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Oro nero

Gli sviluppatori russi di Unigine Corp. hanno realizzato un RTS con elementi tower defense basato sulla conquista di giacimenti di petrolio. Un tema familiare, vero?

PROVATO di Tommaso Pugliese   —   23/01/2012

Quando si parla di Unigine Corp, la prima cosa che viene in mente è l'Heaven DX11 Benchmark, un software che viene aggiornato di mese in mese e che si è imposto rapidamente grazie alle sue feature, venendo utilizzato per la maggior parte delle recensioni di schede video. Ogni programma di benchmark si basa su di un motore grafico; viene dunque naturale considerarne l'uso in campo videoludico, come già fatto (invero senza grandi riscontri) dalla divisione gaming di Futuremark.

Oro nero

Nel caso dell'Unigine Engine, il titolo di debutto si chiama Oil Rush, sarà disponibile dal 25 gennaio sui canali digitali e abbiamo potuto provarne una versione molto vicina a quella definitiva, con un buon numero di missioni già presenti e mancante solo della campagna in single player e delle modalità multiplayer. Il gioco si presenta come un incrocio fra gli RTS classici e il sottogenere dei tower defense, ed è ambientato in un futuro non molto lontano, in cui fazioni militarizzate si combattono per la conquista dei giacimenti di petrolio rimasti nell'oceano. Al di là dell'attinenza fra questo tema e la realtà delle cose, in Oil Rush non ci sono particolari fasi di costruzione e l'elemento che riguarda i potenziamenti delle unità viene gestito in modo quantomeno "alternativo", con un forte richiamo ai già citati tower defense.

Oro nero

Completati i tutorial per prendere confidenza con i controlli e le meccaniche, è possibile cimentarsi con una serie di missioni di vario tipo, in cui il nostro obiettivo può essere la conquista di tutte le postazioni presenti sulla mappa, l'annientamento di determinate roccaforti nemiche oppure la semplice sopravvivenza agli attacchi fino all'arrivo dei rinforzi. Prenderemo maggiormente in esame la varietà delle situazioni in sede di recensione, quando sarà disponibile anche la campagna in single player, mentre per questo provato daremo la priorità alle meccaniche, alla struttura e al comparto tecnico.

In fondo al mar...

Il gameplay di Oil Rush è piuttosto semplice e si basa su di un numero ristretto di comandi. È possibile selezionare una postazione con un click sinistro del mouse, quindi indicare una stazione nemica con un click destro perché tutte le unità disponibili (o parte di esse) si muovano in tale direzione, attaccando automaticamente tutti i veicoli ostili e procedendo, infine, alla conquista della piattaforma. Ci sono vari tipi di unità, ma non possiamo decidere quali produrre: la cosa dipende esclusivamente dalla natura della piattaforma. Ci sono le piattaforme che possono produrre moto d'acqua, altre che sfornano navi da combattimento, altre ancora che danno vita a elicotteri e aerei. Ogni veicolo ha dei punti di forza e dei punti deboli, che vengono evidenziati in particolar modo quando si verifica il confronto con determinati nemici.

Oro nero

Le moto d'acqua, ad esempio, soffrono particolarmente gli attacchi dall'alto, mentre gli elicotteri riescono a resistere molto bene alle sortite degli aerei, e così via. Individuare queste affinità è una delle chiavi di volta per completare con successo le missioni ed evitare situazioni di spiacevole stallo, che possono portare le partite a durare anche alcune ore per via dei continui capovolgimenti di fronte. Facciamo l'esempio di una missione in cui il nostro obiettivo è semplicemente quello di conquistare tutte le postazioni. Ebbene, le unità nemiche, a differenza delle nostre, potranno viaggiare attraverso rotte difficili da individuare e dunque passare fra due stazioni senza essere individuate, per andare infine ad attaccare l'unica base malamente difesa che abbiamo. Seguendo tale discutibile condotta, è chiaro che la situazione può cambiare rapidamente in favore dei nostri avversari, e ci si trova dunque obbligati a fare molta attenzione a non lasciare nulla al caso. È in questi frangenti, inoltre, che spiccano gli elementi tower defense del gameplay, visto che le postazioni standard, quelle per intenderci che fabbricano i veicoli, possono essere dotate di tre tipi di torrette sui lati (mitragliatrici, cannoni e lanciamissili) per resistere alle intenzioni di conquista del nemico. Intenzioni che, però, vanno inevitabilmente a buon fine se lasciamo una piattaforma priva di unità a sua difesa.

Petrolio extravergine

L'interfaccia grafica realizzata da Unigine Corp per il suo titolo di debutto è leggibile e ben fatta, anche se mostra il fianco a un problema grosso quanto una montagna, di cui però parleremo fra poco. Nella parte in alto a sinistra possiamo tenere conto delle unità disponibili e del petrolio raccolto, che svolge in pratica la funzione del denaro per la costruzione delle difese per le postazioni, nonché dei punti che possiamo spendere per l'acquisto di nuove tecnologie. Si tratta in alcuni casi di potenziamenti spendibili di volta in volta, in altri di modifiche alle funzioni delle nostre unità, in altri ancora di "malus" da infliggere agli avversari.

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Ce ne sono ventiquattro in totale e si sbloccano progressivamente, ma la frenesia di determinati momenti in genere ci impedisce di prestargli grande attenzione, e così si finisce per attivare i power-up un po' a casaccio e senza la piena consapevolezza delle loro caratteristiche. Magari la campagna in single player riuscirà a introdurre un po' di ordine in tale frangente e ci spingerà a conoscere meglio queste interessanti possibilità. Nella parte in basso a destra dello schermo troviamo invece una mappa che "riassume" lo scenario e su cui possiamo cliccare esattamente come sulla grafica vera e propria. E qui nascono i problemi: considerando che la navigazione da un punto all'altra della location di turno è sì rapida, ma non proprio intuitiva (bisogna usare i tasti WASD oppure cliccare sulla rotella del mouse dopo aver indicato il punto sulla mappa "schematica"), a un certo punto verrà naturale utilizzare direttamente la rappresentazione strategica della battaglia per condurre la partita, senza neppure prendersi la briga di andare a controllare cosa fanno le unità (si può seguirne il movimento tramite una bella visuale in terza persona) e senza apprezzare il più che discreto lavoro fatto per quanto concerne la grafica, con una buona resa dell'acqua e un bel po' di animazioni a rappresentare i lavori di fabbricazione sulle diverse piattaforme. Verificheremo questa problematica fra qualche giorno, con la versione finale di Oil Rush.

CERTEZZE

  • Gameplay solido
  • Buon numero di missioni
  • Discreta realizzazione tecnica

DUBBI

  • Si finisce per giocare sulla mappa strategica
  • Le missioni possono durare anche ore
  • Sonoro fondamentalmente anonimo