Si avvicina a passi da gigante il lancio di Civilization Beyond Earth, titolo che forse non parla ad un pubblico vasto come quello dei grandi blockbuster, ma ha comunque una solidissima base utenti che attendono questa variante spaziale al gameplay classico della serie. Di recente Sid Meier ha parlato, non solo del progetto, durante una conferenza dedicata proprio ai titoli Firaxis, potete leggerne qui il riassunto, cosa che ovviamente vi consigliamo di fare. Se vi siete persi The Vanishing of Ethan Carter o semplicemente non avete intenzione di giocarlo, questo bel video di Other Places mostra le spettacolari ambientazioni messe in scena dal team polacco che vi ha lavorato, un risultato davvero incredibile. Infine date un occhio a questo pezzo sul "mercato nero" delle astronavi all'interno di Star Citizen, un fenomeno appena nato ma in forte crescita e ignoto ai più!
Tutto il mondo del gioco su PC nella rubrica settimanale di Multiplayer.it!
COMPONENTE | CARATTERISTICHE | PREZZO |
Processore | AMD FX-6350 | € 100.00 |
Scheda Madre | Asus M5A97 R2.0 | € 70.00 |
Scheda Video | AMD Radeon R9 270X | € 145.00 |
RAM | CORSAIR XMS3 8Gb (2x4Gb) ddr3 1600 MHz | € 80.00 |
Alimentatore | CORSAIR cx500 v2 500 Watt | € 50.00 |
Hard Disk | Hard Disk Seagate - Barracuda 500 GB SATA-II 3.5LP 12.4MS 7200RP | € 40.00 |
Lettore-Masterizzatore Ottico | Masterizzatore Samsung SH-S223Q | € 20.00 |
Case | Corsair Carbide Series 200R | € 50.00 |
CONFIGURAZIONE COMPUTER ENTRY LEVEL | € 505.00 |
Questa settimana abbiamo scelto due giochi che stanno facendo parlare di sé non solo per la bontà dell'idea, ma anche perché dietro il loro sviluppo ci sono diverse persone che hanno contribuito alla creazione di Bioshock, divenuto ormai un classico nel mondo dei videogiochi. I giochi in questione sono The Black Glove e The Flame in the Flood. Forse gli sviluppatori di questi giochi sono rimasti senza stipendio, o forse volevano lavorare in totale libertà, senza un game designer o un publisher che li dirigessero con la frusta. Fatto sta che entrambi i progetti spiccano per fantasia e inventiva. E i giocatori li stanno premiando.
Abbiamo guardato il video di presentazione di Black The Fall e subito ci è venuto in mente l'indimenticabile Another World, che infatti viene citato dagli sviluppatori tra le fonti di influenza del gioco. Il classico di Delphine Software sembra quindi rivivere in questo progetto, soprattutto nello stile visivo e nelle animazioni.
Black The Fall è un gioco di avventura e azione ambientato in un mondo post industriale, una specie di degenerazione ultima dei regimi comunisti sovietici. Lo scopo ultimo del giocatore, che interpreta Black, è quello di invertire il declino che sta corrodendo l'umanità. Gli elementi cardine del sistema di gioco sono lo scorrimento orizzontale delle scene, le sequenze di azione o di infiltrazione, a seconda dello stile scelto dal giocatore, e la soluzione di puzzle. Nel mondo di Black The Fall l'industria ha fermato il suo sviluppo, e macchine aggressive mantengono l'ordine instaurato dalla dittatura. Oltre a spregevoli delatori, agenti infiltrati e soldati venduti al regime, incontreremo anche minatori, intellettuali, senza tetto, ragazzini e creature mutate a causa dell'inquinamento. Come ci comporteremo nei confronti della popolazione modificherà la nostra reputazione, con ripercussioni anche sulla trama di gioco. Al di là degli elementi tipici dei giochi di azione e avventura, Black The Fall vuole quindi offrire al giocatore la possibilità di vivere l'emozione di un viaggio nelle viscere di un mondo che cerca di tenere accesa la fiamma della speranza a ogni costo. Mentre scriviamo, molti hanno già finanziato il progetto e il traguardo delle venticinquemila sterline è vicino. Speriamo bastino a fare coesistere tutti gli elementi del gioco in armonia fra loro.
