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Arrivederci Marcus!

Dopo sei anni, finisce una delle saghe più popolari su Xbox 360. La storia dell'ultimo assalto alle locuste

RECENSIONE di Antonio Jodice   —   17/09/2011

L'avventura di Marcus Fenix e dei COG avrebbe dovuto concludersi a fine 2010. Vista la concomitanza di pubblicazione di Halo Reach, l'anno scorso, e la necessità di avere un titolo dal forte impatto per questa stagione autunnale da affiancare a Forza Motorsport 4, Microsoft ha probabilmente deciso di rimandare al 20 Settembre 2011 l'uscita di Gears of War 3, trasformando il lancio, tra l'attesa spasmodica dei fan e una beta pubblica che ha riscosso un notevole successo, in un vero e proprio evento. L'aver citato Halo non è affatto una casualità, perché se c'è una saga che è riuscita a ritagliarsi un posto d'onore nella biblioteca degli utenti Xbox, proprio a fianco di Master Chief, quella è Gears of War, che ha avuto anche il merito di segnare, finalmente, uno stacco notevole tra la precedente e questa generazione di console.

Arrivederci Marcus!

Dal primo episodio è originata tutta la fortuna dell'Unreal Engine 3, adottato quasi plebiscitariamente per lo sviluppo di alcune tra le maggiori produzioni degli ultimi cinque anni: una catena di successi per Epic, dunque. Il problema è che, partendo da una posizione di così grande rilievo e da tanta attesa, il passo per cadere rovinosamente avrebbe potuto essere dannatamente breve. Per fortuna, Cliff Bleszinsky e soci, nel chiudere la trilogia, il passo l'hanno allungato...

Il gran finale

Gears of War 3, così come gli altri episodi, per essere un action shooter punta sulla trama e l'ambientazione con molta più enfasi che altri giochi della categoria. Anzi, le vicende legate al pianeta Sera, che si ritrova travolto dalle mostruose Locuste, bruciato in una guerra devastante, mentre un manipolo d'eroi cerca di portare a casa la pelle, pur non essendo di certo un concentrato d'innovazione e d'espressione letteraria, è estremamente godibile. A Marcus ci siamo affezionati ed eravamo proprio curiosi di sapere come questa vicenda si sarebbe andata a concludere. Vicenda che si apre con il ritorno dall'aldilà, anche perché alla fine non era morto, del padre di Marcus che pare avere tra le mani il bandolo della matassa e tutto il gioco è la storia del viaggio dei COG nel tentativo di andarlo a recuperare e di aiutarlo in un progetto che potrebbe salvare il mondo e porre fine a questo conflitto devastante. Al termine dell'avventura, che non vi anticipiamo in nessun elemento, si prova una strana sensazione: ci sono alti e bassi, momenti epici, altri meno, personaggi riusciti e mancati, ma ci si trova dispiaciuti di non sapere quando sarà il prossimo "episodio" e,

Arrivederci Marcus!

soprattutto, con i ricordi che vanno a quanto accaduto anche negli altri capitoli. L'universo creato per Gears of War, e questo è a parer nostro il più grande pregio di tutta la saga, è coerente, stilisticamente e come meccaniche, tanto che i tre capitoli si fermano nella mente come un tutt'uno, che negli anni si è migliorato, soprattutto dal punto di vista grafico, ma che è nato in maniera evidente, sin dall'inizio, come frutto di un progetto assolutamente chiaro. Insomma, saremmo pazzi a parlarvi di un'alternativa giocosa alla trilogia di Guerre Stellari, ma nel mondo dei videogiochi, raramente, ci è capitato di avere davanti agli occhi un'esperienza, assolutamente giocabile, che si dipana da un capitolo all'altro senza ripetizioni narrative, senza dover trovare espedienti assurdi per tirare a campare e con la chiara intenzione di raccontare una storia, semplicissima e forse banale, ma con un universo di creature e di locazioni che sembrano davvero esistere da qualche parte nell'universo e nel tempo.
Questa solidità e questa coerenza si pagano sotto il profilo della reale innovazione, nel senso che Gears of War 3 riparte esattamente da dove si era fermato il secondo capitolo, limando ulteriormente il sistema di coperture, che ora fila via liscio come l'olio in qualsiasi frangente, aggiungendo la cooperativa a quattro giocatori e alcuni nuovi elementi di gameplay come gli esoscheletri che diventano protagonisti di una manciata di sequenze, ma sostanzialmente restando fedele a se stesso e senza fare niente per convincere chi non si fosse trovato a suo agio negli altri due episodi. Pur restando godibile per chiunque, anche perché c'è un efficace filmato introduttivo che spiega cosa è successo sinora su Sera, è evidente che il piacere che proverà chi ha seguito i COG sin dall'inizio sarà di tanto superiore a chi si lancerà in Gears solo adesso, ma questo è il pregio e il difetto di Gears of War 3, che però andrebbe giocato solo per il gusto di provare il divertimento di questo genere in una delle sue massime espressioni.

