Scappate, scappate, le scimmie son tornate
Ape Escape 2 è fondamentalmente simile ai due prequel, anche se, volendo essere precisi, in Ape Escape 2001, titolo uscito sempre per PlayStation 2 più di 1 anno fa, l'obbiettivo era un pò diverso: bisognava infatti aspirare i pantaloncini ai primati e gettarli poi in un’enorme lavatrice. Con Ape Escape 2 Sony ritorna alle origini e, seppur riproponendo una struttura simile al primo episodio, non manca di introdurre qualche interessante novità. Protagonista del gioco questa volta è il piccolo Hikaru che, dopo aver innavvertitamente “sparato” i caschi super-intelligenza fuori dal laboratorio, si ritrova a fare i conti con un esercito di primati pronti a conquistare il mondo. Al capo della rivolta ritroviamo la scimmia bianca Specter, questa volta intenta a rubare al Professore il Laser Letargia, fondamentale per addormentare facilmente gli umani ed avere così il controllo sul mondo intero.
Un mondo fantastico e coloratissimo
Invariato rispetto ai titoli precedenti è lo stile fumettoso che pervade tutto il gioco. Già ai tempi del primo capitolo le ambientazioni ed i personaggi erano coloratissimi ed in pieno stile manga, sfortunatamente però il motore grafico non era il massimo e faceva fatica a garantire un numero di poligoni sufficiente su schermo. Ape Escape 2 ovviamente amplifica questo concetto e risolve tutti i problemi tecnici del primo episodio. La grafica è molto colorata (seppur non ai livelli di quel caleidoscopio di colori che è Rayman 3), gli effetti di luci sono ben fatti e le texture, pur risultando a volte non troppo curate, contribuiscono comunque a dare al tutto una sorta di resa pastello molto convincente. I livelli sono decisamente vasti, anche se, a dire il vero, la complessità poligonale non è elevatissima considerando le ultime produzioni su PS2, ma se non altro in questa maniera il motore grafico riesce a gestire tutto senza fatica.
Il più grosso difetto di Ape Escape2 però è la gestione della telecamera, problema comune anche alla versione a 32 bit e che costringe il giocatore ad un continuo riassettare dell'inquadratura, che spesso fatica a seguire il personaggio con la giusta angolazione. In alcuni (seppur rari) casi la telecamera tende addirittura a posizionarsi in maniera del tutto sballata, impedendo così al giocatore di vedere ciò che ha attorno, cosa che non fa sicuramente piacere quando si è accerchiati dai nemici o si ha poco spazio per saltare. Per quanto riguarda la componente sonora siamo lontani anni luce (in positivo) da quanto fatto con il titolo precedente. Questa volta Sony Europe si è data da fare, scegliendo per la versione italiana dei doppiatori degni di questo nome: i professori con accento bolognese o protagonisti con la voce un po’ effemminata sono quindi un triste ricordo del passato. Il doppiaggio questa volta è ottimo, magari a volte il sincronismo tra voce e bocca non è perfetto, ma non è un grande difetto considerando il lavoro nel suo complesso. Degne di nota le musiche di sottofondo, alcune delle quali decisamente azzeccate ed orecchiabili.
Alla ricerca della scimmia perduta
Iniziato il gioco vi ritroverete nel laboratorio di Natsumi. Come accadeva nei precedenti titoli, in questa stanza potrete avere accesso a tutte le opzioni del gioco, consultare i dati sulle scimmie, addestrarvi con i gadget che il Professore vi metterà a disposizione e fare una partita ai minigiochi. Dopo un'occhiata intorno potrete finalmente fiondarvi a catturare le piccole scimmiette. Ogni scimmia è dotata di diverse caratteristiche, che cambiano a seconda del colore dei pantaloncini indossati. Ad esempio, quelle con i pantaloncini rossi sono le più aggressive, mentre quelle con i pantaloncini blu corrono come dei siluri. Ogni scimmia possiede tre caratteristiche principali quali prontezza, aggressività e velocità. A queste è stata aggiunta la componente sazietà, utile nel caso in cui le scimmie per un motivo o per un altro fossero inaccessibili o troppo irrequiete per essere avvicinate. Basterà usare il Bananarang (uno dei gadget disponibili nel gioco) o un’auto camuffata da pesce per attirarli a voi sfruttando la loro fame e catturarle così facilmente. In generale tutte le scimmie seguiranno delle regole comportamentali più complesse rispetto al passato, elemento che rende il gioco leggermente più difficile. A differenza di Ape Escape infatti non basterà un singolo colpo di spada per stordire i primati, ma sarà necessario rincorrerle e menarle per