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Divinità in guerra

Godus Wars è quello che l'originale doveva essere?

PROVATO di Simone Tagliaferri   —   16/02/2016

Prima di iniziare a parlare del gioco vero e proprio è giusto fornire un minimo retroterra sull'intero progetto. Iniziamo con il dire che Godus Wars ha senso, a differenza di Godus. Il concept iniziale, presentato su Kickstarter, aveva già sulla carta parecchie criticità, occultate non tanto dall'abilità comunicativa del team di sviluppo, quanto dal sogno di molti di vedere Molyneux tornare al genere che ha codificato con Populous: quello dei "god game".

Per vincere bisogna prendere il controllo del deposito della fede
Per vincere bisogna prendere il controllo del deposito della fede

Così non è stato: il progetto era fin troppo grosso per i fondi a disposizione del team e alcune meccaniche, evidentemente derivate dai free-to-play, non sono state gradite dalla comunità, mentre altre non hanno semplicemente funzionato e sono state rimosse. Il disastro è stato completo, peggiorato dall'accumularsi di altre questioni controverse riguardanti Molyneux e la sua 22Cans; soprattutto la mancata consegna del premio promesso al vincitore di Curiosity - What's Inside the Cube?, che oltre a non aver avuto nessuna rivelazione messianica si è ritrovato anche senza beni materiali. La polemica ha infuriato per qualche giorno negli ambienti dell'industria videoludica e si è conclusa con un Molyneux chiuso nel silenzio; anche perché nel frattempo è stato maltrattato un po' da chiunque e i soliti eroi da social network lo hanno minacciato di morte, insieme alla sua famiglia. Se volete ripercorrere l'intera faccenda, leggete il nostro speciale dedicato. Dopo un tracollo simile non è facile risalire la china. E qui arriva Godus Wars, spin-off di Godus recentemente pubblicato in Accesso Anticipato su Steam e regalato a tutti quelli che possiedono Godus. Come dicevamo, si tratta di un titolo che ha un senso. Certo, di strada da fare ne ha ancora molta, ma se vogliamo è un passo concreto nella direzione che il progetto avrebbe dovuto seguire sin dai suoi albori, almeno nell'ottica degli appassionati, ossia ripartire da ciò che Populous era, aggiungendo qualche innovazione che lo giustificasse. Giocandoci abbiamo cercato per prima cosa di non cadere nei pregiudizi che stanno spingendo molti, soprattutto tra i videogiocatori, a stroncarlo a priori. I controversi comportamenti di Molyneux e 22Cans rimangono, certo, ma a noi interessa il gioco e non vogliamo trasformarci in un tribunale.

Abbiamo provato Godus Wars, il tentativo di 22Cans di riscattarsi dal disastro Godus

In guerra con il mondo

Godus Wars è un god game estremamente tradizionalista. Di base ogni mappa mette a confronto due divinità che devono far crescere il loro numero di fedeli per partire una alla conquista dell'altra. Ogni fazione dispone di una specie di magazzino in cui viene accumulata la fede prodotta dagli abitanti, che poi è l'obiettivo principale da conquistare. Già qui avrete riconosciuto un concept molto simile a quello dei vecchi Populosus. In realtà il sistema di gioco mantiene molte delle caratteristiche del Godus originale, ma le "scioglie" per favorire un gameplay più dinamico.

I combattimenti sono brutali, nonostante la stilizzazione della grafica
I combattimenti sono brutali, nonostante la stilizzazione della grafica

