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Si riparte dalla Seconda Guerra mondiale

Siamo volati a Londra per scoprire tutto sul nuovo Call of Duty: WWII

ANTEPRIMA di Tommaso Valentini   —   26/04/2017

Call of Duty torna nella Seconda Guerra Mondiale. L'annuncio non ufficiale arriva in modo rocambolesco attraverso il susseguirsi di numerosi leak, tra immagini pubblicate involontariamente sul sito ufficiale e infelici foto scattate da qualche dipendente (o ex, ormai) di Gamestop.

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È anche grazie all'inefficacia da parte di Activision di riuscire a celare le notizie, però, che sui siti specializzati da almeno una dozzina di giorni non si parla d'altro che del nuovo capitolo della serie e questo non può che fare bene a un titolo alla disperata ricerca di attenzioni. Qualcuno si è improvvisato veggente cercando di trarre considerazioni sul poco materiale disponibile e anche noi avevamo tentato di prevedere con uno speciale cosa il nuovo capitolo della serie avrebbe dovuto fare per restare sulla cresta dell'onda. Oggi, finalmente, con una maggior cognizione di causa, è giunto il momento di togliere molti dei se e dei ma nati in questi giorni, dato che, proprio grazie ad un invito di Activision in quel di Londra, siamo riusciti a vedere Call of Duty: WWII da vicino e a fare quattro chiacchiere con gli sviluppatori. L'unica cosa certa, prima di svelarvi altri dettagli con il nostro articolo, è che quello di Call of Duty: WWII è un ritorno alle origini, un tuffo nel passato che riporta sotto la lente di ingrandimento una guerra cruda e violenta, persino intima se vogliamo. Una rivisitazione di un conflitto mondiale narrato in mille modi diversi tra film e videogiochi e che ora potrebbe godere di una seconda vita sulla nuova generazione di console. Sledgehammer è finalmente scesa in campo per portarci il suo punto di vista sulla "WWII" e noi lo abbiamo accolto a braccia aperte.

Tante novità interessanti per un appuntamento con Call of Duty che non può assolutamente fallire

La polveriera è pronta a esplodere

Call of Duty aveva davvero bisogno di cambiare? Il feedback della community dice di sì, ma i numeri e le vendite, che lo eleggono ancora come titolo più venduto del 2016, dicono che forse si poteva mantenere ancora per qualche anno la formula delle exo-tute futuristiche, dei movimenti rapidi e dei doppi salti. Certo, con Battlefield che recuperava terreno in maniera considerevole forse sarebbe stato un azzardo, ma è bene pensare che la decisione di abbandonare l'attuale ambientazione per passare a quella del '40 - '45 non è arrivata certo da un giorno all'altro visto che sono ben più di tre anni che la macchina si è messa in moto. Il prossimo 3 novembre avremo così sugli scaffali dei negozi quello che, a tutti gli effetti, rappresenta un nuovo inizio per la serie di Call of Duty, un omaggio rivolto a chi ha amato la serie sin dagli albori e un prodotto indirizzato a chi, magari, lo conosce solo con l'accezione super tecnologica degli ultimi capitoli.

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Prima di parlarvi di Call of Duty: WWII è bene quindi inquadrare il target di Sledgehammer, un pubblico che non è solo quello che ha vissuto il brand dall'inizio ma anche, e soprattutto, quello che si avvicina per la prima volta a questo modo di raccontare la Seconda Guerra Mondiale, a chi magari non ha mai visto il kolossal di Steven Spielberg Salvate il Soldato Ryan e a chi non ha già sentito altre decine di volte i racconti eroici delle truppe americane che accorrono in Europa per salvare il mondo. Il rischio per chi ha invece qualche anno sulle spalle e ha già vissuto tutte queste esperienze, è quello di trovarsi a vivere un forte déjà vu, che speriamo possa essere annullato da una narrazione particolarmente riuscita. Solleviamo allora il velo sulla trama, che forse non è la parte più importante per la produzione ma rappresenta comunque un grande stimolo per chi desidera giochi improntati sulla modalità single player. Ci caleremo nei panni del soldato semplice Daniels, una recluta arruolata al fronte con il suo migliore amico e gettata in pasto ad una delle guerre più crudeli di sempre. L'immaginario di tutti, quando si parla di Seconda Guerra Mondiale non può che correre velocemente allo sbarco in Normandia, con le decine di imbarcazioni che tentano disperatamente di raggiungere una spiaggia ancora incredibilmente ben difesa dopo il bombardamento dell'aviazione britannica. È così che Call of Duty: WWII ci accoglie, con le stesse identiche riprese cinematografiche già viste nelle migliori pellicole a tema e con la telecamera che barcolla ad ogni ondata dell'oceano contro lo scafo del nostro LCA e con il rumore della marea, ancor prima di quello dei proiettili, che ci frastorna. Un'imbarcazione piena di commilitoni sconosciuti ma destinati a crepare come bestie al macello sotto i colpi di mitragliatore da lì a poco. Centinaia quelli che moriranno affogati, migliaia di più quelli uccisi dai proiettili vaganti sputati dalle torrette dell'esercito tedesco. Arriviamo sulla spiaggia, trascinandoci impacciati il nostro fucile e corriamo da un riparo all'altro nella speranza di accendere un bangalore e sfondare la prima linea di difesa. Dietro di noi morte e devastazione ma da qui inizia uno dei racconti più epici che Call of Duty possa narrare. La trama si dipanerà attraverso tutti gli scenari del conflitto, passando da Argentan fino ad arrivare ad Achen in Lussemburgo per poi combattere contro l'ultima resistenza tedesca.

