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Il ritorno dell’assassino pelato

L'Agente 47 torna a compiere i suoi efferati assassinii. Dopo tutti questi anni di assenza, è ancora in ottima forma?

RECENSIONE di Pierpaolo Greco e Massimo Reina   —   19/11/2012

È sorprendente assistere a questo finale di 2012 dove a distanza di poco più di un mese arrivano sul mercato due titoli appartenenti ad un genere troppo spesso dato in via di estinzione. E così se a metà ottobre ci siamo ritrovati a giocare l'eccellente Dishonored, ora è la volta di un altro gioco stealth, ma stavolta con visuale in terza persona e telecamera libera, Hitman: Absolution. A parlare dei titoli legati alla serie in questione c'è sempre una certa riverenza, vuoi perché il brand ormai è entrato rapidamente nel cuore di una buona parte degli appassionati di videogiochi, vuoi per il fascino particolare del suo protagonista.

Il ritorno dell’assassino pelato

Del resto il monaco, assassino contraddistinto dal numero 47 vestito con tuxedo nero, camicia bianca e cravatta rossa è ormai da anni un personaggio indubbiamente carismatico e tra i più amati dal pubblico. Anche per questa ragione Absolution, il primo concepito interamente per console next-gen, era ed è senza alcun dubbio uno dei titoli più attesi di quest'anno. Sviluppato da IO Interactive, questo nuovo episodio promette di riportare il genere alla celebrazione delle meccaniche stealth che hanno fatto la fortuna dei primi capitoli della saga. In che modo? Scopriamolo insieme. L'eliminazione per conto dell'Agenzia di una vecchia amica,

Il ritorno dell’assassino pelato

e il "recupero" della piccola Victoria, una giovane molto importante per i progetti dell'organizzazione e custode di un segreto che ovviamente non vogliamo svelarvi, fanno da preludio ad una storia dalla trama non originalissima, ma ricca comunque di colpi di scena, che porterà l'Agente 47 a mettersi proprio contro l'ICA e ad affrontare il proprio passato. L'avventura in tal senso è strutturata a missioni, una ventina, con mappe di dimensioni notevoli costruite in modo da simulare degli ambienti open world, così da spostare tutto il gameplay sulle decisioni operate dal giocatore, che ha a disposizione una grande libertà d'azione. Hitman: Absolution infatti, non obbliga l'utente a seguire in modo ferreo un particolare approccio o uno specifico percorso predefinito per portare a termine un compito, ma lo lascia libero di agire come meglio crede, tranne in alcuni casi in cui sono presenti delle sequenze lineari fortemente scriptate per apparire spettacolari. Fermo restando che il titolo sviluppato da IO Interactive incentiva e premia l'azione di tipo stealth. In realtà rispetto ai capitoli precedenti della serie qui non ci troviamo davanti a mappe sandbox a tutti gli effetti visto che ogni singolo livello è suddiviso in delle sotto-sezioni più o meno ampie dove l'Agente 47 deve compiere determinati obiettivi e quindi raggiungere l'uscita per passare all'area successiva.

Il ritorno dell’assassino pelato

Si tratta di un escamotage adottato dallo sviluppatore probabilmente per tenere sotto controllo l'ampiezza dello scenario e la gestione dei numerosissimi personaggi su schermo oltre che per offrire un'esperienza di gioco meglio strutturata anche se leggermente più guidata. Questa particolare suddivisione dei livelli si scontra poi con una gestione dei salvataggi veramente anomala che spinge in modo talvolta eccessiva la meccanica trial and error tipica del genere stealth. Il gioco infatti offre soltanto dei checkpoint manuali disseminati in numero estremamente limitato all'interno delle sezioni (molto spesso ce n'è soltanto uno o addirittura nessuno) che possono essere attivati da Hitman solo quando è in stato di anonimato. Questo vuol dire che quando si muore oppure si vuole provare a ripetere una fase per esibirsi in un'azione più pulita o spettacolare, si è molto spesso costretti a ripartire dall'inizio del livello o da un checkpoint molto arretrato costringendo di fatto il giocatore a sorbirsi dialoghi già sentiti oppure a passeggiare a lungo per una zona prima di tornare al punto che ne ha visto la morte o che l'ha spinto a riprovare.

