37

Silenzio, parla Gainward

Coniugare potenza, silenziosità ed emissione acustica è finalmente possibile, grazie all'ultimo prodotto di casa Gainward basato sulle specifiche della NVIDIA GeForce GTX 560 Ti

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   07/04/2011

Gli appassionati di PC gaming sanno bene che uno degli scotti da pagare per godersi nel modo migliore i titoli di ultima generazione è il rumore della propria scheda video. Nella fattispecie, ci riferiamo al rumore generato dal sistema di dissipazione del calore, la cui ventola deve girare ad alta velocità per mantenere la temperatura entro un determinato valore se la scheda è sotto sforzo, ovvero se la stiamo utilizzando per calcolare complessa grafica poligonale ad alta risoluzione. Ebbene, la soluzione Phantom ideata da Gainward risolve il problema in maniera brillante, per certi versi quasi miracolosa considerando i risultati ottenuti tanto dalla GeForce GTX 560 Ti 1 GB oggetto di questa recensione, quanto soprattutto dalla più potente e costosa GeForce GTX 570, appena uscita sul mercato. E a tal proposito, apriamo subito una parentesi: le due schede costano rispettivamente 200 e 300 euro circa, una differenza di prezzo del 30% che non comporta però un divario prestazionale altrettanto ampio, pur risultando evidente nei benchmark. Dicevamo del sistema Phantom: composto da due ventole silenziose da 8 cm, da quattro pompe di calore e da un generoso dissipatore coperto infine da un involucro di plastica nero, rende la 560 Ti prodotta da Gainward il 67% meno rumorosa e il 13% più "fresca" rispetto a una GeForce GTX 470. Risultati straordinari, che garantiscono sessioni di gioco su PC all'insegna della silenziosità ma senza rinunciare alla potenza. C'è un solo aspetto in cui i prodotti NVIDIA devono ancora migliorare: i consumi. Da questo punto di vista, la scheda che abbiamo testato, pur facendo il possibile, non riesce a superare la diretta concorrenza con i suoi 178W in idle e 331W in load, contro i 175W in idle e i 294W in load di una AMD Radeon HD 6970 reference. Se state considerando l'acquisto di una NVIDIA GeForce GTX 560 Ti, insomma, tenete presente che per non correre rischi vi servirà un alimentatore da almeno 600W.

Silenzio, parla Gainward

Unboxing

La confezione della Gainward NVIDIA GeForce GTX 560 Ti Phantom 2 vanta un design sobrio e moderno, che reca sulla parte frontale tutte le informazioni relative alle tecnologie supportate: 3D Vision Surround, Physx, CUDA, SLI e la doppia uscita digitale. Il box interno, come va di moda da un po' di tempo a questa parte, è "ecologico" e dunque interamente di cartone grezzo: in esso troviamo una dotazione essenziale, ovvero la GTX 560 Ti, un adattatore a corrente da quattro a sei pin (la scheda possiede due prese da sei pin) e un disco contenente i driver nonché l'ottimo software ExperTool.

Silenzio, parla Gainward

Quest'ultimo, una volta installato, fa le veci del corrispondente ATI Tool per le schede AMD, ma senza il bisogno di creare e azionare manualmente dei profili per ottimizzare i consumi di corrente. ExperTool parte infatti di default con due configurazioni che si avviano automaticamente alla bisogna: una per la grafica in 2D, ovvero un uso "office" della GTX 560 Ti, che prevede un sostanziale abbassamento delle frequenze di esercizio; e una per la grafica in 3D, che riporta il clock della GPU e della memoria ai valori normali, dunque rispettivamente 822 MHz e 2004 MHz. Esiste inoltre un'impostazione "avanzata", sempre per l'uso con i giochi e i benchmark, che aumenta seppur lievemente le frequenze, portandole a 835 MHz per la GPU e 2050 MHz per la memoria. In questa sede non ci interessava valutare le possibilità del prodotto Gainward per quanto concerne l'overclock, ma considerando le temperature d'esercizio e l'efficienza del dissipatore, probabilmente esiste un certo margine in tal senso. Una volta montata nel case (un Antec Sonata), la scheda si è rivelata fin da subito estremamente silenziosa, quasi inudibile in un contesto office, e incline a non scaldare molto. La temperatura rilevata da ExperTool è stata infatti di 32 gradi in idle, con la ventola al 30%, e di 66 gradi in full load, con la ventola al 37%. Entrambi i valori dimostrano senza ombra di dubbio l'assoluta efficacia del sistema di dissipazione Phantom.

