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Il viaggio dell'eroe

Da paradiso tropicale a inferno in terra. Ritorno nelle calde isole del pacifico per il terzo capitolo di Far Cry

RECENSIONE di Matteo Santicchia   —   21/11/2012

Romanzo di formazione, manuale di sopravvivenza, spietato e violento shooter ma anche e soprattutto omaggio totale all'Alice nel Paese delle Meraviglie. Questo è Far Cry 3. Siamo di fronte ad un ritorno alle origini del franchise visto che oggi ci troviamo in un enorme arcipelago lussureggiante del sud est asiatico, un vero e proprio pezzo di paradiso ridotto però a inferno in terra, tra pirati, psicopatici, mercenari ed esaltate regine della giungla. Ma il cast non finisce qui, nel corso della lunga avventura altre persone incroceranno la strada del protagonista Jason Brody, mettendolo di fronte a scelte estreme, in costante equilibrio sull'orlo della pazzia.

Il viaggio dell'eroe

L'incipit iniziale è banale e inflazionato, ma lo svolgimento per nostra fortuna prende spesso pieghe inaspettate che deviano dal tipico canone degli sparatutto in prima persona. Jason Brody, suo fratello e un assortito gruppo di amici e amiche, sono in vacanza da qualche parte verso Bangkok, tra droghe, grandi bevute, frenetici balli e sport estremi. Da perfetti turisti americani da film di serie B non si fanno mancare nulla insomma, ma quando lanciandosi col paracadute finiscono sull'isola sbagliata, quella dei pirati, la loro vacanza si tramuterà in un incubo, fatto di violenze, vessazioni e morte certa. Jason è il perfetto antieroe, grazie al fratellone militare in congedo riesce a fuggire dalla prigione in cui Vaas, lo psicopatico capo dei pirati li aveva gettati, ma proprio sul più bello rimane da solo contro tutti e completamente digiuno di qualsiasi nozione su come sopravvivere in un luogo ben diverso dalle strade della California.

Il viaggio dell'eroe

Far Cry 3 parte da qui. Jason deve riuscire a salvare i suoi compagni e vendicare il fratello, e per fare ciò dovrà allearsi con gli abitanti "buoni" dell'isola, in lotta proprio contro i pirati. La presa di coscienza del protagonista è uno dei punti di forza del titolo. All'inizio Jason è timoroso, impaurito e recalcitrante, vuole solo trovare i suoi amici e scappare via. Mano a mano che la storia va avanti diventa uomo, capisce che c'è qualcosa di più in ballo e che ha un ruolo ben preciso nel destino dell'isola, è insomma il prescelto, dovrà fare delle scelte difficili che lo segneranno profondamente. Una bella storia insomma, messa in scena in maniera piuttosto originale, narrata senza cali di ritmo e per certi versi inventiva, con personaggi memorabili ottimamente caratterizzati e ricca di colpi di scena, adulta e mai banale.

Come è dura l'avventura

Le meccaniche di gioco sono quindi quelle della scoperta, dell'esplorazione e della sopravvivenza, declinate ovviamente tra missioni principali e "secondarie". Questa suddivisione è del tutto funzionale alla crescita del personaggio. Ubisoft è stata capace insomma di non rendere le assegnazioni altre dalla storyline principale un qualcosa di accessorio e secondario utili solo per arrivare ad un monte ore tipico da free roaming. La scoperta e l'esplorazione passano attraverso la conquista dei trentaquattro avamposti nemici e lo sblocco delle torri radio. Liberare gli avamposti serve per avere ulteriori punti di "viaggio veloce" e per accedere ai distributori automatici di armi, munizioni, armature e medicine.

