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Nintendo Switch: un’analisi tecnica e qualche confronto

Approfondiamo la nostra conoscenza dell'interno di Nintendo Switch prima di metterla a confronto con le altre console, gli smartphone e i tablet presenti sul mercato

SPECIALE di Pierpaolo Greco   —   08/03/2017

Di Nintendo Switch abbiamo detto veramente tantissimo nelle ultime settimane: lo abbiamo analizzato nei suoi controller, in tutto quello che concerne la dashboard e l'interfaccia utente, tra l'altro aggiornata proprio nel weekend in occasione del lancio della console in tutti i mercati mondiali e naturalmente lo abbiamo recensito con grandissimo dettaglio sia attraverso un articolo scritto che tramite una lunga recensione a video. Sollevati però i vari embarghi, diverse testate si sono focalizzate sugli aspetti più vari della console sfruttando al massimo la propria esperienza per cercare di spremere qualche informazione inedita o comunque di scoprire qualche indizio aggiuntivo su quello che c'è all'interno della macchina e soprattutto sulla componentistica che permette a Switch di far girare la sua line-up nei modi che abbiamo visto. Approfittando quindi delle analisi di Digital Foundry e di iFixit ma anche e soprattutto di quanto abbiamo potuto vedere e testare in prima persona durante le nostre sessioni di gioco e analisi, abbiamo pensato di fare un piccolo punto della situazione su una manciata di aspetti tecnologici della console cercando sul finale dell'articolo di lanciarci in qualche confronto ardito con altri device presenti sul mercato. Sia chiaro che si tratta di valutazioni basate su una conoscenza approssimativa della console e, anche per questo motivo, vanno considerate dei puri spunti di discussione e non la dichiarazione finale del nostro amore o disaffezione verso la macchina. Anche perché al momento rimane un solo e concreto dato di fatto: Nintendo Switch è diversa da tutto il resto che abbiamo visto sul mercato fino ad oggi. Si può amare per la sua versatilità od odiare a causa della frustrazione causata dalla sua mancanza di forza bruta ma, concretamente, è quella ventata di originalità e innovazione che il nostro mercato andava ricercando da anni. Se diventerà il nuovo Wii e raggiungerà inediti traguardi in termini di vendite o morirà a causa di una line-up priva delle terze parti che fanno i numeri, come è successo con Wii U, lo scopriremo soltanto tra qualche anno. Nel frattempo, andiamo avanti con le nostre considerazioni.

Una manciata di considerazioni sparse sulla potenza di Switch, il suo design e il resto del mercato

Un design semplicemente perfetto

Lo abbiamo ribadito diverse volte, anche a video: Nintendo Switch è semplicemente perfetto in termini di design e distribuzione delle sue componenti interne. È una via di mezzo tra un grande smartphone in linea con le ultime tendenze di mercato e un tablet di piccole dimensioni. È leggero, ha il giusto spessore per risultare comodo anche quando utilizzato nelle sue possibilità touch e soprattutto è abbastanza discreto da mimetizzarsi con buona parte degli altri device presenti sul mercato. Si perde per strada, in altre parole, tutto quell'aspetto "giocoso" che ha caratterizzato le precedenti console della grande N, avvicinandosi di più a quel target adulto che Nintendo ha cercato di colpire con le sue recenti campagne pubblicitarie. L'unico spunto in tal senso rimane la versione Neon della console con i suoi Joy-Con rossi e blu che cercano di ridare una dimensione più "infantile" alla macchina.

Nintendo Switch in versione classica
Nintendo Switch in versione classica

Il primo elemento che davvero ci ha stupito, considerata la relativa inesperienza di Nintendo nel settore, è l'incredibile qualità costruttiva di Switch. Da questo punto di vista è indubbio che la partnership di NVIDIA sia stata molto più profonda di una semplice fornitura di chip. Tralasciando per un momento il SoC, il cuore pulsante della console, è incredibile come buona parte degli elementi che compongono la componentistica siano facilmente smontabili e sostituibili. Anche se questo non significa affatto che il giocatore medio potrà aprire la console a casa e sostituire i pezzi difettati o magari potenziarla, è evidente però che per Nintendo questo si traduce in una facilità di riparazione e quindi una rapidità di assistenza che difficilmente è possibile vedere nel mercato degli smartphone e dei tablet dove il produttore è praticamente costretto a ritirare il prodotto e a fornirne all'utente uno nuovo o ricondizionato visto che la procedura per riparare quello danneggiato prevede quasi sempre un ritorno nella fabbrica di produzione. Giusto per andare nel concreto con degli esempi, la batteria si smonta in un attimo, anche se sarà necessario incollarla nel suo alloggio, i lettori di Game Card e di memorie SD sono facilmente sostituibili, così come il mini-jack per le cuffie. Ma anche gli speaker audio, la singola ventola che raffredda il sistema e persino la memoria interna da 32 GB, così a lungo criticata, possono essere sganciati con relativa semplicità. Quest'ultimo elemento tra l'altro, ci lascia immaginare una versione "pompata" di Switch che possa offrire un taglio da 128 GB o addirittura 256 GB magari pronta per questo Natale, non appena il prezzo delle memorie tornerà a scendere così da rendere ancora più appetibile un immancabile bundle con Super Mario Odissey. Anche per i Joy-Con può essere fatto un discorso similare visto che per aprirli ci vuole un attimo e gli analogici sono smontabili in un istante rendendoli sostituibili molto facilmente in caso di usura. È fondamentale sottolineare in questo frangente che la console redazionale è stata già soggetta a un uso forzato e ha accumulato almeno 70-80 ore di utilizzo intenso senza mostrare alcun tipo di cedimento sul fronte dei controlli. Nulla a che vedere con le prime versioni di DualShock 4 di PlayStation 4 per intenderci.

