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L'importanza di chiamarsi Tepig

Il nuovo Pokémon Mystery Dungeon di Spike Chunsoft è il miglior spin-off della serie

RECENSIONE di Christian Colli   —   08/02/2016
L'importanza di chiamarsi Tepig

Non siamo mai stati dei grandi fan degli spin-off firmati Spike Chunsoft, roguelike in miniatura concepiti principalmente per un pubblico di giovanissimi: i fan più grandicelli dei pokémon di Game Freak hanno trovato tematiche e colpi di scena insospettabilmente profondi dopo ore di battaglie e dungeon troppo facili, e questo squilibrio ha reso la serie Mystery Dungeon un esperimento piuttosto difficile da catalogare. Sono passati ben otto anni da Gli Esploratori del Cielo e Gli Esploratori dell'Oscurità, doppia versione del secondo Pokémon Mystery Dungeon che gli appassionati ritengono generalmente il migliore della serie, e dopo il passo falso de I Portali sull'Infinito ci aspettavamo che sarebbe stato difficile rialzare l'asticella della qualità. I tempi, però, sono cambiati. Una volta i bambini, a dieci anni, giocavano ore e ore con i LEGO; oggi caricano foto su Instagram coi loro iPhone mentre aspettano che la PlayStation 4 finisca di aggiornare Bloodborne. Deve averlo capito anche Spike Chunsoft, perché ha passato gli ultimi tre anni a studiare un compromesso. Il risultato è questo sorprendente Pokémon Super Mystery Dungeon che riesce a mettere sullo stesso piano tutti i giocatori.

Pokémon Super Mystery Dungeon ci ha stregati: è il miglior spin-off della serie Game Freak

La pazienza è la virtù dei mostri

Chiunque abbia provato almeno un Pokémon Mystery Dungeon riconoscerà immediatamente i primi minuti di gioco. Rispondendo a un semplice questionario attitudinale, il gioco sceglierà per noi un alter ego e un compagno, selezionandoli tra tutti gli "starter" della serie cui si aggiungono Riolu e l'immancabile Pikachu.

L'importanza di chiamarsi Tepig
L'importanza di chiamarsi Tepig

Niente paura, comunque. Se non vi piace il pokémon scelto arbitrariamente per voi, potete tranquillamente selezionarne un altro. Noi, per esempio, abbiamo preferito Tepig al Chespin che ci era stato assegnato perché, ricordatevelo sempre, Tepig is life. Come "partner" abbiamo scelto Piplup e abbiamo cominciato l'avventura nel solito modo, e cioè svegliandoci in un luogo sconosciuto dopo aver misteriosamente assunto la forma di un pokémon (Tepig, appunto). Fortunatamente ci siamo imbattuti subito in Nuzleaf, il quale ci ha praticamente adottato e portato a Borgo Quieto, un vivace paesino abitato dai pokémon dove abbiamo conosciuto la combinaguai del posto, Piplup, e cominciato a frequentare la scuola. Se vi sembra che tutto questo incipit abbia ben poco senso, be', avete perfettamente ragione. Pokémon Mystery Dungeon, del resto, ci cala nell'insospettabile mondo dei pokémon senza allenatori, palestre e PokéDex: in questo coloratissimo universo ogni mostriciattolo ha una personalità, un modo di esprimersi e una vera e propria storia. L'adattamento italiano fa meraviglie, in tal senso, attribuendo a ogni personaggio un carattere se non addirittura un linguaggio distintivo. In questo modo, i pokémon che solitamente catturavamo e archiviavamo senza pensarci due volte diventano protagonisti o ospiti d'eccezione. Dal punto di vista della trama, le prime ore non sono particolarmente esaltanti: il setting scolastico è spassoso e i dialoghi frizzanti quanto basta, ma non succede nulla di particolare per almeno sei capitoli su ben ventidue; solo dopo quattro o cinque ore di gioco cominciano a susseguirsi alcuni interessanti colpi di scena e si palesa la minaccia cui dovremo fare fronte, ovvero la misteriosa trasformazione in pietra dei pokémon. Gli ultimi capitoli esalteranno i fan più giovani e faranno commuovere e riflettere i più grandicelli, ne siamo sicuri. Insomma, una volta superato lo scoglio di quello che è, a tutti gli effetti, un lunghissimo tutorial, Pokémon Super Mystery Dungeon si spalanca e consente al giocatore molta più libertà, permettendo ai protagonisti di reclutare nuovi compagni di avventura ed esplorare liberamente i tantissimi dungeon del gioco.