Spacco tutto

Gears of War 3 è roboante e perfettamente sintetizzato da quella che è una delle migliori armi mai create in un videogioco, il Lancer munito di motosega, che qui arriva anche nella versione più antica con baionetta, più potente, ma meno preciso. Le armi, la fisicità che scatenano, le ricariche attive, il lavoro fatto sulle telecamere e il sistema di coperture sono segni distintivi che oramai vantano innumerevoli tentativi di imitazione e su questi Epic ha insistito pure stavolta, mettendo in piedi una campagna che si porta a termine in una decina d'ore. L'energia si ricarica, come sempre, stando in copertura e l'intelligenza artificiale dei propri compagni di viaggio, notevolmente migliorata, li porta a soccorrerci non appena si finisce a terra quando si viene colpiti per troppe volte di seguito, diminuendo un po' troppo il livello di sfida, soprattutto a livello normale.

Arrivederci Marcus!

Ce ne sono quattro di livelli di difficoltà e il nostro consiglio è quello di giocare da subito a difficile anche in solitaria per godere appieno del gioco, che ha nella longevità uno dei suoi punti di forza. Questo anche grazie al meccanismo di elementi sbloccabili messo in piedi, che porta a conseguire punti esperienza dopo ogni singola sessione, in qualsiasi modalità, facendo sì che il giocatore salga continuamente di livello e portando inevitabilmente ad accentuare il legame con Gears of War 3. Tornano le decine di oggetti segreti da trovare nei livelli per sapere i retroscena di quel che accade, così come tornano le esecuzioni per martoriare i nemici caduti a terra, raggiungendo nuovi livelli di truculenza e inevitabile soddisfazione. Su questi elementi e sull'esperienza online, fondamentale per vivere GOW 3, Epic ha lavorato tantissimo, adottando quel sistema di server dedicati, ritenuti fondamentali dai giocatori dopo la delusione provocata dai problemi di lag e dalla lentezza del matchmaking del secondo capitolo. Il lavoro, sotto questo profilo, pare encomiabile. Le partite iniziano in pochi secondi e, giocando in modalità storia, collegati a Xbox Live, senza nessun intoppo è possibile vedersi raggiungere da altri giocatori nel mezzo di una missione senza alcuna interruzione. Anche sotto questo profilo, di immediatezza e di pulizia del codice, Gears of War 3 rappresenta un ulteriore perfezionamento della saga.

Tutto l'online che c'è

Zona di guerra, il deathmatch di Gears, ha ora un coinquilino scomodo, il Team Deathmacth, che vede due squadre di cinque giocatori scontrarsi con 15 respawn a disposizione (idealmente, tre per ogni membro), dopo di che una volta morti si è fuori gioco. Già adesso, ci sono poche centinaia di fortunati muniti delle copie definitive, è evidente che sarà la modalità principe di Gears of War 3, ma nei mesi anche le altre avranno i loro momenti di gloria. Cattura il leader è la più curiosa senz'altro, con una versione di cattura la bandiera, in cui la bandiera è il caposquadra avversario, che va atterrato e poi usato come scudo umano per il tempo necessario a chiudere il match. Dalla sua, il Leader ha il potere di di vedere non solo dove stanno i propri compagni di squadra, ma anche dove stanno gli avversari, il che rende la comunicazione fondamentale, facendo subito ricordare come strategia e lavoro di squadra siano più importanti nell'online di GOW che in tanti altri giochi che così tanto puntano sul gioco in rete.
Epic ha anche lavorato su Orda, modalità cooperativa per cinque giocatori, in cui si devono affrontare orde crescenti di locuste e splendenti, aggiungendo la possibilità di guadagnare denaro da spendere per comprare torrette e item difensivi da disporre sul campo di battaglia. La curiosità è che se servono soldi per comprare oggetti più efficaci, come gli esoscheletri, i giocatori possono passarsi denaro tra di loro. Per i più malvagi, arriva la Belva, in cui, salendo di livello, si passa dalla parte dei cattivi impersonando via via i nemici più cattivi del gioco nel tentativo, contrario, di respingere ondate crescenti di COG.
Ovviamente, poter giocare tutta la storia in quattro giocatori online è l'aggiunta più gustosa all'impianto online, c'è solo da considerare il fatto che, in questo modo, anche il livello di difficoltà più alto diventa sin troppo arrendevole.

