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Rise of the Argonauts - Recensione

In lieve ritardo rispetto alle festività natalizie, Codemasters pubblica per PC, PS3 e Xbox 360 un'avventura epica e ambiziosa. Forse troppo.

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   31/12/2008

"Prometeo ed Epimeteo, due fratelli appartenenti alla razza dei titani, furono incaricati da Zeus di distribuire doni alle specie viventi: Epimeteo donò la bellezza ai pavoni, la velocità ai cavalli, la forza agli orsi, la capacità di volare agli uccelli; Prometeo, dal canto suo, donò agli uomini la statura eretta, a immagine degli dei, e il fuoco. Invidioso dell'operato di suo fratello, Epimeteo decise di riprendersi i doni e di dar vita a una creatura che li possedesse tutti: un caprone dorato. Quando questo bellissimo animale si avvicinò all'uomo,

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però, questi lo attirò e lo uccise, ricavando dalla sua pelle un ornamento dai poteri straordinari: il Vello d'Oro." Sono più o meno queste le parole pronunciate dal satiro Pan per raccontare a Giasone la storia dell'oggetto che sta cercando. I due si trovano in un tempio sull'isola di Citra, e sono ormai passate settimane dalla loro partenza a bordo dell'Argo: il re di Jolco, dopo aver consultato l'Oracolo di Delphi, sa che c'è un solo modo per riportare in vita la sua sposa, uccisa il giorno stesso delle nozze per mano dei Linguanera (una razza di guerrieri e stregoni fedeli alla dea Ecate). Il Vello gli conferirà il potere di riportare indietro la donna che ama, e se per averlo dovrà persino visitare il Tartaro, così sia.

Dio privato

Rise of the Argonauts si presenta fin da subito come un progetto davvero ambizioso, che per alcuni versi si rifà a Mass Effect: l'andamento dei dialoghi viene determinato dal giocatore tramite scelte che possono essere "allineate" con i quattro dei che proteggono Giasone (Ares, Athena, Apollo ed Ermes). Seguire la via della violenza, della giustizia, della saggezza o della scaltrezza si traduce dunque in "achievement" che assieme a gesta più concrete (l'uccisione di un certo numero di avversari, il reclutamento di determinati compagni di viaggio, il completamento di missioni primarie o secondarie, ecc.) vanno ad affollare la schermata dedicata ai "doni", accessibile tramite il menu di pausa oppure ogni volta che ci imbattiamo in un altare votivo. Da lì potremo "dedicare" ai quattro dei le nostre imprese, guadagnando in cambio dei

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"punti incanto" da spendere per acquistare abilità o poteri speciali: i doni di Athena potenziano la nostra lancia e ci rendono capaci di attaccare da lontano; quelli di Ares migliorano l'efficacia del maglio e ci conferiscono il potere di causare esplosioni; i doni di Ermes rendono la nostra spada più affilata e veloce, dandoci al contempo la possibilità di evadere gli attacchi nemici; quelli di Apollo, infine, rendono il nostro scudo più resistente e migliorano la nostra abilità nella difesa. Sono dunque tre le armi che fanno parte dell'equipaggiamento di Giasone, e che possono essere sostituite con strumenti analoghi ma via via più potenti o dotati di caratteristiche peculiari: ci verranno donati nel corso dell'avventura e potremo ammirarne in qualsiasi momento lo splendore, visto che il personaggio li ripone alle sue spalle. Allo stesso tempo, durante il nostro viaggio ci troveremo a interagire con un gran numero di personaggi che potremo eventualmente reclutare e che ci aiuteranno in modo concreto, accompagnandoci durante le fasi di esplorazione e combattendo al nostro fianco in presenza di nemici. Il primo dei nostri alleati sarà l'enorme Ercole, ma alla fine della storia l'Argo sarà davvero piena di eroi leggendari, ognuno dotato di differenti abilità. Che tutto questo sia o meno attinente alla "realtà" mitologica, poco importa: la trama creata da Liquid Entertainment riesce da un lato a sfruttare il carisma dei personaggi, dall'altro ne intreccia le storie prendendosi ampie libertà ma ottenendo uno straordinario risultato finale. Ci si appassiona fin dall'inizio alla storia e ai dialoghi, e si finisce per divorare letteralmente le dieci ore e poco più che ci vogliono per completare il gioco. Troppo poco? Per un prodotto del genere, probabilmente sì.

