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The Outlast Trials, il provato del terrificante survival horror a quattro giocatori di Red Barrels

Abbiamo provato The Outlast Trials, il nuovo survival horror di Red Barrels che declina la classica formula di Outlast in un cooperativo a quattro giocatori.

The Outlast Trials, il provato del terrificante survival horror a quattro giocatori di Red Barrels
PROVATO di Gianluca Musso   —   17/05/2023

Quando Red Barrels, nel lontano 2019, svelò al mondo che avrebbe lavorato a un horror cooperativo dopo l'ottimo riscontro di Outlast 2, in molti rimasero perplessi dalla scelta dello studio canadese. Il team era appena riuscito a vincere una sfida densa di insidie, ovvero quella di replicare il successo del primo Outlast con un nuovo survival che fosse in grado di bissarne l'orrore e l'angoscia, e aveva raggiunto l'obiettivo accontentandosi di fare quello che sa fare meglio, senza stravolgimenti di sorta. Fatte queste premesse, proporre un terzo capitolo sulla stessa falsa riga dei precedenti sarebbe stato un gioco da ragazzi e un'operazione commerciale di sicuro successo, troppo ghiotta per essere ignorata da qualunque imprenditore.

Philippe Morin, David Chateauneuf e Hugo Dallaire, fondatori di Red Barrels, hanno dimostrato però di vederci lunghissimo, perché in barba ad ogni previsione economica dal momento dell'annuncio del loro nuovo titolo il genere degli horror cooperativi è prepotentemente deflagrato, diventando una vera tendenza su Steam e su Twich. Dopo il provato dello scorso novembre, ora il nuovo horror di Red Barrels sta per arrivare sulla piattaforma di Valve in accesso anticipato, e declinando l'esperienza classica di un Outlast alla componente sociale di un cooperativo ha tutte le carte in regola per diventare un piccolo fenomeno virale.

Siete curiosi di sapere di che materia è fatta il nuovo incubo di Red Barrels? Ve lo raccontiamo noi, nel nostro provato di The Outlast Trials. Leggetelo tutto, che ci è costato qualche aritmia e più di qualche seduta dallo psicologo.

Un Outlast a quattro giocatori

The Outlast Trials offrono momenti di puro terrore, che adesso possono essere condivisi anche con gli amici
The Outlast Trials offrono momenti di puro terrore, che adesso possono essere condivisi anche con gli amici

Non c'è modo più semplice per definire la nuova fatica dello studio canadese, se non descriverlo come un vero e proprio Outlast, ma stavolta a quattro giocatori. Certo, i precedenti capitoli della serie avevano entrambi una componente narrativa alquanto marcata mentre qui la storia è inevitabilmente diluita tra le maglie di una formula live service, ma non per questo gli sviluppatori hanno rinunciato a rendere il più possibile macabro, violento e disturbante il racconto che si pone come sfondo al gameplay cooperativo.

Com'era lecito attendersi, la trama si intreccia direttamente con la lore scolpita dai precedenti capitoli, e ha come grande protagonista una vecchia conoscenza dei fan della serie, quella Murkoff Corporation che si celava dietro gli eventi di Temple Gate e del manicomio di Mount Massive. In The Outlast Trials, ambientato in una fase storica precedente, durante i primi anni della Guerra Fredda, l'azienda è impegnata a trarre in trappola un gran numero di emarginati e reietti, che si sottopongo a quella che i dottori definiscono "la terapia", una serie di brutali test volti a schiacciare ed imbrigliare la mente di ogni partecipante.

Nel gioco impersoniamo uno di questi malcapitati, che può essere personalizzato attraverso un editor non molto profondo, ma abbastanza funzionale. Il nostro protagonista, un senzatetto, viene attratto da una pubblicità ingannevole e finisce coinvolto nel circo degli orrori della Murkoff, rimanendo rinchiuso in una struttura carceraria convertita a centro di ricerca, che fa anche da lobby al gioco cooperativo. L'obiettivo sarà quello di partecipare e sopravvivere ai test per raggiungere il numero di gettoni sufficienti a tornare in libertà, anche se le promesse dell'azienda potrebbero nascondere un epilogo alquanto inaspettato.

