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Carmageddon Max Damage, recensione

Carmageddon Max Damage è la versione console di quel Reincarnation che ha scontentato la critica e accontentato i fan storici

RECENSIONE di Aligi Comandini   —   08/07/2016

Nel lontano 1997 Carmageddon era più di un videogioco. Era ultraviolenza incarnata, un prodotto davanti a cui genitori perbenisti e benpensanti della domenica si strappavano le vesti urlando "anatema!" e capace di far sentire i ragazzini dei piccoli punk anarchici.

Carmageddon Max Damage, recensione

Innocenti masse di pixel fatte a pezzi in corse automobilistiche all'ultima lamiera, il gioco non offriva molto più di questo, ma la sua brutalità splatter eccessiva e impossibile da prendere sul serio lo rendeva unico, una botta di adrenalina per una generazione che doveva ancora scoprire ogni genere di meraviglia. In un'era come la nostra, dove i vecchi classici rinascono grazie a Kickstarter e ai desideri del pubblico, era quindi praticamente assodato il ritorno del marchio: troppe le emozioni provate dalla fetta più anziana di videogiocatori, troppo il divertimento bambinesco che quel nome azzeccatissimo riesce ancora a rievocare nelle menti di chi ha passato i 25/30 anni, per proibirsi di spendere qualche soldo in un suo reboot. Lo hanno facilmente intuito gli Stainless Games, che dopo anni di sopravvivenza grazie a titoli digital minori e giochi di carte, hanno deciso di sfruttare il loro marchio più potente per tornare sulla scena in grande stile. Il risultato, Carmageddon: Reincarnation, è quindi giunto nelle case dei fan, tra i pollici versi della critica e le grida felici dei nostalgici (o almeno di quelli dotati di pc abbastanza poderosi da far girare la prima versione del gioco). Tralasciando la qualità discutibile del prodotto, Reincarnation deve esser stato un discreto successo (a noi non era molto piaciuto), perché oggi arriva Carmageddon: Max Damage, la sua versione per console. Noi lo abbiamo provato su PlayStation 4, nella speranza di vedere qualche concreta evoluzione rispetto al suo diretto predecessore. Preparatevi a un duro frontale con la realtà dei fatti.

Come un bel frontale in piena faccia, la nostra recensione di Carmageddon: Max Damage!

La vecchietta vale 100 punti

Anche se con qualche vettura e zona extra, il pacchetto offerto da Max Damage è estremamente simile a quello visto in Reincarnation. Si parte da un tutorial piuttosto semplicistico - che indica le basi del gioco nella modalità "Carma Classico" - e una volta completato si può affrontare la carriera vera e propria, strutturata attorno ad eventi necessari per guadagnare la valuta di gioco.

Carmageddon Max Damage, recensione

Tale valuta non è facoltativa, i punti ottenuti nelle gare si accumulano per sbloccare le zone successive e, anche se ottenerne un gran numero risulta un processo discretamente rapido, ci metterete un po' ad avere tutte le piste nella lista degli eventi liberi. Non c'è una trama di fondo, né una motivazione che spinga realmente ad avanzare al di fuori degli elementi di gioco da sbloccare: la possibilità di potenziare la propria vettura o di ottenerne di nuove distruggendo specifici avversari durante le corse può stuzzicare, ma ben presto vi fisserete su una singola macchina e anche questa giustificazione perderà di senso. Il fissarsi su un solo mezzo, con ogni probabilità, non dipenderà nemmeno dall'estetica; semplicemente a un certo punto vorrete tenervi stretta una macchina controllabile. Dopotutto il sistema di guida di Carmageddon Max Damage è ben lontano dall'essere un gioiellino: la stragrande maggioranza delle auto a vostra disposizione slittano come se le loro ruote fossero fatte di sapone e la fisica un po' farlocca del titolo non aiuta a controllarle a dovere. Auto piuttosto pesanti risentono meno di tale problematica, ma guidare le quattroruote più rapide è spesso un'esperienza infernale. Lo era anche in Reincarnation ovviamente, eppure qualche ritocco alle meccaniche di guida era più che dovuto. Invece dovrete provare il provabile, capire con cosa riuscite a curvare senza imprecare ad ogni ostacolo toccato o urto ricevuto, e abbracciare la stabilità della vostra nuova amica con tutto l'amore del mondo.

Non ho bisogno della nitro, ho gli spuntoni

Probabilmente il gameplay è rimasto invariato perché ben rappresenta il caos generale delle modalità disponibili in questo reboot. Non che la cosa sia una giustificazione per un sistema di controllo che poteva venir migliorato in milioni di ottimi modi, ma almeno i suoi problemi si notano meno quando si ha a che fare con competizioni che ben poco hanno a che vedere con le gare tipiche.