Configurazione di prova

Processore: AMD Phenom X4 9550
Scheda madre: ASrock K10N78FullHD 3.0 AM2+
Memoria: 4 GB di RAM DDR2 PC6400
Scheda video: Gainward NVIDIA GeForce GTX 560 Ti Phantom 2
Hard Disk: Western Digital SATA2 da 1 TB con 32 MB di cache
Sistema Operativo: Windows 7 Home Premium

DiRT 2 e Need for Speed: Hot Pursuit

I primi test che abbiamo effettuato riguardano due giochi di corse piuttosto diversi fra loro, ma ugualmente validi. DiRT 2, uscito alla fine del 2009, è stato uno dei primi titoli a supportare le nuove librerie DirectX 11, offrendo agli appassionati di rally un comparto tecnico di altissima qualità, curato fin nei minimi dettagli grazie a una moltitudine di effetti e a un sistema di danneggiamento delle vetture realistico e convincente. Il prodotto Codemasters ha convinto anche per l'eccellente scalabilità del motore grafico utilizzato, aperto a numerosissime regolazioni e alla fine dei conti molto leggero rispetto a quanto è in grado di offrire in termini di colpo d'occhio.

Silenzio, parla Gainward

Alla risoluzione di 1680x1050 pixel, con antialiasing QCSAA (una tecnologia NVIDIA per molti versi simile all'antialiasing morfologico di AMD/ATI, e che dunque garantisce valori più alti di smussamento a fronte di un minore impiego di risorse) regolato a 8X, tutti gli effetti impostati su "ultra" e la sincronia verticale disattivata, DiRT 2 gira a una media di 60 frame al secondo durante le gare visivamente più affollate, con il frame rate che sale a 90 negli eventi in cui si corre da soli. In quest'ultimo caso, attivare la sincronia verticale migliora in modo sostanziale la stabilità dell'immagine, eliminando un tearing abbastanza vistoso, e inchioda il gioco a 60 fotogrammi al secondo. Inutile dire che l'esperienza di guida beneficia moltissimo di tali risultati. Need for Speed: Hot Pursuit, uscito quasi un anno dopo, si presenta come un gioco di guida arcade ma non trascura l'importanza della fisica, riuscendo a rendere in maniera convincente il "peso" delle varie vetture a nostra disposizione all'interno di tracciati ampi, lunghi e dotati di innumerevoli percorsi alternativi da scoprire. La modalità carriere di Hot Pursuit ci vede alternarci fra le forze di polizia e un branco di piloti fuorilegge, in inseguimenti all'insegna della spettacolarità che sfociano in un multiplayer online di grande interesse. Gli sviluppatori di Criterion non hanno dotato il proprio racer di un livello di scalabilità paragonabile a quello di DiRT 2, e infatti la schermata delle regolazioni grafiche conta ben poche voci. Alla medesima risoluzione di 1680x1050 pixel, con le texture ad alta risoluzione e il motion blur attivati e il livello delle ombre impostato su "alto", anche Need for Speed: Hot Pursuit mostra due volti: le corse in cui controlliamo un'auto della polizia e dunque figurano meno vetture sullo schermo contemporaneamente, il frame rate medio si attesta sui 54 fps; di contro, le gare nei panni di un pilota fuorilegge si rivelano più impegnative e fanno scendere sensibilmente tale valore, fino a 44 frame al secondo. Il gioco rimane chiaramente molto godibile (su console, del resto, non gira a più di 30 fps, con cali abbastanza frequenti e a risoluzioni più basse), e rimane una delle sorprese del 2010.

Silenzio, parla Gainward

Lost Planet 2 e Tom Clancy's HAWX 2

Continuiamo l'analisi delle prestazioni della Gainward NVIDIA GeForce GTX 560 Ti Phantom 2 con due titoli action, anche in questo caso piuttosto diversi l'uno dall'altro. Lost Planet 2, uscito per PC a ottobre 2010 (cinque mesi dopo la versione console), riprende gran parte delle meccaniche che caratterizzavano il primo episodio e dunque fa leva sugli spettacolari combattimenti a bordo dei VS nello scenario di un pianeta decisamente inospitale, abitato da giganteschi mostri chiamati "akrid".