A partire da questo efficace stratagemma narrativo si sviluppa quello che è a tutti gli effetti un survival horror a 4 giocatori, che possiede tutti gli elementi che hanno reso caratteristici e straordinariamente popolari i due capitoli della serie Outlast. Cosa più importante, il titolo mantiene quell'innata abilità dei prodotti Red Barrels di rivelarsi genuinamente spaventosi in ogni circostanza, cosa che non viene sorprendentemente intaccata dalla presenza di altri compagni in gioco, a loro volta alle prese con gli incubi che affollano i livelli di The Outlast Trials.

La terapia

The Outlast Trials scaglia contro i giocatori ogni genere di mostruosità
The Outlast Trials scaglia contro i giocatori ogni genere di mostruosità

Una volta portato a termine il breve tutorial che passa in rassegna le meccaniche fondamentali di The Outlast Trials, arriva in fretta il momento di affrontare l'orrore nelle tre sanguinose prove che attualmente rappresentano il corpo principale del nuovo survival di Red Barrels. Queste seguono abbastanza fedelmente quel classico copione di gameplay tanto caro ad esperienze co-op del calibro di Payday: si esplora progressivamente il livello mentre si risolvono enigmi ambientali abbastanza banali e mai davvero interessanti, ma tutto qui ha un sapore diverso, grazie alla costante tensione che la messinscena intrecciata dallo studio canadese riesce a infondere in ogni frangente.

Anche se da un lato i temi attorno a cui ruotano gli scenari non ci hanno fatto stropicciare gli occhi per la loro originalità e si allineano ciascuno a qualche cliché dell'immaginario horror, esplorare le ambientazioni alla ricerca del proprio obiettivo mentre si sente distintamente il fiato sul collo di qualche mostruosa, deforme aberrazione ci ha fatto provare momenti di estremo coinvolgimento, come raramente ci era successo in altri horror cooperativi. Ciò viene ulteriormente enfatizzato dalla collaborazione tra i giocatori, che apre a scenari in cui potenzialmente si è costretti ad attirare volutamente l'attenzione di una creatura, per permettere ai compagni di risolvere un rompicapo. La fuga dai nemici è all'ordine del giorno, per questo The Outlast Trials è senza dubbio il più action degli horror proposti da Red Barrels.

In The Outlast Trials la cooperazione tra giocatori è fondamentale
In The Outlast Trials la cooperazione tra giocatori è fondamentale

Per scampare agli abomini che popolano ogni livello del gioco avremo comunque dalla nostra tutta quella serie di stratagemmi di gameplay che abbiamo imparato a conoscere nei precedenti Outlast. Oltre a poterci nascondere sotto ai letti e negli armadietti, anche stavolta un validissimo alleato si rivelerà essere l'oscurità, considerato che le aree sprovviste di luce sono perfette per eludere i nemici. In aggiunta, ogni prigioniero può portare con sé in azione un'abilità unica, che può fare la differenza tra la sopravvivenza e una morte violenta. Queste sono quattro, e rispecchiano gli approcci che una squadra può scegliere per vedersela con le minacce di un test: c'è quella che cura l'utilizzatore e tutti i compagni nelle vicinanze, quella che individua le creature oltre le pareti, una che permette di disporre una mina che blocca le creature, e un dispositivo da lancio che può stordirle. Una squadra completa dovrebbe equipaggiarle tutte, guadagnandosi un discreto vantaggio strategico contro i mostri della Murkoff.