Obiettivi Xbox 360

Stando attenti a raccogliere un po' di oggetti nascosti e terminando il gioco a livello normale, al termine della prima corsa, vi dovreste trovare con circa 300 dei mille punti sbloccati. Per arrivare al bottino pieno, traguardo non impossibile, serviranno tante ore online, in cooperativa e la curiosità di trovare ogni singolo oggetto segreto. Un po' di pazienza, in definitiva.

Engine surreale, ultimo step

Quando vedemmo per la prima volta Gears of War, era il 2005, all'E3, c'era Tim Sweeney, guro tecnologico di Epic che, parlando fuori della saletta demo con un altro programmatore, stava raccogliendo un complimento sulla falsa riga di: "Probabilmente, GOW sarà una delle cose più belle su Xbox 360 per anni". Questa specie di vate, di cui ignoriamo il nome, ci aveva visto lungo, anche perché a ogni nuovo capitolo, Epic ha aggiornato la versione dell'Unreal Engine utilizzata, aggiungendo dettagli e particolari. Questa volta è il turno della fluidità, che resta praticamente sempre ancorata sui 30 fotogrammi al secondo in ogni frangente immaginabile, dei poligoni su schermo (certi boss sono la nuova definizione di "Enorme") e delle luci. Il nuovo sistema di illuminazione, di fumi volumetrici e di particelle, soprattutto, fa meraviglie, dando vita a certi scorci difficili da guardare senza trasporto.

Arrivederci Marcus!

Tra l'altro, è di molto aumentata l'interattività col fondale, con molte delle coperture che si scalfiscono o che addirittura vanno in pezzi, rendendo necessario muoversi in continuazione per trovare riparo. I nuovi personaggi femminili e il padre di Marcus rendono evidente che il motore è nato per disegnare omaccioni muscolosi e sudaticci, piuttosto che personaggi maturi o avvenenti soldatesse, ma il complesso è davvero mirabile e si farà ricordare a lungo. Mancano forse alcuni spunti in grado di riportare l'ansia e l'ispirazione di alcuni luoghi del primo capitolo, ma un paio di passaggi, siamo certi, vi stupiranno.
Sul versante audio ci sono un paio di perle per i fan, il solito buon accompagnamento sonoro e d'effetti. Il doppiaggio vede un cambiamento nella voce di Marcus che farà storcere il naso ai più nostalgici e bisogna lavorare con i livelli dei volumi nelle opzioni per avere una resa ottimale (le voci sono un po' basse, altrimenti), ma a parte questo c'è tutto quel che serve per arrivare alla fine di questo film lungo sei anni.

Conclusioni

Multiplayer.it
9.5
Lettori (999+)
9.1
Il tuo voto

In tanti ci speravano che Gears of War 3 potesse chiudere in maniera degna una delle trilogie più significative degli ultimi sei anni. Se siete tra questi, potete smettere di sperare, visto che la saga di Marcus termina con un finale spettacolare che, se pur insiste su meccaniche consolidate, le perfeziona sotto ogni aspetto, diventando il termine di paragone per gli action shooter su Xbox 360. Non ci è difficile immaginare come, fra qualche anno, l'aver giocato alla trilogia di Gears of War possa essere considerato uno dei passaggi importanti nella carriera di qualsiasi videogiocatore perché un universo così coerente, espressivo e "divertente" era difficile da mettere in piedi e ancor più da far camminare fino al suo epilogo. Se poi i server dedicati dovessero reggere alla botta di utenti che li assaliranno all'uscita, con ogni probabilità, Gears of War 3 sarà uno dei quei titoli che vi accompagneranno da qui fino all'uscita delle prossime console casalinghe.

PRO

  • Una conclusione all'altezza delle aspettative
  • Bello come non mai
  • L'online senza sbavature
  • Tante modalità e cose da fare

CONTRO

  • Fa poco per piacere a chi non ama la saga
  • Un po' troppo facile a livello normale