Silenzio, parla Gainward

Il sequel rinuncia a una trama di stampo classico per seguire le vicende di diversi personaggi, mettendoci dunque alla guida degli uno o degli altri a seconda della missione, e possiede un'impostazione multiplayer che però mostra il fianco a numerose mancanze, costringendo il lottatore a procedure piuttosto scomode anche solo per iniziare una normale partita in singolo. Al di là del gameplay, la realizzazione tecnica di Lost Planet 2 non si discute, il gioco può essere avviato sia in modalità DirectX 9.0c che in modalità DirectX 11, e possiede due benchmark integrati che ci permettono di capire fin da subito cosa potremo aspettarci dalle sequenze più concitate. Nel nostro caso, con tutti gli effetti al massimo e vsync disattivato, i risultati sono sempre stati di grado B: 54,9 frame al secondo di media per il test 1 e 34,8 per il test 2 in modalità DirectX 9.0c, 44,2 fps di media per il test 1 e 31,4 per il test 2 in modalità DirectX 11. Entrambi i test mostrano un'enorme quantità di oggetti ed effetti sullo schermo, dunque non ci si può lamentare delle prestazioni ottenute: con una ATI Radeon HD 5830, utilizzata ai tempi della recensione, in modalità DirectX 11 non si andava oltre i 20-22 fps. Ma passiamo a Tom Clancy's HAWX 2, uno degli ultimi franchise associati da Ubisoft al famoso scrittore di romanzi fantapolitici, che purtroppo, a dispetto del tema trattato, stenta a "decollare" e si presenta con un sequel per molti versi inferiore all'episodio di debutto. Anche in questo caso c'è un benchmark integrato e il supporto tanto delle DirectX 9.0c quanto delle DirectX 11, con queste ultime che riescono a valorizzare in modo sostanziale i paesaggi grazie all'uso della tessellation. Regolando tutti gli effetti al massimo, alla risoluzione di 1680 x 1050 pixel e con la sincronia verticale disattivata, il gioco ha restituito i seguenti risultati: 89 fps di media (con un picco di 213 fps) nella modalità DirectX 9.0c, 72 fps di media (con un picco di 152 fps) nella modalità DirectX 11.

Silenzio, parla Gainward

Bulletstorm e Metro 2033

Entriamo nella categoria first person shooter con un'altra coppia un po' agli antipodi, visto che è formata da un titolo uscito nel marzo del 2010, Metro 2033, e da uno uscito solo lo scorso mese, ovvero Bulletstorm. L'FPS "russo" prodotto da THQ, un po' come il primo Crysis, è un prodotto molto esoso dal punto di vista dell'hardware richiesto per farlo girare in maniera dignitosa: uno dei classici esempi di giochi per PC che vengono sviluppati sui computer della NASA ma poi devono funzionare su configurazioni alla portata di un pubblico più ampio possibile.

Silenzio, parla Gainward

Lungi da noi condannare questo tipo di approccio, tuttavia: come insegna la serie Crytek, ogni tanto un prodotto così non può che far bene al mercato. Durante i test, Metro 2033 ha restituito risultati in linea con la sua reputazione, passando dai 24 fps della modalità DirectX 11, con tutti gli effetti al massimo e vsync disattivato, ai 48 fps della modalità DirectX 9.0c. Il gioco dispone comunque di un gran numero di possibili regolazioni, e dunque basta ridurre qualche effetto per ottenere una maggiore fluidità. Più recente ma sicuramente meno esoso, Bulletstorm è stata una delle prime sorprese del 2011, presentandosi come un FPS ricco di idee originali e dunque un po' fuori dagli schemi. La possibilità di utilizzare un "guinzaglio" elettrico oltre alle classiche armi da fuoco moltiplica i modi in cui si possono eliminare i nemici, che peraltro reagiscono ai danni in modo differente a seconda di come li attacchiamo. Bello da vedere e divertente da giocare, insomma, il titolo sviluppato da People Can Fly si comporta discretamente bene con la GTX 560 Ti, girando a 40 fps con tutti gli effetti al massimo ma senza antialiasing e sincronia verticale, mentre attivando l'AA a 8X si scende a quota 25 fps. Il compromesso migliore probabilmente sta nel mezzo.