È poi molto interessante la soluzione adottata da Nintendo per quello che riguarda lo schermo. In totale controtendenza con quanto è possibile ammirare, ancora una volta, su smartphone e tablet, il digitalizzatore è separato dal display vero e proprio. È infatti incollato ad esso ma non direttamente fuso e questo vuol dire che, teoricamente, in caso di graffi ma soprattutto in presenza di crepe dovrebbe essere facile sostituire esclusivamente lo schermo senza andare a toccare la componente tecnologica che tiene traccia degli input, abbattendo sensibilmente i costi dell'operazione. Sia chiaro che Nintendo potrebbe tranquillamente ignorare questa apparente semplicità della riparazione facendo ricadere sul consumatore il costo intero di display e digitalizzatore ma ciò non toglie che una volta che Switch avrà raggiunto la sua maturità tra tre, quattro anni, diventi molto facile sostituire il display con delle soluzioni terze parti a buon mercato. Spendiamo poi le ultime parole sul nucleo della console. Il SoC, il System on Chip sembra davvero essere una versione custom del Tegra X1, lo stesso identico chip che potenzia NVIDIA Shield Android TV. La CPU è la stessa Arm Cortex A57 prodotta a 20 nanometri ma a quanto pare non è affiancata dagli A53 che è possibile trovare invece nello Shield.

Lo scudo metallico di Nintendo Switch. Foto di iFixit
Lo scudo metallico di Nintendo Switch. Foto di iFixit
L'heatpipe di Nintendo Switch. Foto di iFixit
L'heatpipe di Nintendo Switch. Foto di iFixit

Questo perché, probabilmente, non c'è bisogno di un secondo gruppo di processori in grado di gestire le attività di sistema a bassa intensità, anche se questo elemento ci lascia un po' interdetti considerato che nel tempo Nintendo dovrà implementare quelle feature tipiche di un tablet come la navigazione, l'aggiornamento in background di determinate applicazioni o una gestione migliorata delle notifiche. Anche la frequenza massima teorica dovrebbe essere stata spinta verso l'alto con un tetto fissato a 2 GHz anche se la frequenza effettiva è di 1020 MHz. Magari in futuro questo valore potrebbe essere aumentato in modalità dock anche se la dissipazione del calore potrebbe diventare un problema. C'è purtroppo molto poco da poter dire sulla scheda video: la tecnologia Maxwell è effettivamente confermata, così come i 256 Cuda Core in grado di gestire le operazioni ma rimangono ancora dubbi su eventuali processi o migliorie legate alla più recente infrastruttura Pascal. L'output massimo teorico dovrebbe essere di 1 TeraFlOPS, accompagnato da una banda passante di 25,6 GB al secondo dei 4 GB di RAM DDR4 con frequenza massima di 1600 MHz distribuiti su 2 banchi da 2 GB saldati a pochissimi centimetri dal SoC. È assolutamente degna di nota anche la soluzione adottata per raffreddare tutto il sistema. La ventola è molto piccola e in grado di consumare a pieno carico 330 mAh ed è utilizzata per far uscire l'aria calda dalla griglia di ventilazione superiore di Switch, facendola passare attraverso il generoso heatpipe che copre l'intero SoC. È interessante notare che Nintendo non ha posizionato della pasta termica soltanto tra il dissipatore e il chip, ma anche tra il primo e lo scudo metallico che ricopre tutta la componentistica interna. In questo modo il calore viene diffuso anche attraverso l'intera scocca di Switch raggiungendo due risultati: la console tende a scaldarsi tutta in modo uniforme piuttosto che concentrare moltissimo calore in pochi punti specifici e allo stesso tempo la superficie di dissipazione aumenta sensibilmente, riducendo ulteriormente il rischio che la console vada in protezione per temperature troppo elevate. Il risultato è una console che in modalità portatile è estremamente silenziosa, visto che la ventola può mantenere una velocità di rotazione molto bassa per tutti gli stratagemmi appena descritti e allo stesso tempo ha buoni margini di overclock. Già ora infatti sia la memoria che la GPU vengono spinti verso l'alto non appena Switch viene posizionata nel suo dock, con un raddoppio della frequenza della scheda video (da 307-384 MHz a 768 MHz) e un aumento importante della velocità della RAM (da 1331 MHz a 1600 MHz) ma, a parere di chi scrive, c'è ancora margine per spingere le frequenze verso l'alto, magari lavorando anche sulla CPU, nel momento in cui Nintendo troverà delle valide motivazioni per fare questa mossa.

