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Sulle tracce di Moby Dick nella recensione di Nantucket

Una delle prime sorprese di questo 2018 batte bandiera tricolore

RECENSIONE di Rosario Salatiello   —   30/01/2018

Nantucket è una piccola isola del Massachusetts, popolata da poco più di diecimila abitanti. Un luogo del nostro pianeta come tanti altri, conosciuto dagli amanti della letteratura per essere il luogo di partenza della nave Pequod nel romanzo Moby Dick di Herman Melville. Un'opera entrata nell'immaginario collettivo proprio grazie alla sua temibile balena bianca, dalla cui figura i nostri connazionali di Picaresque Studio hanno attinto a piene mani per dare vita a questa loro fatica d'esordio. Prima di addentrarci nella recensione, vi possiamo anticipare che Nantucket è stato tra i primi giochi a stupirci in quest'anno appena iniziato, regalandoci alcune ore di divertimento in giro per i sette mari. Dopotutto, non di soli Dragon Ball FighterZ e Monster Hunter: World vive l'uomo, giusto?

Il capitano sono io

Come dicevamo, Nantucket trae ispirazione da Moby Dick, collocandosi nel dettaglio dopo la fine del romanzo pubblicato nel 1851. Il giocatore è chiamato a vestire i panni di Ishmael, unico sopravvissuto alla sventura del Pequod dopo essere stato al servizio del capitano Achab, ossessionato dal desiderio di uccidere la balena bianca. Una creatura mostruosa, sulle cui tracce all'inizio del gioco si mette anche Ishmael, al fine di svelare il mistero che si cela dietro la maledizione che dopo aver condannato l'equipaggio del Pequod sembra seguire anche lui.

Sulle tracce di Moby Dick nella recensione di Nantucket

A questo punto, immaginiamo che la vostra curiosità maggiore sia sapere a quale genere appartenga questo titolo: la risposta è che al suo interno è possibile trovare un po' di tutto, partendo da un sistema ruolistico su cui si basa l'evoluzione del nostro Ishmael e dei suoi compagni. L'esperienza di gioco ruota infatti intorno a un sistema di quest, per completare le quali bisogna attraversare in lungo e in largo i sette mari, raccogliendo le missioni nei porti presenti nei vari continenti. Può capitare per esempio di dover trasportare merci da un luogo del mondo all'altro, oppure che ci venga chiesto di scoprire una nuova area dove dare la caccia alle balene, o ancora di uccidere una determinata creatura che infesta i mari. Completare le missioni permette di accumulare esperienza per crescere di livello, spendendo punti nelle quattro categorie previste dagli sviluppatori: caccia, navigazione, scienza e crafting. Mentre le prime due sono piuttosto autoesplicative, la scienza permette di curare gli altri membri dell'equipaggio e il crafting si rivela fondamentale soprattutto nel realizzare le migliorie alla propria nave, oltre a offrire un interessante abilità di rilancio di dadi in combattimento. Di quest'ultimo parleremo tra poco, prima completiamo il discorso sulla componente ruolistica di Nantucket ricordando che Ishmael può sviluppare dei tratti della propria personalità, in modo simile a quanto visto in Crusaders Kings II: mentre navighiamo una serie di eventi casuali ci pone di fronte ad alcune scelte, il cui esito finale nell'influenzare la progressione del personaggio è legato spesso a percentuali che offrono anche bonus e malus di tipo materiale.

In giro per i sette mari

Anche un navigante esperto come Ishmael ha bisogno di una ciurma per governare la propria nave, soprattutto quando quest'ultima diventa grande e le attività per gestirla crescono di conseguenza. Nelle taverne presenti nei vari porti è possibile reclutare il proprio equipaggio, scegliendo tra persone più o meno esperte sulle quattro materie elencate in precedenza. L'unico elemento su cui bisogna fare i conti per "assumere" la ciurma è il proprio prestigio: completare lavori e uccidere balene rende Ishmael sempre più conosciuto all'interno dell'ambiente, permettendogli così di poter contare sui servizi di un equipaggio più numeroso ed esperto. È comunque possibile assumere anche dei mozzi senza esperienza, decidendo così quale specializzazione far prendere loro partendo da zero. A ogni membro dell'equipaggio viene poi affidato un compito sulla nave, anche in questo caso tentando d'incastrare al meglio le varie competenze per ottenere bonus relativi alla velocità di navigazione, al recupero di punti salute o altro. Il mondo di Nantucket è pieno di avventure ma anche di pericoli, per cui il combattimento è all'ordine del giorno. Le fasi di lotta danno vita alla componente strategica del titolo, permettendo alle due parti di scegliere le mosse da mettere in atto nella propria fase del turno tra quelle rese disponibili da un lancio di dadi. Il "fattore c" occupa così un ruolo piuttosto importante in questa fase, obbligando il giocatore a fare i conti con la possibilità di non avere a disposizione l'abilità di cui egli ha più bisogno per più turni. Non neghiamo che questo meccanismo possa essere frustrante nel momento in cui si verifica la condizione appena descritta, ma soprattutto nelle fasi più avanzate di gioco diventa possibile scegliere la disposizione degli elementi dell'equipaggio che partecipano allo scontro, garantendo un giusto equilibrio tra attacco e difesa che possa mettere al riparo anche dalla sfortuna coi dadi. L'abilità degli esperti in crafting di cui parlavamo in precedenza permette per esempio di scegliere un elemento della ciurma a cui far tirare nuovamente il dado, mentre gli scienziati più esperti sono in grado di rianimare i compagni morti durante la battaglia.

