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Tutti quanti seguitemi

Il titolo di debutto di CMA Megacorp ci insegna un modo nuovo di sfruttare i propri seguaci...

RECENSIONE di Fabio Palmisano   —   20/05/2014

Non è per niente facile riuscire ad emergere nell'affollatissimo panorama dei puzzle game su iOS:

Tutti quanti seguitemi

ci vuole un'idea funzionale e possibilmente innovativa, un sistema di controllo gestibile con un solo dito e soprattutto un gameplay che sia comprensibile nel giro di pochi secondi e che garantisca comunque un certo grado di profondità sul lungo periodo. Tutte caratteristiche che, perlomeno sulla carta, sembrerebbero appartenere a questo Kiwanuka, opera prima del piccolo team CMA Megacorp: vediamo dunque se queste buone intenzioni si sono tradotte in un titolo davvero meritevole d'attenzione.

L'unione fa lo sforzo

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Di sicuro a Kiwanuka non manca la personalità, tanto da potersi permettere di esordire senza dare alcuna spiegazione di ciò che avviene sul display: dalla schermata del titolo, accompagnata da una potente colonna sonora dubstep, si passa direttamente al gameplay, con il giocatore che si trova a dover gestire il fato di un manipolo di minuscole persone guidate da un loro simile che regge in mano un misterioso scettro magico. I tutorial vengono dunque relegati a pochi cartelli - contraddistinti peraltro da una pessima traduzione in italiano - che illustrano le meccaniche di base, senza però addentrarsi troppo nel dettaglio e lasciando dei dubbi che possono venire fugati solo dall'esperienza diretta. Scopo del gioco è quello di condurre i di seguaci al traguardo dei vari livelli, rappresentato da un prisma di energia che tiene in trappola un membro di questa variopinta tribù di esserini. Per fare ciò, l'utente assume il controllo diretto della luce magica generata dal bastone posseduto dal leader del gruppo, che tutti quanti seguono ciecamente: è sufficiente dunque eseguire un tap sullo scettro e trascinare il dito a destra o a sinistra per fare in modo che i personaggi si spostino in quella direzione, stando attenti a non farli cadere nel vuoto e provocare così un immediato game over. Il vero e proprio focus di Kiwanuka emerge però dopo appena un paio di livelli preliminari, e si traduce nel metodo alquanto bizzarro che gli sviluppatori concedono al giocatore per superare gli spazi vuoti che separano una piattaforma dall'altra: trascinando il dito dallo scettro verso l'alto è possibile dunque formare una catena umana di seguaci dell'altezza desiderata, che poi bisogna spingere da un verso o dall'altro per farla oscillare fino al raggiungimento del primo appiglio disponibile. Una volta messo questo pittoresco ponte nella sede opportuna, si può ordinare al gruppo di calpestare impunemente i propri simili per giungere a destinazione, il tutto ovviamente nel nome del proverbiale fine che giustifica i mezzi...

Kiwanuka ha stile da vendere, ma manca del quid capace di fargli compiere il salto di qualità

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Una formula così semplice viene ben presto arricchita da una serie di variabili che sono state usate dagli sviluppatori di CMA Megacorp per dare varietà al design degli stage nello svolgimento del gioco. Ecco dunque che ci si ritrova davanti a piattaforme mobili, a zone colorate sulle quali non è possibile camminare né far attecchire un ponte e via discorrendo, a tutto vantaggio di un livello di sfida che comunque non si fa mai troppo impegnativo. In aggiunta a ciò, l'utente viene invitato a scoprire le diverse proprietà che sono applicabili alle catene umane alle quali si dà origine tramite lo scettro magico: uno dei primi esempi in tal senso riguarda il fatto che è possibile costruire ponti che attraversano una parete, consentendo ai seguaci di attraversarla. Coerentemente con la sua scelta di non spiegare pressoché nulla al giocatore, Kiwanuka anche in questo ambito non fornisce alcun tipo di indizio, una scelta che sicuramente causerà divisioni tra chi la reputerà stimolante e chi invece potrebbe inserirla nella lista delle frustrazioni, che in effetti coinvolgono anche un sistema di controllo tutt'altro che impeccabile. Non solo il gruppo non recepisce sempre bene gli input dell'utente - attraversando un ponte quando invece se ne vorrebbe generare un altro o cadendo nel vuoto mentre si sta semplicemente tentando di avvicinarsi al bordo di una piattaforma - ma anche il sistema adottato per stabilire le dimensioni di una catena a volte si prende a schiaffi con la telecamera: può capitare dunque che il cerchio che indica la portata del percorso che verrà generato vada oltre l'inquadratura standard, costringendo ad andare alla cieca o a diminuire ulteriormente lo zoom rendendo gli elementi interattivi ancora più piccoli di quanto siano nella visuale standard. Insomma, non tutto fila perfettamente liscio in Kiwanuka, che alla fine dei conti si dimostra un puzzle game intrigante nelle premesse, ma che non riesce a risultare davvero coinvolgente come i migliori esponenti della categoria. Resta comunque doveroso rendere merito a CMA Megacorp per l'originalità del concept e per l'ispirazione del piacevolissimo comparto audiovisivo che funge da corredo all'azione.

Conclusioni

Versione testata: iOS (1.0.1)
Terminale utilizzato: iPhone 5S
Prezzo: 1,79€
Multiplayer.it
7.7
Lettori (3)
5.8
Il tuo voto

L'originalità è una condizione necessaria ma non sufficiente a garantire un completo successo ad un puzzle game che si affaccia su App Store: un teorema che calza a pennello a Kiwanuka, che pur offrendo un gameplay non convenzionale ed uno stile grafico molto ricercato, difficilmente potrà entrare nel novero dei classici del genere in ambito mobile. La formula ludica del titolo CMA Megacorp risulta interessante nel primo periodo ma tende a perdere mordente a lungo andare, ed un sistema di controllo non sempre efficiente conduce a qualche seccatura di troppo, entrambi fattori che fanno di Kiwanuka un prodotto particolarmente di nicchia.

PRO

  • Gradevolissimo stile audiovisivo
  • Concept molto originale
  • Gameplay immediato da assimilare...

CONTRO

  • ...ma che rischia di non fare breccia
  • Controlli non sempre affidabili
  • Qualche tutorial in più non avrebbe guastato