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S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chornobyl era giocabile alla Gamescom 2023 e noi l'abbiamo provato!

Autentica sorpresa dell'edizione 2023 della Gamescom, S.T.A.L.K.E.R.: Heart of Chornobyl era addirittura giocabile in fiera: ecco le nostre impressioni.

S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chornobyl era giocabile alla Gamescom 2023 e noi l'abbiamo provato!
PROVATO di Pierpaolo Greco   —   29/08/2023

Non ho mai nascosto di essere rimasto incredibilmente sorpreso nel leggere, qualche settimana fa, che Microsoft e GSC Game World si sarebbero impegnati a portare S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chornobyl alla Gamescom 2023. Ma non con un semplice trailer o magari con una presentazione a porte chiuse condotta e gestita da un qualche sviluppatore, ma addirittura in una versione completamente giocabile per giornalisti e content creator. Non si trattava di un'informazione da prendere sottogamba per un gioco che ha attraversato un numero enorme di problemi e che sembrava davvero impossibile potesse arrivare sul mercato, originariamente, entro la fine di quest'anno dopo essere sparito completamente dai radar per mesi (per non dire anni).

Scoprire quindi che in Germania avremmo non solo potuto vedere l'attesissimo shooter survival ambientato nella devastata e radioattiva città dell'Unione Sovietica (oggi Ucraina), ma addirittura giocarne una porzione non meglio definita, ha acceso in me una generosa dose di ottimismo e aumentato ulteriormente la voglia di dirigersi verso la Koelnmesse, il complesso fieristico dove si svolge la Gamescom.

Purtroppo, non tutto va sempre per il verso giusto e in un attimo abbiamo realizzato di aver fatto i conti senza l'oste. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di fare un piccolo passo indietro, prima di raccontarvi per filo e per segno quello che abbiamo potuto giocare. Tenete a mente che alcune informazioni incluse in questo articolo sono frutto di una lunga chiacchierata, registrata soltanto in parte per volontà dell'intervistato, con Zakhar Bocharov di GSC Game World, PR del team di sviluppo che ha accettato di chiacchierare con me dopo aver percepito il mio disappunto in seguito alla prova della demo.

Uno sviluppo travagliato

In S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chornobyl l'atmosfera c'è, nessuno può negarlo
In S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chornobyl l'atmosfera c'è, nessuno può negarlo

Forse definire travagliato la sviluppo di S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chornobyl è addirittura un eufemismo, considerato ciò che questo sequel ha dovuto affrontare.

Annunciato originariamente nel 2010, il gioco è stato più volte cancellato e ri-annunciato negli scorsi 13 anni, passando attraverso team di sviluppo diversi, cambiando titolo, idee e presupposti storici per poi essere definitivamente ri-presentato in un nuovo formato nel 2018. Anche in quella data si discusse a lungo se davvero questo gioco fosse mai stato in pre-produzione o se davvero ci fosse qualcuno al lavoro su qualcosa di concreto, un po' come è avvenuto con Atomic Heart, altro titolo dell'est Europa che per anni è stato considerato un varporware: un'operazione di marketing e comunicazione senza una controparte realmente esistente.

All'inizio si parlava di un lancio sul mercato per il 2021, ben presto divenuto 2022 e, proprio quando le cose sembravano finalmente aver preso una piega giusta, la Russia ha invaso l'Ucraina portando il mondo sul confine di una guerra devastante e modificando sensibilmente lo status quo delle nazioni che nell'ultimo trentennio si erano liberate dallo stretto abbraccio sovietico. E da quel momento le cose si sono fatte, se possibile, ancora più problematiche.

La Chornobyl del gioco è una terra devastata, radioattiva e infetta
La Chornobyl del gioco è una terra devastata, radioattiva e infetta

Il team si è dovuto spostare a Praga, ha dovuto modificare integralmente la sua organizzazione, ricostruire da zero interi reparti, tra cui quello focalizzato sul motion capture e ha visto persino alcuni membri della società perdere la propria vita, dopo aver scelto di rimanere in patria per combattere in difesa della propria nazione. Ma i problemi non hanno riguardato soltanto la logistica e la gestione dello sviluppo, ma anche lo stesso gameplay, la sua trama, i suoi personaggi, la sua ambientazione; persino le idee alla base di numerose missioni e dell'intero progetto furono sconvolte dall'invasione Russa: all'improvviso un gioco che raccontava della sopravvivenza, della resistenza, di un territorio ostile da difendere a tutti i costi dalle minacce naturali, sovrannaturali e umane era diventato tragicamente reale e realistico.

E questo ha comportato scelte molto difficili per GSC Game World e il suo personale, al punto da stimolarlo a modificare sensibilmente molte parti già finalizzate e completate, riscrivendo intere sezioni dell'avventura e arrivando alla scelta comunicativa di modificare il titolo del progetto utilizzando l'ortografia ucraina dell'ex centrale nucleare sovietica (Chornobyl invece di Chernobyl) pur di non dare alcuna soddisfazione al nuovo nemico: la Russia.

