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E se invece di Switch Nintendo avesse lanciato un nuovo GameCube?

Proviamo a immaginare una realtà alternativa in cui Nintendo non sceglie di correre da sola

NOTIZIA di Tommaso Pugliese   —   03/03/2017

Il lancio di una nuova console è sempre un evento entusiasmante, e Nintendo Switch naturalmente non fa eccezione. Disponibile da oggi, la piattaforma della casa di Kyoto prova a conciliare due mondi - quello dei sistemi casalinghi e quello degli handheld - in una maniera inedita, cercando di mantenersi in equilibrio fra temi piuttosto scottanti: da un lato il fatto che come console portatile è potentissima ma molto costosa, dall'altro il fatto che come home console non dispone di una potenza vicina a quella di PlayStation 4 e Xbox One.

Il secondo è un argomento non nuovo ai fan Nintendo: dopo i risultati tutt'altro che incoraggianti ottenuti da GameCube, per cui si era investito in termini tecnici e di esclusive, l'azienda nipponica si è giocata il tutto per tutto con Wii, ovverosia una piattaforma che per la prima volta nella storia della grande N non puntava sulla potenza, bensì su di un modo differente di giocare.

E se invece di Switch Nintendo avesse lanciato un nuovo GameCube?

Il dispositivo alla fine dei conti non era altro che un GameCube camuffato, accompagnato però da una coppia di controller rivoluzionari, le cui peculiarità sono state comunicate molto bene, facendo breccia fra l'utenza cosiddetta "casual" e aprendo la strada a un successo fatto di oltre cento milioni di unità vendute.

Lo stesso "trucchetto", come abbiamo già avuto modo di dire, non è riuscito con Wii U: vuoi per una serie di svarioni proprio nell'ambito di quel settore comunicativo che così bene aveva funzionato per Wii, vuoi per il repentino abbandono da parte delle terze parti, vuoi infine per un'inspiegabile politica che non ha mai tentato il rilancio della piattaforma attraverso tagli di prezzo, la console dotata di GamePad ha fatto la fine che ben sappiamo, pur potendo contare su di un canto del cigno invidiabile come lo straordinario The Legend of Zelda: Breath of the Wild.

Per quelle che sono le sue caratteristiche, Nintendo Switch punta ancora una volta a un percorso in solitaria, sottraendosi fin da subito dal confronto con PlayStation 4 e Xbox One. Una console dunque meno potente, da acquistare unicamente per le esclusive della casa di Kyoto e per la gimmick dell'ibrido casalingo/portatile, le cui potenzialità in termini di impiego concreto sono però tutte da verificare. Mettendo da parte un discorso che abbiamo già affrontato, ovverosia le possibilità di successo e gli evidenti limiti di tale approccio, proviamo a immaginare proprio oggi, nel giorno in cui Switch debutta nei negozi, cosa sarebbe successo se Nintendo avesse proposto una macchina diversa, nella fattispecie un nuovo GameCube. Che dite, ci proviamo?

Mossa da una CPU e da una GPU prodotte da AMD, vicine a quelle delle piattaforme Sony e Microsoft (a tutto vantaggio della semplicità di sviluppo e conversione dei giochi), dotata magari di un fattore di forma curioso e originale proprio come fu quello di GameCube, la console sarebbe arrivata sul mercato a un prezzo indicativo di 299 euro, in linea dunque con la concorrenza. In bundle una barra sensore e almeno un controller a rilevazione di movimento per poter sfruttare una risorsa importante come la retrocompatibilità, coadiuvata da una line-up di lancio composta da tutti i titoli prodotti dalle terze parti: i vari Call of Duty e Battlefield, Mass Effect: Andromeda, The Witcher 3: Wild Hunt, Dark Souls III, Grand Theft Auto V, Assassin's Creed, Watch Dogs 2 e, in futuro, Red Dead Redemption 2 e chi più ne ha, più ne metta.

Una libreria di titoli completa, da "prima console", a cui si sarebbero aggiunte le grandissime esclusive Nintendo: un The Legend of Zelda: Breath of the Wild con panorami ancora più ricchi e suggestivi, capace di girare a 1080p e di mantenere i 30 frame al secondo senza mai un'incertezza; un Metroid Prime tremendamente spettacolare, magari mosso dall'Unreal Engine 4; una nuova avventura di Mario in grado di unire l'eccellente game design di sempre alle inedite possibilità offerte da un hardware di potenza maggiore. Una soluzione, insomma, più tradizionale; in grado di puntare sull'indubbio valore del software Nintendo ma senza chiudere le porte a un mercato in cui le terze parti svolgono un ruolo fondamentale. Una console, l'ipotetico nuovo GameCube, che avrebbe potuto unire la qualità delle esclusive che ben conosciamo senza dover sacrificare nulla sull'altare della diversità a tutti i costi, delle sessioni di gioco in quattro davanti a uno schermo da 6,2 pollici, dei capolavori a cui non manca nulla a parte un hardware performante che li faccia girare senza scatti e in alta definizione. Sarà per la prossima volta?