Le vie dell’omicidio sono infinite

Riprendendo il discorso inerente alla struttura ludica del prodotto, la meccanica di base è semplice: si conosce a grandi linee la posizione dell'obiettivo primario da eliminare, solitamente circondato da guardie e dislocato in qualche settore non facilmente raggiungibile senza essere notati. Ma come arrivare dal punto di partenza A al punto di arrivo B per completare il livello, quante persone verranno uccise nel percorso, il modo, le volte in cui travestirsi o quanto verrà sfruttato l'ambiente circostante per nascondersi o per eliminare nell'ombra eventuali guardie, viene lasciato alla fantasia e alle abilità del videogiocatore. Giusto per fare degli esempi concreti, si può decidere di eliminare un criminale in maniera rapida ed eclatante, sparandogli dalla distanza con un fucile da cecchino oppure facendolo saltare in aria magari dopo averlo attirato in una trappola.

Il ritorno dell’assassino pelato

Oppure scegliere metodi meno rumorosi e appariscenti, strangolandolo in un vicolo isolato, accoltellandolo mentre sta fermo davanti a una bancarella intento a scegliere gli ingredienti adatti per condire un panino che vuole comprare, o ancora mentre sta passeggiando sul marciapiede, mimetizzandosi fra la folla sfruttando un travestimento per passare inosservati. Proprio la mancanza di "spettatori" ai crimini da commettere è un elemento da non sottovalutare in Hitman: Absolution visto che ciò consente al giocatore di ricevere un buon punteggio finale. Uno degli elementi più interessanti del prodotto infatti, è il particolare sistema di classificazione che valuta in tempo reale il modo di agire del videogiocatore attribuendogli un voto alla fine di ogni missione in base alla prestazione e tenendo conto di parametri quali il numero di testimoni, appunto, che hanno assistito all'assassinio, il grado di difficoltà nel portare a termine il proprio compito, il numero di innocenti uccisi o quello degli avversari (spesso è opportuno infatti evitare di eliminarne troppi), le volte in cui si è stati individuati, e così via. Un voto non certo positivo può avere ripercussioni negative sull'avanzamento delle caratteristiche del personaggio, che si avvale di un sistema di upgrade che gli consente di incrementare le proprie abilità di assassino e di sbloccare nuove caratteristiche utili per le missioni successive.

Obiettivi Xbox 360

Hitman: Absolution propone 46 Obiettivi per un totale di 1000G. Per ottenerli bisogna sbizzarrirsi compiendo diverse tipologie di azioni, come per esempio abbattere 47 nemici con dei colpi alla testa con un fucile di precisione, eliminare le Saints, giocando un contratto creato da un amico oppure ottenendo la valutazione di Assassino Silenzioso, e così via.

L’istinto del killer

Gli scenari possono nascondere anche delle sotto missioni, per cui quella che inizialmente può sembrare una "semplice" missione di fuga o di omicidio di un boss può tramutarsi anche in altro. Questo fattore incentiva il giocatore ad esplorare, interagire e studiare bene ogni piccolo particolare delle aree in cui si trova se vuole completare al cento per cento il prodotto al punto tale che sarà molto spesso necessario rigiocare più volte le singole missioni per completare tutte le sfide "nascoste" in ogni livello.

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Le virgolette sono d'obbligo visto che in realtà in qualsiasi momento è possibile mettere il gioco in pausa e guardare una comoda schermata di riepilogo che illustra quelle ancora da completare. Un'idea dello sviluppatore per andare incontro ai giocatori più pigri ma che talvolta porta a fastidiosi spoiler suggerendo di fatto i metodi più fantasiosi per portare a termine l'omicidio all'interno di ogni livello. L'elemento cardine del gameplay è però l'Istinto. Compiendo crimini e gestendo a dovere lo scenario, il videogiocatore può caricare questa particolare abilità dell'assassino pelato attivandola con la semplice pressione di uno dei pulsanti dorsali. In questo modo si possono evidenziare le presenze nemiche nelle vicinanze (anche oltre le pareti) e la direzione dei loro movimenti futuri, con in rosso gli obiettivi principali da eliminare, e con il giallo potenziali pericoli, vittime secondarie o altri punti di interesse dello scenario come per esempio zone di interazione, oppure elementi potenzialmente utili quali bicchieri, bottiglie o bastoni. Ogni ambientazione in questo senso è letteralmente costellata di oggetti che possono essere utilizzati sia come armi improvvisate, sia come fonte di distrazione per attirare altrove l'attenzione nemica.

