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Modern Combat 2: Black Pegasus, recensione

Dopo il primo, ottimo episodio, Modern Combat torna in campo e si impone senza dubbio come il miglior first person shooter disponibile su App Store.

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   15/10/2010
Modern Combat 2: Black Pegasus
Modern Combat 2: Black Pegasus
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L'annosa questione "giochi vs giochini" infiamma le platee? Gameloft vuole mettere tutti d'accordo, a quanto pare. Sebbene in ambito portatile sia naturale sentire l'esigenza di titoli semplici e immediati, da giocare quando non si hanno che pochi minuti a disposizione, ciò non significa che gli utenti debbano rinunciare a produzioni di maggior spessore, in grado di vantare un design e una dignità pari a quanto di meglio si sia visto su PSP e Nintendo DS.

Modern Combat 2: Black Pegasus, recensione

Considerando poi che i videogame più blasonati su App Store vengono venduti a poco più di cinque euro, viene da sé che questa tipologia di prodotti non solo è capace di elevare l'intero settore, ma offre un rapporto qualità / prezzo impareggiabile. È appunto il caso di Modern Combat 2: Black Pegasus, che porta con sé un tale carico di miglioramenti e ottimizzazioni rispetto al prequel, tanto dal punto di vista tecnico quanto da quello del gameplay, da imporsi senza grossi problemi anche su un concorrente di peso come N.O.V.A.: i due giochi condividono alcuni elementi dell'interfaccia e l'efficiente sistema di controllo, ma sotto il profilo del level design e delle possibilità in multiplayer la superiorità di MC2 appare piuttosto netta. I dodici stage che compongono la campagna in single player risultano ben caratterizzati, e il fatto di impersonare durante la storia tre differenti personaggi facilita di certo tale fattore: si passa repentinamente da location desertiche a distese innevate, muovendosi all'interno di spaccati urbani e soprattutto di ambienti chiusi, resi generalmente bene anche se ogni tanto non manca qualche piccola ingenuità (vedi le mura distrutte dagli esplosivi - neanche i LEGO sono così blocchettosi!).

Operazioni nere

Non si tratta solo di varietà visiva, comunque: i cliché del genere di appartenenza non mancano, e così eccoci impegnati a sputare fuoco dalla mitragliatrice di un veicolo blindato durante una disperata corsa verso la salvezza; oppure a correre sui tetti degli edifici, armati di fucile da cecchino, per difendere l'avanzare di un veicolo alleato fra le postazioni nemiche; o ancora intenti a piazzare delle cariche esplosive su alcune colonne mentre ci sparano da ogni direzione. Non mancano neppure i quick time event, seppure risultino limitati a poche sequenze: all'improvviso appare un'icona sul touch screen e bisogna toccarla rapidamente, pena il game over.

Modern Combat 2: Black Pegasus, recensione

Non si tratta tuttavia di situazioni messe lì "a tradimento", visto che vengono in qualche modo preannunciate tramite un sapiente uso del bullet time, soluzione visiva efficace che viene utilizzata anche per enfatizzare le uccisioni più spettacolari. La campagna non dura molto, ma si rivela un'esperienza piuttosto intensa e coinvolgente, anche grazie a un'ottima cura per i dettagli. Bisogna comunque dire che in determinati frangenti il game design mostra il fianco a qualche incertezza: al livello di difficoltà normale è praticamente impossibile rimanere senza colpi nel caricatore, e la presenza di due slot per le armi scongiura del tutto tale eventualità. È possibile effettuare delle uccisioni ravvicinate, ma in generale si tende ad affidarsi alle armi da fuoco, del resto ce ne sono quindici diverse e ci si può sbizzarrire. I controlli via touch screen (ma di recente sono stati implementati anche quelli tramite accelerometro, come già accaduto per il già citato N.O.V.A.) offrono differenti configurazioni, ma alla fine dei conti quella di partenza si rivela la più pratica: il pollice sinistro su uno stick analogico virtuale, quello destro libero di muoversi nella relativa porzione di schermo per poi agire sul pulsante di fuoco all'occorrenza e usare quello stesso pulsante per dirigere le raffiche, come se si trattasse di un secondo stick virtuale. Poco più sopra, la selezione dell'arma speciale (granata o bomba fumogena). In alto a destra, infine, la selezione dell'arma primaria: un tocco solo per ricaricare, due tocchi rapidi per passare all'arma secondaria. Il sistema di mira assistita ci mette al riparo da situazioni spiacevoli, specie all'inizio, anche se non si rivela sempre perfetto, anzi; e i controlli, in generale, talvolta purtroppo tendono un po' a "incantarsi", cosa molto fastidiosa.