Cosa sono i FLOPS?

FLOPS è un acronimo che sta per Floating Point Operations Per Second, ovvero operazioni in virgola mobile al secondo. Si tratta di una misura adottata universalmente per calcolare le performance di un computer utilizzando un calcolo che è alla base di tutti i processi scientifici. Viene considerato un valore molto più affidabile delle istruzioni al secondo che una macchina è in grado di gestire visto che queste ultime non rappresentano concretamente le capacità aritmetiche di un processore. Si deve a Frank McMhaon del Laboratorio Nazionale Lawrence Livermore in California l'invenzione del termine FLOPS e, a quel tempo, MFLOPS, MegaFLOPS, oggi spinto verso i GigaFLOPS, TeraFLOPS e PetaFLOPS.

Battaglia tra poveri

E arriviamo all'immancabile sezione da console war di questo articolo. È infatti inevitabile per chi scrive esibirsi in qualche confronto più o meno diretto tra Nintendo Switch e i suoi concorrenti. È probabilmente vero che la nuova console gioca un campionato a parte, ma allo stesso tempo è altresì indubbio che, in quando videogiocatori, vogliamo vedere qualcosa di figo e prestante che gira sui nostri schermi, che siano enormi e ben fissati sulla parete di un salotto, o piccoli e nascosti nelle nostre tasche. E quindi alla fine tutto si risolve su come ogni console è in grado di far funzionare i propri titoli preferiti. Siamo tutti rimasti scottati all'inizio di questa generazione da due macchine che ancora faticano a raggiungere i dichiarati e più volte promessi 60 frame al secondo alle più assurde risoluzioni: dai 900p fino ad arrivare al 4k. E come si comporterà in questo ambito Switch? L'unico confronto banale e anche per questo poco sensato, ci obbliga a sfruttare il valore dei FLOPS, probabilmente l'unica unità di misura, se ci passate la considerazione, che ci può permettere di analizzare macchine spesso molto differenti tra loro. Ma proprio a causa di questa banalità, è importante mettere le mani avanti: le nostre sono pure speculazioni e come tali vanno prese. Questo vuol dire che vi potete sbizzarrire nei commenti e magari dare anche informazioni più precise e verificate ma l'importante è che questo confronto rimanga nell'ambito delle chiacchiere non essendo basato su dati certi, confrontabili e soprattutto univoci nel loro significato. Partiamo quindi col dire che Nintendo Switch raggiunge il valore di 1 TeraFLOPS teorico. Siamo poco al di sotto dell'1.31 TeraFLOPS di Xbox One e decisamente messi peggio dell'1.84 TeraFLOPS di PlayStation 4. Tra l'altro parliamo di valori raggiungibili solo quando la console è inserita nel dock. E proprio qui risiede la prima differenza tra le tre console: quelle di Microsoft e Sony sono macchine casalinghe, permanentemente collegate alla rete elettrica e quindi prive di qualsiasi interesse in merito ai consumi e alla dissipazione. Switch, per quanto Nintendo si ostini a dire che è una console da casa, è indubbiamente un apparecchio che inizia a brillare e a guadagnare senso e valore solo nel momento in cui la si stacca dal dock per portarsela a spasso. Basta far girare un attimo un The Legend of Zelda: Breath of the Wild sul TV di casa confrontandolo con un The Witcher 3: Wild Hunt o un Horizon Zero Dawn per rendersi conto che non si tratta di uno scontro ad armi pari. È semplicemente così e la "Nintendo Difference" va vista altrove. Anche perché la guerra ai TeraFlop diventa insostenibile se tiriamo in ballo PlayStation 4 Pro (4.2 TeraFLOPS) o Xbox Scorpio (6 TeraFLOPS previsti: 6 volte più potente di Switch). Proviamo quindi a spostare il confronto su un'altra dimensione. Lasciamo da parte Wii U che con i suoi 352 GigaFLOPS (badate bene: 1000 GigaFLOPS fanno 1 TeraFLOPS) è chiaramente un esponente di una generazione ormai morta e focalizziamoci su 3DS e PlayStation Vita. Il primo non raggiunge i 5 GigaFLOPS mentre l'eccellente ma sempre poco compresa console portatile di Sony si è spinta fino a 51 GigaFLOPS. Siamo lontanissimi insomma dai valori di Switch.

