Le luci si accendono...
Il compito del giocatore sarà di stendere sopra questo tappeto sonoro una serie di immagini filmati e immagini 3D cercando il più possibile di andare a tempo, non perché si deve superare un livello, ma per dare un senso logico al vorticare frenetico di luci e colori che pulsano sullo schermo. In più come in un vecchio clip di Mondinò (tipo quelli anni’ 80 di Prince e Neneh Cherry per intenderci) sarà possibile inserire del testo scritto tramite pad o tastiera. Questo è quanto. Il giocatore sceglierà la propria play list e gli effetti da inserire, e in tempo reale potrà aggiungere anche 32 soluzioni colorate tipo fiori, stelle e amenità simili. Il cuore del prodotto è il visual mixer; da qui si gestiscono i temi e gli oggetti, nonché brevi spezzoni di vario genere che sovrapporremo al tourbillon di immagini vagamente lisergiche. Ogni tema, organich, tech, surreal, motion, e demo ha a disposizione 3 librerie di tool da cui attingere: objects, movie clips e images, per un totale di quasi 2000 possibilità di scelta. Molto vario sembrerebbe, ma da qui iniziano i problemi. Il titolo risulta terribilmente macchinoso, e non avere più finestre a schermo, ma sempre una alla volta, da una sorta di sensazione di impotenza e incompletezza che non facilita la verifica pratica delle proprie scelte. Mi spiego: prima scelgo la musica e poi le immagini e gli effetti: non posso cambiare al volo gli inserimenti fatti, ma devo passare sempre dal menù principale. Non ho tutto sotto controllo, è come se mancasse qualcosa, si rimane sempre interdetti e sinceramente spaesati. Un’altra cosa che non mi è piaciuta, è la qualità generale del comparto grafico, se mi si passa la definizione: le immagini 2D di sfondo sono bruttine, sono conscio che l’enorme varietà possa andare a discapito della qualità ma qui si capisce veramente poco cosa esse rappresentino e se non fosse per i molti colori usati sembrerebbero molto simili tra di loro. Anche quelle 3D non sono molto meglio: l’anti aliasing è bandito e la scelta dei colori non mi sembra molto appropriata. Non ci sono molte textures, si tratti di poligoni con al massimo qualche sfumatura di colore applicata, niente di più insomma. Molto poco attraente è la realizzazione dei filmati: la qualità della compressione è scarsina, ma avvilente è il fatto che le clips siano incapsulate tra due bande grigie. Veramente brutto da vedere.
Vale il prezzo del biglietto?
La sensazione generale è quella di trovarsi di fronte il re del caos: dare un assetto e organicità alle proprie “produzioni” è sempre un’impresa ardua: sembra che i comandi rispondano in ritardo, ma la verità è che non si riesce ad avere un riscontro pratico e immediato di ciò che realmente si vuole fare. E la frustrazione arriva subito. Non ci è data la possibilità di fare quello che si vuole, questo è il grande problema del prodotto. Cosa altro si può dire: dal punto di vista musicale ci si porta a casa una collezione di tracce difficilmente reperibili dalle parti nostre salvo costose importazioni parallele, che rappresentano quanto di meglio si possa trovare in giro per l’Europa, 5 ore o 60 pezzi possono bastare. Dal punto di vista prettamente ludico il discorso si fa complicato: il fatto di non essere un vero e proprio gioco ci fa fare un salto di parametri da utilizzare, non più giocabilità e longevità, ma funzionalità e fruibilità. E purtroppo qui non ci siamo e francamente dispiace visto le potenzialità insite nell’originalità del titolo. Il gioco è francamente scomodo e poco immediato da utilizzare, e come gia scritto lascia poco spazio ai lavori di limatura e correzione da parte dell’utente che vuole migliorare il proprio prodotto. Più che di gioco vero e proprio in alcuni frangenti sembra trovarsi di fronte un rolling demo pieno di immagini spaziali e surreali buttate li per impressionare spettatori di bocca buona. Il giudizio finale non può che essere negativo: un’ottima idea sfruttata male, forse un secondo capitolo gioverà al titolo, magari implementando un’interfaccia tipo Windows; per ora resta solo dell’ottima musica. Questo è quanto.
- Pro:
- Originale
- Molto vario
- Contro:
- Grafica non esaltante
- Interazione limitata
- Noioso col tempo...
Dal Ministry of Sound di Londra...
MINISTRY OF SOUND è un titolo francamente molto strano, è quello che potremmo definire, usando un termine molto abusato, un gioco-non gioco. In parole povere si ha a che fare con un tech demo allungato, tipo quello presente con il cd omaggio della vecchia Psone. Il titolo racchiude 5 ore di musica dei migliori dj del Ministry of Sound di Londra, discoteca molto cool, immortalata nel video di “hey boy hey girl” dei Chemical brothers, e in un vasto database di immagini, filmati che in base alla nostra fantasia o voglia, potranno essere mixati per creare una sorta di miniclip molto allucinato e Mtv style. Le musiche sono di 5 dj diversi, ognuno con il suo genere personale: Tall Pall, ci delizia con la sua hard house, Ferry Corsten ci massacra con la trance, Paul Jackson si produce in raffinate esecuzioni di house&garage, Krafty Kuts e Paul Dakeyne ci fanno ascoltare rispettivamente breakbeat e progressive house. Insomma suoni molto avanti o semplicemente tracce che hanno poco a che fare con il discotecaro medio italiano, impelagato nella italiota commerciale italiana, sempre uguale a se stessa e per nulla avvezza a stili e contaminazioni di ogni genere. Alti livelli insomma, si respira aria molto internazionale, non da balera estiva all’aperto.