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La nuova dimensione della leggenda

Il terzo capitolo di una delle più famose saghe del mondo approda sul portatile Nintendo dopo aver fatto praticamente il giro di tutte le piattaforme, acquistando però, letteralmente, una nuova "profondità"

RECENSIONE di Giovanni Polito   —   30/03/2012

Quando la gran parte della comunità dei videogiocatori presenti sul pianeta pensa a Hideo Kojima, dimentica in un istante il mantra che negli ultimi anni si sente ripetere in continuazione, ovvero la morte (o comunque quanto meno l'agonia) dell'industria videoludica giapponese. Nonostante questa non sia la sede adatta per disquisire sullo spinoso argomento, è innegabile che qualcosa dall'altra parte del mondo, sempre parlando di videogiochi, non stia funzionando a dovere.

La nuova dimensione della leggenda

Kojima rappresenta forse uno degli ultimi baluardi di speranza, una luce nell'oscurità in grado di restituire dignità e "hype" anche alle produzioni del Sol Levante; un giapponese che piace agli occidentali, forse perchè parla di guerra ma da un punto di vista diverso, quasi filosofico se non addirittura romantico. Certamente la guerra in sè non ha nulla di bello o di ammirevole, ma anche combattendo si possono rispettare dei valori; la figura del combattente integerrimo, che compie il suo dovere senza tuttavia dimenticare il suo lato umano, è incarnata magnificamente dal super soldato Naked Snake, protagonista di quel capolavoro senza tempo che fu Metal Gear Solid 3: Snake Eater. Dopo le collection HD su Xbox 360 e Ps3, che includevano anche questo episodio, tocca al 3DS proporne una nuova versione, sfruttando le caratteristiche peculiari della console, ossia Metal Gear Solid: Snake Eater 3D.

La Guerra Fredda come non si era mai vista

Ad otto anni dalla sua prima pubblicazione, parlare delle vicende che fanno da sfondo a Metal Gear Solid: Snake Eater 3D sembra quasi una perdita di tempo, visti il numero di appassionati e le interpretazioni filosofico-paradossali che i fan si sono sbizzarriti a dare in tutto questo tempo. Ma il mondo fantapolitico creato da Hideo Kojima conserva tutt'oggi un fascino unico, merito in parte della fantasia dell'artista ma soprattutto del profondo clima di incertezza, preoccupazione e a volte paura che regnava in quei decenni a cavallo degli anni 50 e 60.

La nuova dimensione della leggenda

Il 1962 poi, l'annus horribilis della Guerra Fredda a causa della famigerata Crisi dei missili Cubani, viene nel corso del gioco citato più volte, con filmati di repertorio originali che contribuiscono all'immersione totale del giocatore. Ecco perchè appare necessario scongiurare un altro incidente simile, se non addirittura più grave: salvare Sokolov, lo scienziato russo inventore del potentissimo carro armato nucleare Shagohod che ha disertato negli USA, in maniera pulita e indolore, è infatti l'obiettivo principale di Naked Snake. Tuttavia, a causa del clamoroso tradimento di The Boss, il leggendario soldato americano mentore di Snake, i piani non vanno esattamente come previsto e anzi la situazione diventa molto scottante: il colonnello Volgin, capo del GRU (una sorta di KGB indipendente dallo Stato Maggiore) e desideroso di abbattere il pacifista Krusciov, utilizza il piccolo ordigno nucleare americano donato come segno di fedeltà proprio da The Boss per radere al suolo un insediamento militare sovietico. Krusciov ovviamente chiede spiegazioni proprio al presidente americano, sospettando un suo coinvolgimento; dietro alle tentennanti risposte del presidente, che da la colpa del fatto alla disertrice The Boss e a Volgin, il capo del Cremilino da un ultimatum agli USA: la Terza Guerra Mondiale si potrà evitare solo se The Boss e Volgin, nonchè lo Shagohod, verranno definitivamente eliminati.

