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Onore allo stealth

A distanza di quattro anni dal gioco originale, i ragazzi di Arkane Studios tornano nell'universo di Dishonored con il suo sequel ufficiale

RECENSIONE di Pierpaolo Greco   —   11/11/2016
Onore allo stealth

Sembra davvero passata un'eternità da quando il primo Dishonored si affacciò sul mercato PC e su quello delle precedenti generazioni di console offrendo un'esperienza di gioco decisamente peculiare. Il titolo si ispirava chiaramente ai primissimi capitoli di Thief, capolavori mai dimenticati dell'azione ragionata e tatticamente studiata, ma soprattutto portava finalmente su schermo la versione in prima persona di quelle meccaniche stealth viste in numerosi giochi con telecamera esterna al protagonista come i vari Metal Gear Solid, Splinter Cell, Hitman. Il gioco però non puntava solo su un gameplay a tratti perfino innovativo, ma si concentrava anche su elementi importanti ma spesso ritenuti accessori come una storia ben narrata e con qualche colpo di scena, un level design di altissima qualità con mappe enormi e molto verticali con un chiaro stile sandbox, ma soprattutto si fregiava di un taglio artistico davvero personale in grado di compensare a dovere un comparto tecnico piuttosto arretrato. Il tratto adottato, la palette cromatica, una precisa modellazione dei personaggi e soprattutto un mondo di gioco credibile e affascinante aiutavano a confezionare un prodotto che avevamo promosso a pieni voti nonostante alcune evidenti rigidità e superficialità che colpivano alcuni aspetti del gioco. Con un carico di aspettative davvero enorme, i ragazzi di Arkane Studios capitanati da Harvey Smith - che abbiamo intervistato proprio di recente mentre aspettavamo di mettere le mani su questo sequel - si sono subito messi all'opera nel tentativo di consegnare ai giocatori un successore degno di nota. Correndo come dei forsennati a causa della recente decisione di Bethesda, il publisher, di non consegnare anticipatamente un codice review alla stampa, ci siamo giocati il titolo con la giusta profondità cercando di valutare le sue più piccole sfaccettature e quello che possiamo già dirvi, prima di entrare nel dettaglio, è che questo Dishonored 2 è in un tutto e per tutto un "more of the same" del suo predecessore. Non una rivoluzione, neanche una evoluzione, ma una versione potenziata per quanto estremamente similare di ogni meccanica e feature del primo capitolo, aspetti problematici compresi.

Dishonored 2 è un eccellente titolo stealth ma non corregge i difetti del predecessore

Ma non era già successo?

A livello narrativo il gioco è ambientato a quindici anni di distanza dal predecessore ma anche chi non ha potuto sperimentare questa perla del passato non avrà problemi a entrare subito nel vivo del racconto visto che l'introduzione si apre proprio con una brevissima sintesi di quanto accaduto in precedenza. Emily è ormai grande e assolve alla perfezione la sua funzione di imperatrice di Dunwall con Corvo Attano, il protagonista del primo Dishonored, al suo fianco.

Onore allo stealth
Onore allo stealth

Nel giro di pochissimi attimi tutto quello che la bella imperatrice è riuscita a costruire in un decennio di attività si sfalderà a causa di un fulmineo colpo di stato che la obbligherà a scappare dalla sua città natale lasciando il trono e l'impero nelle mani di Dalilah Kaldwin, presunta sorella di Jessamine Kaldwin, sua madre, nonché colei che fu detronizzata e uccisa nel gioco precedente. Nel lungo prologo scopriremo quindi chi sono i nuovi antagonisti, faremo la conoscenza di Meagan Foster, un nuovo comprimario a cui sarà legato l'hub dove il vostro avatar si preparerà e chiacchiererà con gli alleati prima di affrontare una nuova missione, ma soprattutto affronteremo quella che probabilmente è l'unica, vera novità di questo sequel: la necessità di scegliere nei primissimi minuti di gioco chi controllare. A nostra disposizione avremo infatti sia il vecchio e spietato Corvo Attano che l'agile e cinica Emily Kaldwin. Questa scelta che, con un artificio narrativo sarà irreversibile e ci accompagnerà per tutto lo svolgimento della trama, avrà un'importante conseguenza: l'accesso a poteri magici specifici per ognuno dei due protagonisti. Torna infatti a fare capolino nel gioco anche l'Esterno, una figura chiave avvolta nel mistero che vi donerà la facoltà di gestire le abilità speciali concesse dall'Oblio e che sarà legata a doppia mandata con la nuova antagonista. Scegliere di impersonare Emily piuttosto che Corvo offrirà linee di dialogo e interazioni con i personaggi leggermente differenti ma l'arco narrativo sarà lo stesso identico e i differenti epiloghi si sbloccheranno soltanto in base al caos generato con le proprie azioni e non in funzione di chi è ai nostri comandi. Esattamente come avveniva nel primo Dishonored infatti, in base a quanto saremo letali nei nostri attacchi, a quanti cadaveri lasceremo sulla nostra scia e soprattutto in funzione dello stile adottato per neutralizzare l'obiettivo di ogni missione, modificheremo il quantitativo di caos del mondo di gioco con conseguenze sui suoi abitanti, sul dilagare dell'infezione delle mosche del sangue che affligge Carnaca, la nuova regione che fa da sfondo alle vicende di questo sequel, e soprattutto sui diversi finali che potremo sbloccare. Se a tutto questo uniamo la possibilità di giocare intere partite senza uccidere alcun nemico, di rinunciare persino ai poteri dell'Estraneo con evidenti ripercussioni sulla difficoltà e consideriamo la questione del doppio protagonista con annessi poteri speciali specifici, è facile immaginare come la rigiocabilità di questo Dishonored 2 sia elevatissima.

