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Andiamo subito al sodo e parliamo delle componenti tecniche del titolo, grafica,sonoro, giocabilità e longevità. Visivamente il titolo è molto discontinuo: si passa da livelli di dettaglio oggettivamente spaventosi e incredibili a grossolani errori. Mi spiego meglio: mediamente il numero di poligoni non sembra essere elevatissimo, ma il contraltare di ciò sono delle ottime animazioni e textures applicate che fanno gridare al miracolo per scelta dei colori, pulizia e nitidezza. In alcuni casi si scorgono particolari veramente difficili da riprodurre tipo iride, contorni delle orecchie, e nonché denti e labbra. Insomma se mettiamo il titolo in modalità Practice e ci soffermiamo a vedere con calma i personaggi notiamo sono più piccoli rispetto a quelli dei titoli Tecmo e Namco. Ma non è tutto splendido in questo titolo: a degli ottimi lottatori corrisponde una realizzazione dei fondali molte volte scandalosa ( vedi lo stage della portaerei ), e come se non bastasse afflitta da cronica mancanza di antialiasing. Addirittura spesso spariscono poligoni interi,tipo pareti e muri, e non mostrare cosa c’è dall’altra parte, ma per darci a vedere un bellissimo fondo nero. Per carità, alcuni stage sono impeccabili, ma sembra che i programmatori abbiano impiegato la maggior parte del loro tempo solo per i modelli dei protagonisti. Discorso analogo va fatto per gli effetti di luce che accompagnano l’esecuzione di particolari combos, nonché durante la super, effettuabile dopo la trasformazione previo raggiungimento di una barra che cresce a seconda dei colpi inferti all’avversario. Tirando le somme si può affermare che Bloody Rooar 3 graficamente parlando, tocca picchi e baratri con estrema disinvoltura, come se all’improvviso al team di sviluppo sia venuto a mancare il tempo, senza poter dare ritocchi veramente essenziali. Il sonoro si attesta su livelli più che buoni, cioè vuol dire che fa il suo lavoro onestamente, senza infamia e senza lode.
Animali si diventa...
Ma il vero nodo della questione è la giocabilità, quindi parlarne esaustivamente è d’obbligo. L’immediatezza del titolo è si un fattore positivo, ma nello stesso tempo rappresenta anche un limite. Il campionario di colpi a nostra disposizione non è molto vario, non si impazzisce insomma nel cercare di performare decine di mosse e anche grazie ad un sapiente mix di combinazioni di tasti alla Street Fighter e Tekken, in un batter d’occhio sapremo padroneggiare il nostro alter ego. Questo è il limite: la componente strategica dello scontro, studiare l’avversario per poi colpirlo con quanto di meglio si dispone, va a farsi benedire. Gli scontri si traducono in furiosi smanettamenti che niente hanno a che spartire con un match reale. Non si fa altro che aspettare il momento in cui trasformatisi in animale, si possa realizzare la coreografica super. La tecnica passa in secondo piano, conta molto di più chi pigia sui tasti più velocemente, sperando di cogliere impreparato l’avversario. Insomma se in Tekken, Dead or Alive o Virtua Fighter non basta saper conoscere a memoria mille combo, ma bisogna padroneggiare tutte le tecniche evasive, ragionare e pianificare quasi tatticamente gli incontri, nel titolo Hudson questo è dato per scontato o forse detto meglio mal implementato nell’economia del titolo. Insomma se si gioca a B.R. 3 pensando di trovarsi di fronte una simulazione, ci si sbaglia di grosso.
In 2 è sempre meglio...
È innegabile che nel breve periodo il titolo sia comunque divertente, ma finito l’effetto sorpresa, alla lunga ci si rivolgerà a qualcosa di più profondo se si cerca anche della sostanza dietro un picchiaduro ad incontri. Una peculiarità di questo titolo che influenza direttamente l’esito degli incontri è la realizzazione strutturale, non cosmetica delle locations. Alcune di esse presentano dei ring ristretti, chiusi da assi, inferriate e palizzate varie, dove combattere,che limitano non poco i movimenti. Sbattendo o venendo sbattuti contro di essi, a poco a poco cederanno, svelando per intero lo stage. E’ l’unico momento questo in cui non si consumeranno i tasti del pad pigiando vorticosamente a casaccio su di essi: messi in un angolo senza via di fuga piglieremo un sacco di botte senza poter fare nulla altro che guardare. Questo introduce anche la questione del livello di difficoltà: il gioco è discretamente difficile, e anche a livello normal ( più o meno il 4°) talvolta diventa frustrante e fonte di bestemmioni incontrollati. Meglio giocare in due insomma. In definitiva il titolo risente di un impostazione un po’ semplicistica che farà storcere il naso a che si aspettava una simulazione. Chi cerca un titolo semplice e immediato troverà in Bloody Rooar 3 un buon prodotto, ma nulla di più. Come al solito il problema è sempre quello: non sempre si riesce a mediare tra 2 impostazioni o filosofie , ed il risultato è quello di avere tra le mani un prodotto ibrido, non più originale, che non rischia niente, ma non vince nemmeno niente.
- Pro:
- Buona grafica
- Originale
- Divertente
- Contro:
- Alcuni difetti grafici
- Poca profondità
- C'è di meglio in giro...
La bella è la bestia!
Bloody Rooar 3 è senza troppi giri di parole un buon prodotto che si differenzia dai suoi diretti antagonisti, Tekken Tag e Dead or Alive, non tanto per la trovata della “bestialità” dei personaggi quanto per un approccio più immediato e smanettone, insomma meno tecnico e celebrale, se mi si passa il termine, degli altri due titoli. Le possibilità che il titolo Hudson ci concede sono pochine: Arcade, Survival, Practice e Vs Battle. Di importante c’ è da dire che nella modalità Survival, nel caso si superi un incontro non viene rigenerata parzialmente l’energia spesa, consuetudine ormai assodata nei titoli di questo genere. La rosa di combattenti ,eccezion fatta per quelli segreti, consta di 12 lottatori,uomini e donne, non nati compresi, il che fa 24 se contiamo anche le loro controparti animali. La maggior parte del regno animale è rappresentato nel titolo: pipistrelli, lupi, talpe, leoni, conigli, camaleonti, tigri, insetti e pantere affolleranno i nostri schermi in un tripudio di animazioni e colori.