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Le torri radio invece ci permettono di rendere chiare sulla mappa le strade, ma anche forzieri, erbe da raccogliere, reliquie, altre assegnazioni e di accedere ad armi gratuite nei negozi. La sopravvivenza passa per la caccia. Non si uccidono animali per mangiare, per fortuna non dobbiamo rifocillarci, ma per accrescere in modo esponenziale la buffetteria che Jason indossa. Iniziamo con poche munizioni, il machete e un solo slot per le armi. Fondine, zaino, sacche per granate, alloggiamenti per razzi RPG, munizioni, porta ricariche per il lanciafiamme e addirittura il portafoglio, tutto può essere reso più capiente scuoiando animali. Inoltre dobbiamo raccogliere erbe per creare kit medici, ma anche veri e propri buff di stato per ampliare i sensi, utili tanto in battaglia quanto per cacciare. Caccia, avamposti e buffetteria sono quindi legati in modo indissolubile. Liberare un avamposto vuol dire poter muoversi liberamente nella zona "pulita" senza l'assillo delle ronde, ovvero cacciare senza il timore di allertare qualcuno, nello stesso tempo nelle bacheche possiamo trovare annunci che ci danno la possibilità di rintracciare e uccidere particolari animali che ci danno accesso allo sviluppo massimo del nostro equipaggiamento. Non basta solo quindi recarsi nella zona presunta di passaggio degli animali, bisogna liberare tutti gli avamposti se vogliamo portare ai massimi livelli la capienza dell'armamentario. Riguardo alla caccia in sé non è un semplice tiro al piccione. Uccidere capre e cervi è piuttosto facile, sempre se non si mettono a correre, ma quando si tratta di cinghiali, cani rabbiosi, orsi, tigri, leopardi, draghi di komodo o squali bisogna stare molto attenti, fare poco rumore (equipaggiando l'arco o armi col silenziatore) e colpire dalla distanza, sperando che il branco non voglia difendersi.

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Anche qui insomma c'è molto da giocare, perfettamente innestato all'interno delle meccaniche di gioco. La personalizzazione del proprio alter ego non passa solo per l'ampliamento del suo equipaggiamento. Tutto quello che si fa in gioco, dai semplici headshot sino alle missioni principali portate a termine, accresce la nostra esperienza. Al salire di livello è possibile spendere i punti guadagnati in tre rami, veri e propri perk, che corrispondono a tatuaggi tribali ben visibili sul braccio sinistro del protagonista, che esplicita così il suo essere il prescelto che ha deciso di scegliere la via del guerriero. Airone, ragno e squalo, questi i tre rami: spendere i punti in modo oculato cambia nettamente il modo in cui si decide di giocare. Al netto ad esempio dei perk che ci danno accesso alla maggiorazione della salute, al ripristino più efficace della stessa tramite iniezioni e al raddoppio delle pelli nella caccia, è possibile in linea di massima specializzare Jason rendendolo più efficace dalla distanza, quindi con l'uso delle armi da fuoco, oppure amplificando le sue abilità stealth per gli abbattimenti silenziosi. È una scelta molto importante, vista la grande libertà data al giocatore nello scegliere l'approccio agli scontri.

La giungla su console

La versione Xbox 360 ha senza dubbio un buon impatto ma denuncia un downgrade visibile rispetto alla controparte PC. Il livello di dettaglio è minore, fatte salve le ottime animazioni facciali, e si nota soprattutto un aliasing ricorrente sulle strutture. A livello di effettistica i compromessi sono meno evidenti e colorano in modo vivido e convincente. Il frame rate, granitico su PC, è qui un pelo zoppiccante, non siamo di fronte a rallentamenti ma si sente che la versione console ha una "marcia in meno". La differenza più grande non può che essere sull'orizzonte visivo. Di fatto tutti gli elementi sulla distanza diventano spesso poco definiti, senza comunque sfociare in fastidiosi fenomeni di pop up e pop in. In definitiva Far Cry 3 è senza dubbio un prodotto di grande fattura su console, pecca solo in dettaglio e pulizia visiva, e non potrebbe essere altrimenti vista la vastità del mondo di gioco. L'impatto è comunque di tutto rispetto.

Strategia e tattica

E qui veniamo al secondo punto di forza del gioco. La conquista degli avamposti è un perfetto esempio della libertà d'azione. Sono dei piccoli sandbox dove il giocatore deve decidere se studiare la zona, trovando i punti di accesso alle strutture e le debolezze degli avversari oppure gettarsi ad armi spianate all'interno sperando di far fuori tutti prima dell'arrivo dei rinforzi. La ricognizione tattica quindi gioca un ruolo fondamentale.