Lo stealth (quasi) definitivo

Quel dualismo che caratterizzava il titolo originale e che rendeva abbastanza complessa la sua valutazione è presente inalterato anche in questo sequel. Dishonored 2 è infatti un titolo che favorisce, quasi premia lo stile stealth, ma in quanto shooter in prima persona non impedisce in alcun modo un atteggiamento tutto volto all'azione e all'irruenza. E qui subentra il primo problema: quella cronica scarsezza di armi che caratterizzava il predecessore qui è stata smorzata in minima parte. Ci sono solo un paio di armi dalla distanza, per quanto rese più varie dall'ausilio di varie tipologie di munizioni, una manciata di armi da lancio tra granate e mine dagli effetti più disparati e poi la spada per il combattimento in mischia.

Onore allo stealth
Onore allo stealth

Qualcosa di più è stato fatto sul fronte dei poteri per via delle differenze tra i due protagonisti ma parliamo comunque di sei abilità speciali per ognuno, buona parte delle quali dedicate a uno stile di gioco stealth, senza tenere poi conto del fatto che le abilità di Corvo sono quasi le stesse del precedente capitolo per quanto ritoccate. A tutto questo aggiungiamo il combattimento all'arma bianca, che torna in Dishonored 2 quasi inalterato rispetto al passato. Emily (o Corvo) imbracciano costantemente l'iconica spada pieghevole con la mano destra mentre quella sinistra si dedica al resto dell'armamentario e ai poteri. L'uso della lama è veramente basilare: colpo leggero o caricato e parata, con quest'ultima che se utilizzata al momento giusto permette di sbilanciare il nemico per poi finirlo con un "ralenty" super cruento oppure di prendere l'avversario a mo' di scudo umano per soffocarlo oppure lanciarlo contro gli altri nemici. Quest'ultima possibilità è poi la stessa che ci viene concessa anche nel momento in cui sorprendiamo un nemico alle spalle. Il problema è che la meccanica corpo a corpo diventa davvero troppo presto ripetitiva e completamente sbilanciata sulla sola tempestività complice il fatto che quasi tutti gli avversari, una volta entrati in combattimento, tenderanno a correrci incontro anche nei rari casi in cui sono armati di pistola. Questi furiosi incontri di scherma mostrano il fianco anche a un evidente problema di gestione degli hitbox che sembra affliggere il prodotto di Arkane Studios: non capita di rado di venire colpiti anche quando la stoccata dell'avversario è chiaramente troppo lontana, oppure mentre siamo in parata semplicemente perché il colpo del nemico ci è entrato sul fianco nonostante fosse chiaramente di fronte a noi. E ovviamente se lo scontro è con due o addirittura tre nemici è davvero questione di attimi prima di morire inesorabilmente. Quanto detto dovrebbe far capire ancora meglio quanto abbiamo già ripetuto nel resto dell'articolo: Dishonored 2 è un titolo stealth dedicato anima e cuore a chi adora agire nell'ombra, vuole studiare le ronde, non farsi mai vedere ed è pronto a ricaricare il salvataggio se per sbaglio "accende" una guardia per un movimento studiato male. Questa tipologia di giocatore non potrà che apprezzare visceralmente il titolo pubblicato da Bethesda ma chi è alla ricerca di un'azione più spietata o immediata dovrà essere pronto a fare i conti con le limitazioni appena descritte.