Avventura...

I luoghi che visiteremo nel corso dell'avventura sono sei: la città di Jolco, regno di Giasone, da cui tutto ha inizio; l'isola di Delphi, luogo leggendario che non esiste sulle mappe, dove dimora l'Oracolo di Apollo; la città di Micene, governata da re

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Licomede e protetta da Ares; l'isola di Saria, abitata dai centauri e protetta da Ermes; l'isola di Citra, i cui abitanti agiscono secondo le leggi di Athena; il Tartaro, anticamera dell'Ade in cui Zeus ha confinato i titani per la dannazione eterna. All'interno di ognuno di questi scenari saremo chiamati a compiere una serie di missioni. A Micene dovremo conquistare il perdono di re Licomede e convincerlo a seguirci nella nostra spedizione, affrontando persino il potente Achille e scongiurando la minaccia dei Linguanera infiltrati. Si tratta della fase più articolata dell'avventura, che implica il maggior numero di missioni secondarie e ci vedrà persino combattere nell'arena come un gladiatore. L'isola di Saria appare probabilmente come la location più "povera", strutturata come una grande foresta piena di minacce, mentre sull'isola di Citra troveremo ad aspettarci diverse sorprese. Avremo modo di interagire con un gran numero di personaggi, e ogni dialogo potrà portare all'attivazione di una quest secondaria, con relativa segnalazione sulla mappa. Accedervi non è un'operazione immediata, visto che bisogna prima entrare nella schermata di pausa e dopo selezionarla, mentre sarebbe stato possibile assegnarne la visualizzazione direttamente a un pulsante del controller. Il fatto di dovervi ricorrere molto spesso, per orientarsi all'interno delle location, rende questa mancanza piuttosto fastidiosa.

...e azione

Le fasi di esplorazione e di combattimento condividono il medesimo sistema di controllo, con la differenza che nel primo caso Giasone non può utilizzare le armi, visto che vengono sguainate solo in presenza di nemici. Utilizzando la lancia, la spada o la mazza è possibile effettuare una serie di combo più o meno efficaci, e spesso la natura degli avversari ci suggerisce lo strumento da utilizzare per contrastarli. Le tre armi hanno caratteristiche profondamente diverse, laddove la lancia aumenta il nostro range d'azione (si può anche scagliarla da lontano), la spada agisce molto rapidamente e la mazza

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rappresenta la potenza bruta, spesso da preferire in assoluto per la rapidità con cui può porre fine agli scontri. Il gioco utilizza un sistema di indirizzamento automatico che funziona bene, e gli sviluppatori hanno inserito delle sequenze "rallentate" che enfatizzano la sensazione di impatto quando facciamo esplodere la testa dei nemici o li tagliamo in due: in tali frangenti, Rise of the Argonauts sa essere piuttosto spettacolare. Il rovescio della medaglia è rappresentato da una gestione della visuale tutt'altro che perfetta, da correggere manualmente tramite lo stick analogico destro, e da una generale ripetitività dell'azione: la differenza rispetto ad action game puri come Devil May Cry 4 è abissale, in tale frangente. Non si capisce bene perché, inoltre, il livello della salute del personaggio non viene visualizzato sullo schermo e dipende un po' dalla nostra interpretazione: quando i colpi subiti cominciano a essere troppi, cominceremo a sentire i canti dell'oltretomba e dovremo cercare di riprendere fiato, eventualmente sfruttando la capacità di Giasone di usare lo scudo e di rotolare a terra per evitare gli attacchi. Ogni location prevede lo scontro con uno o più "boss", talvolta davvero enormi e impressionanti (vedi Medusa nella sua forma di gorgone). Il più difficile da battere rimane senz'altro quello sull'isola di Saria, che poi dovremo affrontare nuovamente (insieme agli altri nemici più importanti) nel Tartaro, verso la fine dell'avventura, rispettando uno dei cliché dei picchiaduro a scorrimento classici.