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Grazie alla macchina fotografica possiamo scoprire ingressi secondari, evidenziare i nemici presenti, "taggandoli" anche attraverso fogliame e muri e distinguendoli per tipologia, e magari scoprire se ci sono gabbie da distruggere in modo da liberare animali feroci, per gettare nello scompiglio l'avamposto, ma anche e soprattutto ci permette di vedere dove si trova l'allarme. Se si riesce a metterlo fuori uso senza farci vedere, sgattaiolando silenziosamente e lanciando sassi per sviare le ronde nemiche, i rinforzi non potranno più arrivare facilitando di molto il nostro compito. Si capisce quindi come le varianti in gioco siano molte e non si arriva mai a parlare di ripetitività grazie al level design degli avamposti e alla loro collocazione all'interno dei vari luoghi dell'isola. Questo schema si ripete per buona parte delle molte e complesse missioni principali che senza ombra di dubbio sono caratterizzate da grande varietà e inventiva. Impossibile in questa sede cercare di fare un sunto delle migliori, anche per non incappare in pericolosi spoiler, ma possiamo dire che esaltano l'anima profondamente stealth del gioco, ovvero il modo migliore per godere al massimo delle complesse meccaniche shooter messe in scena da Ubisoft.

Il viaggio dell'eroe

Non si tratta semplicemente di prendere d'assalto "avamposti più grandi", in alcuni frangenti dobbiamo trovare e uccidere particolari avversari senza allertare tutti i soldati di guardia, in altre l'anima stealth è totale, e qui dobbiamo mettere purtroppo in conto che la mancanza di una mappa interna delle strutture fa scadere Far Cry 3 quasi in un ripetitivo trial and error per capire dove andare e non mancano anche sezioni esplorative che ci fanno quasi parlare di una deriva platform, con tanto di piccoli puzzle ambientali da risolvere. A chiudere il ventaglio della varietà di gioco troviamo delle fasi psichedeliche, visto che la pazzia è la cifra stilistica di Far Cry 3. Queste sono indotte da droghe o da veleno, in alcuni frangenti la realtà viene distorta, i confini dello schermo si alterano, Jason deve combattere demoni personali e immaginari, il tutto reso visivamente con grande stile ed efficacia e ci riesce a portare alla mente i migliori momenti del primo Max Payne. Insomma, Ubisoft ha fatto davvero un lavoro eccezionale per cercare di rendere le molte ore di gioco (noi lo abbiamo portato a termine in dodici ore effettive, con solo il quaranta per cento di completamento totale) il più diversificate possibile, non si arriva alla fine col fiato corto, visto che, a costo di ripeterci, libertà di scelta e level design ci permettono realmente di cambiare le carte in tavola, rendendo delle banali sparatorie in una sorta di gioco del gatto col topo, dove sfruttare tutte le possibilità che il nostro arsenale e il terreno ci offrono.

Se studio vinco

L'intelligenza artificiale degli avversari offre un tasso di sfida adeguato anche se non sono mancati casi in cui le loro routine comportali sono andate in crisi facilitando il nostro compito. La suddivisione dei nemici in diverse categorie e la loro spiccata capacità visiva e uditiva funzionano realmente per complicare le dinamiche dell'azione, e in tal senso sono la conferma che cercare l'approccio "ragionato" è la vera ragion d'essere del gioco. Ovviamente possiamo far finta di nulla e gettarci in azione senza pensieri, ma tra cecchini in posizioni rialzate, kamikaze invasati che lanciano molotov, corazzati dotati di lanciafiamme (da uccidere alle spalle sbloccando il perk dedicato o piazzando una mina o del C4 ai loro piedi), fucilieri in copertura dalla granate facile e postazioni fisse si può morire davvero nel giro di una frazione di secondo.

