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Piccolo il re, grande il gioco.

Inchiniamoci tutti al cospetto del nuovo, piccolo re degli RPG su Wii.

RECENSIONE di Fabio Palmisano   —   11/05/2009

Sin dai suoi primi annunci, Little King's Story si è da subito contraddistinto come una mosca bianca non solo in relazione all'ambiente Wii, ma più in generale anche se messo in confronto con il mood delle moderne produzioni videoludiche: estraneo a presentazioni in pompa magna nel corso della varie fiere di settore e sviluppato quasi in silenzio da un piccolo e talentuoso team, il gioco è dunque arrivato sul mercato con una dose di hype che, come vedremo, è inversamente proporzionale alla sua qualità.

C’era una volta un re

Volendo introdurre in poche parole a quella che è l'essenza di Little King's Story, si potrebbe dire che l'opera Marvelous Entertainment rappresenta un connubio fra Pikmin, Animal Crossing e Harvest Moon: le ispirazioni ai tre prodotti appena citati sono evidenti e per nulla mascherate, ma l'abilità degli sviluppatori è stata quella di amalgamarle all'interno di un titolo dalla forte identità, che traspare da numerosi aspetti. Tra le prime voci ascriviamo la presentazione del gioco, capace di calare efficacemente l'utente all'interno di un universo solo all'apparenza infantile e naif. Little King's Story narra le vicende del piccolo Corobo, un ragazzino timido ed impacciato che si ritrova improvvisamente a dover guidare il proprio popolo, dopo aver scoperto una corona magica con il potere di trasformare in re chiunque la indossi. L'impatto grafico è assolutamente convincente: l'avventura è introdotta da un filmato che si potrebbe definire come una sorta di dipinto ad olio in movimento, mentre menu e tutorial appaiono sotto forma di scarabocchi su una lavagna. L'originalità dello stile visivo si estende anche alle fasi di gameplay vero e proprio, merito soprattutto di alcuni filtri che rendono la grafica di Little King's Story particolarmente "morbida": l'area di gioco è inquadrata da una visuale a volo d'uccello che mostra ambientazioni bucoliche colorate e molto curate nei dettagli, ed i personaggi (anche se non particolarmente definiti) denotano un buon character design ed animazioni varie e molto piacevoli a vedersi. Il tutto viene accompagnato in maniera estremamente efficace da una colonna sonora composta prevalentemente da interpretazioni in chiave favolistica di celebri brani di musica classica, mentre gli effetti si distinguono per alcune soluzioni decisamente simpatiche -su tutte il suono "a pupazzo" dei passi del protagonista- e per l'incomprensibile farfugliare dei personaggi, simile allo gibberish reso famoso dai Sims. Un contesto che funge da ideale contorno per l'attività del giocatore, che in veste di re deve guidare il suo popolo nientemeno che alla conquista del mondo, passo dopo passo: un'impresa certamente non agevole, visto che Corobo comincia la sua avventura potendo contare solo su un capanno come castello, su tre consiglieri e su un manipolo di abitanti non certo inclini alle attività lavorative...<

Piccolo re, grande staff

Un indice del livello qualitativo di Little King's Story arriva anche dando un'occhiata alle figure chiave alla base del progetto, a cominciare dal produttore esecutivo, ovvero Yasuhiro Wada, creatore della serie Harvest Moon. A capo della programmazione abbiamo poi Youichi Kawaguchi (nel cui curriculum figura nientemeno che Dragon Quest VIII), mentre il design è stato curato da Hideo Minaba (Final Fantasy XII) e Kazuyuki Kurashima (Freshly Picked: Tingle's Rosy Rupeeland). Il comparto sonoro è stato infine affidato a Yoko Shimomura, già celebre autore delle musiche per la serie di Kingdom Hearts.