Era da un po' che non vedevamo richieste di finanziamento così esose per creare un videogioco. The Black Glove punta a raccogliere infatti ben 550.000 dollari. I nomi dietro il progetto non sono famosi, ma hanno avuto tutti un ruolo importante nella creazione di Bioshock e Bioshock Infinite.
Forse quello che manca agli sviluppatori è una maggiore chiarezza nel raccontare la loro idea, perché è talmente bizzarra da richiedere più di qualche succinto paragrafo su Kickstarter. Detto in poche parole, in The Black Glove impersoniamo il ruolo del curatore di un teatro surreale scollegato dalla realà. Gli artisti di questo luogo metafisico stanno infilando un fiasco dietro l'altro ed è nostro compito riportarli ai fasti di un tempo, manipolando il loro passato e le loro personalità. Per farlo dobbiamo giocare con degli immaginari cabinati da sala giochi e ottenere record ammirevoli. In questo modo le anime degli artisti che dobbiamo salvare dalla rovina si apriranno come fossero corpi pronti per un'autopsia. Maneggiando elementi che rientrano nei settori Medium, Message e Muse, modificheremo la loro storia e otterremo cambiamento significativi nella vita presente del teatro. Le nostre decisioni possono portare a esiti talvolta imprevedibili, perfino catastrofici, e questo incentiva a ripercorrere il gioco da capo per sperimentare nuove combinazioni. In quanto a originalità non c'è male, anche se l'atmosfera anni Venti con visuale in prima persona è una formula abusata negli ultimi anni. The Black Glove sembra proprio uno di quei giochi che bisogna provare prima di potersi farsi un'idea delle sue reali possibilità. Ma perché questo accada mancano ancora 400.000 dollari.
Ancora un gioco sviluppato da professionisti dell'industria che in passato hanno contribuito a creare titoli di fama mondiale come Bioshock, Halo e Guitar Hero. Abbiamo visto il video e siamo rimasti molto colpiti dall'atmosfera di The Flame in the Flood. L'emozionante canzone che accompagna le immagini di certo ha contribuito a smuovere qualcosa dentro di noi, ma anche il contrasto fra la grafica infantile e l'impronta oscura che trapela dalle immagini ha stuzzicato la nostra immaginazione.
Un grande fiume pericoloso attraversa il gioco, un fiume sul quale si gioca il destino della giovane protagonista e del suo cane. In questo possente flusso d'acqua confluiscono diverse fonti di ispirazione geografica, dal delta del Mississippi alle paludi della Louisiana. Un fiume che a ogni partita si rigenera e cambia fisionomia, ma che rimane sempre aspro e pronto a travolgere tutto alla prima pioggia intensa, minaccia costante sul capo dei sopravvissuti di questo mondo dopo la fine del mondo. Per sopravvivere bisogna imparare a conoscere il territorio e sapere cosa cercare. Se poi quello che cerchiamo non è disponibile in natura, possiamo sempre costruircelo da noi, in una costante lotta contro la fame, il freddo, le ferite e la natura selvaggia. Infezioni, ipotermia, avvelenamenti sono sempre possibili, pertanto è fondamentale sapere come contrastarli. Allo stesso modo dobbiamo capire come trattare i bizzarri personaggi che incontriamo lungo il nostro percorso. A volte dovremo bussare alla loro porta con del cibo da condividere, mentre in altri casi sarà meglio infiltrarci di nascosto nel loro rifugio e rubare qualcosa di nascosto. D'altronde ne va della nostra vita; persa quella, si ricomincia dall'inizio del fiume, sulla zattera di partenza. Unica consolazione, il nostro cane e i doni che porta con sé dalla partita precedente. Chissà che l'esperienza passata a quel punto non ci abbia insegnato qualcosa. Ma attenzione, la pioggia non perdona, e quando ricomincerà a cadere, sarà meglio non essere più nei paraggi. The Flame in the Flood ha la forza della grande narrativa, solo che, essendo un videogioco, saremo noi a viverla in prima persona. E nel caso velo siate chiesto, il traguardo è stato raggiunto e superato.