Il viaggio dell'eroe

Proprio la natura quasi da strategico degli scontri si porta in dote una criticità non secondaria. I punti di spawn sono spesso visibili. Se a questo aggiungiamo il tag persistente dei nemici, è possibile risolvere le situazioni più complicate con relativa facilità, fermo restando che questa "facilità" è data da una pianificazione e uno studio certosino degli avversari in campo. Una volta terminata la campagna (dal doppio finale) l'endgame rimane aperto in modo da poter completare, se vogliamo, tutte le altre attività lasciate da parte per massimizzare esperienza e perk. Oltre alla caccia e agli avamposti, ci sono tutte le prove Rakyat, ovvero dei mini giochi a tempo con classifica online che ci impegnano in varie rivisitazioni della modalità orda, gare automobilistiche, omicidi mirati, missioni per gli abitanti "buoni" dell'isola o prove con le varie armi. Insomma la varietà anche qui non manca, c'è un bell'incentivo per continuare a giocare una volta finito il gioco. Gli altri due incentivi per tenere i dischi di Far Cry 3 all'interno del lettore sono il multiplayer e la coop online. Nel primo caso l'offerta di gioco è quella tipica, con diverse modalità, tra cui spiccano quelle ad obiettivi multipli in un buon numero di mappe e un sistema di equipaggiamento ed esperienza condiviso con la cooperativa. Quest'ultima è senza dubbio la parte più interessante del lotto.

Il viaggio dell'eroe

La storia si svolge sei mesi prima rispetto alla campagna e ci vede nei panni di quattro personaggi piuttosto disturbati che riescono a sfuggire all'abbordaggio da parte dei soliti pirati della nave da crociera dove lavorano. Una volta sull'isola la storia si dipana attraverso sei capitoli, piuttosto lunghi e che ci vedono impegnati in situazioni piuttosto varie. Assedi, conquiste, bombe da difendere e mini giochi racing, il tutto all'insegna della stretta collaborazione tra le varie classi che è possibile scegliere e che funziona alla perfezione all'interno del level design delle mappe. La personalizzazione è quella di un generico FPS competitivo, con la possibilità al salire di livello di sbloccare nuovi armi, equipaggiamenti, ottiche, abilità (rimaneggiate, ma prese di peso dai perk della campagna) e urla di guerra, ovvero buff di stato che possono aumentare le statistiche offensive e difensive del personaggio e dei suoi compagni. Le dinamiche di gioco sono ovviamente, data la presenza di quattro giocatori, più votate all'attacco, più "caciarone" rispetto alla campagna, ma riescono comunque nell'innestare all'interno della frenesia degli scontri un approccio in cui ogni giocatore ha il suo ruolo, dove c'è il bisogno di cooperare attivamente per arrivare al check point successivo.

Obiettivi Xbox 360

Far Cry 3 premia il giocatore con cinquanta trofei. La maggior parte si ottiene portando a compimento le missioni principali della campagna e quelle della cooperativa, mentre altre ci impegnano in particolari situazioni legate alla personalizzazione del personaggio e all'utilizzo di tutto il suo equipaggiamento. Non mancano poi obiettivi relativi agli oggetti segreti e ai collezionabili, all'utilizzo di particolari perk e all'uccisione di nemici utilizzando mezzi, armi, od oggetti particolari.

Romantici panorami

A livello tecnico la prova sul nostro PC redazionale ci ha restituito un quadro visivo eccezionale. A colpire, più degli effetti visivi (provate a sparare di notte ad una cassa di munizioni!), con abbondante ricorso a particellari, shader e un credibile sistema di illuminazione con tanto di pioggia e ciclo giorno notte, e più delle texture, sempre molto dettagliate sia negli elementi di primo piano che di contorno, è la grandezza e la varietà dell'arcipelago. L'aerea di gioco è immensa, navigabile nella sua interezza da subito anche senza aver sbloccato torri radar e avamposti, e davvero, a costo di usare una frase fatta trita e ritrita, è la vera protagonista del gioco. C'è di tutto: scogliere, grotte nascoste, cascate, rovine e templi nascosti da esplorare, gole immense teatro di furiose sparatorie, resti della precedente occupazione giapponese, fiumi, laghi e montagne vertiginose da cui godere di un colpo d'occhio e di un orizzonte visivo sterminato. Per certi versi sembra di trovarci di fronte al mondo di gioco di Just Cause 2, senza però rumorose città e grattacieli. Il bello sta proprio nel muoversi liberamente, scoprire nuovi punti d'interesse (senza il fastidioso problema degli incroci di Far Cry 2) e magari dedicarsi alla ricerca di tutti i collezionabili disseminati all'interno dell'arcipelago.