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Non sarà ovviamente la storia di un soldato capace di annientare un esercito in solitaria come capitato nei più recenti capitoli, ma la narrazione tenterà di mostrarci il lato umano della vicenda, la parte più intima di un giovane ragazzo partito in cerca di gloria e costretto poi a diventare uomo quando scoprirà che l'amicizia e l'amore per i suoi compagni saranno la spinta più importante per sopravvivere. Sledgehammer tenterà quindi di allontanarsi dagli atteggiamenti super eroici visti nelle ultime produzioni, mostrando diversi punti di vista sul conflitto, accompagnandoci attraverso la crescita del soldato Daniels ma raccontandoci anche la guerra vista dai civili, dai tedeschi e da molteplici personaggi che incroceranno i loro destini con il nostro protagonista. Non è tutto: questa volta potremo addirittura giocare missioni specifiche con altri soldati della resistenza. Durante la presentazione hanno fatto la loro comparsa ben quattordici persone differenti, probabilmente non tutti utilizzabili ma che comunque avranno un forte impatto sulla vicenda. Non saranno solo missioni dove sparare all'impazzata contro un nemico coriaceo e pericolosissimo ma avremo anche a che fare con missioni furtive e di cecchinaggio, tentando per l'appunto di variare il più possibile l'approccio. Sono presenti anche personaggi femminili e bambini tra i protagonisti, ma non è ancora chiaro se saranno solo un elemento di contorno per approfondire la storia o se anche a loro verrà dedicato uno spazio importante durante la campagna, una trovata che non ci dispiacerebbe assolutamente. Michael Condrey ha più volte ripetuto: "Una guerra dove uomini comuni hanno fatto cose non comuni" ed è proprio questo che speriamo di vedere poi nel gioco, storie di uomini che possano sorprendere e appassionare anche chi questo conflitto lo ha già sentito raccontare decine di altre volte. Un punto cruciale secondo noi per la riuscita del progetto.

Dalla Normandia alla Germania

Sledgehammer Games vuole proporre un titolo che renda omaggio ai tanti soldati caduti durante la Seconda Guerra Mondiale, raccontare una storia di onore e rispetto e per farlo ovviamente adotterà una formula narrativa che in Call of Duty ha sempre avuto successo. Non aspettatevi quindi una vera e propria rivoluzione nella struttura ludica dato che, almeno per quello che ci è stato possibile vedere, le missioni saranno sempre molto lineari, con questi lunghi corridoi che portano il giocatore a vivere ed emozionarsi grazie a scene scriptate e spettacolari, ma senza libertà di scelta o di movimento nel senso più stretto del termine. Non ci saranno quindi bivi narrativi come in Black Ops 2 né tanto meno possibilità di mutare la storia con le nostre azioni, per una durata che resterà in linea con gli altri capitoli della serie, senza grossi stravolgimenti.

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Quello che cambierà radicalmente è invece il gameplay, con un ritorno al passato marcato dove le battaglie si sposteranno di nuovo a livello del suolo e diventeranno ancora più importanti le linee di tiro e l'intelligenza tattica. Non mancano ovviamente le novità, come una scivolata che vi permette di inginocchiarvi istantaneamente durante la corsa per sfruttare a dovere le numerose coperture. Purtroppo Sledgehammer non si è sbottonata ulteriormente per ciò che concerne il gameplay e quello che abbiamo scoperto lo abbiamo estrapolato leggendo tra le righe delle ermetiche risposte di Michael Condrey. La campagna metterà sotto la lente di ingrandimento la squadra più che il solo protagonista e sarà possibile così richiamare supporto di vario tipo (immaginiamo per fare fuoco su una posizione specifica) oppure chiedere munizioni extra o ancora creare diversivi. Come questo verrà poi tradotto nella versione finale del gioco sarà tutto da vedere. Durante la presentazione non sono mancati poi momenti ad alto impatto visivo attraverso scene guidate dai Quick Time Event, mentre non si è palesata la classica breccia in slow motion all'interno degli edifici che potrebbe essere stata sostituita questa volta da qualcosa di più interattivo. Anche l'esperienza sui veicoli, sempre a detta degli sviluppatori, sarà molto importante e siamo curiosi di capire se questo può significare la possibilità di guidare mezzi militari, e perché no aerei come nel diretto competitor, o se ci si riferiva alle classiche sezioni da mitragliere a bordo dei più disparati veicoli in fughe rocambolesche, come la serie d'altra parte ci ha già abituato da tempo. Poco da dire infine da dire sul feeling delle armi: per quanto visto si gioca e si spara come un Call of Duty qualsiasi, l'impronta è chiara e ben marcata, non si uscirà sicuramente dal seminato.

