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Grosso guaio a Suplex City

WWE 2K17 torna su console con il suo carico di superstar, stipulazioni, modalità e problemi irrisolti

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   18/10/2016

Come evidenziato nella recensione di WWE 2K16, il passaggio dalla defunta THQ a 2K Games e l'affiancamento del pur talentuoso team di Visual Concepts agli esperti sviluppatori di Yuke's, che si occupano del franchise da ormai sedici anni, non hanno portato la serie a perseguire quell'evoluzione di cui si sentiva fortemente il bisogno.

Grosso guaio a Suplex City

Il brand ha invece continuato ad arroccarsi sui suoi elementi caratterizzanti, rinunciando a un gameplay più immediato e divertente in favore di velleità simulative che strizzano l'occhio solo ed esclusivamente ai fan più accaniti degli show targati World Wrestling Entertainment. I numeri per il momento danno ragione alle scelte fatte dal publisher, ma è anche vero che rispetto all'episodio del 2015, quello del sostanziale miglioramento grafico, c'è stato un rilevante calo di vendite (fonte: VGchartz.com) e bisognerà capire in che modo verrà accolto WWE 2K17. La sensazione, infatti, è di un progetto realizzato senza troppa convinzione, forse nel mezzo di un percorso che potrebbe portare il franchise ad abbandonare le limitazioni tecniche delle piattaforme di precedente generazione in favore di una progettazione nativa per PlayStation 4 e Xbox One. I problemi tuttavia non stanno nella grafica, ulteriormente migliorata e capace di proporci modelli poligonali e animazioni fedeli per un maggior numero di personaggi rispetto al passato, bensì nelle soluzioni in stile quick time event adottate per il gameplay, che da un lato aggiungono un certo spessore strategico ai match, dall'altro li fanno risultare terribilmente lenti e macchinosi agli occhi di chi da un gioco di wrestling si aspetterebbe un po' d'azione frenetica, memore anche delle origini della serie. Sono presenti alcune piccole novità, un sistema di taunt differenziato e un migliore approccio agli attacchi in corsa, ma a nostro avviso ci sarebbe bisogno di ripensare la filosofia alla base dell'esperienza anziché perseguire la solita politica conservativa.

WWE 2K17 è un prodotto ricco e completo, ma privo quest'anno dello story mode e di novità rilevanti

Via lo Showcase

Come riportato alcune settimane fa, WWE 2K17 non include la tradizionale modalità Showcase, da sempre fiore all'occhiello del comparto single player. L'anno scorso questa opzione ci vedeva ripercorrere l'intensa carriera di "Stone Cold" Steve Austin dalle origini alla consacrazione, dunque sarebbe stato bello per questa edizione potersi cimentare con qualcosa di simile, magari nei panni di Goldberg (che però è un personaggio riservato ai preorder) o Brock Lesnar, l'atleta di copertina.

Grosso guaio a Suplex City

La scelta di tagliare una parte così consistente dell'esperienza stupisce, anche perché parliamo di una modalità da sempre in grado di caratterizzare l'intero pacchetto, di offrire ai fan una o più storie da rivivere e completare prima di cimentarsi con il resto dell'offerta; sempre ricca, per carità, ma per forza di cose più generica. Il risicato menu principale, graficamente un netto passo indietro rispetto a quello dello scorso anno, consente di cimentarsi con una marea di match differenti, a cui possono partecipare da due a sei contendenti: incontri normali, Falls Count Anywhere, Backstage Brawl, Extreme Rules, Ladder, Table, TLC, Hell in a Cell, Steel Cage, Iron Man, Last Man Standing, No Holds Barred, Submission, Tag Match normali, Elimination Tag, Elimination Tornado Tag, Triple Threat, Fatal 4-Way, 6-Man, Handicap Match, tornei e l'immancabile Royal Rumble con dieci, venti o trenta lottatori. Il ritorno del Backstage Brawl apre la porta alla possibilità di recarsi dietro le quinte (dopo un breve caricamento) negli incontri in cui non vige la squalifica per count out, e lì lottare selvaggiamente fra casse, transenne, luci e quant'altro.

Il resto dell'offerta

Alle esibizioni singole si affiancano la modalità La Mia Carriera, il WWE Universe, il multiplayer online e il potente editor che consente di creare da zero superstar, set di mosse, entrate, cinture, esultanze e persino video, show e arene. Gli sviluppatori hanno fatto un evidente lavoro di ottimizzazione per quanto concerne i caricamenti, molto più brevi rispetto a quelli di WWE 2K16, e la cosa si riflette in particolare proprio sull'editor, che diventa quindi immediato e piacevole da usare, con le sue innumerevoli possibilità.