Carmageddon Max Damage, recensione

Il Carma Classico, di cui abbiamo già parlato all'inizio, è la nota modalità a obiettivi multipli di Carmageddon, ove il giocatore può vincere sia seguendo diligentemente i checkpoint, che eliminando tutti gli avversari o i pedoni della mappa. Si tratta ancora del fulcro dell'esperienza, la tipologia di evento più divertente, ma viene comunque accompagnato da una corsa a obiettivi variabili dove vince il primo corridore che tocca un numero prestabilito di checkpoint, da gare di velocità, e da altre chicche spassose come un deathmatch tutti contro tutti e un massacro di pedoni in fuga. È una bella varietà di opzioni, piagata da una intelligenza artificiale che di "intelligente" ha ben poco. Gli avversari sono goffi, spesso inutilmente aggressivi o tendenti all'incidente insulso; che siano fallaci è comprensibile per favorire la libertà del Carma Classico, ma le loro mancanze rendono il gioco in single player poco spassoso e la carriera in generale noiosetta. Con il potenziarsi delle vetture, poi, le cose si fanno ancor più irritanti, e certi scontri si protraggono davvero troppo a lungo se non si riescono ad eliminare sistematicamente gli avversari. E sia chiaro, l'essenza di Carmageddon, la sua "caciaronissima" formula fatta di massacri gratuiti e demolizioni è rimasta, così come hanno resistito i tanti potenziamenti casuali delle auto, che vanno da armi elettriche a bolle di sapone giganti; solo che dopo tutti questi anni il mix non diverte più allo stesso modo.

I bei anni andati

Ora della fine, la nostalgia lascia il posto alla noia scatenata dalle evidenti mancanze del titolo Stainless. Il misto di controlli imprecisi, lento sblocco di auto e piste, e intelligenza artificiale scarsa diventa davvero difficile da tollerare per qualcuno abituato a titoli di corse arcade più godibili o anche a sfide tra vetture più riuscite. L'ultimo Twisted Metal ad esempio - per quanto più incentrato sulle armi - rendeva il delirio degli scontri tra mezzi corazzati in modo nettamente migliore, e il bello è che quel titolo non era nemmeno così male graficamente se paragonato a Max Damage.

Carmageddon Max Damage, recensione

Già, perché di difetti ne abbiamo elencati molti, ma è il comparto tecnico del gioco l'elemento più scadente del pacchetto. Siamo davanti a un videogame che non sfigurerebbe su PlayStation 2, e gira a 30 frame al secondo (non sempre stabili), con texture che a volte caricano in ritardo e qualche fastidioso bug . L'aggiunta di alcuni effetti particellari non salva un motore grafico arretrato e mal gestito, che sarà pur più stabile di quello visto nella prima versione PC di Reincarnation, ma resta lontanissimo dalla sufficienza. Gli stessi pedoni sono abbastanza deludenti dal punto di vista del "gore": si spezzano in due o tre parti al massimo, sono animati grossolanamente e divertono più per i goffi effetti sonori che per la varietà delle loro morti. Molto meglio le vetture, che se non altro vantano un sistema di danni ben fatto e un bell'effetto di autoriparazione quando si spendono punti in gara per annullare i danni ricevuti. Debole infine la colonna sonora, che avrebbe sicuramente giovato di sonorità più pesanti e di più tracce. Detta terra terra, il gioco anche in questa versione console sembra programmato in modo rozzo e superficiale. È solo l'esperienza multiplayer a salvare la baracca, perché contro avversari umani Carmageddon Max Damage assume tutto un altro valore e le sue modalità, i suoi potenziamenti assurdi, e le sue esagerate vetture funzionano. Non aspettatevi però che l'online (perché di split-screen neanche l'ombra) sia abbastanza valido da dare a questo reboot lo stesso valore dello storico antenato. I tempi sono cambiati e Carmageddon è andato in retromarcia.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Multiplayer.it
5.5
Lettori (16)
7.5
Il tuo voto

Fa male dirlo, ma Carmageddon non è invecchiato con grazia. La sua ultraviolenza tamarra e over the top che aveva conquistato innumerevoli giocatori negli anni '90 è ormai superata, e sia il gameplay che il comparto tecnico del gioco non hanno accolto le evoluzioni necessarie a mantenere l'esperienza fresca ed esaltante. Max Damage, inoltre, è una versione che offre ben poco in più rispetto a Reincarnation, con le stesse problematiche di intelligenza artificiale, controlli e ripetitività del predecessore. Se si elimina del tutto il fattore nostalgia dalla propria mente non arriva alla sufficienza, e quello non possiamo quantificarlo.

PRO

  • In multiplayer diverte
  • È Carmageddon...

CONTRO

  • ...e non è invecchiato bene
  • Tecnicamente atroce
  • Controlli pessimi
  • Intelligenza artificiale carente