Il viaggio dell'eroe

Da segnalare poi l'alto tasso di violenza del gioco, non tanto per le sanguinose uccisioni col machete, quanto per alcune scene in cui i civili vengono uccisi e massacrati. D'altronde stiamo parlando di un'isola in cui la pazzia la fa da padrone e che comunque non appare per nulla gratuita ma perfettamente giustificata. Problemi funestano comunque un comparto grafico di tutto rispetto. Numerosi glitch appaiono di tanto in tanto: durante le cutscene o nei momenti scriptati in cui il personaggio rinfodera il fucile, la sagoma dell'arma rimane spesso ben visibile, allo stesso tempo abbiamo visto più volte alcuni nemici incastrarsi nel terreno o fissare muri e recinzioni, oppure sdoppiarsi, "vibrando" furiosamente per diversi secondi. Nulla di sconvolgente si capisce, ma è giusto segnalarlo. Ottime invece le voci italiane, i doppiatori hanno fatto un lavoro egregio nel caratterizzare i vari protagonisti, tutti in parte e in perfetto accordo con una mimica facciale davvero ben realizzata.

Conclusioni

Versioni testate: PC e Xbox 360
Multiplayer.it
9.3
Lettori (946)
9.3
Il tuo voto

Con Far Cry 3 i ragazzi Ubisoft sono riusciti nel difficile compito di non disperdere tutte le potenzialità di un vasto e ricco ambiente free roaming e di rendere il tutto coerente tanto all'evolversi narrativo, quanto allo sviluppo delle progressione legata al gameplay in senso stretto. Ma sopratutto hanno centrato l'obiettivo di rendere l'approccio stealth davvero divertente e funzionale, ricco di possibilità e scelte, all'insegna di una spiccata varietà di situazioni che arriva quasi a sfiorare fasi platform ed esplorative, senza dimenticare poi la cifra stilistica della pazzia, resa tangibile in fasi psichedeliche davvero fantasiose. Non tutto va a segno comunque. Quando il gioco spinge l'acceleratore sullo stealth come unica via, le meccaniche negli spazi stretti tendono a rendersi farraginose e secondariamente la pianificazione estrema delle nostre mosse, uno spawn visibile e uno scripiting ferreo possono facilitare anche le situazioni più impossibili. A chiudere il ventaglio del meglio dell'offerta di gioco, accanto ad un comparto tecnico eccezionale, troviamo una sostanziosa campagna cooperativa, capace di non svilire le complesse basi delle meccaniche di gioco.

PRO

  • Comparto tecnico eccezionale
  • Coop divertente
  • Decine di missioni ed attività perfettamente innestate nella progressione
  • Storia adulta e ben narrata
  • Tanta varietà

CONTRO

  • In alcune missioni lo stealth obbligatorio è farraginoso
  • Alcuni glitch ricorrenti
  • Multiplayer competitivo dimenticabile

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
  • Processore: Intel Core i7 2600
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
  • Sistema operativo: Windows 7 a 64 bit

Requisiti minimi

  • CPU: Intel Core2 Duo E6700/AMD Athlon64 X2 6000+ o equivalente dual-core
  • Video: Nvidia GTX8800/AMD Radeon HD2900 o equivalente scheda con 512MB DirectX 9c
  • Memoria: 4GB

Requisiti consigliati

  • CPU: Intel Core i3-530/AMD Phenom II X2 565 o equivalente quad-core
  • Video: Nvidia GTX480/AMD Radeon HD5770 o scheda equivalente com 1024MB DirectX 11
  • Memoria: 4GB