Nella foresta non c’è spazio per pensare

Lo sbarco in Normandia non è l'unica battaglia che abbiamo visto, ma anche la foresta di Hurtgen si è resa protagonista delle presentazione. Lo scontro in questione è stato uno di quelli che più ha messo alla prova le truppe alleate, una lotta impari e, secondo molti, prettamente inutile per il controllo di una zona non indispensabile.

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Sledgehammer ha inserito questa battaglia con una rappresentazione davvero ammirevole e in questi piccoli frangenti il motore di gioco ha mostrato un ottimo impianto di illuminazione e anche effetti particellari sopraffini, con le schegge degli alberi colpiti dal bombardamento che volavano in ogni direzione e i tronchi che venivano abbattuti come fuscelli. Se possiamo promuovere fin da subito qualcosa di questo Call of Duty: WWII è sicuramente il sonoro, che fa vivere l'ansia della battaglia, fa sentire il respiro affannoso dei soldati e tuona quando i colpi vengono sparati dalla bocca del nostro Thompson o dal famoso fucile Garand. Se dal punto di vista audio/visivo quindi al momento ci possiamo sentire più che tranquilli, con un'atmosfera estremamente più dark rispetto al passato e colori che ricordano quelli di The Revenant, c'è ancora tanto lavoro da fare invece sull'intelligenza artificiale e i movimenti dei soldati nemici, particolarmente legnosi. Un problema che speriamo vivamente venga risolto prima della release, magari proprio per l'E3 dove Sledgehammer parlerà in maniera più approfondita del gioco e dove sarà possibile addirittura testare il multiplayer.

Spariamoci in compagnia

Speravate di sapere qualcosa del multiplayer? Dobbiamo purtroppo deludervi questa volta e di mappe, modalità e gunplay se ne riparlerà questa estate. Fino ad allora dobbiamo solo appoggiarci a qualche descrizione velleitaria, che lascia però intravedere qualcosa di nuovo.

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Non mancheranno ovviamente i deathmatch canonici con killstreak e/o score streak ma la sensazione che abbiamo avuto è che Sledgehammer voglia puntare a qualcosa di più ambizioso. Innanzitutto arriverà un hub enorme per la community dove i giocatori potranno incontrarsi e vedere il loro alter ego, un po' come se si trattasse della cittadella di Destiny, ma arriverà pure una modalità cooperativa nuova di zecca cui ancora non si sa nulla. A sorprenderci sono state anche le nuove modalità che richiamano Rush di Battlefield, con un fronte che si sposta a seconda del successo o meno degli assaltatori. Sarà una modalità guidata da una narrazione molto forte e pressante, immaginiamo quindi con obiettivi che cambiano durante il corso della partita e avvenimenti capaci di mutare le mappe di gioco. Sono solo speculazioni al momento visto che di quanto detto fino ad ora riguardo al multiplayer non si è visto nemmeno un fotogramma, se non schermate statiche con un breve elenco dei punti più importanti. Riponiamo grosse speranze però in queste trovate originali, per un gioco che ha bisogno di elevarsi dagli ultimi capitoli deludenti della serie. Il combattimento della Seconda Guerra Mondiale non è paragonabile a quello dei giochi futuristici a cui siamo abituati, ha poi commentato Michael Condrey, annunciando che ci possiamo aspettare un time to kill leggermente più alto rispetto alle ultime iterazioni, senza però tradire la filosofia volutamente arcade della produzione, e i 60 frame per secondo, ottenuti su tutte le piattaforme indistintamente.

CERTEZZE

  • Gran impatto emotivo
  • Personaggi multipli da giocare
  • Tante modalità per il multiplayer...

DUBBI

  • ...ancora tutte da provare
  • Intelligenza artificiale e animazioni ancora da sistemare
  • Alcuni elementi offrono un pericoloso déjà vu