di Andrea Rubbini
Benvenuti in Underground, la rubrica che potrebbe essere piena di lalleggiamenti di neonati e non se ne accorgerebbe nessuno. Underground, la rubrica pretesto per poter fare battute sul Rubbini che non legge nemmeno il Rubbini. Underground, un mucchio di testo che pretenderebbe di avere un senso compiuto, ma schifato anche dai correttori di bozze. Underground... (e basta, ndUmbertoestremamenteannoiato).
Underground, la rubrica dove anche le note annoiate non sono quello che sembrano, ma sembrano quello che sono.
Dopo il solito delirio iniziale, che serve per farvi desistere dal continuare la lettura e andare subito alla configurazione hardware, sfruttiamo la parte restante della quantità di testo che serve per rendere decente l'impaginazione per parlare di alcuni titoli... brutti. Lo sappiamo che solitamente parliamo del meglio che la scena indipendente ha da offrire, ma questa settimana ci è capitato di impilare un filotto mica male di titoli dal valore indubbiamente basso, senza trovarne nessuno che fosse sublime in senso kantiano (eh? ndUmbertoperplesso). Così ci siamo affidati al nostro nume tutelare, Paolo Fox, e dopo aver letto l'oroscopo del segno del ratto (sesso: niente, amore: niente, lavoro: non scherziamo, salute: la colonoscopia ti riserverà una bella sorpresa) abbiamo deciso di parlarvene, in modo che possiate evitarli (ma il delirio non era finito? ndUmbertochestameditandodisostituirelarubricaconunricettario).
Cominciamo dal platform puzzle game Baezult di Atapki, il migliore del gruppo pur con tutti i suoi limiti. Apparentemente ci troviamo di fronte a un clone di Rick Dangerous bello e buono, con l'eroe identico a quello del titolo di Core Design e un sistema di gioco molto simile, basato sull'uso di una pistola per uccidere i mostri e della dinamite per distruggere gli ostacoli.
La strutturazione a schermate fisse ci riporta comunque più indietro, a titoli come i Monty o addirittura a Aztec per Apple II. Non è un male, badate bene, che a noi il gusto per l'antico piace. Peccato che l'esecuzione lasci davvero a desiderare, con puzzle che spesso risultano essere frustranti per grosse mancanze nel design. Fortunatamente è un titolo gratuito e gli si può dare uno sguardo senza sentirsi troppo in colpa. Magari vi piace anche, se riuscite a passare sopra i bug e le varie spigolature.
Il secondo gioco di cui vogliamo parlarvi è Blocked Street di Viole(n)t Blue, sulla carta un simpatico tributo ai Game&Watch, in pratica un titolo davvero povero, anche se confrontato con la fonte d'ispirazione. Nei panni di un angelo bisogna afferrare delle ambulanze bloccate nel traffico e fargli saltare la fila. Ad ostacolarci ci sono delle nuvole cariche di lampi capaci di ammazzarci al tocco. Come genere vuole, si tratta di un gioco di abilità in cui i riflessi la fanno da padrone; peccato che sia limitatissimo, formato com'è da una sola modalità, senza neanche quelle varianti minime che avevano gli "schiaccia pensieri" degli anni ottanta. Ovviamente non si pretende molto da un titolo simile, ma un po' di impegno in più non avrebbe guastato.