Realizzazione tecnica

Tra i punti di forza del gioco c'è sicuramente l'ottima caratterizzazione dei personaggi: Giasone e gli Argonauti vantano un design azzeccato, ricco di dettagli, e la realizzazione di armi e armature è davvero straordinaria. Gli scenari riescono spesso a essere evocativi, e come già accennato è la città di Micene il luogo più ricco e più bello da vedere. I nemici sono piuttosto vari e vantano abilità differenti, mentre i boss sono talvolta enormi e spettacolari. Purtroppo tali pregi sono accompagnati da una serie di difetti

Rise of the Argonauts - Recensione

tutt'altro che trascurabili: benché il gioco utilizzi il potente Unreal Engine 3, i risultati lasciano molto a desiderare per quanto concerne la solidità del frame rate, che soffre di cali frequentissimi, in ogni situazione. A questa generale scattosità si accompagna un'interagibilità con l'ambiente praticamente nulla: Giasone può solo camminare e dialogare con gli abitanti delle varie città, e le sue esplorazioni sono spesso viziate dalla presenza di numerose barriere invisibili. L'animazione dei personaggi lascia un po' a desiderare, nella fattispecie risulta buona durante le fasi d'azione ma mediocre quando si tratta di muoversi. Il lavoro sulle texture in generale non è fantastico, anzi le trame utilizzate risultano spesso prive di definizione oppure utilizzate male. Passando al comparto sonoro, bisogna riconoscere il gigantesco lavoro svolto per i dialoghi, che sono stati localizzati in Italiano in modo eccezionale da Binari Sonori, utilizzando un cast di doppiatori di prima categoria. Il livello di recitazione è ottimo, ed è un peccato che alcune voci siano viziate da livelli di volume più bassi o da una qualità di campionamento inferiore, che rendono difficoltoso ascoltarne le parole se non si mette mano alle opzioni audio. Le musiche sono splendide e creano una grandissima atmosfera, mentre gli effetti rimangono nella media.

Conclusioni

Multiplayer.it
6.7
Lettori (17)
5.7
Il tuo voto

Rise of the Argonauts può contare su di una storia appassionante e su personaggi carismatici e di grande impatto, i cui dialoghi in Italiano sono stati resi al meglio da un lavoro di localizzazione davvero professionale. Vivere l'avventura di Giasone e dei suoi compagni si rivela un'esperienza coinvolgente, che ti prende dall'inizio alla fine nonostante i numerosi difetti della "forma". È infatti a livello tecnico che il titolo sviluppato da Liquid Entertainment soffre di più, per colpa di un'evidente mancata ottimizzazione del motore grafico (e stiamo parlando dell'Unreal Engine 3, lo stesso di Gears of War 2) che si traduce in un frame rate che crolla in modo disastroso ogni due per tre. Bisogna inoltre considerare che la componente action, nonostante le armi e i poteri a disposizione del protagonista, si rivela fin da subito ripetitiva e priva di particolare spessore. L'assistenza dei compagni durante gli scontri (è un peccato che si possa controllare solo Giasone - avrebbero potuto inserire una modalità secondaria basata unicamente sui combattimenti, come accadeva nell'ottimo Shadow of Rome per PS2) è buona, anche se la loro intelligenza riguardo gli spostamenti talvolta lascia a desiderare e non manca qualche piccolo bug. Per quanto riguarda l'esplorazione, è davvero triste l'assoluta mancanza di interazione con l'ambiente al di fuori dei dialoghi, che rappresentano alla fine il fulcro di tali fasi. Tirando le somme, Rise of the Argonauts eccelle sotto il profilo della storia, dello stile e dell'atmosfera, ma al contempo soffre di una serie di problemi tutt'altro che trascurabili. Un'avventura avvincente ma relativamente breve, che non può in alcun modo vantare lo spessore e la qualità dei titoli più blasonati.

PRO

  • Storia avvincente
  • Musiche straordinarie e doppiaggio in Italiano
  • Interessante gestione dei potenziamenti

CONTRO

  • Frequentissimi cali nel frame rate
  • Interazione con l'ambiente nulla
  • Poco longevo