature del processore.

I test

Dopo tante parole è giunto finalmente il momento di mettere sotto torchio la nuova scheda di casa AMD. Per la nostra prova ci siamo avvalsi del seguente sistema:

  • Scheda madre: MSI Z77A-GD65
  • Processore: Intel Core-i7 3770k @ 4,5 GHz
  • RAM: 16 GB Patriot Viper 1600
  • Alimentatore: Cooler Master Silent Pro Gold 1200W
  • Monitor: DELL 3007WFP @ 2560x1600
  • SSD: Crucial M4 256 GB
  • Sistema operativo: Windows 7 Pro
Tutti i titoli sono stati provati alla risoluzione di 2560x1600 pixel. Abbiamo deciso di mettere a confronto la Radeon R9 290X con le due schede top di gamma di NVIDIA, rispettivamente la GeForce GTX Titan e la GeForce GTX 780, e con la precedente Radeon HD 7970 GHz Edition. Tutti i giochi sono stati provati al massimo livello di dettaglio, eccezione fatta per il Super Sampling Anti-Aliasing il cui impatto è risultato eccessivo sulle performance; laddove possibile gli è stato preferito il più leggero FXAA. Abbiamo deciso infine di lasciare la R9 290X in "Quiet Mode", ossia quello previsto di default dalla casa madre.

AMD Radeon R9 290X

Tomb Raider

AMD Radeon R9 290X

Il primo banco di prova per le schede in esame è il fantastico action di Square Enix. Il Crystal Engine è in grado di restituire paesaggi mozzafiato, in più è stato uno dei primi a supportare la spettacolare tecnologia TressFX applicata ai capelli di Lara, che nel test è stata ovviamente attivata. La neonata di casa AMD si comporta splendidamente, addirittura superando (anche se di poco) i risultati della TITAN e tenendosi bene alle spalle la GTX 780. Il guadagno nei confronti della 7970 è superiore al 50%.

Metro: Last Light La software house ucraina 4A Games ha sviluppato un engine proprietario in grado di competere con i pesi massimi della categoria. Per la rilevazione del frame rate medio abbiamo utilizzato il benchmark interno, disabilitando la tecnologia PhysX che come noto è disponibile solo per le schede NVIDIA. Come evidenzia l'istogramma, la R9 290X riesce addirittura ad avere la meglio sulla costosissima GeForce Titan; il margine di miglioramento rispetto alla pur cara GTX 780 è ancora più evidente, mentre la 7970 GHz Edition si salva come può, comunque non sfigurando come in Tomb Raider. Crysis 3

AMD Radeon R9 290X

Il nuovo FPS di Crytek è rapidamente diventato un banco di prova imprescindibile per ogni scheda video: merito della terza versione del CryEngine, molto scalabile ma altrettanto esigente quando i dettagli sono impostati al massimo livello, come nel nostro caso. In Crysis 3 le tre schede di punta sono ancora molto vicine in termini prestazionali: in questo caso però la Titan risulta essere leggermente più veloce di R9 290X e GTX 780, i cui valori sono praticamente identici. Sente il peso degli anni la Radeon 7970.

Far Cry 3 Concludiamo la rassegna dei benchmark con il premiatissimo Far Cry 3. Il motore Dunia di Ubisoft, sviluppato per le DirectX 11, è estremamente esigente e rappresenta un'ottima sfida per tutte le schede del lotto. NVIDIA mantiene un leggero vantaggio con Titan che risulta essere leggermente più rapida del duo R9 290X/GTX 780. Da evidenziare anche che la povera 7970 ne esce con le ossa rotte: l'erede la supera quasi del 60%.

AMD realizza un sogno: la R9 290X è veloce quanto una Titan (a volte di più), ma costa quasi la metà

Consumi e temperature

La mostruosa potenza della nuova Radeon si paga a "caro" prezzo: difatti, per ottenere simili risultati, gli ingegneri non hanno badato troppo al risparmio energetico. A riposo il nostro sistema ha consumato 108 Watt, mediamente 5 in più rispetto ai dati fatti segnare quando erano collegate le schede NVIDIA. Lo scenario in full load ha restituito dei valori decisamente negativi: la Radeon ha richiesto ben 430 Watt, addirittura 40 in più della Titan. Su questo campo quindi l'azienda di Santa Clara dimostra di essere indiscutibilmente avanti e di disporre di un'architettura più efficiente dal punto di vista energetico. Anche il tema delle temperature presenta qualche ombra di troppo per la super Radeon. Già a riposo si denota che qualche conto non torna, visto che la R9 290X supera con troppa facilità i 40 °C, addirittura una decina di più della diretta concorrenza. A pieno carico la situazione sembra fuori controllo perché, come scritto precedentemente, AMD permette ad Hawaii di raggiungere i 95 °C, un valore estremamente elevato sia in termini assoluti che a confronto delle proposte di NVIDIA che raramente superano gli 80 °C. Tutto questo è chiaramente imputabile all'economico sistema di dissipazione adottato da AMD che sa da un lato ha permesso di contenere i costi di produzione, dall'altro non si è dimostrato adeguatamente efficace. Per fortuna a breve saranno disponibili le versioni rivedute e corrette dei principali partner (Sapphire, MSI, Asus) che consigliamo di tenere sott'occhio: non solo abbatteranno le temperature di esercizio ma permetteranno ulteriori incrementi prestazionali che renderanno ancora più appetibile questa favolosa scheda video.

Conclusioni

Prima di poter trarre qualsiasi conclusione è bene sapere che ad oggi è possibile acquistare l'R9 290X per circa 550€: si tratta di un valore destinato a scendere repentinamente in quanto la disponibilità è molto limitata. AMD stessa suggerisce un prezzo di 499€ IVA compresa, ossia lo stesso a cui NVIDIA si è affrettata a posizionare la GTX 780.

AMD Radeon R9 290X

Un lancio del genere, per quanto elevato in termini assoluti, lascia assolutamente a bocca aperta, soprattutto considerando i margini di miglioramento, sul lato software, di cui potrà godere la nuova Radeon. Nella maggior parte dei casi la R9 290X equipara la GeForce GTX Titan, risultando addirittura più rapida in determinate applicazioni, pur costando circa 300€ in meno. Senza dimenticare che i test sono stati eseguiti in modalità conservativa (il BIOS era impostato su Quiet). Nonostante i consumi e le temperature elevate (queste ultime però migliorabili con kit di dissipazione di terze parti), la Radeon R9 290X chiude definitivamente ogni porta a NVIDIA grazie a prestazioni da capogiro e ad un prezzo infinitamente più basso della diretta rivale Titan. Una meravigliosa scheda grafica che la redazione di Multiplayer.it promuove con il massimo dei voti e che consiglia ai propri lettori senza la minima riserva.