Capirete bene a questo punto perché quando ho scoperto che il gioco sarebbe stato presente alla Gamescom, giocabile, il mio cuore ha sussultato e in un attimo è diventato il titolo che avrei voluto a tutti i costi provare prima di rientrare dalla Germania. E poi, all'improvviso, mi sono ritrovato a trascorrere circa 15 minuti con la demo, proprio mentre lo sviluppatore si apprestava ad annunciare al mondo intero che S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chornobyl sarebbe arrivato sul mercato nel primo trimestre del 2024.

La demo giocabile

Nel corso dell'esplorazione incontreremo alcuni personaggi che potremo farci amici e moltissimi altri che tenteranno di ucciderci
Nel corso dell'esplorazione incontreremo alcuni personaggi che potremo farci amici e moltissimi altri che tenteranno di ucciderci

Ora è giunto il momento di raccontare la prova. La demo giocabile girava innanzitutto su PC, con mouse, tastiera e con un setup che montava una NVIDIA GeForce RTX 4090, l'unico componente che era ben visibile attraverso il case trasparente di fianco alla nostra postazione. La dimostrazione si apriva con un piccolo filmato nel quale il nostro protagonista era a terra, in procinto di doversi difendere da un cane mutato pronto ad azzannargli la gola. Senza munizioni, riusciamo a salvarci per il rotto della cuffia scaraventando con un calcione l'animale nel mezzo di un'anomalia per vederlo prima roteare come fosse in balia di un tornado e poi esplodere in mille frattaglie. A quel punto un personaggio non giocante ci lancia un bullone, ci dà una manciata di indicazioni e siamo pronti a tentare di cavarcela nei 15 minuti a nostra disposizione girovagando per la Zona alla ricerca di un rifugio sicuro, prima che un'emissione giunga sul posto e ci riduca in poltiglia per le troppe radiazioni.

Durante la prova eravamo relativamente liberi: potevamo effettivamente andare dove più ci aggradava, ma l'incombere della scarica radioattiva rendeva concretamente impossibile allontanarsi troppo dall'obiettivo. Per questo motivo abbiamo tentato più volte di dare un'occhiata all'ambiente circostante prima svolgendo un paio di missioni minori e assolutamente secondarie, poi tentando inutilmente di infilarci in un avamposto nemico e anche di andare all'interno di un territorio pieno zeppo di anomalie. Quindi abbiamo portato a termine la demo correndo come dei forsennati fino all'accampamento protetto per assistere alla piccola scena di intermezzo che si intravede anche nel trailer.

Nel fare tutto questo abbiamo provato alcune armi (pistola, un mitragliatore in stile AK-47, una doppietta) e lanciato granate, abbiamo sperimentato il funzionamento della siringa di adrenalina per recuperare la vita e delle bende per fermare il sanguinamento, abbiamo utilizzato il piccolo contatore geyger portatile per andare alla ricerca delle anomalie più potenti e chiaramente ci siamo sbizzarriti con decine di bulloni per far scoppiare e poi resettare le emissioni che ci intralciavano la nostra strada.

C'erano anche un paio di personaggi non giocanti con cui interagire, che ci hanno permesso di assistere al sistema dei dialoghi, assolutamente classico a risposte multiple, ma anche per dare un'occhiata alla raccolta delle missioni. E anche su questo fronte non ci è sembrato di vedere nulla di particolarmente originale.

Infine siamo riusciti a osservare alcuni dei menu interni di gestione del proprio personaggio: inventario, diario, mappa, enciclopedia. Sembrava effettivamente esserci tutto nel gioco, ma con una resa assolutamente minimale, un po' spartana, con semplici schermate dove la grafica era ridotta all'osso per lasciare spazio a numerose voci con cui interagire a colpi di mouse. Un po' come se ci trovassimo davanti a un gioco di ruolo classico più che ad uno sparatutto in prima persona. E questo sicuramente è un bene per chi si aspettava un'evoluzione in punta di piedi del primo S.T.A.L.K.E.R. e non una rivoluzione del genere.

Tanti problemi ma anche tante speranze

Le bende permettono di fermare il sanguinamento
Le bende permettono di fermare il sanguinamento

Ora, è chiaro che tirare fuori delle impressioni approfondite sul gioco, a partire da una rapidissima demo di 15 minuti è davvero molto complesso, ma vogliamo subito dire che ci sono delle cose che ci sono piaciute tantissimo di S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chornobyl. L'atmosfera c'è, è al posto giusto ed è indubbiamente quella che ha da sempre contraddistinto la serie. È pur vero che in tutti questi anni trascorsi dall'uscita del capostipite, di giochi con ambientazioni post-apocalittiche o comunque con quelle vibrazioni sovietiche ne sono usciti a bizzeffe, a partire dalla serie Metro, per arrivare ad Escape from Tarkov, senza tralasciare il recente e già citato Atomic Heart.