Insieme per forza

Venendo al gameplay, non molto è cambiato rispetto alle basi gettate dal capostipite nel 2006, ma tutti i vari miglioramenti implementati da Spike Chunsoft hanno contribuito a rendere la nuova esperienza coesa e soddisfacente a più livelli. In questo senso, Super Mystery Dungeon sembra più una versione semplificata del recente Etrian Mystery Dungeon, ma chi ha giocato il roguelike targato Atlus probabilmente sospirerà di sollievo: siamo in un territorio impegnativo, ma non altrettanto proibitivo.

L'importanza di chiamarsi Tepig
L'importanza di chiamarsi Tepig
L'importanza di chiamarsi Tepig

Con lo spin-off di Etrian Odyssey, Pokémon Super Mystery Dungeon condivide un motore grafico che ci regala modelli tridimensionali curati e splendidamente animati insieme a scenari coloratissimi e pieni di dettagli, coadiuvati peraltro da un effetto stereoscopico qualitativamente sopra le righe. Insieme alla colonna sonora, piacevole anche se tutt'altro che indimenticabile, il titolo Spike Chunsoft è una piccola perla che non fa rimpiangere il cel shading degli ultimi due episodi mainstream sviluppati da Game Freak. Tornando al gioco, invece, ci ritroveremo ad esplorare numerosi dungeon generati proceduralmente a ogni accesso: il nostro scopo sarà quello di raggiungere le scale che conducono al piano successivo, spostandoci su una griglia invisibile. Ogni movimento o azione rappresenta un turno sia per noi che per i nostri nemici, a prescindere da dove si trovino, ragion per cui sarà importante coordinare i movimenti dei nostri tre pokémon studiando le azioni dei bersagli e la struttura di ogni stanza. Su di noi penderà sempre la spada di Damocle della fame, un indicatore che si consuma ad ogni passo e che dovremo tenere d'occhio costantemente, poiché sarà importante bilanciare l'esperienza: meglio correre alle scale o affrontare qualche nemico mentre cerchiamo gli oggetti sparsi per la mappa? È un dilemma, questo, che comporta sempre dei rischi. Pokémon Super Mystery Dungeon non lesina degli imprevedibili picchi di difficoltà, specie quando si affrontano pokémon super efficaci contro i nostri. In questo senso, bisogna giocare seguendo le regole della serie madre e quindi pensando ai punti deboli o alle mosse che ci potenziano o che depotenziano i nostri bersagli. In nostro aiuto vengono decine di oggetti dagli effetti più disparati, sui quali Spike Chunsoft sembrerebbe aver puntato più che nei capitoli precedenti. Il consumo strategico di bacchette, sfere e altri gadget non è solo consigliato ma talvolta necessario, soprattutto se si considera che una nostra sconfitta comporta la perdita degli oggetti e del denaro in nostro possesso; in questo caso entra in gioco l'Isola Pelipper, un hub dal quale è possibile chiedere soccorso agli altri giocatori in vari modi o inviare le nostre squadre sussidiarie in cerca dei protagonisti dispersi. A queste meccaniche più o meno assodate si aggiungono un paio di feature interessanti che aggiungono profondità al sistema di combattimento ibrido, come per esempio i Cerchi, nei quali è possibile incastonare delle gemme temporanee che conferiscono ai pokémon dei bonus speciali, oppure le mosse combinate che permettono alla nostra squadra di attaccare nello stesso turno al costo di qualche punto di fame in più. I fan dei pokémon, a questo punto, drizzeranno subito le orecchie, perché Pokémon Super Mystery Dungeon permette a tutti gli effetti di mettere in pratica strategie inedite basate sulle numerosissime abilità dei vari mostriciattoli. Ed è qui che entra in gioco l'Intersfera.

