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Andromeda e il pene della discordia

Quando un tentativo di rendere un'opera più inclusiva diventa controproducente, non tanto per le polemiche generate, quanto perché completamente sballato.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   11/12/2018

Attenzione spoiler: qui di seguito si parla a ruota libera, quindi vi avvisiamo che potrebbero esserci delle anticipazioni sui Cavalieri dello Zodiaco. Se non volete averne, non continuate a leggere.

Parliamone Andromeda

Sinceramente visto il teaser del rifacimento 3D dei Cavalieri dello Zodiaco, o Saint Seiya per noi non copulanti, la rimozione del pene di Andromeda ci sembra il minore dei problemi. È molto più tragico che Seiya dica "Insieme possiamo fare tutto" come un Paw Patrol qualsiasi di un pene reciso per questioni di correttezza politica. Qualcuno è preoccupatissimo di ciò che ne dirà Ade, ma immaginiamo che per lui il problema sia davvero relativo. In fondo quello del povero Shun è solo un corpo in affitto, mentre quello del dio è al sicuro e ben conservato nei Campi Elisi, pene compreso.

Del resto ci sembra che aver scelto il cavaliere di Andromeda per la quota femminile sia problematico proprio in termini di politicamente corretto. Ossia, si tratta di una scelta talmente scontata che l'avrebbe potuta fare senza troppi drammi anche un nazista dell'Illinois. In fondo le battute sul povero Shun si sono sempre sprecate e ora gli autori, con un colpo di genio degno di un cane che beve la sua urina, le hanno trasformate in realtà. Di nostro li immaginiamo riuniti in conclave chiedersi in preda al sacro furore creativo: "A chi lo tagliamo?" E lì la risposta in coro, dopo un fiero scaccolamento: "A Shun dai, che tanto già lo considerano tutti un f....o mancato." Decisione presa, fumata bianca, grasse risate di approvazione, tutto risolto. Vogliamo dire che c'è da apprezzarli davvero, perché in un colpo solo hanno scontentato sia i fan della serie originale, sia quelli che proprio in nome dell'inclusività vedranno nella trasformazione di Shun il simbolo di tutti i luoghi comuni culturali che normalmente avversano. Il maschio sensibile non può che essere una donna mancata. Ikki diventa in un colpo solo un fratello maschilista che difende la povera ragazzina piagnona... a meno che Shun perdendo il pene non lo abbia in realtà guadagnato, diventando una specie di camionista basco che usa la catena di Andromeda per stappare le bottiglie di birra e amplificare i suoi rutti per fermare la rosa di sublime bellezza di Afrodite di Fish.

Ora non fraintendete, perché di nostro consideriamo importante lavorare sull'inclusività, ma vorremmo che fosse un lavoro culturale intelligente e non un cambiare sesso ai personaggi tanto per fare. Ad esempio si sarebbe potuta dare maggiore importanza a Tisifone e Castalia, oppure si sarebbe potuta rendere Saori meno passiva, o ancora si sarebbero potuti introdurre personaggi femminili inediti, magari presi dalla mitologia greca (ce ne sono tanti di poco utilizzati). In fondo sarebbe bastato fare qualcosa di davvero nuovo invece di un reboot delle dodici case in 3D per avere maggiore libertà ed evitare certe rimostranze. Detto questo, sicuramente non morirà nessuno per Shun donna, giacché nessuno andrà a toccare la serie originale, ancora facilmente reperibile, ma è inevitabile vederla come una soluzione troppo facile per un problema che nessuno si era posto.