Il ritorno dell’assassino pelato

Alla bisogna si può anche attivare una sorta di bullet time, funzione tramite cui è possibile spendere parte della barra dell'Istinto per selezionare manualmente i singoli nemici da abbattere mentre il tempo è rallentato per poi dare il via a delle sequenze di uccisioni estremamente precise e coreografiche. In tutto questo l'intelligenza artificiale dei nemici si comporta abbastanza bene, pur con alcuni difettucci tipici di questa tipologia di prodotti, ovviamente in relazione al grado di difficoltà scelto all'inizio del gioco. Di questi ce ne sono cinque: i primi due, Facile e Normale, sono adatti agli utenti "normali" e costituiscono un livello di sfida nella norma, mentre i restanti tre sono perfetti per i giocatori "pro". Le ultime opzioni citate, infatti, rendono l'esperienza ancora più complessa visto che aumenta non solo il danno inferto dai nemici, ma anche la loro capacità di individuare il killer pelato mentre si nasconde, e il numero di guardie presenti su ogni mappa. Inoltre l'istinto viene pesantemente limitato nel suo funzionamento, fino a diventare praticamente assente nel tentativo di offrire l'esperienza stealth più realistica possibile.

Trofei PlayStation 3

Per essere in tema con il protagonista, Hitman: Absolution propone 47 trofei di cui due d'oro e undici d'argento, oltre all'immancabile trofeo. Come per gli obiettivi Xbox 360, molti premi sono legati al completamento della storia principale e all'esecuzione di tutte le sfide proposte in ogni livello ma non mancano trofei legati all'uso di specifiche armi o al conseguimento di omicidi particolarmente fantasiosi.

Sfida non facile

L'ultimo livello di difficoltà in particolare è davvero ostico visto che addirittura priva l'utente dell'interfaccia, costringendolo a procedere senza indicatori di obiettivo o conteggio delle munizioni residue.

Il ritorno dell’assassino pelato

Ma già a livello Normale il grado di sfida offerto dal titolo IO Interactive è comunque di tutto rispetto, con gli avversari attenti a ogni movimento sospetto anche se in taluni frangenti si nota una struttura vagamente a compartimenti stagni, con le guardie assegnate ad una certa stanza che tendono a rimanervi nonostante in quella accanto magari è accaduto qualcosa di evidente, dando la possibilità all'agente 47 in caso di individuazione di tornare indietro a inizio livello per far perdere le sue tracce. Questa limitazione diventa meno evidente ai livelli di difficoltà più elevati, dove le guardie, come detto prima, sono presenti in maggior numero, e dove soprattutto l'individuazione corrisponde quasi sempre a una morte immediata. I nemici infatti, non esitano un attimo a dare la caccia al killer gestito dal videogiocatore, riempiendolo di piombo caldo.

Il ritorno dell’assassino pelato

A proposito di sparatorie, da segnalare come il sistema delle coperture funziona piuttosto bene in questi frangenti, ricalcando nel concept quello dei moderni sparatutto in terza persona, viceversa l'intelligenza artificiale perde in questi momenti quasi tutto il suo fascino e la sua credibilità, dando vita a scontri a fuoco poco credibili e divertenti. Ma d'altronde c'è da aggiungere che in Hitman: Absolution quello delle sparatorie è un aspetto laterale e secondario. Sempre rimanendo in ambito di novità, un'altra interessante è la modalità denominata Contratti. Questa sfrutta una sorta di editor e tramite l'online permette poi di condividere le proprie "creazioni", se così possiamo definirle, col resto del mondo, stimolando gli altri utenti a compiere la stessa missione in un modo piuttosto che in un altro, migliorando magari il punteggio del videogiocatore che ha ideato e condiviso il contenuto, riscuotendo la relativa ricompensa.

Contratti di morte

Entrando nel dettaglio, ogni singolo livello dell'avventura principale può essere giocato in modalità creazione: qui, scelte le potenziali vittime fino a un massimo di tre unità fra i vari NPC presenti nello scenario, e la via d'uscita dallo stesso, l'Agente 47 può essere fatto sgattaiolare per il livello, adottando la tattica che si preferisce per eliminare i personaggi voluti. Questi diventano obbligatori per chiunque deciderà di provare a completare il contratto ideato e condiviso in rete al pari delle "regole" decise dall'utente che ha ideato il tutto, come per esempio un limite di giorni entro il quale la sfida resterà attiva, oppure le armi a disposizione dell'aspirante killer, mettendo in moto un meccanismo frenetico che permetterà a chiunque di sbizzarrirsi scegliendo le tecniche più fantasiose ed efficaci.