Ma quel senso di inquietudine, di minaccia costante dietro ogni angolo, l'alternarsi di animali, mutanti e nemici umani, le poche munizioni, la possibilità di morire con pochissimi colpi, tutto quel feeling da gioco survival particolarmente profondo e complesso, è ancora ben radicato nel DNA di GSC Game World ed è evidente come, su questo fronte, il team ce la stia mettendo tutta per offrire uno sparatutto peculiare. Persino il feeling delle armi da fuoco sembra essere a buon punto, almeno in termini di rinculo.

Andare in giro di notte può aiutare a farsi notare meno dalle pattuglie nemiche
Andare in giro di notte può aiutare a farsi notare meno dalle pattuglie nemiche

Tuttavia non possiamo in alcun modo tralasciare tutti gli altri problemi che affliggevano la demo provata e che, purtroppo, ne minavano con forza qualsiasi velleità artistica e ogni caratteristica positiva. Il gioco si presentava infatti davvero poco pulito, molto instabile, con grandi problemi nelle compenetrazioni, nei movimenti degli avversari, umani e animali, nelle interazioni con i personaggi non giocanti. Persino sparare, per quanto soddisfacente, risultava davvero frustrante per la difficoltà di mirare in basso mentre i cani mutanti cercavano in tutti i modi di morderci ai polpacci. L'interfaccia era sporca, con poche indicazioni davvero chiare sul dove andare e anche la morte improvvisa per il sopraggiungere dell'emissione, evidentemente un escamotage per far terminare anticipatamente la demo, non aiutava nel far comprendere l'effettiva libertà del gameplay.

Vogliamo però essere chiari ancora una volta: dietro questa patina di sporcizia e incertezza sembra esserci un gioco e lo sviluppatore ha voluto in tutti i modi farci capire che a livello di contenuti, il titolo c'è ed è praticamente completo. Basteranno 5-7 mesi a ripulire il tutto e offrire un'esperienza che sia soddisfacente anche per chi non è disposto a ricordare costantemente le difficoltà che GSC Game World ha dovuto affrontare per portare sul mercato S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chornobyl? Noi ci auguriamo fortemente che sia così, ma usciti dalla stanza della demo l'unica domanda che ha continuato a rimbombare con forza nella nostra testa è stata: perché portare in fiera una demo in questo stato?

Ovviamente non sarebbe uno S.T.A.L.K.E.R. senza dei mutanti pronti a ridurci in pezzi
Ovviamente non sarebbe uno S.T.A.L.K.E.R. senza dei mutanti pronti a ridurci in pezzi

"Perché volevamo dimostrare a tutti che S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chornobyl esiste, è giocabile e ha tutti i contenuti al suo posto. Se avessimo portato soltanto l'ennesimo trailer o magari una demo di 5 minuti registrata chissà dove in ambiente controllato, la gente non avrebbe creduto allo stato del progetto. S.T.A.L.K.E.R. è una serie che ha una brutta nomea per tutto quello che è successo in passato e a noi interessava dimostrare quanto prima che stavolta c'è da fidarsi". Ci siamo congedati davanti a queste parole di Bocharov. Le parole di chi è arrabbiato con gli imprevedibili avvenimenti e con il mondo intero e la cui aggressività è frutto di dolore e di ferite non solo virtuali. A causa di una guerra che avrebbe voluto vedere solo ricreata nel proprio gioco, ma che invece si è ritrovato a vivere, dal vivo, sulla propria pelle.

Non possiamo e forse non vogliamo neanche esprimere giudizi troppo severi su S.T.A.L.K.E.R. 2: Heart of Chornobyl, nonostante quello che abbiamo visto e giocato sia notevolmente al di sotto delle nostre aspettative. Il gioco c'è, questo nessuno può negarlo, e sembra rispettare alla perfezione le atmosfere, lo stile e quel mix di angoscia e difficoltà nel sopravvivere che ha sempre caratterizzato la serie. Il problema riguarda come il tutto si presenta e si lascia giocare, mouse e tastiera nelle mani. Ci auguriamo che il team di sviluppo riesca a sfruttare a dovere i mesi che ci separano dall'uscita, al momento prevista per il primo trimestre del 2024 su PC e Xbox Series X|S anche sul Game Pass, oppure che sia pronto a mettere sul tavolo un nuovo slittamento, perché sarebbe davvero un peccato offrire ai giocatori un titolo in queste condizioni.

CERTEZZE

  • L'atmosfera caratteristica di S.T.A.L.K.E.R. è lì
  • Buono il feeling delle sparatorie
  • Sembra offrire pane per i denti di chi vuole un'esperienza davvero survival

DUBBI

  • Gravi problemi con i movimenti, le animazioni e le interazioni
  • Menu e HUD poco chiari
  • C'è da lavorare parecchio sulla pulizia