Sulle tracce di Moby Dick nella recensione di Nantucket

Alla ricerca di Moby Dick

Salpando i mari di Nantucket le cose da fare non mancano di certo. Anche se il giocatore intende seguire la linea di quest principale, egli deve giocoforza avere a che fare con una serie di elementi che lo costringono a consolidare la propria posizione per gli eventi più importanti. Stare in mare per mesi e mesi senza vedere terra richiede per esempio di avere a bordo della propria nave una serie di generi di prima necessità, le cui quantità sono da programmare a dovere prima d'intraprendere una lunga traversata. Nelle fasi iniziali di Nantucket tutto ciò potrebbe sembrare complicato, ma passate le prime ore viene pressoché naturale occuparsi degli approvvigionamenti, immergendosi in sessioni di caccia e scambi economici con cui mettere al sicuro la propria ciurma. Le ore iniziali sono anche quelle che ci mettono davanti a fasi un po' più ripetitive tra loro, ma immaginiamo che sia stato un passo obbligato nel design del gioco. In questo modo si ha infatti la possibilità di provare in prima persona a mettere in atto quanto descritto nel tutorial iniziale, facendo così da guida aggiuntiva in attesa di poter andare a stanare creature di forza e abilità particolari dopo i primi livelli. L'idea di conoscere ogni fazzoletto dei sette mari è fuori discussione, in quanto venti e altre condizioni particolari possono condizionare in modo sensibile la navigazione su rotte battute più e più volte, senza contare il costante pericolo di avere a che fare coi pirati. Dal punto di vista tecnico, i ragazzi di Picaresque Studio hanno riposto un'attenzione pressoché maniacale su ogni dettaglio di Nantucket: tutti gli scenari appaiono disegnati a mano, compresa la mappa da scoprire pezzo per pezzo alla ricerca di aree di caccia e rotte di migrazione delle balene. I menu offrono un'interfaccia abbastanza semplice, mettendo sempre tutto a portata di mano soprattutto nelle fasi di navigazione. La qualità grafica è accompagnata di pari passo da quella degli effetti sonori, che accompagnano coi rumori della navigazione le fasi di bonaccia e quelle più ventose, permettendoci di sentire gli spaventosi versi dei cetacei sulla nostra pelle durante gli scontri. Andando da un porto all'altro udirete ogni tanto la vostra ciurma intonare alcune delle canzoni più famose tra quelle cantate sui ponti delle navi: la prima occasione in cui partirà il coro vi lascerà piacevolmente sorpresi, lasciandovi successivamente con il desiderio di sentire l'equipaggio cantare con una maggiore frequenza. Completando le quest della storia principale si accede a piccole sequenze animate, doppiate e sottotitolate interamente in inglese come tutto il resto di Nantucket.

Sulle tracce di Moby Dick nella recensione di Nantucket

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Sistema operativo: Windows 10 - 64-Bit
  • CPU: Intel Core i7 920 @ 4,2 GHz
  • RAM: 16 GB
  • Scheda video: NVIDIA GTX 970

Requisiti minimi

  • Sistema operativo: Windows XP o superiore (64 bit)
  • CPU: 2 Ghz o superiore
  • RAM: 4 GB
  • Scheda video: DirectX 9.0c compatibile
  • DirectX: Versione 9.0c
  • Memoria: 1000 MB di spazio disponibile
  • Scheda audio: DirectX 9.0c compatibile

Conclusioni

Digital Delivery Steam
Prezzo 19,99 €
Multiplayer.it
8.5
Lettori (6)
7.9
Il tuo voto

Nonostante le dinamiche di Nantucket permettano sessioni di gioco brevi, non c'è voluto niente per farci cullare dalle acque dei sette mari, ritrovandoci a veder volare ore mentre cacciavamo balene nell'Atlantico per poi portare merci da Peterhead a Honolulu. La fatica di Picaresque Studio offre delle meccaniche che risultano semplici dopo una fase di adattamento iniziale, attingendo da vari generi senza reinventare nulla di essi. Lo fa però benissimo, centrando l'obiettivo di coinvolgere al massimo il giocatore nella caccia a Moby Dick, al punto da voler ricominciare una volta finito il tutto.

PRO

  • Alla quest principale si abbinano diverse attività collaterali
  • Massima cura per i dettagli
  • Estremamente coinvolgente

CONTRO

  • Fase iniziale un po' lenta
  • Combattimenti legati alla fortuna