L'effetto 3D

Nonostante in certi frangenti acuisca il fastidioso problema di framerate, l'effetto 3D di Metal Gear Solid: Snake Eater 3D è in generale piacevole e ben fatto, con alcuni tocchi di classe come nel caso dell'apparizione dei calabroni di The Pain che letteralmente bucano lo schermo. Vista la durata delle sessioni medie di gioco, grazie anche ai numerosi filmati, il consiglio resta sempre quello di ridurne l'impatto ogni tanto per prendersi una pausa e rilassare così un po' gli occhi.

Sopravvivenza in mobilità

Il preoccupante preambolo, chiamato Missione Virtuosa, da così avvio alla parte più pericolosa e ricca di avvenimenti di Metal Gear Solid: Snake Eater 3D, appunto la missione Snake Eater. Questo capitolo della saga è come noto un prequel ambientato circa 40 anni prima di Metal Gear Solid su PSOne; come conseguenza, la tecnologia a disposizione di Snake è obsoleta (il radar è infatti molto grezzo e quindi poco accurato, così come le armi e i gadget) e la sopravvivenza in ambiente ostile diventa una sfida nella sfida.

La nuova dimensione della leggenda

La prima cosa di cui preoccuparsi è infatti la mimetizzazione: in assenza di tute a mimetica ottica, che appariranno solo successivamente, l'unica possibilità di passare inosservati è data dalla perfetta combinazione di pittura facciale e tipologia di uniforme indossata, da adeguare costantemente agli ambienti di gioco attraversati. Poi c'è da badare al recupero del vigore, ottenibile attraverso il cibo: la fauna di cui pullula la foresta, a cominciare dai serpenti, servirà perfettamente allo scopo. Infine, con l'aiuto della sempre vigile Para-Medic in collegamento via Codec, toccherà curare da soli anche le ferite, applicando ogni volta gli strumenti più adatti. La particolare cura dedicata a questo elemento di gioco stupisce ancora adesso dopo tanti anni; questa volta però, grazie al pratico strumento del touch screen, applicare disinfettanti, emostatici, bende, unguenti e altri rimedi risulta essere ancora più immediato e divertente.

Alle prese con Snake

Una volta avviato il gioco, il sistema pone una serie di domande legate alla difficoltà consigliata a al layout dei comandi a cui si è maggiormente abituati, elencando quale tra tutti gli episodi della serie si preferisce maggiormente.

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Tutto questo nasce però da un innegabile problema di fondo: la mancanza del secondo analogico e di altri due tasti dorsali dal Nintendo 3DS. L'impostazione di default prevede infatti, sul modello degli episodi per PSP, la gestione della telecamera affidata ai quattro tasti azione di destra, con le ovvie difficoltà facilmente immaginabili. Per questo motivo l'uso del controverso Circle Pad Pro, che ingrandisce e rende meno "portatile" la console a favore però della comodità di gioco, risulta fondamentale per godersi appieno l'intera avventura. Con questa periferica tutta la mappatura dei comandi, una volta settata dall'apposito menu, ridiventa familiare e intuitiva: levetta sinistra che resta relegata al movimento, levetta di destra che gestisce la telecamera, dorsali per attaccare e mirare e via di seguito, ferma restando la più completa possibilità di personalizzazione. Lo schermo inferiore del 3DS funge da mappa, visualizzabile in tempo reale, e da visore di sopravvivenza quando si preme Start o Select; in particolari condizioni, quando cioè Snake si trova in equilibrio precario, entrano in gioco gli accelerometri, sulla stregua di quanto visto ad esempio in Uncharted utilizzando i sensori Sixaxis. Muovendo la console si garantisce la posizione ottimale su un ramo o su un ponte di corda, una feature sempre simpatica ma che ormai non stupisce più. Impersonare Snake, anche con il Circle Pad Pro, necessità di un minimo di pratica: lo schermo è infatti molto più piccolo di come eravamo abituati e la percezione delle distanze almeno inizialmente può ingannare; capiterà infatti di far scattare numerosi allarmi nel corso delle prime fasi, nonchè di mancare qualche attacco CQC (la terribile tecnica corpo a corpo imparata da The Boss), ma procedendo con la storia tutto ritornerà normale.