Giocando con la sabbia

C'è un preciso elemento del gioco che evidenzia con forza la qualità del lavoro dello sviluppatore: il level design. Dishonored 2 non contiene dei "semplici" livelli ma dei veri e propri sandbox spesso dalle dimensioni sterminate, ricchi di verticalità e di centinaia di passaggi segreti o secondari che il giocatore può scoprire a patto che decida di dedicarsi anima e corpo all'esplorazione di ogni anfratto o si ingegni a trovare il modo di aprire quella porta o finestra chiusa dall'interno.

Onore allo stealth
Onore allo stealth

La cura risposta nella geometria delle mappe e nella loro struttura è davvero incredibile e non smetterà di sorprendervi per tutta la durata del gioco che presumibilmente si attesta sulle 20, 25 ore a patto che si voglia dedicare il giusto tempo alla componente esplorativa. Se intendete correre a tutta velocità verso l'obiettivo di ogni livello è capace che possiate metterci poco più della metà di questo tempo ma non ci vorrà poi molto ad impiegare invece 10, 15 ore addizionali se la vostra esplorazione è maniacale. Ogni livello contiene infatti un bersaglio che potremo eliminare con il semplice uso della forza bruta oppure potremo mettere fuori gioco adottando uno stile non letale. Per far questo dovremo girovagare raccogliendo le decine di collezionabili sparsi per la mappa, analizzare indizi, ascoltare guardie e spesso completare le missioni secondarie che ci verranno date come esito della nostra volontà di scandagliare l'ambiente di gioco. Così facendo accederemo a delle vere e proprie attività accessorie che spesso portano ad epiloghi della missione davvero fantasiosi e originali. C'è però un importante risvolto della medaglia ed è tutto riversato sull'intelligenza artificiale. Ci dispiace ripeterlo ancora una volta ma anche su questo fronte Dishonored 2 non sembra essere avanzato di una virgola rispetto al suo predecessore. Le guardie e i cani seguono ronde molto precise che possono essere interrotte dal nostro intervento o dalla presenza di cadaveri che ci siamo dimenticati di nascondere. Questa reattività è basata su due stati di allerta indicati da una piccola icona a forma di fulmine che si riempie quando l'elemento disturbante entra nel cono visivo dell'avversario. Riempiendolo la prima volta faremo sì che il nemico entri in uno stato di allerta e inizi a controllare attivamente l'ambiente circostante; con il secondo riempimento saremo stati scoperti e da quel momento in poi la guardia inizierà ad attaccarci, a suonare allarmi o a chiamare rinforzi "svegliando" tutto il circondario.

Onore allo stealth

Innanzitutto il cono visivo delle guardie non tiene minimamente conto della verticalità: basta posizionarsi su una libreria, un lampadario o uno scaffale poco più in alto rispetto agli avversari e risulteremo completamente invisibili con una forzatura che risulta a volte davvero poco realistica. Allo stesso tempo la reattività degli avversari sembra essere governata da una strana casualità: anche se nella maggior parte dei casi si limiteranno a correrci incontro non capiterà di rado vederli imbambolati o estremamente lenti nel reagire, talvolta invece inizieranno a correre alla rinfusa "svegliando" la popolazione di mezzo livello e non capita così raramente di vederli finire contro le trappole che abbiamo preparato in precedenza come animati da uno spirito masochistico. E talvolta la stessa casualità sembra affliggere anche i civili che popolano alcune parti dei livelli che tendenzialmente sono disinteressati al nostro passaggio anche se imbracciamo delle armi o combattiamo, altre volte invece vanno in escandescenza se ci limitiamo a far cadere un suppellettile o ci vedono trasportare in giro un alleato svenuto. Ed è un peccato perché questa imprevedibilità della reazione dei nemici spesso fa sfumare tattiche complesse adottate per aggirarli o per cercare in tutti i modi di completare un livello senza uccidere nessuno o farsi cogliere in flagrante e rovina di fatto proprio quell'esperienza stealth che altrimenti è la vera punta di diamante di tutta la produzione.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: Intel Core i5 4690k a 4.0 GHz
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 980
  • Sistema operativo: Windows 10 a 64 bit

Requisiti minimi

  • Processore: Intel Core i5-2400 o AMD FX-8320 o superiore
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Scheda video: NVIDIA GTX 660 da 2 GG o AMD Radeon HD 7970 da 3 GB o superiore
  • Spazio su disco: 60 GB
  • Sistema operativo: Windows 7/8/10 (versioni a 64-bit)

