Diario del Capitano
Dopo aver divagato per due giorni su cinema e libri, torniamo a parlare di videogiochi. E in grande stile, con un titolo che sarà sicuramente un protagonista assoluto del futuro panorama videoludica: il nuovo MGS, il tre, presentato all'Electronic Entertainment Expo e a proposito del quale sono state diffuse ieri una valanga di nuove informazioni (che trovate comodamente raccolte nella nostra anteprima). Non sono un fan sfegatato della serie, benchè abbia letteralmente divorato gli MGS su NES e Solid per PSX, e degli stealth game in generale, non sono nemmeno riuscito a terminare il primo stage di Splinter Cell per la noia, ma il talento di Hideo Kojima è innegabile. Così com'è innegabile la sua capacità di stupire e di spiazzare il giocatore con trovate a dir poco particolari, per quanto apprezzabili / apprezzate o meno. Con MGS3 la sensazione è che Kojima ne abbia fatta un'altra delle sue, proponendo un'ambientazione ben diversa da quella vista negli ultimi MGS, per quanto sicuramente familiare agli utenti di vecchia data. Si torna alle origini, si torna nella giungla, con inattese atmosfere a la Rambo e un tema conduttore del tutto nuovo, la sopravvivenza in ambienti ostili. Kojima per il suo ultimo MGS su PlayStation 2 promette grandi rivelazioni e un plot bomba che svelerà molti dei retroscena di MGS e MGS2, concludendo l'ideale trilogia e lanciando un forte messaggio pacifista. E non dubito che sarà così. Ciò che mi lascia perplesso al momento è il sistema di gioco che Kojima intende proporre nel nuovo MGS, con una fortissima spinta sulla sopravvivenza e, necessariamente, sul realismo. Ora, raramente il realismo esasperato va a braccetto con divertimento, e un videogioco ha sempre bisogno di un certo elemento d'astrazione, di un'accurata selezione di cosa proporre della realtà e cosa tralasciare, per poter effettivamente rendere una situazione realistica divertente (fanno eccezione ovviamente i simulatori 'seri', di guida, di volo ecc...). Ebbene dalle prime informazioni che Kojima ha diramato a proposito della sua prossima creazione gli spazi per l'astrazione o la semplificazione della realtà al servizio del gameplay sono pochi. Snake deve procurarsi da mangiare cacciando, cercando di tenere una dieta bilanciata e di non conservare per troppo tempo il cibo se no marcisce. Deve stare attento a come cammina e a non lasciare la benchè minima traccia: basta spostare troppo le foglie che ricoprono il terreno per essere scoperti. E se cade da un dirupo c'è il serio rischio che si rompa una gamba, o un braccio, con conseguenze che tutti possiamo immaginare.
Credo che la curiosità, e il dubbio, siano legittimi. Sono curioso di vedere come Kojima riuscirà a rendere divertente un'esperienza così complessa e così realisticamente dettagliata, almeno nelle intenzioni da lui espresse sinora, e a quali compromessi dovrà, se sarà necessario, scendere. Viste le indubbie capacità del genietto di casa Konami, il suo approcio sarà sicuramente interessante.
Mauro Fanelli, responsabile editoriale area console.
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