Veniamo ora al peggiore del gruppo, un titolo che ci ha fatto rivalutare le foto porno con amici immaginari del Rubbini. Stiamo parlando di Accidental Runner, endless runner di Albert Espín, sviluppato, pensate un po', con l'Unreal Engine 4. Si tratta di un action in terza persona o in prima persona, l'inquadratura è selezionabile premendo un tasto, in cui si guida uno strano tizio che può solo correre da fermo. Diviso in diversi stage di difficoltà folle, lo scopo è evitare più ostacoli possibili da soli o con un amico, possibilmente uno con cui desiderate litigare perché si è accoppiato inopportunamente con la vostra partner.
Solitamente non siamo contro i giochi difficili, ma qui la sfida nasce dai difetti di programmazione, il che non è bello. Tra collisioni imprecise, pattern degli ostacoli poco leggibili, esplosioni che coprono pezzi di schermo portando a morte certa, lo si può gradire solo se si è dei grandi fan degli installer.
Dopo aver parlato di tre giochi di bruttezza crescente, ci fa piacere parlare di un quarto che è davvero brutto. Pregnancy di Locomotivah vorrebbe raccontare il dramma di una ragazza di quattordici anni che deve scegliere se tenere o abortire un figlio concepito da una violenza sessuale subita. Il tema è di quelli importanti e ci piacerebbe poter dire che gli sviluppatori sono riusciti a renderlo al meglio. Invece la povertà di scrittura e una certa banalizzazione di fondo del gameplay, che si limita a mettere il giocatore nei panni della coscienza della ragazza e, nei fatti, a dover scegliere al posto suo cosa fare, lo rendono un fallimento su tutta la linea, non salvato nemmeno dalla sua natura vagamente sperimentale. Insomma, non basta un tema forte per fare un buon gioco. Bisogna anche saperlo maneggiare.
Ultimo titolo della galleria degli orrori e di questa settimana è Secret of Escape di Gamepopper, stealth game apparentemente di buon livello, ma che alla lunga rivela tutti i suoi limiti, a causa dell'imprecisione del sistema di controllo. L'obiettivo del giocatore è superare una serie di livelli di difficoltà crescente evitando trappole, mine, torrette e altri simpatici strumenti di morte. All'inizio funziona tutto davvero bene, ma appena ci si trova in aree più complesse, la scivolosità del protagonista finisce per demoralizzare e ci si trova a guardare lo schermo chiedendosi chi ce lo abbia fatto fare a installare questa roba.
di Simone Tagliaferri
World of Warcraft
Assoluto protagonista di questa settimana non poteva che essere il kolossal di Blizzard, finalmente aggiornatosi - dopo più di un anno! - con la patch 6.0.2, La Marea di Ferro, che fa da apripista all'imminente e attesissima espansione Warlords of Draenor.
Ve ne abbiamo già parlato esaustivamente nel nostro speciale dedicato, ma dato che siamo troppo buoni riassumeremo qui le caratteristiche salienti dell'update. Anzi no, sono troppe pure per un riassunto ordinato: diciamo solo che l'aggiornamento sconquassa alle radici il gameplay di World of Warcraft, cambiando le statistiche, togliendo e aggiungendo abilità e incantesimi, riducendo soprattutto i valori numerici che avevano superato il limite del buon senso. Blizzard deve ancora limare qualche imperfezione, specialmente per quel che riguarda i vecchi content, ma lo "squish" sembra aver messo d'accordo quasi tutti. Qualche voce fuori dal coro si è fatta sentire per via della tanto attesa implementazione dei nuovi modelli poligonali, mentre unanime è stato il consenso per l'espansione della banca e del Void Storage e l'aggiunta della Scatola dei giochi: tutto spazio in più per i nostri inventari. La patch ha anche aggiunto una semplice questline che introduce l'arrivo dell'Orda di Ferro nella nostra epoca e un'anteprima dei Bastioni di Roccianera Superiori, un dungeon che potremo giocare al cento percento nell'espansione ma che già oggi regala degli oggetti interessanti per gli avventurieri di livello 90. Tra le altre cose, la patch ha migliorato l'interfaccia con nuove opzioni e funzioni, come quella che permette di trovare facilmente dei gruppi di gioco: per incoraggiare gli utenti a sperimentare questa nuova feature, Blizzard ha indetto un evento chiamato Mena e Depreda grazie al quale sarà possibile ottenere, almeno una volta a settimana e con sicurezza, un'arma di tipo "cimelio" sconfiggendo Garrosh alla fine de L'Assedio di Ogrimmar, purché non lo si affronti in modalità Ricerca delle incursioni. L'aggiornamento 6.0.2, insomma, è decisamente uno dei più importanti nella storia di World of Warcraft: non stupisce, dunque, che nelle ultime settimane le sottoscrizioni siano nuovamente aumentate di seicentomila in pochi giorni.
