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It's dangerous to go alone!

Cosa succede mischiando endless runner, roguelike e RPG?

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   15/10/2015
It's dangerous to go alone!

La fusione di generi sembra essere diventata ormai un'arte nell'ambito dei videogiochi mobile, in particolare a partire dall'endless runner, con sperimentazioni ardite che possono portare a risultati inaspettati. La corsa senza fine è in sostanza la base da cui partire per provare nuove esperienze, aggiungendo caratteristiche tratte da ambiti diversi e cercando di trovare una soluzione composita e sfaccettata ma sufficientemente solida, che possibilmente trovi una propria identità traendo spunti da tradizioni diverse. Un compito non facile che spesso si traduce in caotici zibaldoni poco congrui, ma che in certi casi si risolve in fusioni veramente interessanti. Dash Quest ricade in questa seconda eventualità, presentandosi sicuramente bizzarro e composito ma riuscendo a essere anche decisamente coinvolgente, fondandosi su meccaniche rodate e sul classico, immancabile grinding che si rivela sempre un meccanismo irresistibile per i videogiocatori. Ci troviamo dunque a controllare un personaggio che si sposta inesorabilmente in avanti lungo vari scenari, senza la possibilità di fermarlo né cambiare direzione all'interno di un percorso prestabilito e con gli unici comandi relativi ad attacco e difesa. Nugoli di nemici di varia foggia e trappole calano dall'alto dello schermo verso il protagonista, lasciando pochi secondi per effettuare la propria mossa e cercare di non perdere energia, mentre si avanza continuamente cercando di arrivare fino allo scontro con il boss, che ci attende alla conclusione di ogni scenario. Non potendo agire sulla corsa del protagonista, il sistema di controllo si limita a semplici tocchi per difendersi o attaccare: toccando la parte sinistra dello schermo ci si difende, mentre toccando la parte destra si attacca, cercando di azzeccare il giusto tempismo e limitare il più possibile i danni. Magie e pozioni si inseriscono come tasti aggiuntivi consentendo ulteriori scelte strategiche da adottare nel breve arco di tempo in cui possiamo fare le nostre mosse.

Attacco, difesa e upgrade: torniamo alle basi dell'RPG mentre si corre senza sosta in Dash Quest

Ricominciamo

It's dangerous to go alone!

Cosa ci può essere di complicato in un gioco che richiede solo di attaccare e difendere al momento giusto, mentre si avanza su un percorso prestabilito? Praticamente tutto. Il problema è il numero di nemici che affollano lo schermo e la difficoltà nel capire esattamente come e quando attacchino il protagonista, cosa che viene ulteriormente complicata dalla tendenza di questi a sovrapporsi uno all'altro nascondendo il punto esclamativo che compare sopra le teste a indicare l'imminente colpo e suggerendo dunque il momento giusto per difendersi. Una volta esaurita l'energia siamo costretti a ricominciare il gioco dal primo scenario, ma mantenendo il livello di esperienza raggiunto e gli upgrade acquistati, in questo modo rifacendosi alla tradizione roguelike. Ecco dunque che interviene l'elemento fondamentale di Dash Quest, ovvero il grinding, che diventa necessario per poter avanzare nel gioco, rendendo possibile l'acquisto di armature e armi sempre migliori con il denaro conquistato in battaglia, incrementando le statistiche del personaggio all'aumentare del livello di esperienza ed espandendo le possibilità di attacco e difesa aggiungendo nuove magie e abilità negli slot preposti. Il meccanismo si basa dunque su una ripetizione continua degli stessi livelli ma accompagnata da una progressione altrettanto costante, che rende ogni partita funzionale al prosieguo nel gioco. È ovvio che la ripetitività rappresenta un grosso rischio ma il senso di evoluzione del personaggio e la quantità di armi, armature e abilità acquistabili mantiene l'interesse alto, almeno fino all'endgame, che vista la quantità non eccessiva dei livelli può giungere in un tempo relativamente esiguo e smorzare fortemente l'interesse. La grafica pixellosa si adatta perfettamente allo stile action-RPG-roguelike d'altri tempi, fornendo una caratterizzazione decisamente nostalgica a un gioco che fonde elementi moderni (quasi post-moderni) ad altri storici. Dash Quest può essere scaricato gratuitamente ma la presenza incessante di video pubblicitari rende fortemente consigliato l'acquisto in-app che rimuove le pubblicità (2,99 euro), mentre le altre micro-transazioni si rivolgono soprattutto a chi vuole ridurre i tempi del grinding, offrendo oro a vari prezzi e veloci incrementi di esperienza.

Conclusioni

Versione testata iPhone 1.0.8
Digital Delivery App Store
Prezzo Gratis
Multiplayer.it
7.8
Lettori
ND
Il tuo voto

Le basi dell'RPG roguelike non tradiscono e sostengono bene questo particolare esperimento di Tiny Titan Studios, partito come digressione del classico endless runner ma definitosi con una propria e particolare identità grazie all'ottimo incastro dei meccanismi. L'evoluzione costante del protagonista giustifica l'intrinseca ripetitività dell'azione e, almeno fino all'endgame, il grinding attua la sua solita magia tenendoci incollati allo schermo. La questione cambia una volta visti tutti gli scenari e acquistati gli oggetti più esotici, cosa che può accadere dopo non molte ore di gioco, ma pur nella sua brevità (e per quanto costa) Dash Quest è un'esperienza che vale la pena provare.

PRO

  • Buon meccanismo di progressione
  • Azione intuitiva ma con elementi strategici
  • Piacevole caratterizzazione nostalgica

CONTRO

  • Intrinsecamente ripetitivo
  • Una volta visti tutti gli scenari l'interesse crolla
  • Pubblicità invasive senza l'acquisto in-app apposito