Grosso guaio a Suplex City
Grosso guaio a Suplex City

Avremo modo di utilizzarlo subito, quando andremo a creare il nostro lottatore per la carriera, che esattamente come in WWE 2K16 ci vedrà partire dal Performance Center di Orlando, sotto le indicazioni del coach Albert, per poi debuttare nel roster di NXT, migliorare le nostre abilità e pian piano guadagnare la popolarità necessaria per entrare a far parte del main roster, magari puntando al titolo e a storyline in grado di catalizzare l'attenzione degli spettatori. In tal senso è stata introdotta una nuova feature, le promo, ovverosia gli interventi al microfono che le superstar e le dive fanno per aumentare l'hype rispetto a una determinata rivalità o per costruirne una da zero, nonché per individuare il proprio ruolo sulla base delle reazioni del pubblico. Sulla carta si tratta di una novità interessante, in cui bisogna selezionare degli argomenti man mano che il personaggio parla e cercare di azzeccare l'opzione giusta per ottenere un buon riscontro. Il fatto però che le promo siano unicamente testuali, per forza di cose, sminuisce di molto il loro potenziale. Per il resto, la progressione nella carriera è simile a quella vista nelle passate edizioni, pur con qualche variazione sul tema (vedi le sfide rivolte all'Authority, la stable che controlla gli show della WWE). Struttura pressoché invariata anche per la modalità WWE Universe, che è quella dove ci si può davvero sbizzarrire nel personalizzare il roster, cambiare i titoli, creare rivalità, organizzare gli show settimanali e i pay-per-view, con la possibilità di giocare in prima persona tutti gli incontri oppure di simularne istantaneamente l'esito. All'epoca di Smackdown Vs. Raw bisognava gestire il proprio roster e creare gli eventi più sensazionali per ottenere rating superiori a quelli della concorrenza, ma questo aspetto è ormai da anni venuto a mancare in favore di un approccio più generico, sicuramente completo e con qualche piccola novità (vedi le reazioni dei lottatori, che possono prendere male una sconfitta ed effettuare un run-in inaspettato a fine show che cambia le carte in tavola), ma anche qui sostanzialmente già visto. Qualche parola infine per il multiplayer online, che consente di sfidare un singolo utente, partecipare agli eventi 2K Tonight oppure di creare un team di tre lottatori per affrontarne altrettanti. Il matchmaking si conferma abbastanza lento, con poche persone online, e purtroppo si verifica spesso un'eccessiva latenza, che si traduce nell'impossibilità di centrare i quick time event fondamentali per evitare le mosse dell'avversario o finanche uscire dal pin. Il consiglio, dunque, è di organizzarsi con degli amici ed evitare match con utenti oltreoceano.

Trofei PlayStation 4

Sono ben cinquantanove i Trofei inclusi in WWE 2K17, e molti di essi vanno sbloccati giocando a fondo le modalità single player La Mia Carriera e WWE Universe, ma anche effettuando azioni particolari durante i match standard: terminare un incontro nel backstage, colpire l'avversario con una cintura, eseguire un tot di contrattacchi, insultare la folla o l'avversario, e così via. Non mancano inoltre gli achievement legati all'attività online, su tutti la modalità 2K Tonight, che nel momento in cui scriviamo non è però ancora disponibile.

"Believe that", ovverosia #credici

Con oltre centocinquanta fra superstar e dive, il roster di WWE 2K17 è il più ampio di sempre, nonché il più curato. Abbiamo già citato il miglioramento tecnico apportato alla serie a partire dall'edizione di due anni fa, miglioramento che è stato esteso in questa edizione a un maggior numero di personaggi, con in particolare le lottatrici che hanno beneficiato davvero tanto dal lavoro extra degli sviluppatori.

Grosso guaio a Suplex City

È chiaro, rimangono ancora personaggi non proprio fedeli alle controparti reali e/o con animazioni generiche, ma siamo sempre più vicini alla completezza da questo punto di vista. Le riflessioni sulla pelle dei wrestler, ma anche la composizione poligonale dei modelli, che finalmente non sembrano più soffrire di giunture delle spalle old-gen, donano un ulteriore grado di realismo all'esperienza, sebbene alcuni aspetti rimangano ancorati a una concezione "vecchia", vedi i capelli, i fuochi d'artificio, gli scenari in generale e il pubblico, numeroso quanto vuoi ma tendente a eseguire le stesse animazioni all'unisono. Per quanto concerne il sonoro è stata utilizzata la voce di Lilian Garcia per gli annunci, migliorando nettamente quanto ascoltato lo scorso anno, ma la telecronaca di Michael Cole e JBL risulta troppo essenziale, svogliata, priva di acuti... ah, proprio come nella realtà! Nulla da dire, allora.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Multiplayer.it
7.0
Lettori (16)
8.0
Il tuo voto

WWE 2K17 è un prodotto molto ricco e completo, pensato esclusivamente per i fan sfegatati degli show targati World Wrestling Entertainment, ma si presenta quest'anno con un'edizione meno attraente del solito, considerata la mancanza della modalità Showcase e le poche novità che caratterizzano il resto dell'offerta. Ai miglioramenti tecnici, su tutti i caricamenti più brevi e un maggior numero di personaggi "premium", molto fedeli alle controparti reali, fanno da contraltare le solite ingenuità grafiche e un gameplay che non si schioda dalla lentezza e dalla legnosità a cui ormai siamo purtroppo abituati.

PRO

  • Roster mai così ricco
  • Grafica migliorata, caricamenti più veloci
  • Struttura corposa...

CONTRO

  • ...ma pesa la mancanza di uno story mode
  • Gameplay legnoso e lento
  • Sul piano tecnico gli manca ancora qualcosa