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Il sangue è vita

Primo incontro col nuovo, attesissimo titolo dei creatori di Life is Strange

ANTEPRIMA di Matteo Santicchia   —   29/02/2016

Tra i tanti titoli presentati allo showcase Focus Home Intearactive di Parigi la scorsa settimana, quello più atteso era Vampyr, il nuovo progetto (che vedrà la luce solo nel 2017) di Dontnod Entertainment, i ragazzi ai quali dobbiamo Rememeber Me e soprattutto Life is Strange, l'avventura grafica interattiva episodica che ha fatto incetta di premi in questi ultimi mesi. Giunti al terzo publisher in tre anni, con Vampyr gli sviluppatori francesi provano il loro progetto più ambizioso e potenzialmente rischioso, un action RPG in terza persona ambientato nella Londra devastata dall'epidemia di febbre spagnola del 1918, dove ogni azione avrà conseguenze importanti e significative sulla progressione. Uno scenario dove contano i muscoli, certo, ma anche il cervello.

Vampyr sembra essere un progetto davvero interessante. La nostra anteprima!

Un vampyro vegano?

Il protagonista è il Dottor Reid, chirurgo di giorno e vampiro di notte. Non riesce a lasciarsi alle spalle la sua umanità, uccidere innocenti è per lui un grande fardello, ma è condannato a farlo per sopravvivere. Su questa sorta di schizofrenia è strutturato il gameplay del gioco, visto che il sangue è alla base dei suoi poteri di vampiro. Più uccidiamo, più accumuliamo "esperienza", più poteri e abilità sblocchiamo. Ma più poteri usiamo più ci indeboliamo, di conseguenza dobbiamo tornare ad uccidere per sopravvivere. La sua missione è quella di scoprire chi o cosa è alla base dell'epidemia che ha stravolto la città, e che ha trasformato buona parte dei suoi abitanti in veri e propri mutanti a lui indigesti, mettendo quindi a rischio la sua catena alimentare.

Il sangue è vita

L'aspetto del gioco più appariscente è quello di action in terza persona. Reid, nel suo lungo cappotto marrone, si muove agilmente nei bassifondi di Londra - abbiamo visto Whitechapel - avvolti da una nebbiolina perenne, rischiarata dai soli lampioni a gas. Avremo a disposizione diverse abilità e poteri, anche se la demo ne ha mostrate solo due: Sprint, capace di farci schizzare a grande velocità in avanti, ma anche saltare in alto per sfruttare ambienti piuttosto sviluppati verticalmente; e Hemokinesis, ovvero la possibilità di schiacciare in terra in nemici dopo averli sollevati in aria modello Darth Vader. Gli strumenti di offesa non sono solo questi, Reid può utilizzare (in questa fase ovviamente) anche mannaia e pistola. Il combattimento quindi è un continuo passaggio tra abilità speciali e "attacchi fisici" con un occhio costantemente fisso alla barra del sangue. I nemici passati sotto le grinfie di Reid erano dei semplici mutati di "basso rango", ma ci hanno sorpreso con la loro possibilità di "teletrasportarsi" per evitare i nostri attacchi. Non male come mosse evasiva per avversari base. Il bestiario sarà comunque molto vario: sbirciando tra i vari artwork presenti a casa Dontnod, abbiamo visto umani mutati di vario genere, ma anche pesanti e corazzati bestioni, armati di fucile.

Vivere e morire a Londra

Dove però Vampyr dovrebbe staccarsi dal classico trantran dei titoli action con una spruzzatina di RPG, data dalle acquisizione progressiva di abilità difensive e offensive, è nel modo in cui Reid si relazionerà col mondo di gioco. In tal senso è palese come Dontnod voglia fare in modo che il gioco sia una summa dei suoi precedenti lavori.