Requisiti consigliati

  • Processore: Intel Core i7-4770 o AMD FX-8350 o superiore
  • Memoria: 16 GB di RAM
  • Scheda video: NVIDIA GTX 1060 da 6 GB o AMD Radeon RX 480 da 8 GB o superiore
  • Sistema operativo: Windows 10 (versione a 64-bit)

C’era una volta l’ottimizzazione

Dishonored 2 si allontana dal suo precedente titolo per quello che riguarda l'elemento tecnico. Messo da parte l'Unreal Engine, questa volta i ragazzi di Arkane Studios hanno deciso di giocare in casa sfruttando l'id Tech per confezionare un loro motore: il Void. Il risultato è piuttosto evidente con scenari estremamente più ampi e dettagliati, colori più vividi e soprattutto personaggi dalla conta poligonale più elevata e con ottime animazioni, soprattutto corporee. Cambia qualcosa anche in termini artistici con un tratto estetico che si avvicina più ad uno stile acquerello che ammorbidisce in parte le linee spezzate e nette del precedente capitolo.

Onore allo stealth

Non tutto però è riuscito bene: nonostante il gioco rimanga comunque lontano dalle meraviglie visive viste nelle più recenti grandi produzioni, manifesta una pesantezza notevole e nella configurazione di prova non è mai riuscito a raggiungere i 60 frame al secondo con il preset Ultra e il massimo livello di anti-aliasing possibile. Ma non è tanto una questione di rendering massimo quanto dei sostanziali cali di frame rate che si sperimentano nelle scene all'aperto e quando l'orizzonte visivo può spaziare. Inoltre pur facendo parte di una configurazione evidentemente fortunata visto che il titolo è risultato sempre perfettamente stabile dall'inizio alla fine, è doveroso segnalare come in presenza di determinate componenti hardware ancora non identificate, Dishonored 2 diventi praticamente inutilizzabile con crash frequenti, freeze, stuttering e un numero di immagini al secondo talmente basso da renderlo ingiocabile. È evidente quindi che Arkane Studios non abbia lavorato a dovere sulla conversione PC favorendo probabilmente quella console che però, al momento, non abbiamo ancora avuto modo di provare. Pur non facendo pesare eccessivamente la cosa sulla votazione finale perché siamo convinti che il team correrà ai ripari nel più breve tempo possibile, è doveroso lamentarsi ancora una volta della trascuratezza con cui troppo spesso, recentemente, viene realizzata e distribuita sul mercato la versione per computer di un titolo tripla A. Piuttosto buono il comparto audio per quello che riguarda gli accompagnamenti musicali (forse troppo pochi per i nostri gusti) e per gli effetti sonori. Abbastanza piacevole anche il doppiaggio interamente in italiano anche se un paio di voci, su tutte quella di Meagan Foster, sono al di sotto della sufficienza per un'interpretazione svogliata e poco nella parte, soprattutto in confronto con i timbri dei due protagonisti.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store
Prezzo 59,99 € / 64.90 €
Multiplayer.it
8.5
Lettori (127)
8.5
Il tuo voto

È facile riassumere a questo punto il nostro giudizio su Dishonored 2 visto che il gioco ha gli stessi, identici pregi e difetti del suo predecessore rappresentandone una naturale evoluzione all'insegna del più classico "more of the same". E allora come mai la votazione è inferiore al capitolo originale? Perché il sequel non può permettersi, a quattro anni di distanza dal primo Dishonored, di presentare ancora un'intelligenza artificiale banale e una componente action davvero troppo semplificata, specie per quanto riguarda il combattimento melee. Con in più l'aggravante dell'ottimizzazione su PC. Nonostante questa doverosa premessa rimane però un importante dato di fatto: Dishonored 2 è senza ombra di dubbio uno dei migliori esponenti del genere stealth presenti oggi sul mercato e se contate di adottare questo approccio al gameplay il gioco non mancherà di stupirvi e appassionarvi con costanza, dall'inizio alla fine.

PRO

  • Le mappe sono splendide e ricompensano a dovere chi decide di esplorarle
  • Giocato in stealth guadagna un valore incredibile
  • Tecnicamente è un deciso passo in avanti rispetto al precedente capitolo...

CONTRO

  • ...ma nonostante sia inferiore alle migliori produzioni odierne è molto pesante su PC
  • La componente action è basilare e i combattimenti melee soffrono di problemi di hitbox
  • L'intelligenza artificiale alterna attimi di furbizia a momenti di grandissima stupidità