A Realm Reborn: Final Fantasy XIV
La settimana scorsa vi abbiamo anticipato alcuni dei contenuti di Dreams of Ice, il nuovo "major update" - che ora ha un titolo - del Reame Rinato di Square Enix. Ve li ricordiamo in poche righe: un nuovo Primal da sconfiggere, e cioè Shiva; un nuovo dungeon, Snowcloak, con il mitico lupo Fenrir per boss finale; due vecchi dungeon in modalità Hard, e cioè Sunken Temple of Qarn e Sastasha Grotto; due nuove classi, il Rogue e la sua evoluzione job, il Ninja; una nuova serie di missioni principali, nonché le nuove avventure di Hildibrand, ma anche il Final Coil of Bahamut per i giocatori veramente hardcore. Tutti i contenuti sono stati riassunti in un epico trailer che potete vedere qui a lato. La data di uscita, purtroppo, è ancora avvolta nel mistero... o quasi. Contemporaneamente, infatti, Square Enix ha annunciato l'edizione Game of the Year del suo quattordicesimo Final Fantasy: uscirà il 14 novembre (eh eh) e sarà contenuta in una confezione a forma di Book of Diamonds. Nel disco troverete tutte le patch già pubblicate, compresa la 2.4 (che quindi uscirà entro il 14 novembre, dai, è ovvio!) ma anche un codice per giocare due mesi e cinque cartoline. Si tratta, insomma, di un box perfetto per chi non ha ancora giocato uno dei migliori MMORPG sulla piazza!
The Elder Scrolls Online
Non è un mistero che l'MMORPG di ZeniMax Online e Bethesda non se la stia passando tanto bene, ma gli sviluppatori hanno deciso di non arrendersi e di proseguire nella strada lastricata di patch che conduce al loro MMO ideale, sperando che sia lo stesso del loro zoccolo duro di fan.
L'aggiornamento 5 è all'orizzonte, ed è gigantesco: le novità sono talmente tante che, sul forum ufficiale, i devs hanno pubblicato una miniguida che consiglia ai giocatori le aree che sarebbe più saggio mettere alla prova. Tra di esse spiccano il nuovo dungeon, City of Ash, e la nuova interfaccia legata al crafting. Per saperne di più vi consigliamo di leggere il topic ufficiale sul forum di The Elder Scrolls Online, e di approfittarne per dare un'occhiata anche al nuovo Road Ahead, la rubrica mensile con cui il director Matt Firor analizza i progressi del gioco. Stavolta, ovviamente, si parla approfonditamente dell'Update 5 e di novità come le animazioni facciali rivedute e corrette, il sistema di "level scaling" per i dungeon, i balloon per la chat e lo stile Dwemer per il crafting.