Il sangue è vita
Il sangue è vita

Remember me era nato come la risposta di Sony a Mass Effect ai tempi dell'esclusiva Xbox 360, ovvero una action RPG enorme, ma poi per una serie di vicissitudini economiche le ambizioni furono castrate drasticamente e il gioco che venne fuori era un più contenuto titolo d'azione, ma era chiaro come il setting futuristico parigino era stato creato con ben altro in testa. Dontnod con Vampyr vuole portare a termine quello che non ha potuto fare precedentemente. La Londra di Reid, benché devastata dall'epidemia, è più viva che mai. Ci saranno molti personaggi non giocanti con cui parlare, ognuno con una sua storia e un carattere ben definito, con amicizie e relazioni. La scelta di creare personaggi verosimili serve non solo per immergersi maggiormente nella narrazione, ma anche perché gli sviluppatori vogliono che il giocatore debba prendere delle scelte gravide di conseguenze quando decide che per necessità deve cibarsi di qualcuno, buono o cattivo che sia. La fame è fame, e una volta sazi si ha in dono anche esperienza in più. Peccato che l'altra faccia della medaglia è che magari gli altri abitanti della zona non vorranno più parlare con noi o peggio ancora saranno ostili. Cosa questa che si scontra col carattere investigativo del gioco, visto che non si tratterà ovviamente solo di combattere. Ci sarà da seguire indizi, battere palmo a palmo gli ambienti (e per quanto potuto vedere anche dei bellissimi interni) e da buon vampiro utilizzare le nostre abilità persuasive, vuoi sotto forma di dialogo, vuoi sotto forma di mesmerizzazione, per prendere possesso dei personaggi non giocanti e, perché no, succhiarne il sangue in tutta tranquillità in una zona sicura. Tutte caratteristiche davvero interessanti sulla carta, ma che vanno prese con le pinze visto che azione - conseguenza è un refrain disatteso da molti titoli che ne avevamo parlato come la chiave di volta dell'esperienza di gioco. Se così non fosse saremmo ovviamente delusi visto quanto fatto con Life is Strange, ma perlomeno avremo tra le mani quello che dal primo incontro sembra un action RPG solido e ricco di possibilità, con talenti, abilità e anche tanto crafting.

Il sangue è vita

Work in progress

A livello visivo abbiamo avuto la possibilità di vedere il gioco due volte. La prima durante l'evento Focus e successivamente il giorno dopo in casa Dontnod. Il primo impatto non è stato onestamente dei migliori. L'Unreal Engine 4 mostrava a schermo una Londra senza dubbio tetra e dalla grande atmosfera, ma complice un filtro granulare marrone la scena ci è apparsa decisamente poco pulita e dettagliata, quasi "impastata".

Il sangue è vita

Anche le animazioni del protagonista non ci hanno proprio impressionato, ma c'è da dire che si tratta di un gioco che ancora non ha una data di uscita oltre ad un più che generico 2017, quindi c'è poco da scuotere la testa in tal senso. Durante lo studio tour invece, complice una build in lavorazione sotto i nostri occhi e molto realisticamente più nuova di quella portata all'evento, Vampyr è sbocciato. Il marroncino ha lasciato il posto ad una scena notturna grigia certo, ma più bella e realistica, con un con un sistema di illuminazione e una nebbiolina volumetrica a rendere l'oscurità più tangibile. L'impatto ci è sembrato sensibilmente diverso, col plus poi di un dettaglio sulle texture più alto, visibile e apprezzabile. Vampyr ci ha lasciato sensazioni positive. Il nuovo progetto Dontnod sembra essere maledettamente interessante, e conferma il grande eclettismo degli sviluppatori parigini. Siamo di fronte ad un progetto davvero ambizioso, speriamo di poter al più presto, magari all'E3 di Los Angeles il prossimo giugno, verificare se le promesse fatte stanno avendo un riscontro effettivo in quella che sembra una lunga e difficoltosa lavorazione.

CERTEZZE

  • Struttura da action RPG
  • Setting molto affascinante
  • Focus non solo sul combattimento

DUBBI

  • Tante promesse che vanno mantenute
  • Tecnicamente acerbo