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Ogni cosa funziona in realtà molto bene e tutto si trova esattamente dove deve essere; il problema, se tale può essere considerato, è che un simile capolavoro per essere goduto appieno ha bisogno di un adeguato "palcoscenico". Non si discute qui la qualità della conversione in termini di gameplay, che risulta in definitiva più che soddisfacente, ma semmai dell'opportunità di una simile trasposizione: chi non ha giocato a suo tempo l'originale del 2004 o la versione Substance può adesso godere di una collection HD ottimamente sviluppata, che rende giustizia all'enorme valore artistico dell'opera. Appurato che il 3D non può in questo caso essere considerato come elemento determinante per la scelta, ecco che le motivazioni di una simile conversione, tolta l'esigua percentuale di fan del gioco possessori esclusivi di 3DS e privi al contempo di PS2 o PS3/Xbox 360, appaiono onestamente poco chiare. Se a questo si aggiunge poi l'obbligo implicito dell'acquisto del Circle Pad Pro, costo che si somma a quello del gioco, le perplessità aumentano ancora di più. E' giusto ribadire, ancora una volta, che in nessun modo si discute in questa sede dell'indubbio valore artistico di Metal Gear Solid: Snake Eater 3D; quello che ci si chiede è se sia davvero così necessaria questa riproposizione su una console portatile, considerato che il trend fino ad oggi è stato al contrario quello di esportare gli episodi mobili su piattaforme casalinghe (come nel caso dei God of War per PSP e dello stesso Peace Walker).

La tecnica non è tutto, ma aiuta

Il lavoro svolto a livello tecnico gode di numerosi alti e di qualche basso: in generale, le animazioni e la pulizia generale sono molto buone. Sembra che sia stato aggiunto anche qualche effetto in più rispetto alla versione originale e la stessa vegetazione ne ha goduto in maniera chiaramente visibile; non mancano difetti e slavature in alcune texture, specie sulle rocce e su qualche muro, ma il risultato è in ogni caso encomiabile.

La nuova dimensione della leggenda

I problemi seri vengono tuttavia dal framerate: non tanto in fase di gioco "normale", con la classica visuale in terza persona, quanto nelle scene di intermezzo e più affollate, dove gli scatti diventano visibili e fastidiosi. Chi conosce Kojima e il concetto che il maestro giapponese ha delle "scene di intermezzo" capirà la gravità della cosa: alcune delle sequenze più memorabili infatti sono narrate attraverso questi filmati con grafica di gioco, perfettamente dirette dalle telecamere virtuali con chiaro taglio cinematografico. La tragica scoperta della diserzione di The Boss, la prima apparizione di Ocelot e di Volgin, gli spettacolari finali dopo ogni boss battle contro i membri dell'Unità Cobra sono solo alcune delle scene memorabili che terranno il giocatore letteralmente incollato al piccolo schermo. Vale la pena infine dedicare qualche riga alla splendida colonna sonora di Harry Gregson-Williams, a cominciare proprio dalla canzone principale Snake Eater, per finire con il doppiaggio inglese praticamente perfetto, segno di una cura per i particolari ormai davvero rara da trovare in altri prodotti.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.0
Lettori (77)
8.4
Il tuo voto

Senza tenere conto dell'assoluto valore artistico, Metal Gear Solid: Snale Eater 3D può essere considerata una buona conversione, minata da alcuni problemi (framerate e necessità di Circle Pad Pro in primis) ma soprattutto vittima di numerosi "se" legati al suo acquisto: il gioco va comprato infatti solo "se" non si è giocato l'originale o comunque non si può reperire, "se" non si possiede una console HD di attuale generazione e quindi risulta impossibile giocare anche la collection HD e infine "se" si è disposti a sacrificare un minimo di comodità pur di vivere le avventure di Naked Snake. In questo caso allora l'acquisto è certamente obbligatorio, perchè non provarlo nemmeno una volta resterebbe comunque un sacrilegio videoludico.

PRO

  • Artisticamente incredibile
  • C'è Snake, e il carisma è sempre unico
  • Colonna sonora memorabile
  • Migliorato graficamente...

CONTRO

  • ...ma framerate ballerino
  • Necessita del Circle Pad Pro per avere controlli accettabili
  • La Collection HD gli rende più giustizia