The Elder Scrolls Online prima aveva un grosso problema, e ce l'ha ancora. Non si può "capire" il gioco finché non si supera almeno il livello 15, si sblocca la seconda arma, si affronta il primo dungeon e si cominciano ad assediare i fortini di Cyrodiil. Fino ad allora appare essenzialmente un MMO scialbo e confuso, una mera ombra della gloriosa serie che gli ha prestato il nome.
Superato quel giro di boa, si ama o si odia, e questo vale sia per i giocatori occasionali che per gli appassionati del genere. Per i fan della saga firmata Bethesda, invece, la situazione è un po' più complicata, perché il mondo di Tamriel è quello, ci si può teletrasportare da Morrowind a Skyrim e ritorno, ma manca quel qualcosa che rende i The Elder Scrolls veramente speciali. Venendo a patti con questa realtà, l'esperimento di ZeniMax Online diventa anche piacevole, soprattutto ora che lo sviluppatore ha sistemato gran parte dei problemi che affliggevano la versione PC l'anno scorso e, soprattutto, è passato al modello senza canone mensile. Tutto questo insieme di cambiamenti rende la conversione per console molto più interessante di quel che tutti questi mesi di attesa potrebbero lasciare pensare.
Senza sottoscrizione mensile, la versione console di The Elder Scrolls Online non va sottovalutata
La O che fece la differenza
Sarebbe una follia riproporvi un'intera analisi di The Elder Scrolls Online, anche perché l'abbiamo esaminato approfonditamente l'anno scorso, perciò vi rimandiamo alla lettura della nostra vecchia recensione per comprendere meglio le meccaniche del gioco e cosa lo distingue dagli altri MMORPG sul mercato. In effetti da allora non è cambiato poi tantissimo, ma ZeniMax Online nel frattempo ha limato un bel po' di problemi, come anticipato nel nostro approfondimento di qualche mese fa, in cui paventavamo l'idea del passaggio al modello senza abbonamento e la cancellazione delle conversioni per console next-gen che erano state rimandate a tempo indeterminato. Nel frattempo, il gioco è davvero passato a un modello di business differente, mentre le edizioni per console sono state effettivamente pubblicate e aggiornate alle ultime versioni del client PC.
Quest'ultimo, infatti, ha subito dei drastici cambiamenti per quanto riguarda sopratutto l'endgame, e nel mentre è stato aggiunta anche la possibilità di derubare e assassinare alcuni personaggi non giocanti, forse come prototipo di un sistema di "giustizia" (e taglie, magari?) ancora indefinito. Tutti questi cambiamenti si riflettono in un client PlayStation 4 davvero mastodontico: parliamo di quasi 60 GB di download per chi acquista la versione digitale, e di enormi patch correttive che, però, hanno risolto i problemi che avevamo riscontrato nel nostro hands-on di qualche settimana fa. Il frame rate è molto meno incostante rispetto a prima, seppur traballi ancora di tanto in tanto, specie nelle situazioni più concitate come il PvP di massa, e i casi di tearing sono spariti quasi del tutto: la versione PC impostata al massimo dettaglio possibile resta ancora una spanna sopra a quelle per console quantomeno per quel che riguarda le texture e l'effettistica, ma The Elder Scrolls Online rimane comunque un gioco di impressionanti alti e bassi. Gli scenari - vasti, colorati e ricchi di dettagli - sono occupati da personaggi modellati e animati discutibilmente, ma almeno l'insieme ricorda lo stile un po' eccentrico ma squisitamente peculiare della saga: i fan, insomma, riconosceranno le frazioni di Tamriel che è possibile esplorare in questa edizione, ma probabilmente faticheranno a immergersi in un'atmosfera che non riesce minimamente a simulare il "realismo" dei precedenti episodi. Chi si aspetta di poter fare quello che vuole, o di anche soltanto osservare i personaggi che vivono le loro vite, resterà fortemente deluso perché The Elder Scrolls Online è un MMORPG di tipo theme park tradizionale nella struttura, nonostante l'interfaccia e lo stile di gioco ricordino