Silenzio, parla Gainward

Battlefield: Bad Company 2 e Call of Duty: Black Ops

L'ultima coppia vecchio/nuovo della nostra recensione vede confrontarsi l'ancora attuale Battlefield: Bad Company 2 e il recente Call of Duty: Black Ops. Le due serie propongono un approccio fondamentalmente diverso al medesimo genere, che va al di là di un'ambientazione per molti versi simile, con il franchise Electronic Arts più votato alla strategia, forte dei suoi scenari completamente interagibili, mentre Black Ops vede per la prima volta un episodio curato da Treyarch raggiungere vette di intensità e coinvolgimento in precedenza appannaggio esclusivo di Infinity Ward.

Silenzio, parla Gainward

Dal punto di vista tecnico, Bad Company 2 risulta più scalabile, essendo dotato di una grande quantità di regolazioni. Noi l'abbiamo provato con tutti gli effetti al massimo e il vsync disattivato, ottenendo un frame rate medio di 50 fps, con picchi di 68-70 frame al secondo durante le missioni meno movimentate. I due titoli hanno sicuramente in comune una certa varietà nel single player, che appunto alterna livelli estremamente caotici e spettacolari ad altri in cui viene enfatizzato l'elemento strategico o addirittura l'azione stealth. Pur essendo meno numerose rispetto a quelle del prodotto EA, le regolazioni grafiche disponibili in Call of Duty: Black Ops permettono comunque di godere dell'esperienza nel modo migliore su sistemi appartenenti a fasce diverse. Noi l'abbiamo provato impostando come al solito alla risoluzione di 1680x1050 pixel, con tutti gli effetti al massimo e la sincronia verticale disattivata, ottenendo un frame rate effettivamente soggetto a molte variazioni ma che garantisce quantomeno i 35 fotogrammi al secondo nelle battaglie più ingarbugliate.

Silenzio, parla Gainward

Conclusioni

La Gainward NVIDIA GeForce GTX 560 Ti Phantom 2 ridefinisce per molti versi la cosiddetta "fascia media" offrendo, a fronte di una spesa lievemente maggiore rispetto al modello reference, prestazioni di assoluta eccellenza per quanto concerne la rumorosità e la gestione delle temperature, entrambi fattori di grande rilevanza per una consistente fetta di utenti.

Silenzio, parla Gainward

La capacità computazionale non è comunque da meno, e anzi rispetto a una AMD Radeon HD 6870 (che abbiamo recensito poco tempo fa), che sempre nel modello reference ha un prezzo simile (per la 560 Ti siamo sui 180 euro, per la 6870 sui 160 euro ma bisogna considerare che è uscita qualche mese prima), il divario è notevole. E non parliamo della rumorosità, perché da quel punto di vista il prodotto AMD ha fortemente deluso le aspettative. La soluzione Phantom incide sul prezzo della scheda Gainward nell'ordine dei 20-30 euro, che sommati al resto della spesa aprono le porte a prospettive tecnologicamente più allettanti (vedi la AMD Radeon HD 6950) ma ancora acerbe per quanto concerne i sistemi di dissipazione. È tutta una questione di scelte, insomma: se desiderate rimanere nella fascia media, ovvero non volete spendere più di 200 euro per la vostra nuova scheda video, la Gainward NVIDIA GeForce GTX 560 Ti Phantom 2 si pone come un "compromesso d'eccellenza" fra silenziosità, temperature, consumi e potenza. Spendere lo stesso denaro per l'alternativa AMD significherebbe accedere a più alte prestazioni computazionali, a fronte però di risultati mediocri sotto il profilo del rumore generato. E se si desiderano le qualità del sistema di dissipazione Gainward unitamente a un prodotto di fascia alta, fra i più potenti sul mercato, c'è sempre la GTX 570 Phantom a poco meno di 300 euro.

Conclusioni

PRO

  • Assolutamente silenziosa
  • Ottime prestazioni per la fascia media
  • Gestione automatica delle frequenze

CONTRO

  • Consumi di una certa entità