It ain’t easy being the king

Il concetto di progressione è a tutti gli effetti il vero e proprio cuore pulsante delle meccaniche ludiche di Little King's Story: invece di infarcire il titolo di quest, sotto-quest, minigiochi ed attività parallele, gli sviluppatori hanno preferito permeare la loro opera di una serie di elementi capaci di infondere nell'utente un genuino senso di compiutezza al termine di ogni sua piccola o grande impresa compiuta nel mondo di gioco. In termini molto stretti, infatti, si potrebbe definire Little King's Story come un videogame ripetitivo, che propone ciclicamente una serie di attività piuttosto limitate, nonostante le ovvie diversificazioni.

Piccolo il re, grande il gioco.

Fondamentalmente, la giornata tipo di Corobo si traduce nell'alzarsi la mattina, radunare al suo cospetto un manipolo di cittadini e condurli all'esplorazione di una parte dello scenario, vuoi per raccogliere tesori e provviste o per fare strage di mostriciattoli: al calare delle tenebre (un apposito orologio on-screen scandisce il passaggio del tempo), si tirano le somme delle proprie conquiste e si spende il denaro raccolto per ampliare il proprio regno con nuove infrastrutture o potenziare quelle già esistenti. Una routine spezzata di tanto in tanto da scontri con boss o cutscene che evidenziano eventi di particolare importanza, ma che non fa che ripetersi per un lungo periodo, vista oltretutto la notevole estensione dell'avventura. Eppure, Little King's Story è tutto tranne che monotono: l'esplorazione di una nuova area, il ritrovamento di un grosso bottino o semplicemente la costruzione di un nuovo edificio sono piccole grandi soddisfazioni che spingono l'utente a cominciare con entusiasmo ogni nuova giornata nei panni di Corobo. Ovviamente il merito è anche di una struttura ludica modellata in maniera impeccabile, sulle orme di quanto fatto da Miyamoto con Pikmin: l'utente comanda direttamente il solo re, che può farsi seguire dai propri alleati selezionandoli con il tasto B e indirizzandoli verso un obiettivo premendo A. Due semplici basi sulle quali poggia l'intero gameplay del prodotto Marvelous Entertainment: gli elementi indicati dal giocatore possono essere nemici da attaccare, risorse da raccogliere, zone da bonificare e via discorrendo, tutti lavori ai quali sono correlate unità specifiche quali il soldato, il contadino, il carpentiere e così via. Va da sé che progressivamente il tutto si fa più complesso: man mano che si prosegue nell'avventura aumenteranno le dimensioni del regno, le aree da esplorare, i sudditi gestibili contemporaneamente (fino ad un massimo di 30) e le qualifiche degli stessi, giungendo a livelli di profondità estranei allo stesso Pikmin. Proprio per questo motivo, si sente in certi casi la mancanza di un sistema di controllo più performante: con una scelta non del tutto condivisibile, gli sviluppatori hanno preferito non sfruttare in nessun modo il motion sensor del Remote, ma a conti fatti qualche funzionalità point-and-click avrebbe fatto davvero comodo. Questo e la talvolta frustrante assenza dell'autosave sono le uniche critiche che è possibile muovere ad un RPG strategico di razza, che farà la felicità di tutti i possessori di Wii anche solo minimamente interessati al genere.

Conclusioni

Multiplayer.it
ND
Lettori (67)
9.0
Il tuo voto

Little King's Story arriva come una vera e propria boccata d'aria fresca su Wii, al tempo stesso colmando una delle (tante) lacune della softeca Nintendo ed offrendo un'esperienza decisamente originale ed ottimamente costruita: il titolo Marvelous Entertainment riesce a raggiungere un perfetto equilibrio tra immediatezza e profondità, ponendosi come uno dei migliori giochi disponibili per Wii ed arrivando persino a superare un capolavoro come Pikmin sotto alcuni aspetti. Pur con qualche limite, Little King's Story è un prodotto che nessun hardcore gamer che si rispetti dovrebbe farsi sfuggire.

PRO

  • Gameplay semplice ed avvincente
  • Assai profondo e longevo
  • Comparto audiovisivo pregevole

CONTRO

  • Mancano autosave e supporto per il motion sensor