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Ritorno a Vvanderfell

Abbiamo giocato Morrowind, la nuova espansione di The Elder Scrolls Online

PROVATO di Christian Colli   —   24/04/2017
Ritorno a Vvanderfell

Ogni volta che qualcuno racconta le sue entusiasmanti avventure in quel di Skyrim, i giocatori più anzianotti roteano gli occhi e pensano a Morrowind: senza nulla togliere a The Elder Scrolls V, il terzo capitolo della pluripremiata saga firmata Bethesda resta ancora oggi un capolavoro assoluto di RPG. E sono passati quindici anni da quando fu pubblicato per la prima volta. È quindi facile comprendere l'entusiasmo di chi ha saputo che a giugno potrà tornare a Vvanderfell, l'isola su cui sorge la provincia di Morrowind, grazie alla nuova espansione di The Elder Scrolls Online. Il MMORPG di ZeniMax Online ha fatto molto discutere sia prima che dopo la sua uscita: all'epoca, in molti lo ritenevano un esperimento azzardato specialmente perché sembrava snaturare la filosofia solitaria e avventurosa della serie. In realtà, nonostante un lancio traballante, The Elder Scrolls Online è riuscito a ritagliarsi una nicchia di fan soprattutto dopo il passaggio al modello senza canone mensile con la conversione per PlayStation 4 e Xbox One: di acqua sotto i ponti ne è passata, i vari aggiornamenti hanno ridefinito l'esperienza e ora ZeniMax Online si appresta a rilanciare il gioco proprio con l'espansione Morrowind che abbiamo potuto provare in anticipo.

Il passato e il presente di The Elder Scrolls si incrociano online nella nuova espansione: Morrowind

C'era una volta

In questo articolo non ci dilungheremo in sterili elenchi di modifiche, aggiunte e percentuali: siamo piuttosto sicuri che i veterani di The Elder Scrolls Online sappiano esattamente a cosa stiano andando incontro. I primi giorni di beta hanno già fatto discutere parecchio i giocatori sui forum ufficiali e non, ma noi vogliamo soffermarci su un altro aspetto di Morrowind che ZeniMax Online e Bethesda ritengono di fondamentale importanza, e cioè l'opportunità di cominciare da zero proprio con un'espansione che, solo solo per il titolo, dovrebbe attirare l'attenzione anche dei fan di The Elder Scrolls che finora hanno snobbato la sua deriva MMORPG.