Modern Combat 2: Black Pegasus, recensione

Guerra moderna

Una volta presa confidenza con la filosofia alla base di Modern Combat 2: Black Pegasus, possiamo dedicarci alle modalità multiplayer, disponibili sia in locale (tramite Wi-Fi o bluetooth) sia online per un massimo di dieci giocatori, chiaramente tramite Gameloft Live. In quest'ultimo caso è possibile disputare una partita veloce, ospitarne una con i nostri parametri (durata, numero di giocatori, mira assistita o manuale) oppure cercare fra quelle già in corso di svolgimento. Gli scenari disponibili sono cinque e le modalità quattro: "battaglia", ovvero il classico "tutti contro tutti" in cui non dobbiamo far altro che sparare a qualsiasi cosa si muova; "a squadre", cioè il deathmatch competitivo che tutti ben conosciamo, in questo caso con due team di cinque persone contrapposti; "disinnesca la bomba", modalità a turni in cui una squadra deve piazzare una carica esplosiva e mentre l'altra deve in tutti modi evitare che la bomba esploda; "cattura la bandiera", che proprio non ha bisogno di presentazioni.

Modern Combat 2: Black Pegasus, recensione

Il gioco dispone di un sistema di classi con ben settantadue livelli da sbloccare, a ognuno dei quali corrispondono nuove feature e nuove armi. Durante le nostre partite non abbiamo mai riscontrato problemi dovuti al lag, anche se la predominanza di match con mira solo manuale ci ha obbligato a trovare delle soluzioni abbastanza fantasiose per riuscire a essere competitivi, nella fattispecie ci siamo trovati bene controllando la mira con l'indice destro per lasciare il pollice libero di aprire il fuoco all'occorrenza. Sicuramente il polpo Paul potrebbe stupirci in tal senso, ma in generale è una questione di pratica e si può diventare competitivi anche utilizzando due sole dita, a patto di avere i riflessi pronti. Quello che ci è piaciuto di meno, in generale, è la scarsa dimensione degli scenari: in presenza di dieci giocatori nella modalità "battaglia", si finisce spesso per rinascere proprio davanti a un avversario, che a quel punto non deve far altro che premere il grilletto per mandarci nuovamente all'altro mondo. Si tratta però, alla fine dei conti, di uno dei pochi appunti che è possibile muovere a un prodotto davvero straordinario, che unisce una realizzazione tecnica di assoluta eccellenza a soluzioni efficaci e intelligenti per quanto concerne i controlli via touch screen.

La versione testata è la 1.0.0
Prezzo: 5,49€
Link App Store

Conclusioni

Multiplayer.it
9.2
Lettori (23)
7.7
Il tuo voto

Modern Combat 2: Black Pegasus è un FPS di eccellente qualità, per nulla originale nelle situazioni proposte ma certamente vario e dotato di una discreta direzione artistica. La campagna in single player, nella sua brevità, regala qualche bella emozione e risulta essere solida e coinvolgente. Non le mancano neppure i numeri, sebbene in determinati frangenti risulti ancora acerba rispetto ai classici del genere. L'elemento di maggior richiamo per il prodotto Gameloft è comunque il multiplayer online, davvero divertente e ben realizzato, con quattro modalità piuttosto classiche e un sistema di esperienza in grado di garantire ore e ore di scontri all'ultimo sangue. La grafica del gioco è fra le migliori che si siano mai viste su iPhone (rende particolarmente bene sul Retina Display), il sonoro accompagna l'azione in modo efficace e l'ottimo sistema di controllo fa il resto. Da comprare!

PRO

  • Campagna in single player appassionante
  • Il miglior multiplayer online su iPhone
  • Tecnicamente straordinario

CONTRO

  • Alcune scelte di design un po' acerbe
  • I controlli talvolta si "incantano"