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C'è voluto più del previsto ma alla fine, dopo tre anni e un silenzio che non lasciava presagire nulla di buono, Great Detective Pikachu: Birth of a New Duo è diventato realtà. Con un ottimo tempismo, il nuovo spin-off è arrivato proprio a ridosso dei festeggiamenti per il ventesimo anniversario della serie, tanto che appare fin troppo facile azzardare ipotesi sul perché della sua esistenza: un Pikachu con un adorabile cappellino da investigatore si vende praticamente da solo, tanto più ora che i remake di Rubino e Omega hanno mostrato quanto possa essere remunerativo assecondare i fan con topolini gialli vestiti in modi sempre più improbabili. Nuovo cosplay di Pikachu a parte, però, il gioco sotto sotto potrebbe nascondere anche un secondo fine: armati di pipa e lente d'ingrandimento, ci siamo allora messi a scandagliare la rete in cerca di indizi sulle reali ambizioni del titolo.

Great Detective Pikachu è ormai realtà: esperimento interessante o frivola operazione commerciale?

Una pacifica armonia

Sui piani di Nintendo per la pubblicazione in occidente di Great Detective Pikachu: Birth of a New Duo non si sa ancora nulla, ma il gioco è disponibile in Giappone da qualche giorno e c'è già chi ha deciso di portarsi avanti suggerendo agli sviluppatori a chi affidare il ruolo di Pikachu per il doppiaggio.

In questo contesto non mancano di certo le opportunità per dare una prima occhiata alle meccaniche di gioco e carpire anche qualche informazione sulla storia. Come il sottotitolo lascia intendere, saranno due i protagonisti di questa nuova avventura investigativa: un ragazzino di nome Tim Goodman e un Pikachu con un piccolo cappello da investigatore e la capacità di parlare. Senza addentrarci troppo nel loro background per evitare anticipazioni eccessive, prima del loro fortuito incontro il piccolo pokémon giallo ha subito un terribile trauma in seguito a un incidente, mentre Tim è appena arrivato a Rhyme City, la location del gioco, per scoprire cos'è successo al padre, sparito due mesi prima. Se avete dimestichezza con le dinamiche dei giochi della serie principale, vi sarà ormai piuttosto chiaro che i ragazzi di Game Freak hanno qualche problema con le figure paterne, quindi non fateci troppo caso. Comunque, a Rhyme City pokémon e esseri umani vivono insieme in apparente armonia, senza che i mostriciattoli vengano schiavizzati per le faccende domestiche o costretti a combattere tra loro ad ogni angolo della strada. È una visione a cui forse siamo ancora poco abituati ma in realtà, se si pensa a città come la Luminopoli di Pokémon X e Pokémon Y, oppure alle riflessioni sempre più presenti nella serie regolare, risulta assolutamente coerente con l'evoluzione dell'universo dei Pokémon nel corso degli anni. Siamo infatti in un mondo dove gli essere umani stanno ripensando profondamente il loro rapporto con i pokémon e storie come quella di N o di AZ sono solo degli esempi limite di questa sorta di rivoluzione. Tim e Pikachu inizieranno allora a collaborare proprio in quest'atmosfera di reciproca tolleranza, anche se il primo caso su cui dovranno indagare sarà quasi una dimostrazione di un equilibrio ancora piuttosto instabile. O forse, più semplicemente, dell'imprevidibilità di una coppia di Aipom dispettosi.

Ma tu parli!

Uno degli aspetti più controversi di Great Detective Pikachu è sicuramente il fatto che ci sia un pokémon in grado di parlare la lingua degli umani. Non che questo Pikachu sia il primo, intendiamoci: il Meowth del Team Rocket è solo il più famoso, ma anche Mewtwo e una lunga schiera di pokémon dopo di lui hanno dimostrato di poter comunicare attraverso l'uso della telepatia. Nella serie animata ci sono poi altri pokémon che occasionalmente parlano, quindi non è una novità assoluta. La cosa strana è che, in Detective Pikachu, solo Tim riesce a comprendere quanto detto dal pokémon: quest'ultimo, per tutti gli altri, emetterà semplicemente il classico verso dei Pikachu.

