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Mai più soli

Abbiamo provato con mano la modalità cooperativa e quella a punti dello sparatutto sviluppato da People Can Fly

PROVATO di Umberto Moioli   —   09/12/2010

Versione testata: Xbox 360

Finché non si incontra l'ipnotica frenesia di un loro titolo, è difficile capire i motivi dietro l'acquisizione di People Can Fly da parte del gigante dello sviluppo Epic Games che, nel 2007, ne ha rilevato buona parte delle quote societarie. Painkiller non aveva praticamente nessun elemento d'innovazione, affondando spirito e insieme di meccaniche nel retaggio lasciato dagli sparatutto in prima persona degli anni '90, eppure il tono sopra le righe e le ore di divertimento frenetico creavano un mix irresistibile, anche di successo commerciale considerando la nascita di una serie poi solo parzialmente glorificata dalle uscite successive, opera di autori differenti.

Mai più soli

Bulletstorm non sembra abbandonare quel solco, con un un universo post apocalittico che mescola elementi di Mad Maxiana memoria con la presenza di un rendering ultra saturo e un tratto caricaturale, tonnellate di piombo con l'uso della frusta, dei calci e dell'interazione ambientale inseriti in modo da affollare lo schermo di nemici e letali tecniche per ucciderli: nulla di straordinariamente innovativo, anzi, ma dotato di un quoziente di spettacolarità elevatissimo, oltre che di uno stile in grado di distinguerlo dalla nutrita concorrenza. Nel corso di un recente evento ci è stato possibile mettere le mani su due inedite modalità tra cui quella cooperativa, trovandoci a fine sessione ancora una volta incollati a monitor e controller...

La forza del gruppo

Gli incontri con Bulletstorm avvenuti negli ultimi sei mesi, passando per presentazioni generali fino a prove di specifici livelli, si erano focalizzati sulla modalità per il singolo giocatore, l'avventura che chiederà di vestire i muscolosi panni di Grayson Hunt. Nulla si era detto sulla componente multiplayer che, infine svelata, non manca di elementi degni di essere discussi: si è scelto infatti di non prendere in considerazione alcuna opzione competitiva, favorendo l'implementazione di una variante dell'Orda inserita in Gears of War e una modalità a punteggi con tanto di classifiche online, così da non entrare in competizione diretta con concorrenti imbattibili o quasi su un terreno a loro da anni congeniale - le serie Call of Duty e Battlefield e Halo e Killzone e così via.

L'offerta cooperativa, prendendo il nome di Anarchy, chiede di unirsi ad altri tre utenti per sconfiggere all'interno di apposite mappe le ondate di nemici in arrivo con crescente intensità, migliorando nel corso del tempo il proprio arsenale e giocando in modo sempre più coeso con i propri compagni. Ancora una volta non si tratta di nulla di nuovo e, anzi, i modelli di riferimento sono chiarissimi, però muoversi senza mai fermarsi all'interno di un'ambientazione desertica a forma di ciambella, con tanto di vortice al centro e strani incontri disposti per la mappa - tra piante carnivore e pannelli elettrici scoperti - ha un'impatto tra il destabilizzante e il fuori di testa.

Mai più soli

In tutto questo il concetto di cooperare non si limita a far esplodere all'unisono i colpi inseriti nei fucili, dato che la possibilità di usare la frusta e quindi i calci per sollevare e scagliare a distanza gli avversari si rivela perfetta per realizzare assist, combo e sequenze più o meno complesse ma sempre ben evidenziate dal sistema di punteggi che notifica tanto i risultati ottenuti dal singolo quanto quelli del gruppo, glorificando le così dette Team Kill. Gli upgrade a cui si avrà accesso dopo ogni ondata saranno piuttosto classici, spaziando dal miglioramento delle proprie statistiche personali, influendo quindi su velocità e resistenza al danno per fare due esempi, oppure sull'arsenale, con modifiche apportabili tanto alla frusta quanto alle armi da fuoco, garantendo il progressivo passaggio dai normali mitragliatori fino alle soluzioni avanzate, ben più esotiche come nel caso del lanciamissili.

Meglio soli che…

La seconda aggiunta provata con mano prende il nome di Echo e rientra nell'ultra classico filone delle modalità score attack, lasciando quindi liberi di ripercorrere i livelli - o spezzoni degli stessi - già calcati all'interno dell'avventura ma senza le scene d'intermezzo e con la costante presenza su schermo di punteggi e moltiplicatori, in numero crescente all'aumentare dell'efficacia delle sequenze di uccisioni eseguite.

Mai più soli

A facilitare e rendere più che omogenea al progetto l'idea dietro a Echo ci pensa la già citata varietà nelle possibili tecniche di uccisione, magari sfruttando la scivolata per muoversi più velocemente o i colpi caricati - disponibili per ogni arma - per eliminare più avversari per volta. Raggiunto un punteggio soddisfacente si potrà visualizzare con orgoglio la propria posizione all'interno delle classifiche online, come da abitudine oramai assodata per questo genere di iniziative. Nel complesso entrambe le alternative all'offerta principale, Anarchy ed Echo, sono apparse come genuinamente divertenti per quanto assolutamente secondarie; due cadeau perfetti per fare da contorno a un'esperienza che promette di essere tra le più coinvolgenti sul fronte degli sparatutto in prima persona in uscita il prossimo anno, sperando in una longevità decente e mai così importante considerando l'assenza di stimoli competitivi a mantenere Bulletstorm nell'unità ottica di console e PC. L'appuntamento resta fissato per il primo quarto del 2011, ma rimaniamo con la speranza di poter tornare a parlare del gioco prima della sua uscita.

CERTEZZE

  • Frenetico e spettacolare
  • Le due modalità secondarie rispetto all'avventura principale ben si innestano nello spirito del gioco
  • Visivamente molto ben realizzato

DUBBI

  • Sotto alcuni aspetti resta uno sparatutto vecchia scuola che potrebbe non soddisfare i palati più giovani
  • Una buona longevità sarà fondamentale