a più riprese Skyrim, e non è un caso. La progressione in fase di leveling è piuttosto lineare e ci si sposta di zona in zona seguendo la main quest e lo scalare della difficoltà in base ai livelli dei nemici e degli obiettivi, tuttavia la distribuzione delle missioni e dei punti di interesse sulla mappa concede un respiro più ampio di quello a cui potrebbero averci abituati MMORPG come World of Warcraft o Final Fantasy XIV. In questo senso, però, The Elder Scrolls Online fatica a brillare, perché la maggior parte delle missioni non riescono ad essere interessanti o coinvolgenti come quelle dei capitoli offline, spesso scadendo in un susseguirsi di passaggi in cui combattere i nemici o interagire con l'ambiente, raccogliendo oggetti o materiali, senza intervenire attivamente sullo status quo di Tamriel. Alcune missioni sfociano in bivi narrativi, ma il margine di scelta non è mai determinante e, soprattutto, non cambia l'esperienza dei giocatori che ci circondano. In questo senso, oltretutto, la versione console di The Elder Scrolls Online si porta sulle spalle uno dei principali difetti dell'edizione originale, mai risolto perché fin troppo radicato nella struttura concepita da ZeniMax Online: il gioco, infatti, abusa del sistema di phasing in maniera decisamente approssimativa, intralciando i giocatori che decidono di fare gruppo al punto che in fase di leveling è semplicemente meglio cavarsela da soli. Di traverso, quando il phasing è assente, ci si ritrova ad attendere la comparsa del bersaglio di turno in mezzo a decine di eroi saltellanti che ammazzano totalmente l'atmosfera delle quest più coinvolgenti, specie se si considera che praticamente ogni incontro del gioco è doppiato in un ottimo inglese, e spesso da attori professionisti.
Trofei PlayStation 4
La maggior parte degli achievement originali si è trasformata in Trofei per questa versione PlayStation 4: 34 di bronzo, 8 d'argento e 3 d'oro da conquistare per sbloccare quello di platino. Per quelli più facili bisognerà semplicemente progredire lungo la main quest, mentre altri coinvolgeranno la licantropia, il vampirismo, il furto, il completamento di tutte le missioni nelle varie mappe e via dicendo.
Parlate piano
Nonostante i problemi strutturali che questa conversione si trascina dietro, dobbiamo proprio confermare le impressioni che avevamo condiviso nel nostro hands-on, quando avevamo affermato che ci eravamo trovati molto meglio a giocare col joypad. ZeniMax Online ha semplicemente tarato alla perfezione un sistema di combattimento e di movimento che, seppur legnoso alla base, si presta molto meglio a questo tipo di fruizione: è probabilmente una sensazione soggettiva, eppure abbiamo avuto la netta impressione fin dai primissimi momenti che The Elder Scrolls Online, su console, abbia trovato il suo vero posto nel mondo. Il sistema di combattimento orientato all'azione ruota intorno a una manciata di abilità, e forse è anche il fatto che siano molte di meno rispetto ai MMORPG più tradizionali a rendere il titolo particolarmente indicato a chi non ne ha mai giocato uno. Ovviamente questo non significa che manchi di profondità tant'è che, una volta sbloccata la possibilità di equipaggiare una seconda arma e di alternare al volo le rispettive build, il sistema di combattimento diventa molto più godibile nonostante continui a mancare la sensazione dell'impatto e della collisione quando si mulina uno spadone o si incassa un colpo particolarmente violento. La varietà offerta dal sistema libero di progressione - che consente di equipaggiare qualsiasi arma o tipologia di armatura a prescindere dall'archetipo scelto - incontra i suoi limiti solo in endgame, quando si passa al potenziamento scrupoloso delle abilità principali in base al ruolo che abbiamo scelto di svolgere nelle attività di gruppo: in altre parole, anche qui esiste la triade formata dai tank, dai damage dealer e dagli healer, ma giocando da soli le discrepanze si avvertono molto meno.