Giocato in compagnia, The Outlast Trials è effettivamente uno dei survival horror cooperativi più divertenti sul mercato, eppure c'è più di qualcosa che non funziona, nell'esperienza costruita da Red Barrels. Innanzitutto, l'intelligenza artificiale dei nemici non è precisa come negli altri capitoli sviluppati dallo studio, è inconsistente ed è difficile leggerne il comportamento, dato che potrebbe notare la vostra presenza in condizioni di perfetto mimetismo o ignorarvi del tutto mentre vi trovate allo scoperto. A volte si esprime in vistosi bug, come quando i nemici si posizionano fuori dal vostro nascondiglio ignorando la presenza di qualsiasi altro giocatore, e più in generale si ha la sensazione che i suoi pattern comportamentali siano grezzi e per niente prevedibili. In secondo luogo, alcune meccaniche di gioco si ripetono in maniera abbastanza indefessa in tutti gli scenari, un difetto che non avremmo voluto incontrare, data la ridotta quantità di livelli che sono attualmente inclusi nel gioco.

I contenuti sono abbastanza?

I livelli di The Outlast Trials sono pochi, ma ben realizzati
I livelli di The Outlast Trials sono pochi, ma ben realizzati

Trascorsa qualche ora alle prese col nuovo survival horror di Red Barrels, è facile accorgersi del perché lo studio sia voluto arrivare su Steam con una versione in accesso anticipato di The Outlast Trials. A conti fatti, il gioco mette sul tavolo una quantità di contenuti alquanto ristretta, e sebbene sia sempre emozionante svolgere un test per i motivi sopracitati, il design dell'esperienza prevede di completare gli stessi scenari più e più volte a difficoltà maggiore, mentre si cerca di ottenere accesso al Programma X, un ultimo test che mischia gli elementi dei tre precedenti. La ripetitività intrinseca della struttura delle prove, unita a un numero limitato di contenuti, potrebbe rendere alla lunga monotona la convivenza col nuovo survival horror di Red Barrels, considerato inoltre che non sappiamo quando potranno arrivare nuovi contenuti.

Per fortuna il titolo prevede un buon sistema di progressione, che almeno in questa fase iniziale di vita del prodotto riesce a motivare il giocatore a completare ogni attività che The Outlast Trials gli dà in pasto. Ad ogni level up si ottengono dei biglietti, che possono essere spesi nei negozi che alcuni NPC mettono a disposizione del personaggio all'interno della prigione. La farmacista li scambia per dei potenziamenti definitivi alle caratteristiche del prigioniero, mentre l'ingegnere li richiede per migliorare l'efficacia degli Artefatti. Dorris, un altro ospite della struttura, si sblocca nelle fasi avanzate del gioco e mette a disposizione dei potenti amplificatori, studiati per essere utilizzati nelle prove più difficili. Insomma, per il momento avrete molto da fare giocando a questo spin-off della serie Outlast, ma gli sviluppatori dovranno dimostrarsi abili nel supportare il gioco anche nel breve periodo, poiché potrebbero bastare poche settimane a completare tutto.

Non c'è che dire, Red Barrels andava incontro a tantissime insidie sviluppando un survival horror cooperativo a quattro giocatori, e sebbene permangano alcuni dubbi sulla quantità dei contenuti e sull'accuratezza dell'IA, la buona notizia è che The Outlast Trials è spaventoso esattamente quanto i primi due capitoli, conquista non facile da raggiungere in questo nuovo contesto a quattro giocatori. Lo studio dovrà limarne i difetti e ampliarne la portata se vuole attaccare una nicchia di mercato che ha dimostrato di poter regalare tante soddisfazioni, ma la sua nuova fatica può essere goduta anche in questo stato, specialmente dai i fan della serie, che qui troveranno quello che hanno sempre cercato negli Outlast: terrore, violenza e tanta angoscia.

CERTEZZE

  • Tanto terrore, proprio come in un vero Outlast
  • Il gameplay horror declinato alla co-op funziona ed è divertente
  • Le ambientazioni non sono molto originali, ma sono sorprendentemente curate

DUBBI

  • Alcune meccaniche si ripetono pigramente all'interno dei tre test
  • Numero di contenuti non esorbitante
  • L'intelligenza artificiale ha diverse imperfezioni