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Il caso Night Trap

La breve storia dello scandalo che ha cambiato il mondo dei videogiochi

SPECIALE di Simone Tagliaferri   —   14/09/2014

Dopo la pubblicazione della notizia relativa alla vendita di duecentotré copie ex noleggio della versione Sega CD non censurata di Night Trap, molti di voi ci hanno chiesto di raccontare il caso che ne seguì e che portò alla nascita degli attuali sistemi di rating (l'ESRB americano, il PEGI italiano e così via). Potevamo lasciare inascoltato un così accorato appello?

Oggi vi raccontiamo il caso Night Trap e di come contribuì a cambiare l'industria dei videogiochi

Il gioco

Night Trap è un videogioco particolare per molti aspetti, non solo quelli più controversi. Il primo è che si tratta di un progetto davvero costoso per la sua epoca. Si parla di circa un milione e mezzo di dollari di produzione, non pochi per la fine degli anni ottanta, anni in cui i costi dei videogiochi erano calcolati in birre (si scherza... ma non troppo). In realtà bisogna specificare che non fu Digital Pictures, lo sviluppatore accreditato per la versione finale, a progettare Night Trap e a girarne i filmati riversandoli su VHS. Il grosso del lavoro fu fatto nel 1987, anno in cui nemmeno esistevano le piattaforme sulle quali sarebbe stato infine lanciato nel 1992 (Sega CD, Sega 32X, 3DO e PC). Nessun wormhole, tranquilli, semplicemente all'epoca era stato pensato come uno dei titoli di lancio del Control-Vision, o NEMO che dir si voglia, misconosciuta piattaforma videoludica di Hasbro, mai arrivata sul mercato, che usava delle normali videocassette come supporti di immagazzinamento dati. Digital Pictures ha semplicemente acquistato il lavoro fatto da altri e finalizzato il gioco adattandolo alle nuove piattaforme. Night Trap, in sé, è un titolo molto blando da giocare. Nei panni del "Sega Control Attack Team", o "Special Control Attack Team" nelle versioni per macchine non Sega, il giocatore deve proteggere delle ospiti della famiglia Martin, una coppia apparentemente normale che nasconde terribili segreti. Per condurre le indagini la SCAT infiltra un suo membro in incognito tra le invitate, l'agente Kelli Medd (interpretata da Dana Plato, attrice diventata celebre in gioventù nel ruolo di Kimberly nella serie "Il mio amico Arnold", e morta per overdose nel 1999) e riempie la casa di telecamere nascoste. Dopo traversie innumerevoli e un sacco di brutti filmati recitati davvero male, si scopre che casa Martin è un covo di strani vampiri, chiamati Auger, i quali succhiano il sangue con degli aspirapolvere, e che le ragazze sono la loro cena. L'obiettivo del giocatore è salvarle tutte per sbloccare il vero finale. Come? Individuando gli Auger grazie alle telecamere per poi piazzare delle trappole per catturarli. Lo scorrere continuo del tempo, il dover prestare orecchio ai dialoghi per poter apprendere i vari codici di sicurezza necessari ad attivare le trappole e una certa macchinosità rendevano Night Trap un titolo non semplice da finire con successo, per quanto banale nelle meccaniche. Cosa gli sarà addirittura valso l'intervento censorio del senato degli Stati Uniti d'America?

Il caso

Guardando con occhi moderni i filmati di Night Trap, viene da chiedersi cosa ci abbiano trovato di così scandaloso quelli che hanno tempestato di telefonate di protesta alcune catene di giocattoli per chiederne il ritiro (alcuni parlano di proteste create a tavolino per screditare il gioco, visto che altri titoli altrettanto discussi non furono ritirati). I motivi si possono comprendere solo calandosi in quell'epoca. Erano anni in cui si stava compiendo un'importante passaggio generazionale, i cui strascichi ci portiamo dietro ancora oggi, con l'arrivo di nuove tecnologie che hanno permesso l'introduzione di contenuti multimediali nei videogiochi. La percezione generale era comunque legata (e in parte ancora lo è) all'equazione videogioco = giocattolo tecnologico per bambini, favorita non solo dai pregiudizi dell'opinione pubblica, ma dai produttori hardware stessi, soprattutto quelli attivi nel mondo console, che continuavano a seguire la linea politica tracciata da Nintendo dopo la crisi dell'industria dei primi anni 80. Il caso Night Trap si cala quindi in un contesto in cui la distanza tra il mondo dei videogiochi e la cosiddetta opinione pubblica era ancora abissale e in cui il dibattito sulla violenza nei videogiochi era accesissimo e molto più presente di oggi, anche sulla scena politica. Così non stupisce che le catene di negozi per bambini Toys "R" Us e Kay-Bee Toys abbiano scelto di ritirare il gioco sotto le pressioni di stampa e associazioni di tutela, che negli USA non mancano mai, e che il 9 dicembre del 1993 il caso sia arrivato addirittura al senato americano, in un'audizione del Senate Judiciary and Government Affairs Committee, dove i senatori Joseph Lieberman del Connecticut ed Herbert H. Kohl del Wisconsin hanno descritto il gioco come malato, disgustoso ed ultra violento, per citare alcuni degli aggettivi usati, parlando di incitamento alla violenza sulle donne. Grandi testate giornalistiche, come il Washington Post o il New York Times, si fecero carico di assecondare le paure dei genitori, dando enorme spazio alla vicenda e attaccando aspramente Night Trap e il mondo dei videogiochi in generale. La scena considerata più offensiva era quella in cui gli Auger catturano la protagonista in camicia da notte per succhiarle il sangue. Guardandola scoprirete che di violenza ce n'è pochina, ma probabilmente la presenza di una ragazza poco vestita ha dato alle lamentele una forza retorica che altre scene non permettevano (ricordate sempre che l'opinione pubblica aveva in testa Pac-Man, Space Invaders e Super Mario come immagini del videogioco tipo e quell'accenno di sessualità sarà sembrato a molti intollerabile, come se qualcuno avesse messo un pene in erezione a un bambolotto).

La nascita dei sistemi di rating

A poco servì il tentativo di Tom Zito, il CEO di Digital Pictures, di spiegare quella che poi era la realtà dei fatti: in Night Trap il giocatore non è spinto a commettere violenza su nessuna donna, ma anzi il suo scopo è quello di salvarne il più possibile. Oltretutto non appare mai nessuna ragazza nuda e il sistema con cui viene succhiato il sangue alle ragazze è volutamente irrealistico, in modo proprio da mitigare la violenza delle immagini. Purtroppo Zito fu zittito e non poté concludere il suo intervento. Insomma, schiacciata dalla politica e dall'opinione pubblica, Sega annunciò che avrebbe ritirato il gioco dai negozi, ripubblicandolo in una versione censurata di tutte le sequenze più controverse e così fece. Ma il caso Night Trap non si chiuse lì. Anzi, andò a sommarsi ad altri scandali riguardanti la violenza nei videogiochi, legati naturalmente a titoli di grande successo, Doom e Mortal Kombat su tutti. Da quell'ondata di parole alzata da dibattiti, articoli di giornale, servizi televisivi, talk show e altro, nacque il primo sistema di rating riconosciuto, l'ESRB, con il quale l'industria videoludica americana si fece carico di dimostrarsi attenta ad alcune delle problematiche sollevate dall'opinione pubblica, prima fra tutte la necessità di distinguere i titoli per fasce di età consigliate, in modo da evitare che i bambini potessero giocare con videogiochi dai contenuti adatti solo a un pubblico più adulto.