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Red Dead Redemption 2 e come funziona l’industria dei videogiochi lato stampa

Con l'uscita delle recensioni di Red Dead Redemption 2 sono arrivate anche le polemiche di chi non ha potuto recensire Red Dead Redemption 2.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   26/10/2018

Vi sarete sicuramente accorti che ieri sono uscite le recensioni di Red Dead Redemption 2 su alcuni siti specializzati, tra i quali multiplayer.it. Diciamo che se non ve ne siete accorti è perché avevate di meglio da fare, quindi buon per voi. Comunque sia, praticamente in contemporanea alla pubblicazione degli articoli, alcuni hanno fatto polemica sui social network, o pubblicando articoli dedicati sui siti per i quali lavorano, per il fatto di non aver ricevuto in anticipo i codici per recensire il gioco. Ora, immaginiamo che sia spiacevole non poter recensire per il lancio uno dei giochi più importanti dell'intera generazione, ma gridare allo scandalo per la scelta legittima di un publisher ci sembra un po' troppo, soprattutto se il sottinteso è che i suddetti codici sono stati mandati solo agli amichetti che si lasciano corrompere facilmente.

La verità più ovvia è che la scelta è stata fatta in base ai numeri, ossia alla quantità di contatti del singolo sito, o a valutazioni strettamente legate alla visibilità rispetto al pubblico del sito stesso. Senza metterci a fare classifiche, i più grandi siti italiani specializzati in videogiochi hanno tutti ricevuto il loro codice, mentre altri sono stati scelti per raggiungere un pubblico più variegato. Take Two poteva spedire codici anche ai siti più piccoli? Certo, ma volendo poteva non spedirli affatto. L'industria dei videogiochi lato stampa funziona così: se il materiale non te lo dà chi lo produce, non puoi accederci. Dietro non c'è alcun ricatto, ma solo l'ovvia constatazione che lo sviluppo non è un affare pubblico e che, quindi, c'è sempre qualcuno che deve aprirti la porta se vuoi provare in anticipo un prodotto.

Red Dead Redemption 2 Armi 7

L'alternativa sarebbe quella di non avere anteprime, non avere provati e non avere recensioni al lancio. Se volete si può tornare ai primissimi anni '80, quando molti giochi potevano essere ordinati solo tramite telefono e tutto ciò che si sapeva di essi era il titolo. Le recensioni, quando venivano fatte, uscivano due mesi dopo il lancio, in accordo alle tempistiche di pubblicazione delle pochissime riviste specializzate. Per avere lato stampa degli articoli tempestivi e per avere lato publisher un po' di esposizione all'arrivo dei giochi nei primi negozi specializzati e nelle prime catene commerciali, stampa e publisher si sono dovuti semplicemente incontrare. Nessuno scandalo, perché succede da sempre così in ogni settore. Presenti un nuovo televisore in Corea ma vuoi che lo vedano anche in Europa? Allora devi organizzare eventi per i giornalisti specializzati del vecchio continente. Vuoi che in Giappone sappiano del film che stai per lanciare? Allora devi organizzare delle proiezioni per la stampa nipponica. Hai inventato un concime rivoluzionario che farebbe comodo agli agricoltori texani? Allora devi farglielo conoscere in qualche modo. Ovviamente è chi organizza che decide chi partecipa e su questo non ci si può fare assolutamente nulla.

Dicendo questo non vogliamo fare le vergini delle rocce, fingendo che un simile sistema non possa creare delle storture, tantomeno vogliamo fare polemica con nessuno, perché, come già detto, capiamo perfettamente la delusione di non poter recensire il gioco dell'anno nei tempi dei concorrenti, ma a parte organizzare furti di codici negli uffici degli sviluppatori, di modelli alternativi che soddisfino tutti attualmente non ne esistono e quindi bisogna conviverci. L'unica alternativa sarebbe quella di recensire i giochi almeno un paio di settimane dopo la loro uscita, cosa che guarda caso molti si rifiutano di fare perché sanno perfettamente che non sarebbero seguiti dai lettori (a parte una sparuta minoranza, che su internet vale quasi zero in termini economici), lettori che vogliono tutto e subito (sì, siete parte del meccanismo anche voi). Del resto Rockstar Games ci sembra l'ultimo sviluppatore che abbia bisogno di favori in termini di voti, visto che i suoi giochi rappresentano sempre lo stato dell'arte dell'intera industria videoludica, piacciano o meno. Comunque, visto che siate arrivati fino a qui, andate a leggere la recensione di Red Dead Redemption 2 scritta da Pierpaolo Greco.