Così, ad esempio, abbiamo lo stesso, eccellente sistema di terraforming, basato sulla manipolazione degli strati di terreno, e la stessa gestione delle costruzioni, incentrata sullo spazio a disposizione della popolazione. Qui è però venuta meno tutta quella sovrastruttura di gameplay legata alla crescita illimitata e sterile che caratterizzava Godus, ossia non c'è più la modernissima ambizione di venderci tempo di gioco e oggettini insulsi vari per farci avanzare verso un obiettivo vago e irraggiungibile. Tutto è stato reso essenziale: la raccolta della fede è automatica, come avrebbe dovuto essere sin da subito, mentre la crescita della popolazione è vincolata alla vittoria della singola mappa e quindi è funzionale a quello che è un obiettivo chiaro e non fraintendibile. Al giocatore spetta di conquistare più territori possibili dei vari continenti che formano il gioco, affrontandoli uno alla volta, per potersi infine confrontare con una delle divinità oppositrici che gli contende la vittoria finale. Più si va avanti e più si ottengono bonus, sotto forma di carte, che danno diversi vantaggi in combattimento e che vanno selezionati all'inizio di ogni partita. Ce ne sono di fissi, che rimangono sempre a disposizione, e ce ne sono di consumabili, che spariscono dopo un singolo utilizzo. Inoltre ci sono i poteri divini, che vanno selezionati anch'essi e che possono cambiare enormemente lo svolgimento di una partita, soprattutto nelle battaglie avanzate.

Il sapore della conquista

Le missioni di conquista ricordano moltissimo la progressione tipica dei god game classici. Si parte con un manipolo di uomini che producono fede molto lentamente e per farli crescere di numero bisogna usare la fede per modificare il terreno e sgombrarlo da sassi e alberi, così da renderlo edificabile e permettere la costruzione di nuove abitazioni.

Senza le fortezze, niente esercito
Senza le fortezze, niente esercito
Prima di ogni mappa è possibile selezionare delle abilità di aiuto
Prima di ogni mappa è possibile selezionare delle abilità di aiuto

Quando si è accumulata abbastanza fede e ci sono edifici a sufficienza, si possono costruire delle roccaforti usando il potere apposito (sempre disponibile). Le roccaforti non hanno solo una funzione estetica, ma consentono di addestrare un esercito. Più le roccaforti sono grandi, più unità si potranno costruire. Volendo è possibile costruirne diverse per avere accesso a un maggior numero di truppe. Queste ultime potranno essere mosse singolarmente o unite in battaglioni. Le unità militari possono essere usate per difendere i fedeli, oppure si possono inviare all'attacco delle abitazioni del nemico, per cercare di distruggerlo e conquistarne il deposito di fede. Di fatto l'unico modo per vincere è uccidere tutti gli avversari. A rendere più interessanti le missioni avanzate intervengono i già citati poteri divini, che consentono ad esempio di ricreare arbusti sul terreno, in modo da limitare la crescita dei fedeli nemici, oppure di causare disastri vari come una pioggia di fuoco, che non crediamo necessiti di grosse spiegazioni. Godus Wars non è un titolo complicato o rivoluzionario, ma per quel che si è visto finora non è nemmeno un brutto gioco. Certo, alcuni problemi ci sono. Ad esempio bisognerebbe migliorare l'intelligenza artificiale di fedeli e militari per non vederli percorrere strade assurde per raggiungere gli obiettivi indicati. Anche un po' di varietà in più nelle mappe non guasterebbe. In generale però, non è un prodotto disprezzabile. Soprattutto non è più Godus, il che è da leggersi come un pregio. Purtroppo alcuni ci hanno giocato per trenta minuti o poco più e lo hanno stroncato (sapete a chi ci riferiamo), definendolo uno strategico blando e poco interessante. Altri ne parlano negativamente semplicemente perché è di 22Cans e si ottengono applausi di approvazione facendolo. In verità Godus Wars non è così male come viene descritto da alcuni. Per scoprirlo bisogna giocarci davvero e arrivare alle missioni avanzate. Solo allora si ritrova un po' di quello che Populous era e magari si scopre che ci si sono passate dentro diverse ore quasi senza accorgersene. Questo per dire che gli appassionati del genere non lo disprezzeranno. Insomma, Godus rimane, ma non è giusto che Godus Wars paghi per esso.

Conclusioni

Digital Delivery Steam
Prezzo 14,99 €
Multiplayer.it

Lettori (1)

3.0

Il tuo voto

PRO

  • Il gameplay si è avvicinato a quello dei god game classici
  • Finalmente alcuni sistemi di gioco di Godus trovano un senso
  • Non è Godus

CONTRO

  • 22Cans riuscirà a vincere contro l'astio dei videogiocatori?
  • Poca varietà
  • Da rivedere l'intelligenza artificiale degli ometti virtuali