un bel po’ prima che stramazzino al suolo, sempre che non siate così abili da acchiapparli con la rete a colpo sicuro. Il sistema di controllo è preso pari pari dal prequel, quindi se con la levetta sinistra comanderete Hikaru, con quella destra direzionerete i colpi della rete o della spada spostandola nella direzione scelta, mentre nel caso della fionda basterà tirare indietro la levetta e rilasciarla come fareste con una vera fionda. Con l’ hula-hop invece basterà ruotare a cerchio la levetta per farla girare vorticosamente. I quattro tasti frontali corrispondono ai diversi gadget da utilizzare (disponibili tra una rosa di ben 11 marchingegni), mentre per il salto dovrete usare i tasti laterali. Una volta completato il livello (basterà che prendiate un numero prestabilto di scimmie tra tutte quelle che si trovano), ritornerete nella stanza di Natsumi dove potrete utilizzare i gettoni che avrete preso nel corso dell’avventura. La novità è che ora i gettoni non servono più ad aumentare le vite, ma ad ottenere dei premi da un’apposita macchinetta. I premi vanno dalle foto dei nemici agli artwork del titolo, da minifavole con protagoniste delle scimmie (tutte con dei finali abbastanza inquietanti a dire il vero) a nuove automobiline radiocomandate da utilizzare nel gioco, e così via. Sono ancora presenti i minigiochi, stavolta però non sarà necessario raccogliere le Monete Specter, ma vi saranno elargite sotto forma di premio dalla macchinetta non appena completerete un dato livello.
Scimmiescamente parlando…
Completare i vari livelli non sarà certo difficile… ma nemmeno così facile. Gli stage si dividono in varie sezioni, e se alcuni rappresentano mini-mondi da esplorare, altri invece risultano abbastanza lineari. Ogni tot livelli avrete a che fare con le cinque super-scimmie che Specter manderà con lo scopo di fermarvi: all’inizio questi vi faranno penare un po’, ma una volta trovato il loro punto debole sarà una passeggiata sconfiggerli. Raggiungere il numero minimo di scimmie da catturare non sarà certamente un problema, più difficile invece sarà catturarle tutte ad ogni livello, tuttavia basterà armarsi di un bel po’ di pazienza per completare con successo anche questo obbiettivo. I ventuno livelli garantiscono almeno 7-8 ore di gioco catturando il minimo di scimmie indispensabile, una ventina di ore invece se deciderete di completare il gioco raccogliendo tutte le 300 scimmie; in più i mini giochi sapranno regalarvi parecchie ore di divertimento extra. Ed una volta finito il gioco avrete anche una bella sopresa….
Commento
Ape Escape 2 rappresenta un gradito ritorno nella softeca PS2. In linea di massima non è che ci sia un grande stravolgimento rispetto al primo episodio e la struttura di gioco rimane in fondo sempre la stessa, tuttavia non manca anche qualche novità tale da diversificare quel tanto che basta il titolo dagli altri episodi. L’unico vero difetto del gioco è rappresentato dalla pessima gestione della telecamera, soprattutto considerando che anche i 2 prequel hanno avuto lo stesso problema: il perchè i programmatori non abbiano cercato di risolvere il problema definitivamente appare davvero un mistero. Se vogliamo proprio dirla tutta il titolo non è nemmeno troppo difficile, a meno che non vogliate raccogliere tutte le scimmie sparse per il gioco. Detto questo, a voi la scelta.
Pro:
+Sistema di controllo immediato ed intuitivo
+Comparto grafico semplice ma ben fatto
+Divertimento extra con i mini giochi
+Ne suderete di camicie prima di acchiappare tutte le scimmie
Contro:
-Telecamera virtuale non sempre all’altezza della situazione
-Diffoltà tutt’altro che eccessiva
-Sostanzialmente simile ai precedenti episodi
Qualche anno fa la Sony lanciò sul mercato un platform abbastanza particolare. Questa particolarità non era dovuta a chissà quale elemento innovativo o che altro, semplicemente si metteva in evidenza per il bizzarro sistema di controllo utilizzato. Per la prima volta infatti il DualShock, controller realizzato dalla Sony stessa, veniva utilizzato al pieno delle sue funzioni. Se la leva analogica sinistra serviva al controllo del personaggio come accade ancora oggi nella maggior parte dei titoli, quella destra veniva usata per l’utilizzo delle armi e dei gadget in una maniera alquanto innovativa ed intuitiva. Proprio per questa coraggiosa scelta il gioco era inutilizzabile tramite il joypad tradizionale, tanto che fu lanciato in bundle con il controller dedicato. Quel gioco, signori, era Ape Escape.