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Star Wars Battlefront: Lo Squadrone Speciale, recensione

Star Wars Battlefront debutta sulle console portatili con un action game che poco ha a che fare con la serie originale...

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   06/01/2010

Versione testata: Nintendo DS

Dura la vita del clone! A parte la consapevolezza di essere nato in provetta dal capello (o peggio) di chissà quale generoso donatore, a parte il fatto di chiamarti X2 mentre tuo fratello si chiama X1 (chissà la reazione della gente quando i due entrano in una ricevitoria...) e a parte la militanza in un esercito che viene mandato senza troppe remore al massacro al posto delle "persone normali", ti permetti anche il lusso di avere una coscienza.

Star Wars Battlefront: Lo Squadrone Speciale, recensione

E così quando il cancelliere Palpatine dirama il fatidico "ordine 66" con conseguente sterminio di tutti i cavalieri Jedi, non te la senti di obbedire alle direttive e fuggi via dai tuoi compagni e dal tuo unico parente, che a quanto pare ha ricevuto per intero la dose di malvagità destinata a entrambi quando vi trovavate nello stato fetale. Diviso in una serie di capitoli che si svolgono parallelamente alle vicende narrate nei sei film diretti da George Lucas, Star Wars Battlefront: Lo Squadrone Speciale ci mette appunto al comando dei gemelli X1 e X2 in un action game con visuale a tre quarti dall'alto, i cui stage generalmente vanno completati eliminando tutti i nemici presenti, attivando qualche interruttore e magari affrontando un boss. L'azione di gioco standard viene inframezzata da sequenze sparatutto in cui controlliamo una navicella o una torretta d'assalto, oppure da brevi corse a bordo dei famosi Speeder.

Doppia azione

Il sistema di controllo adottato per il gioco è di tipo classico: il d-pad per muovere il personaggio, il pulsante B per sparare con l'arma equipaggiata, il pulsante A per cambiare arma fra le due disponibili, il pulsante Y per usare l'arma speciale e il pulsante X per interagire con lo scenario.

Star Wars Battlefront: Lo Squadrone Speciale, recensione

I tasti dorsali L ed R servono rispettivamente per effettuare il lock-on sui nemici e per cambiare tra la visuale ravvicinata e quella dalla distanza. Le funzioni touch rimangono in pratica inutilizzate, mentre sullo schermo inferiore figura un radar che ci indica di volta in volta la posizione dei nemici e degli oggetti chiave all'interno dello stage. Durante le fasi sparatutto, i controlli sono molto semplificati: il d-pad per muovere la navicella (ma non è possibile accelerare o frenare: è tutto automatico), il dorsale R per effettuare una manovra evasiva in grado di evitare i missili e i pulsanti B e Y per sparare raffiche o missili ai minuscoli bersagli che vedremo comparire in lontananza. Diciamo subito che queste sezioni alternative da un lato hanno il merito di spezzare la monotonia dell'azione di gioco standard, dall'altro presentano un gameplay davvero limitato e approssimativo, con un sistema di combattimento semplicistico e in grado di restituire ben poca soddisfazione. La mancanza di un controllo diretto dell'accelerazione della navicella, unitamente al classico sfondo spaziale, rende tutto davvero molto statico. Negli scenari in cui dobbiamo guidare uno Speeder le cose cambiano molto dal punto di vista della velocità, con lo sfondo che scorre rapidissimo, ma il sistema di mira in tale contesto risulta ancora meno accurato. Ci sono dunque dei grossi problemi che riguardano proprio il game design, che non vengono mitigati dalla buona trama né dalle pur splendide illustrazioni che arricchiscono i dialoghi fra un livello e l'altro.

La classe non è acqua

Le fasi di gioco standard, con visuale dall'alto, sono caratterizzate da stage molto corti e semplici, che si completano in pochi minuti. Le cose vengono vivacizzate solo dalla presenza di quattro differenti classi che possiamo selezionare per il nostro personaggio quando ci troviamo nei pressi dell'apposito dispositivo. La classe iniziale è quella del fuciliere d'assalto: l'arma di base è un cannone a raggi veloce e discretamente potente, che si alterna a una sorta di fucile a pompa devastante dalle brevi distanze, mentre l'equipaggiamento speciale è costituito da granate da lancio.

Star Wars Battlefront: Lo Squadrone Speciale, recensione

La seconda classe che possiamo sbloccare è quella dell'armamento pesante, con un potente mitragliatore come arma di base e un lanciagranate come secondaria, mentre l'arma speciale è una bomba che possiamo far detonare a comando. La terza classe è quella dell'ingegnere, ovviamente meno efficace negli scontri a fuoco ma dotata di strumenti fondamentali per riparare determinati interruttori: l'arma di base è un cannone a impulsi elettrici in grado anche di stordire i nemici, quella secondaria è un potente lanciagranate, mentre l'equipaggiamento speciale è costituito da un massimo di tre droidi che una volta attivati combattono al nostro fianco. L'ultima classe è quella della spia, anch'essa posta come un lasciapassare in determinate fasi del gioco: l'arma di base è un doppio cannone laser velocissimo, quella secondaria una sorta di lanciafiamme a ricerca, mentre l'arma speciale è una granata da lancio. Al di là del tipo di equipaggiamento selezionato, purtroppo il sistema di mira senza lock-on risulta inutilizzabile e dunque l'azione di riduce a una serie di spostamenti atti a evitare il fuoco nemico mentre attendiamo che i nostri attacchi disintegrino anche l'ultimo drone rimasto. Gli scontri con i boss costituiscono in tal senso un piacevole diversivo, vista la varietà delle situazioni e dei pattern da memorizzare; ma ancora una volta non bastano per rimediare alla generale mediocrità del titolo sviluppato da N-Space, mediocrità che affligge anche e soprattutto il comparto tecnico: al di là delle già citate illustrazioni di intermezzo, i modelli poligonali dei personaggi sono ben poco dettagliati, mentre gli scenari risultano sempre piccoli e pieni di ostacoli invisibili. La cosa migliore è costituita senz'altro dal comparto sonoro, che conta sulle solite musiche e sugli effetti del film, afflitti però da una bassa qualità di campionamento.

Conclusioni

Multiplayer.it
5.0
Lettori (7)
4.6
Il tuo voto

Star Wars Battlefront: Lo Squadrone Speciale non ha niente a che vedere con la serie Battlefront che ben conosciamo, tanto che l'unica modalità multiplayer presente è in locale ed è confinata a scenari molto ristretti. Su Nintendo DS, il gioco si presenta come un action game con visuale dall'alto davvero semplice e povero di idee, il cui unico elemento di interesse è rappresentato dalle quattro classi che modificano l'equipaggiamento del nostro personaggio ma che purtroppo non possono cambiare il sistema di combattimento, davvero limitato e semplicistico. Gli scontri con i boss e le sezioni alternative non migliorano la situazione, anzi queste ultime aggiungono solo voci alla lista dei difetti del nuovo prodotto LucasArts, che a parte le belle illustrazioni e le musiche originali (ma in bassa qualità) ha davvero poco da offrire a un'utenza che non sia giovanissima o comunque poco esigente.

PRO

  • Musiche originali, sempre affascinanti
  • Belle illustrazioni nelle sequenze di intermezzo
  • Quattro classi disponibili durante il gioco

CONTRO

  • Stage brevi e semplici
  • Sezioni sparatutto statiche e limitate
  • Sistema di combattimento mediocre