Il ritorno dell’assassino pelato

Proprio sul discorso delle armi è un peccato notare la precisa scelta dello sviluppatore di eliminare uno degli elementi tattici che hanno fatto la fortuna della serie: la possibilità di scegliere l'armamentario all'inizio della missione. In Hitman: Absolution, l'Agente 47 è armato in automatico in base alla missione ed a come si sono concluse le sezioni precedenti di uno stesso livello e ci sono addirittura alcuni contratti in cui il killer è privo delle sue iconiche pistole silenziate. Fortunatamente la grande disponibilità di armi contundenti e taglienti presenti sullo scenario, come detto nel paragrafo precedente, riescono in parte a compensare questa criticabile decisione dello sviluppatore. Andando a concludere, dedichiamo le note conclusive come sempre al comparto tecnico. Dal punto di vista della grafica il gioco presenta degli alti e dei bassi: ottimo il design degli ambienti, la cura dei dettagli in alcune aree e la realizzazione dei personaggi principali, che vantano modelli poligonali più che convincenti, espressioni facciali credibili, belle animazioni e una certa capacità di mantenere la qualità media sempre allo stesso livello.

Il ritorno dell’assassino pelato

Decisamente peggiori le figure di secondo piano, troppo simili fra di loro e poco rifinite in certi casi, e non manca anche qualche saltuaria incertezza in termini di sincronia verticale dell'immagine. Tutto viene però bilanciato dal buon uso degli effetti particellari, in particolar modo quelli legati agli eventi atmosferici, e al sapiente gioco di luci e ombre che regalano all'occhio un visione d'insieme in grado di far lasciare alle spalle il conteggio dei poligoni o qualche texture meno performante della media. A quanto appena descritto si aggiungono poi dei buoni filmati e le diverse scene d'intermezzo, che ben si integrano con le parti giocate per spiegarne alcuni degli eventi a esse correlate. Anche se talvolta si nota una qualità piuttosto bassa nella compressione che ormai fatichiamo a spiegarci in un prodotto tripla A. Complementare al panorama grafico c'è un'eccellente colonna sonora, perfettamente puntuale nel sottolineare i vari passaggi della storia e nell'aumentare la tensione durante gli scontri a fuoco, evidenziando laddove necessario la spettacolarità di alcune situazioni. Degno di nota anche l'ottimo doppiaggio in italiano che deve la sua forza al timbro vocale utilizzato per l'Agente 47 e per una buona recitazione dei doppiatori coinvolti.

Conclusioni

Versioni testate: PlayStation 3 e Xbox 360
Multiplayer.it
8.8
Lettori (384)
9.0
Il tuo voto

Ci sono numerosi elementi di indubbio valore in Hitman: Absolution che ne evidenziano l'ottimo valore qualitativo, quali una buona longevità, che si attesta almeno sulla dozzina di ore abbondanti in rapporto all'abilità del giocatore e al livello di difficoltà scelto, un notevole grado di sfida generale, una realizzazione tecnica di buona fattura ed un sapiente mix strutturale di sandbox e stealth. Allo stesso tempo però non si possono trascurare alcune scelte di design piuttosto anomale e che tendono ad appannare la sensazione di divertimento sperimentata dal giocatore, come l'intelligenza artificiale talvolta troppo deficitaria per un gameplay stealth o l'atipica gestione dei salvataggi. Ciononostante Hitman: Absolution è il degno erede di una serie che ha da sempre rappresentato il meglio che il genere dello stealth potesse offrire e la sua bellezza risiede nella non linearità che contraddistingue il suo gameplay: la possibilità di scegliere liberamente come e quando agire, chi uccidere, dove uccidere e come farlo è sempre ancorata nelle mani del giocatore. E questo è ovviamente un elemento che sa dare grandi soddisfazioni.

PRO

  • Trama non molto originale ma comunque all'altezza delle aspettative
  • Grande libertà e varietà d'azione
  • Un'ottima regia affiancata da un eccellente colonna sonora valorizzano l'atmosfera del gioco
  • L'intelligenza artificiale sa comportarsi bene in determinati frangenti...

CONTRO

  • ...ma soprattutto durante le sparatorie evidenzia ancora enormi deficit
  • In alcuni frangenti sa essere veramente difficile e il sistema dei salvataggi non aiuta
  • Il comparto tecnico è altalenante