Il tanto atteso continente di Auroria arriverà ufficialmente il 4 novembre : l'area è situata a nord e comprende sei regioni completamente nuove, quattro delle quali potranno essere conquistate dalle gilde più organizzate. A detta di Trion, il nuovo continente si traduce in un buon trenta percento di spazio per l'housing in più, sempre che i giocatori riescano a mettere le mani sopra i lotti di terra neutrali. Auroria comprende anche un nuovo dungeon, un carro e un sottomarino: inutile dire che per saperne di più è meglio leggere le informazioni pubblicate sul sito ufficiale.
di Christian La Via Colli
Intel non conosce la parola crisi
Intel si conferma regina del settore CPU con un record di cento milioni di processori venduti durante lo scorso trimestre. Il settore mobile ha svolto un ruolo importante nel raggiungimento di questo obiettivo ma due terzi degli introiti, ben 9.2 miliardi di dollari su un totale di 14.6 miliardi, arrivano dal settore PC che pur attraversando qualche difficoltà non è precipitato in quel buco nero da tanti profetizzato negli ultimi anni. Il record ha garantito a Intel un aumento dell'8 percento rispetto agli introiti registrati nel medesimo trimestre dello scorso anno e sono aumentati anche i profitti che hanno compiuto un balzo in avanti del 12%. Il positivo trimestrale della compagnia è arrivato a 3.3 miliardi di dollari e secondo le previsioni questa cifra dovrebbe condurre, alla fine dell'anno fiscale, a un guadagno annuale di 14.7 miliardi di dollari. Parliamo, in sostanza, di un'azienda in ottima salute che ha dimostrato di essere estremamente confidente nel proprio futuro, tanto da investire 4.2 miliardi di dollari per riacquisire 122 milioni di azioni. I fattori del successo targato Intel includono il passaggio ai 14 nanometri e le ottime performance del settore servizi e del Data Center Group che hanno totalizzato, nel complesso, introiti per 4.2 miliardi.
Ma questo momento di gloria lo si deve anche alla debolezza della concorrenza diretta. Negli ultimi anni AMD ha attraversato un periodo difficile e non è riuscita a opporsi a uno sfidante che ha ricalibrato anche i prezzi riuscendo a rafforzare il proprio dominio sul settore desktp. AMD, dal suo canto, può vantare la presenza delle sue CPU nelle console di nuova generazione e ha ottenuto buoni risultati con le sue APU ma ha lasciato le CPU tradizionali in un limbo da cui dovrebbero uscire nel 2016 con il passaggio dall'architettura Steamroller, seconda revisione di quella denominata Bulldozer, a qualcosa di finalmente nuovo. Nel frattempo, nel corso del 2015, le APU saranno ancora al centro della strategia AMD, almeno secondo quanto emerso da una roadmap apparsa in rete qualche tempo fa. Il progetto legato alla nuova famiglia di SoC AMD dovrebbe chiamarsi SkyBridge e secondo le indiscrezioni dovrebbe essere ancora basato sul processo produttivo a 20 nanometri lasciando a Intel il primato della miniaturizzazione. Ma l'anno successivo dovrebbe infine arrivare la nuova tecnologia x86, nome in codice K12. La nuova famiglia di prodotti dovrebbe ricadere sotto il nome Zen, lo stesso di una linea di prodotti Asus che si dice stia collaborando con AMD per garantire un supporto speciale alle APU basate su questa nuova tecnologia. Secondo le indiscrezioni la nuova architettura sarà ben diversa da quella Bulldozer e si accontenterà di meno core preferendo il multithreading e una maggiore efficienza. Si tratta di una filosofia che ricorda molto da vicino quella Intel ma la speranza è che AMD sappia interpretarla a modo proprio, sorprendendoci con qualcosa di interessante e capace di stimolare una risposta vivace da parte di Intel.