Ritorno a Vvanderfell
Ritorno a Vvanderfell
Ritorno a Vvanderfell

Morrowind, infatti, offrirà ai giocatori un'avventura tutta nuova che potranno giocare sia da soli che in compagnia. L'idea è quella di trovare un equilibrio tra l'esperienza pura dei The Elder Scrolls e quella multigiocatore, aggrappandosi a un nome importante e a una mitologia che ha fatto sognare intere generazioni di videogiocatori. A nostro avviso, lo sviluppatore del Maryland è riuscito nell'impresa soltanto in parte. I primi minuti di gioco hanno rievocato ricordi preziosi, questo è vero. Una volta creato il personaggio - abbiamo optato per il solito Khajiit perché gatto è bello - ci siamo ritrovati subito nei guai: la nostra nave è stata attaccata da una banda di schiavisti e le cose si sarebbero messe male se non fosse stato per una misteriosa Elfa Scura di nome Naryu Virian che prima ci ha liberato e poi ci ha chiesto di aiutarla a sgominare i banditi. Il nostro atto eroico ci ha concesso un certo margine di libertà una volta approdati a Seyda Neen. La nuova avventura in effetti comincia dal porticciolo proprio come era iniziata in The Elder Scrolls III, ma c'è una piccola differenza: questo Morrowind è ambientato settecento anni prima dell'originale. Questo significa che i fan riconosceranno soltanto in parte il mondo in cui avevano trascorso centinaia di ore; ZeniMax Online infatti ha rimappato quasi interamente l'isola di Vvanderfell nel motore di The Elder Scrolls Online, ma qua e là ci sono alcune differenze sostanziali che incuriosiranno anche i veterani del franchise. Se Seyda Neen tutto sommato è abbastanza simile a quella di The Elder Scrolls III, è la città di Vivec la prima location a ricordarci che stiamo giocando un gioco completamente diverso. In The Elder Scrolls Online la città è ancora in costruzione e si appoggia al paesino adiacente dove si lavora notte e giorno per completare l'opera. Lord Vivec, tuttavia, ci aspetta nel suo palazzo: siamo stati scelti per aiutare il sovrano immortale a stanare il misterioso nemico che in qualche modo sta prosciugando i suoi poteri divini. La nostra missione sarà dunque quella di esplorare Vvanderfell in cerca di indizi e salvare Vivec, ma ovviamente finiremo coinvolti nei giochi di potere delle forze che stanno cercando di controllare l'isola: all'epoca di The Elder Scrolls Online, infatti, sono le case dei Redoran e dei Telvanni a contendersi le risorse di Vvanderfell; l'Impero non si è ancora insediato e Dagoth Ur non ha ancora corrotto l'isola. Esplorando Vvanderfell, insomma, abbiamo scorto alcuni panorami vagamente familiari e molti altri praticamente inediti. La sensazione è stata un po' alienante e ci ha ricordato a ogni passo che, Vvanderfell o no, stavamo giocando comunque a un Morrowind diverso dall'originale. Le location, per quanto vaste, dettagliate e colorate, tradiscono la struttura da MMORPG del gioco, specialmente quando sul nostro percorso incrociamo altri giocatori saltellanti e ci rendiamo conto, ancora una volta, di avere le mani legate: siamo obbligati a completare le missioni prestabilite dallo sviluppatore, nell'ordine che vogliamo, certo, ma comunque seguendo un percorso che ci prende per mano e ci nega la libertà che caratterizza i veri The Elder Scrolls.

Una forza della natura

Le missioni che abbiamo completato in giro per Vvanderfell ci hanno ricordato prepotentemente quello che funzionava e che non funzionava in The Elder Scrolls Online già al lancio. In termini di narrativa, il titolo ZeniMax Online dimostra una cura esemplare. La maggior parte dei personaggi non giocanti è stata doppiata ottimamente e gli incarichi non sono mai banali "fetch quest".

Ritorno a Vvanderfell
Ritorno a Vvanderfell

Abbiamo anche riscontrato una varietà che mancava nella prima iterazione del gioco, tra missioni in cui abbiamo dovuto spiare un bersaglio e inseguirlo per la città senza perderlo di vista e altre più dirette in cui dovevamo semplicemente esplorare un sotterraneo in cerca di un oggetto, eliminando ogni nemico che ci sbarrava il passo. Per quanto le sottotrame possano apparire avvincenti, tuttavia, i dialoghi interminabili spezzano spesso il ritmo dell'azione, rallentando forzatamente lo scorrimento di un gioco in cui il fulcro del gameplay è costituito dai combattimenti coi nemici. The Elder Scrolls Online, oltretutto, è completamente in inglese: se nella maggior parte dei MMORPG questo non rappresenta un problema quando gli obiettivi delle missioni sono sufficientemente intuitivi, in The Elder Scrolls Online i giocatori che non hanno dimestichezza con la lingua straniera faticheranno spesso a comprendere le ragioni delle loro scorribande, limitandosi a rincorrere le icone sulla mappa in cerca di nemici e bottini. È un vero peccato, perché The Elder Scrolls Online si appoggia prepotentemente alla narrazione. Dal canto nostro, abbiamo scelto di combattere nei panni del Warden, la nuova classe che lo sviluppatore lancerà insieme all'espansione e che sta già sollevando polemiche nella community del MMORPG. Il Warden è una classe ibrida che attinge ai poteri della natura e del gelo. Fin dall'inizio siamo stati in grado di scagliare pipistrelli all'indirizzo dei nemici, generare armature di ghiaccio per proteggerci e crescere funghi curativi sul terreno. In seguito, siamo riusciti persino ad avere un orso per compagno e a evocare scarafaggi esplosivi. La maggior parte delle abilità innate del Warden è caratterizzata da una sorta di "delay", un ritardo nell'esecuzione che bisogna calcolare mentre si lotta: i nostri attacchi e le nostre magie curative sortiscono i loro effetti alcuni istanti dopo essere stati usati, ma nonostante ciò il Warden si è rivelato immediatamente una classe estremamente versatile e divertente da giocare. Il problema è che si innesta in una serie di meccanismi che, ancora oggi, nonostante alcuni sensibili miglioramenti, fatichiamo a digerire. Il sistema di combattimento action manca ancora di quel senso di materialità che ci fa sembrare di menare fendenti a vuoto mentre i nemici ci attaccano impiegando quasi sempre gli stessi attacchi e le stesse magie: una volta imparati i loro pattern, diventa tutta una questione di chi colpisce più duro e in meno tempo.

