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Assassin's Creed - Il film

Siamo volati a Londra per vedere il film di Assassin's Creed, una produzione supportata da nomi impressionanti e molto diversa dai soliti tie-in

SPECIALE di Aligi Comandini   —   12/05/2016

Se avete fatto un salto sulle pagine di Movieplayer quest'oggi, avrete notato un bell'articolone in home page dedicato al film di Assassin's Creed. Ubisoft ci ha infatti invitati a Londra per vedere qualche minuto del film, e ovviamente noi non abbiamo lesinato le opinioni a riguardo. Nell'altro articolo ci siamo concentrati sugli aspetti tecnici di quello che abbiamo osservato e sulla trama; qui, invece, si parla di videogiochi, pertanto abbiamo intenzione di analizzare più nel dettaglio la reale vicinanza del lungometraggio allo storico marchio. Per la cronaca, se vi aspettate un copia incolla di una trama già vista tra le avventure della saga siete completamente fuori strada: questo film con Justin Kurzel alle redini - e Michael Fassbender nei duplici panni del protagonista e del suo antenato assassino - prende più di un elemento dalle avventure di Ezio, Altair e compagnia bella, ma è chiaramente un progetto dotato di una fortissima individualità, che potrebbe tanto nobilitarlo quanto distruggerlo.

Il film di Assassin's Creed ci ha sorpreso positivamente, contro ogni aspettativa

Una lama ignota

Della trama abbiamo già parlato in separata sede, ma è il caso di sottolineare un semplice quanto significativo concetto che sta alla base del film: il regista, Kurzel, è completamente disinteressato alla serie di videogiochi ed è stato convinto ad entrare nel progetto per via delle sue tematiche legate alla memoria genetica del protagonista.

Assassin's Creed - Il film

Il buon Justin era in pratica affascinato dall'idea che qualcuno potesse rivivere la vita di un antenato grazie a ricordi insiti nel suo DNA, e quando ha deciso il tono del film o il modo di approcciarlo non si è curato particolarmente di rispettare i canoni delle opere di Ubisoft o di fare rimandi diretti ad alcuni capitoli. Le connessioni tra lungometraggio e videogame tuttavia restano moltissime, e la più evidente è proprio l'Animus - ancora una volta un avanzatissimo marchingegno capace di proiettare nel presente la vita di un assassino esistito in un'epoca passata - rimaneggiato in una forma molto diversa dal solito per l'occasione. Si tratta infatti di una sorta di braccio meccanico collegato alla schiena del protagonista, che gli permette di muoversi in un ambiente simulato come se fosse realmente l'uomo di cui sta riscoprendo l'esistenza. Dal canto suo, il protagonista Callum Lynch è ben diverso dal Desmond che tutti abbiamo imparato a conoscere (e prevalentemente ignorare in favore dei ben più carismatici avi); è un uomo tormentato, disperato, che sfugge per un pelo a una morte prematura e si ritrova in una situazione incomprensibile. Desmond non era così cupo e caratterizzato all'inizio, anzi dava quasi l'impressione di essere un personaggio volutamente blando per facilitare l'immersione dell'utente, delineatosi solo nei capitoli successivi. Lo stesso Aguilar (l'avo di Callum) è un personaggio del tutto inedito, ben lontano da Ezio o Connor, e più vicino ad Altair, trattandosi di un assassino estremamente fedele all'ordine e finemente addestrato. Vorremmo delineare meglio il suo carattere, ma nella breve sequenza visionata lo abbiamo visto solo combattere, quindi quel che sappiamo di lui deriva esclusivamente dalle informazioni aggiuntive che ci hanno dato.

Hide in plain sight

Inutile cercare di tracciare un profilo psicologico di personaggi che non abbiamo avuto il tempo di conoscere; meglio concentrarsi sulle scene d'azione, che non sembrano mancare nonostante il tono serioso della produzione.

Assassin's Creed - Il film

E anche qui le similarità al videogame ci sono, se non altro perché l'unica scena di combattimento mostrata era una lunga fuga di Aguilar e della sua compagna, Maria, dai templari, tra le case e i tetti della spagna del quindicesimo secolo. Come nei giochi, gli assassini eliminano gli avversari con pochi colpi, si muovono come pantere, e la loro arma principale è la lama celata. Dal punto di vista dei costumi, poi, cappuccio e simbolismo sono stati mantenuti, seppur gli abiti accuratamente confezionati dalla nota costumista Sammy Sheldon Differ siano molto più ricchi di dettagli e "vissuti" delle vesti bianche dei primi capitoli. Il film peraltro è PG-13, e nonostante la presenza di sangue e di un paio di scene iniziali abbastanza angoscianti, non dovrebbe contenere situazioni molto violente o crude. È evidente che lo script preparato per Kurzel abbia tentato dunque di percorrere come un acrobata la sottile fune che divide le volontà dei fan e le velleità artistiche del regista, cercando di non scontentare entrambe le parti. Si tratta ad ogni modo di un difficile equilibrio da raggiungere, che può sfociare nel fan service eccessivo, e andare a cozzare con la visione dark e autorevole dell'opera. Come abbiamo detto anche nell'articolo su Movieplayer.it, per i fan del videogioco risulterà arduo guardare il film senza aspettarsi un'esperienza scorrevole ed emozionalmente "leggera", e maggiore sarà la vicinanza della trama a quella originale, più dura risulterà per gran parte del pubblico entrare nel mood necessario ad apprezzare la via scelta dalla troupe.

No parkour, no assassins

Assassin's Creed - Il film

Va detto che l'immaginario di Kurzel sembra avere una forza sufficiente a sorreggere da solo l'intero film. I particolari giochi di luce del regista danno ad esempio all'Abstergo un tono quasi da manicomio ultramoderno, e le sue inquadrature valorizzano le acrobazie tra gli ostacoli degli assassini, più che le loro battaglie. Un po' di fattori "già noti", inoltre, potrebbero esser più che sufficienti per incollare i videogiocatori alla sedia, senza doverli necessariamente portare a lamentarsi delle differenze. D'altronde anche in questo film è confermata la presenza di un misterioso artefatto (che al 99% sarà un frutto dell'eden), il comportamento dei templari e la loro importanza nella società odierna sono molto simili a quanto visto nei giochi, le regole seguite dagli assassini pure, e gli effetti collaterali dell'esposizione all'Animus potrebbero portare a sviluppi narrativi assai vicini a quelli del primissimo capitolo della saga. Insomma, ammettiamo di essere timorosi sapendo che Kurzel, invece di portare avanti del tutto le sue idee, ha messo mano a uno script già pronto e costruito chiaramente attorno alla mitologia dei giochi, eppure al contempo crediamo che il regista sia abbastanza carismatico da poter ribaltare ogni preconcetto su questo tipo di film, e da poter mettere in campo qualcosa di rispettoso nei confronti del materiale originario senza forzature eccessive. Per quanto ci riguarda possiamo dire solo che, dubbi o non dubbi, fa davvero un certo effetto vedere Fassbender che esegue un volo dell'aquila diretto dal regista di Macbeth... e forse tanto basta.