iBUYPOWER lancia la sua Steam Machine, senza SteamOS
Uno dei grandi misteri del 2014 riguarda la misteriosa scomparsa delle Steam Machine. SteamOS, il sistema operativo Valve basato su Linux, dovrebbe essere pronto ed è sicuramente pronta l'interfaccia per pad e grande schermo di Steam, già disponibile da tempo in versione definitiva. Ma i PC compatti, sviluppati nel segno del miglior compromesso tra prezzo e prestazioni, si sono eclissati dopo aver fatto da padroni in un paio di fiere dedicate alla tecnologia. E dire che i test sono ormai in corso da svariati mesi, le soluzioni hardware presentate sono ormai innumerevoli e la fase beta dedicata alla Steam Machine targata Valve dovrebbe partire a breve. Ma la mancanza di pubblicità desta qualche preoccupazione, quantomeno relativa alle tempistiche necessarie perchè si arrivi finalmente a un lancio ufficiale vero e proprio, sostenuto da titoli importanti e da una distribuzione adeguata. Forse il problema riguarda proprio la mancanza di un quantitativo adeguato di titoli ottimizzati per il sistema operativo Valve. Ma software house come Paradox hanno già garantito la compatibilità dei propri titoli con SteamOS e la lineup del nuovo sistema operativo dovrebbe essere già più che nutrita.
A mancare, quindi, potrebbe essere una killer app capace di trascinare il sistema operativo Valve facendo si che gli sviluppatori supportino nativamente la nuova piattaforma con titoli al passo con i tempi. E questa ipotesi potrebbe portarci a sospettare che Valve stia aspettando di avere pronta la propria killer app, conscia di aver bisogno di qualcosa di molto speciale per poter piazzare il suo ibrido tra PC e console in un mercato non certo facile da conquistare. A questo proposito sono molti quelli che fantasticano su Half Life 3 come titolo trainante per le Steam Machine. Altri, invece, sono convinti, e questa ipotesi è sostenuta da svariati rumor apparsi in passato, che la prossima sorpresa videoludca di Valve sia Left For Dead 3. Ma si tratta di supposizioni. Non c'è alcun indizio effettivo a indicarci lo scenario più probabile. Valve sta preparando una grossa sorpresa? Sta aspettando titoli di rilievo come Project Cars che arriveranno in versione Steam OS solo a fine 2015? Oppure ci sono problemi che potrebbero compromettere l'affaire Steam Machine? Purtroppo non lo sappiamo. L'unica cosa che sappiamo è che iBUYPOWER si è stufata di aspettare e ha lanciato la sua Steam Machine, presentata al CES di gennaio assieme ad altre 13, in chiave non ufficiale. Stiamo parlando dell0 SBX Entertainment System, ibrido console/PC le cui forme ricordano vagamente una Xbox One. L'edizione base del prodotto costa 399 dollari mentre ne servono 459 per quella Plus equipaggiata con un controller Xbox 360 e 549 per il pacchetto con Windows 8.1. L'edizione full, comprensiva sia di controller che dell'ultima versione del sistema operativo Microsoft, costa invece 699 dollari ed è basata sulla versione Plus dell'offerta che include 3 anni di garanzia ed è equipaggiata con un AMD Athlon 740, una Radeon R7 250X, 8 GB di DDR3 a 1600 MHz memory e una motherboard custom iBUYPOWER FM2A78M+ ITX. Non stiamo certo parlando di un PC di fascia alta ma prentenderlo, visti i prezzi da console, sarebbe stato eccessivo. Quello che ci preoccupa, però, non è la potenza dell'SBX quanto la decisione di iBUYPOWER di lanciare un prodotto che avrebbe dovuto essere una Steam Machine e invece, almeno per ora, è solo un PC compatto. Non è comunque detto che questa scelta rafforzi i sospetti di cui abbiamo parlato qualche riga più in alto. Sono passati 10 mesi dalla presentazione delle Steam Machine al CES 2014 e iBUYPOWER potrebbe essersi semplicemente stancata di aspettare. Ma viene comunque messa in evidenza l'inevitabile sfilacciamento di un'operazione che coinvolge decine di manufacturer.
di Mattia Armani