Ma il dibattito si fa ancora più interessante se tiriamo in mezzo i device Apple che, in quanto a tecnologia e potenza prestazionale, non sono secondi a nessuno nel campo degli smartphone e dei tablet. Partiamo dall'A9, il chip alla base dell'iPhone 6s, nonché dei vari iPad Pro nella sua versione potenziata A9X. In questo caso parliamo di circa 170 GigaFLOPS, che vengono raddoppiati nella versione X grazie allo sblocco dei core aggiuntivi della scheda video PowerVR. E se volessimo fare un confronto, ad esempio, con un iPad mini che, per dimensioni e uso reale, somiglia moltissimo a Switch? Beh in questo caso dobbiamo andare indietro addirittura fino all'A8 che potenziava l'ultima versione del mini arrivata sul mercato, la 4. In questo caso si parla appena di 115 GigaFLOPS, poco più del doppio di quelli di Vita. Bisogna spingersi fino al recente A10 Fusion, il SoC presente negli iPhone 7, per vedere qualcosa di realmente confrontabile in termini di prestazioni. Qui purtroppo le informazioni scarseggiano ma, a quanto pare, si parla di 730 GigaFLOPS che dovrebbero arrivare al fantomatico singolo TeraFLOPS in una versione potenziata X che probabilmente sarà alla base delle prossime iterazioni di iPad Pro ma che al momento non è stata ancora annunciata.

Switch in configurazione portatile
Switch in configurazione portatile
Switch in configurazione dock
Switch in configurazione dock

E quindi, dopo questo listone di FLOPS e tristi e freddi numeri, a quali conclusioni si può giungere? In prima battuta diventa molto più semplice capire come mai dentro Switch c'è una ventola a differenza dei prodotti Apple: il calore prodotto è molto più elevato visto che il chip di NVIDIA è prodotto a 20 nanometri e contiene 4 core attivi contemporaneamente rispetto ai 16 nanometri dell'A10 Fusion e della configurazione a 4 core che ne prevede però solo 2 attivi di volta in volta. È vero che i GHz massimi teorici sono a favore del chip di Apple (2.34 GHz contro i 2 della CPU di Switch) ma bisogna anche considerare che il reale scenario d'uso di Switch è molto diverso da quello tipico di uno smartphone o un tablet. L'utilizzatore di una console fa partire un titolo e lo utilizza a tempo pieno per l'intera sessione di gioco, mentre chi utilizza uno smartphone o un tablet, passerà attraverso applicazioni che non spingono mai il processore al massimo del suo uso per un tempo particolarmente lungo. Anche per questo abbiamo due autonomie estremamente differenti confrontando uno Switch che fatica a raggiungere le 3 ore di uso continuo, rispetto a un iPhone 7 che può spingersi anche verso le 10-12 ore di autonomia. Ma avete mai provato a far partire un gioco sullo smartphone Apple (o di qualsiasi altro produttore, sia chiaro) e ad utilizzarlo senza mai un minuto di pausa? Qual è il risultato? Un'autonomia che si riduce esponenzialmente, spesso diventando persino inferiore a quella di Switch, seguita da un surriscaldamento del device immediatamente percepibile. Se quindi è pur vero che in termini di TeraFLOPS, Switch è molto simile ai più nuovi device Apple (in realtà ci sarebbe anche da considerare la maggiore fornitura di RAM a favore della console), allo stesso tempo bisogna riconoscere che la piattaforma Nintendo è in primis una macchina per giocare e come tale adotta tutta una serie di espedienti tecnologici che la rendono più versatile, stabile, meglio raffreddata e focalizzata su questo uso rispetto a un qualsiasi smartphone o tablet presenti sul mercato. E sia chiaro, non stiamo mettendo in mezzo i controlli perché da soli, questi ultimi, meriterebbero un articolo a parte. Forse è davvero soltanto Shield l'unico concorrente reale di Switch sotto tutti i punti di vista tranne uno: la lineup. La piattaforma di NVIDIA è un PC in versione ridotta, con tutto quello che ne consegue, mentre quella di Nintendo è, a tutti gli effetti, una reale console fatta di esclusive e investimenti che purtroppo, il computer, ancora oggi fatica a vedere. Se davvero Switch sarà in grado di affermarsi dipenderà quindi soltanto dalle prime e dalle terze parti e, come è capitato di ripetere più volte a chi scrive questo articolo nelle sue varie Pierpolemiche, quello che Nintendo dovrà impegnarsi a realizzare è un ecosistema colmo di prodotti in grado di soddisfare soprattutto quegli utenti che, sul mercato, permettono di raggiungere i reali, grandi numeri tipici di una piattaforma di successo.