L'effetto 3D

L'effetto stereoscopico è generalmente di grande impatto, ma a livello di gameplay non ha minimamente valore. Spike Chunsoft ha disegnato le ambientazioni e posizionato la telecamera in modo intelligente, per esempio quando ci si affaccia su Borgo Quieto dalla collina adiacente.

Anche i pokémon usano Facebook

Completato il sesto capitolo della storia, i nostri protagonisti entrano a far parte (be', più o meno) del GIP, il Gruppo Investigativo Pokémon che si occupa di aiutare i mostriciattoli in difficoltà. A quel punto, nel menù delle opzioni si sblocca la cosiddetta Intersfera, una vera e propria rete di contatti attraverso la quale potremo intraprendere delle missioni secondarie. Il concetto è abbastanza semplice.

L'importanza di chiamarsi Tepig

Alcuni pokémon in cui ci imbatteremo mentre esploreremo i villaggi diventeranno nostri amici e appariranno nell'Intersfera insieme ai loro amici, formando una rete che si farà via via più ampia e intricata. Tra una missione della storia e l'altra, alcuni dei pokémon catalogati nella nostra Intersfera ci chiederanno aiuto: magari hanno perso un oggetto - se non si sono persi proprio loro! - o magari vogliono dare una lezione a un mostro un po' troppo prepotente; sia come sia, aiutarli significa affrontare il dungeon in questione per completare la missione e reclutare il pokémon relativo nella nostra squadra. A quel punto, potremo selezionare quello stesso pokémon ogni volta che partiremo per un'avventura, ma soprattutto sbloccheremo la possibilità di affrontare le missioni secondarie che ci permetteranno di reclutare i suoi amici nell'Intersfera. Svolgendo le varie missioni secondarie, insomma, si amplia un elenco di comprimari a dir poco immenso: in Pokémon Super Mystery Dungeon è possibile reclutare e controllare tutti e 720 i pokémon esistenti, evoluzioni e mega evoluzioni incluse, anche se in questi ultimi due casi bisogna rispettare alcuni limiti imposti dalla struttura narrativa. Benché molti pokémon si reclutino soddisfacendo particolari requisiti, la maggior parte di essi si sblocca completando più e più volte gli stessi dungeon, il che si traduce in un'esperienza che si fa decisamente ripetitiva un po' troppo presto. Ci sono varie agevolazioni, come il fatto che i pokémon "in panchina" guadagnano esperienza anche quando non combattono, che aiutano ad alleggerire le dinamiche di gioco ma quest'ultime, in ogni caso, restano fedeli alla natura roguelike della serie Mystery Dungeon: se non amate il genere, insomma, non saranno i pokémon a farvelo piacere.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.3
Lettori (23)
8.3
Il tuo voto

Pokémon Super Mystery Dungeon ci ha sorpreso proprio perché Spike Chunsoft è riuscito a trovare un equilibrio quasi perfetto tra la complessità del gameplay e la natura spensierata del brand. Il risultato è un'avventura impegnativa, ma mai particolarmente frustrante, che metterà a dura prova l'abilità dei nuovi giocatori senza apparire eccessivamente superficiale ai fan del genere roguelike. La vivacità dell'ambientazione, la simpatia dei pokémon e la qualità sopra le righe del comparto tecnico completano un quadro assolutamente positivo che ci fa ben sperare per il futuro di questo spin-off. Inutile dire, infine, che se detestate il genere e/o i mostriciattoli Nintendo fareste bene a evitarlo come la peste.

PRO

  • Complesso al punto giusto
  • Tecnicamente ben realizzato
  • Si possono reclutare tutti i pokémon

CONTRO

  • La storia è avvincente, ma ci mette un po' a ingranare
  • La difficoltà non è sempre bilanciata a pennello
  • Può diventare ripetitivo presto