Ritorno a Vvanderfell
Ritorno a Vvanderfell

È probabilmente uno stile di gioco a cui bisogna fare l'abitudine, ma in cui non riusciamo proprio a rifletterci, specialmente nell'ambito del PvP. In quest'ultimo caso, l'espansione di The Elder Scrolls Online cercherà di dare una bella svolta agli scontri tra i giocatori introducendo i Battleground: tre mappe - Ald Carac, Ularra, Foyada Quarry - in cui si alterneranno tre modalità di gioco, e cioè Deathmatch, Domination e Cattura bandiera. A differenza degli altri MMORPG, i Battleground di The Elder Scrolls Online vedono scontrarsi non due, ma tre squadre per mappa, ciascuna composta da quattro giocatori: sono battaglie "RvRvR" in piccolo che rappresenteranno un'alternativa rapida e indolore agli scontri campali che mescolano PvP e PvE nella regione centrale di Cyrodiil. Purtroppo non abbiamo potuto testare a fondo i Battleground ma quel che abbiamo visto ci è piaciuto, dato che le mappe sembrano essere state studiate attentamente con un occhio di riguardo per le potenziali schermaglie fatte di alleanze e tradimenti improvvisi che i giocatori dovranno affrontare in pochi minuti. L'idea, sulla carta, è interessante, ma nella pratica i Battleground ci sono apparsi confusi e ben poco strategici, anche a causa del sistema di combattimento che, come dicevamo prima, avrebbe bisogno di maggior precisione e chiarezza. È ovvio che le squadre di giocatori organizzati e comunicativi riusciranno a dominare gli scontri, divertendosi anche parecchio a scapito dei gruppi formati casualmente. ZeniMax Online ha comunque ancora un paio di mesi di tempo per aggiustare il tiro, anche se difficilmente cambierà in maniera drastica la struttura basilare del gioco. Questo significa che i fan di The Elder Scrolls Online probabilmente accoglieranno Morrowind e il Warden a braccia aperte: l'espansione garantirà l'oro decine di ore di gioco in più e tanti contenuti nuovi da scoprire. Detto ciò, Morrowind tutto sommato ci è sembrato soltanto un pacchetto aggiuntivo che, a differenza da quanto pubblicizzato, espande soltanto la formula ma non la rinnova in modo eclatante. Ai veterani probabilmente andrà benissimo... ma basterà a convincere anche chi ha lasciato il cuore nella Vvanderfell del 2002?

CERTEZZE

  • Vvanderfell... settecento anni prima
  • Il Warden è una classe versatile e divertente

DUBBI

  • Dubitiamo che la sola nostalgia possa far cambiare idea ai fan di The Elder Scrolls che non hanno apprezzato il MMORPG