7

Sulle tracce dei Pokémon

Torniamo a catturare pokémon con un pennino nel nuovo episodio del più originale spin-off della serie

RECENSIONE di Christian Colli   —   22/11/2010
Sulle tracce dei Pokémon

Dei tanti spin-off basati sull'universo dei pokémon, Pokémon Ranger se non il migliore è probabilmente il più originale. Pensato appositamente per il touch-screen della piccola console Nintendo, questo brand ha conosciuto soltanto due episodi, finora, ma anche il gravoso problema della ripetitività: okay, squadra che vince non si cambia, ma è anche vero che il troppo stroppia, per riassumere in due banalità lo spirito degli spin-off legati a Pokémon, che ormai sono davvero ridondanti e spremuti, edizione dopo edizione, fino all'ultima goccia. Se è vero che Pokémon Ranger è soltanto al terzo episodio e c'è ancora speranza per un futuro che non sia fatto di cloni e fotocopie, bisogna pure dire che Tracce di Luce non cerca di essere troppo convincente...

Traccia che ti passa

Tracce di Luce non si discosta minimamente dal concept alla base della serie: anche questa volta il nostro alter-ego sarà un ranger impegnato in una dura lotta contro un'organizzazione criminale intenta a catturare pokémon per loschi scopi.

Sulle tracce dei Pokémon

A differenza della serie madre, in cui i giocatori interpretano un allenatore a caccia di pokémon, in Pokémon Ranger le sfere Poké cedono il posto allo Styler, un particolare congegno che consente ai ranger di addomesticare temporaneamente i pokémon circondandoli di sentimenti positivi in modo che si fidino degli esseri umani. Questa meccanica, che tutto sommato non differisce molto dalla cattura, si riproduce a livello di gameplay tracciando, letteralmente, dei cerchi attorno allo sprite del pokémon di turno. Questi però non resterà inerme e cercherà di contrastarci con i suoi attacchi tradizionali: il giocatore dovrà quindi operare con attenzione, evitando di ricevere danni, pena la fine della partita. Come in Ombre su Almia, anche in questo caso sarà possibile modificare e potenziare lo Styler con i punti guadagnati in "battaglia"; inoltre, è possibile chiamare in aiuto uno dei pokémon che compongono la nostra squadra per indebolire il nostro bersaglio, nel caso sia troppo agguerrito: in questo caso entra in gioco il tradizionale equilibrio di elementi della serie targata GameFreak, ma bisogna utilizzare questa feature con attenzione poiché se il nostro partner viene colpito, potrebbe abbandonarci e fuggire. In generale comunque è al nostro servizio uno specialissimo Pichu armato di ukulele: la sua musica, che si potenzierà durante l'avventura, fornisce un ottimo supporto in battaglia, anche se sarebbe stato preferibile scegliere il nostro partner come accadeva in Ombre su Almia.

Mostriciattoli per amici

La longeva main-quest si snocciola principalmente attraverso lunghe esplorazioni del mondo di gioco, ma la nostra strada sarà spesso sbarrata da particolari ostacoli che non potremo superare senza fare affidamento sui nostri beneamati pokémon.

Sulle tracce dei Pokémon

In sostanza, i poteri dei vari pokémon che si uniranno a noi possono essere sfruttati per bruciare ceppi o spegnere incendi, ma una volta utilizzata l'abilità di un pokémon sul campo, questi scapperà via. Fortunatamente, Tracce di Luce è strutturato in modo che i pokémon necessari a risolvere un determinato enigma non siano mai troppo lontani da esso, rendendo meno frustrante la progressione rispetto a quanto accadeva nei prequel. Inoltre, i poteri dei pokémon non servono unicamente a risolvere i puzzle, ma possono fornirci un supporto tattico o altri tipi di aiuto, incentivando il collezionamento delle creaturine al fine di scoprirne le peculiari abilità, tant'è che a un certo punto otterremo anche la fiducia e il supporto di alcuni pokémon leggendari che potremo evocare per superare punti critici. Purtroppo Tracce di Luce propone questa formula per tutta la durata dell'avventura e nonostante la presenza di brevi sessioni aeree o sottomarine, subentra a un certo punto un po' di monotonia che rende il gameplay più pesante del dovuto. Per fortuna, Tracce di Luce presenta anche una interessante novità per la serie, costituita da una modalità multigiocatore wireless che permette di scaricare nuove quest e giocarle con un massimo di tre compagni, controllati da un'intelligenza artificiale o altrettanti amici: in realtà si tratta di missioni davvero semplici e veloci, la cui maggiore attrattiva è rappresentata dalla possibilità di ottenere alcuni pokémon decisamente rari, come Deoxys o Manaphy, e trasferirli nelle generazioni più recenti del franchise, HeartGold e Soulsilver oppure il trittico Diamante, Perla e Platino.

Conclusioni

Multiplayer.it
7.0
Lettori (54)
8.5
Il tuo voto

Pokémon Ranger: Tracce di Luce non è un brutto gioco, anzi rispetto ai due prequel apporta qualche interessante novità, ma è fin troppo simile ad essi e suscita una sgradevole sensazione di deja-vu a chi abbia già completato, per esempio, Ombre su Almia. Non solo a livello di gameplay, naturalmente, ma anche dal punto di vista tecnico, visto che i giochi sono essenzialmente identici tra di loro. A conti fatti, consigliamo questa nuova edizione a chi non ha mai giocato un Pokémon Ranger e ai fan sfegatati dei pokémon che, con Tracce di Luce, potranno aggiungere al loro pokédex alcuni esemplari di tutto rispetto.

PRO

  • L'idea dello Styler è ancora divertente
  • Longevo grazie anche alla modalità multigiocatore
  • E' possibile ottenere alcuni pokémon rari

CONTRO

  • Fin troppo simile ai predecessori
  • A lungo andare monotono e ripetitivo
  • Livello di difficoltà altalenante