In questo senso, The Elder Scrolls Online fa bene i compiti a casa, e tra un solido sistema di crafting e un PvP di massa estremamente complesso e stratificato, offre centinaia di ore di gioco e tanti contenuti. Il problema, ovviamente, resta quello della community. Il passaggio al modello senza abbonamento dovrebbe aver ovviato in parte: molto semplicemente, ora che non bisogna più pagare una sottoscrizione mensile, The Elder Scrolls Online si valuta sotto una luce diversa, soprattutto dopo che ZeniMax Online ha migliorato l'offerta di base. Realisticamente, i problemi adesso sono due. Il primo riguarda comunque il calo fisiologico di utenti che presto o tardi colpirà questa Tamriel online, danneggiando non solo il content endgame che si fonda quasi interamente sulle attività di gruppo, ma anche e soprattutto il PvP, il quale perderà ogni significato nel momento in cui non sarà più possibile inscenare le battaglie campali e gli assedi avvincenti che lo caratterizzano. L'altro problema, legato a doppio filo con i content di gruppo e con la community, riguarda il sistema di comunicazione. Per qualche motivo incomprensibile, ZeniMax Online ha rimosso la chat testuale, implementando unicamente la chat vocale di prossimità. Questo significa che i giocatori circostanti ascolteranno qualunque cosa diciate purché siate vicini a loro e non abbiate abbandonato il canale della zona, cosa peraltro che richiede una fastidiosa navigazione nei menù. La soluzione impiegata presenta a sua volta almeno tre problematiche. La prima è un po' ridicola: il gioco semplicemente vi scollega dal server se "intasate" la chat vocale di messaggi... cioè, se parlate troppo. Ci auguriamo che il vostro microfono non sia troppo sensibile, perché siamo stati scollegati solo a causa del ventilatore acceso a poca distanza dalla nostra postazione. La seconda problematica è puramente strutturale: la chat di prossimità, per sua natura, impedisce di comunicare con tutti i giocatori nell'area e, quindi, di organizzarsi facilmente. In parole povere, siamo limitati a parlare solo con chi si trova vicino a noi, con buon pace di chi magari potrebbe aver bisogno di aiuto ma è troppo lontano dagli altri giocatori per chiamarli. Infine, il terzo problema è semplicemente linguistico. The Elder Scrolls Online è interamente in inglese e suddivide la community in server europei e americani: giocoforza, se non parlate o capite l'inglese, la situazione potrebbe essere veramente drammatica, specie se riuscite a unirvi a un gruppo di giocatori a caso. Giocare con un gruppetto di amici, da sentire magari aprendo un party sul PSN, potrebbe essere la soluzione ideale per affrontare serenamente l'avventura e sopportare meglio i limiti imposti dall'economia interamente fondata sulle gilde e dai difetti già menzionati che appesantiscono il gameplay e lo rendono un'incerta via di mezzo tra un esperimento interessante e le strade già battute dalla concorrenza.
Conclusioni
Il fatto che non si debba più pagare la mensilità ora giustifica l'acquisto di The Elder Scrolls Online per chi vuole provare un MMORPG diverso dal solito o ama alla follia il mondo di Bethesda, purché sia consapevole che in entrambi i casi si troverà di fronte a un'avventura che fatica ad assumere un'identità propria. La conversione per console è davvero ottima, sempre tenendo conto dei problemi di fondo rimasti irrisolti, ma alcune scelte - come la rimozione della chat testuale - ci hanno lasciati basiti, e speriamo che ZeniMax Online decida di tornare sui suoi passi poiché, a prescindere dal modello di business, qualsiasi MMORPG ha bisogno di una community che lo sostenga, e solo i prossimi mesi, e i prossimi aggiornamenti, decreteranno il futuro di questo strano, ma tutto sommato interessante, esperimento.
PRO
- Conversione riuscita
- Sistema di controllo adeguato
- Oltre al gioco non bisogna pagare più niente
CONTRO
- Permane la maggior parte dei problemi originali
- Sistema di comunicazione limitato
- I fan della serie dovranno scendere a compromessi