Sarà interessante vedere nel corso del gioco se e come verrà spiegato questo particolare legame (che vale anche nel senso opposto, ovvero Tim non riesce a capire il linguaggio degli altri pokémon) ma per il momento ci dobbiamo accontentare di sapere che questa capacità sarà in tutto e per tutto funzionale al gameplay. Dopo che sarà stato introdotto il "crimine", si passerà infatti all'analisi della scena alla ricerca di indizi per seguire delle tracce o per capire chi possa aver commesso un determinato "reato". In questa fase il giocatore sarà chiamato non solo a interagire con l'ambiente per trovare le prove, ma anche a porre delle domande ai presenti: poco importa che siano essere umani o pokémon. Ci si troverà così con Tim intento a dialogare con i suoi simili, mentre Pikachu avrà il compito di interrogare i pokémon e di tradurre le loro parole per farle capire al suo nuovo amico. L'aiuto del mostriciattolo giallo sarà poi utile anche per mettere assieme i pezzi del puzzle dopo una serie di interrogatori e, un po' come un novello Watson, sembra che Tim si troverà spesso sotto esame per dimostrare di aver raggiunto le corrette deduzioni per risolvere il caso. L'interazione del giocatore sarà limitata a questi aspetti durante l'esplorazione di una ristretta porzione della città alla ricerca di punti d'interesse. Andranno poi trovati anche testimoni nascosti, nell'erba o sugli alberi, e, una volta raccolte nuove informazioni, bisognerà tornare spesso sui propri passi per porre nuovi quesiti a chi era già stato interrogato in precedenza. Sembra che non ci sarà un sistema di punizione in caso di errori durante le fasi investigative, ma il discorso è diverso se si parla delle sequenze animate: il giocatore, infatti, verrà occasionalmente chiamato a interagire con le cutscene e, nel caso in cui fallisca nella pressione del giusto tasto durante il quick time event associato alla scena, si troverà di fronte a un'animazione diversa rispetto a quella standard. Al momento però non è dato sapere se questi errori avranno anche una qualche ripercussione sulla storia.

Una nuova serie?

L'interfaccia di Great Detective Pikachu sfrutterà il touch screen e, attraverso lo schermo inferiore del Nintendo 3DS, sarà possibile interagire con Pikachu (ci saranno una serie di scenette simpatiche pronte ad accompagnare determinate situazioni, sul modello di Pokémon Giallo), selezionare le domande degli interrogatori oppure analizzare le prove e le testimonianze sul caso in corso.

È proprio sulla difficoltà e maturità degli incarichi che si misurerà la vera natura del gioco che, a seconda della qualità degli enigmi, potrà o meno essere ricordato come una buona avventura grafica a tema Pokémon oppure come un nuovo, grazioso prodotto di merchandising per la serie. La seconda ipotesi sarebbe però un vero peccato, anche a fronte di un confezionamento grafico del titolo di tutto rispetto viste le capacità della piccola portatile Nintendo. Gli sviluppatori, infatti, hanno utilizzato il motion capture per le espressioni facciali di Pikachu e la computer grafica per rendere più coinvolgenti quelle scene in cui non è necessaria l'interazione con l'ambiente, ma hanno ricreato anche delle fasi esplorative che non si distaccano molto dalla grafica cartoon delle cutscene. Si tratta di uno stile che difficilmente avremmo potuto vedere all'interno di un RPG portatile e che non ci dispiace affatto. L'ultima considerazione riguarda invece una piccola anticipazione in cui ci siamo imbattuti durante le nostre indagini, ovvero (non leggete se non volete rovinarvi la sorpresa) che il gioco finisce con la scritta "to be continued". La nostra ultima domanda allora è: in Game Freak si stanno già preparando a una nuova serie di spin-off da pubblicare con una frequenza più o meno regolare?