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Ritorno alle origini

Il difficile tentativo di dire qualcosa di nuovo tornando alle origini della serie

PROVATO di Umberto Moioli   —   22/12/2014
Ritorno alle origini

Il mercato dei titoli su licenza è semplicissimo ed estremamente complesso allo stesso tempo. Acquisiti i diritti, metti al lavoro un po' di sviluppatori, magari sfruttando una formula di gioco ultra abusata, e aspetti che la gente vada nei negozi a comprare il titolo, attirata dalle sirene del nome di richiamo. Allo stesso tempo le incognite da considerare sono sempre molte, specie oggi come oggi, e se non si fa attenzione si impiega poco ad essere sbattuti fuori dal mercato. Chiedere a THQ per informazioni. Bandai Namco è la regina dei titoli su licenza basati sulle proprietà intellettuali giapponesi legate al mondo di manga e anime, un mercato che, a differenza di quello dei tie-in cinematografici e televisivi occidentali, schiacciati dal peso dell'avvento del mobile, sembra tenere botta e non subire eccessivamente il passare del tempo e l'accumularsi delle uscite. Di recente siamo volati a Tokyo per mettere occhi e mani sulla prossima infornata di prodotti realizzati a partire dall'enorme catalogo di manga nati sulle pagine di Shonen Jump, approfittandone anche per fare un salto alla convention annuale Jump Festa. One Piece Pirate Warriors 3 non poteva ovviamente mancare all'appello.

Pirate Warriors 3 riparte dalla storia del manga per portare la serie (anche) su PlayStation 4

Fan service

Innanzitutto una premessa: One Piece Pirate Warriors 3 è ancora in uno stadio di sviluppo piuttosto embrionale - un discorso simile a quello fatto all'interno dell'anteprima di Naruto Ultimate Ninja Storm 4 - quindi la panoramica dell'esperienza di gioco che ci è stata offerta è gioco forza piuttosto limitata. Non sappiamo, ad esempio, quali modalità di contorno ci saranno, il numero totale di personaggi inseriti e quali extra gli utenti PlayStation 4, PlayStation 3 e Vita si ritroveranno nel pacchetto in uscita in occidente la prossima estate.

Ritorno alle origini
Ritorno alle origini

Quello che possiamo già dire con certezza è che Bandai Namco ha deciso di fare un importante passo indietro, abbandonando l'idea di scrivere una storia inedita, come fatto in occasione del secondo capitolo, per tornare a quella del manga. Evidentemente i feedback dei fan sono stati perentori, quindi il team di sviluppo ha rimesso mano alla trama originale. La presentazione è comunque ottima, mescolando lo stile tipico delle pagine del fumetto giapponese con breve scene animate. L'inevitabile senso di deja vu, ci è stato spiegato, sarà comunque mitigato dalla presenza di numerosi contenuti inediti ma soprattutto dall'impegno per ricostruire tutte le ambientazioni dando agli appassionati modo di vederle sotto un nuovo punto di vista. Il passaggio dalla vecchia alla nuova generazione di console garantisce in tal senso un buon margine di manovra su PlayStation 4, versione che ci è stata presentata, mentre sulle altre due piattaforme di riferimento è lecito attendersi una resa paragonabile a quella del passato. Bisogna comunque dire che il primo colpo d'occhio è gradevole grazie alla vicinanza di modelli, texture ed effettistica a quelli dell'anime, ma non si tratta certo di nulla di mai visto o rivoluzionario. I cavalli in eccesso offerti dalla quarta generazione dell'hardware casalingo di Sony sono stati piuttosto impiegati per raddoppiare il numero di nemici a schermo, che passano dai cento dei primi due Pirate Warriors ai duecento di questo terzo episodio. Anche la fluidità è cresciuta, guadagnando pure in stabilità, mentre nella versione alpha messa a nostra disposizione si faceva notare un po' di pop in. Rispondendo ad una domanda i ragazzi di Omega Force si sono anche detti sicuri di poter implementare un'intelligenza artificiale rivista e raffinata, ma questo riscontro dovrà necessariamente essere messo al vaglio di un test più completo.

Alla corte di Dynasty Warriors

In termini strettamente ludici One Piece Pirate Warriors 3 decide di non stravolgere quanto fatto in precedenza. Il gameplay è insomma ancora una volta quello di ogni altro musou presente sul mercato: i livelli sono caratterizzatati da grandi mappe piene di diramazioni, stracolme di nemici e puntellate da alcuni boss da sconfiggere per sbloccare l'area successiva o l'evento di turno che ci avvicina un passo di più alla conclusione della sfida. Si tratta di una formula oramai talmente vista e rivista che giunti a questo punto dovreste già sapere quanto interesse il titolo potrebbe suscitare in voi.

Ritorno alle origini
Ritorno alle origini

Da una parte ad ogni nuovo annuncio di un gioco legato a questo filone nato e prolificato a partire da Dynasty Warriors ci interroghiamo se non valga la pena sperimentare qualcosa di nuovo, soprattutto vista la popolarità e il potenziale di una proprietà intellettuale come One Piece, dall'altra è probabilmente inutile lamentarsi più di tanto del fatto che la giocabilità non faccia grandi passi in avanti. Questo sono i musou, prendere o lasciare. In ogni caso Bandai Namco non intende abbandonare ogni velleità innovatrice e ha lavorato ad alcune interessanti variazioni sul tema. Il personaggio selezionato avrà infatti la possibilità di richiamare un compagno, scegliendo tra quelli a disposizione tra i quali scorrere attraverso la croce direzionale, in modo che lo aiuti in battaglia. L'intervento del compagno dipende da un'indicatore che si carica nel tempo, rendendolo via via più efficace. Le abilità Kisna sono invece un nuovo tipo di attacchi speciali che, ad esempio nel caso di Rufy, danno per un certo quantitativo di tempo accesso ad attacchi particolarmente efficaci. In altri casi rallenteranno il tempo o rifletteranno le peculiarità di ciascun protagonista inserito all'interno del roster di quelli selezionabili. Unendo la presenza dei compagni e questi poteri, il team si dice certo di poter implementare interessanti meccaniche di combattimento, aprendo la strada a combo potenzialmente infinite. A quasi tre anni dall'uscita del primo Pirate Warriors abbiamo l'impressione che Omega Force stia tentando di raccogliere tutta l'esperienza fatta sinora, prendere il meglio del lavoro svolto sulla narrazione e di quello in favore del gameplay per creare una sorta di "versione definitiva". L'opera di Eiichiro Oda non manca certo di spunti, ci auguriamo che nei prossimi mesi di sviluppo alle ambizioni coincida una messa in pratica altrettanto efficace.

CERTEZZE

  • Il passaggio su PlayStation 4 ha fatto crescere fluidità e numero di nemici
  • Molti fan saranno felici di sapere che si torna alla storia originale
  • Sistema di combattimento parzialmente rinnovato...

DUBBI

  • ...anche se il gameplay è sempre fortissimamente legato a quello di mille altri musou
  • Ci si può forse aspettare un salto in avanti grafico più marcato