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One Piece Pirate Warriors 4, provato alla GamesCom il nuovo musou

Abbiamo testato il nuovo One Piece Pirate Warriors, trovando ad aspettarci una formula fin troppo uguale a se stessa, ma se non altro migliorata in alcuni aspetti

PROVATO di Aligi Comandini   —   22/08/2019

I musou sono forse gli unici titoli giocabili da chiunque che risultano "non per chiunque". Videogiochi costruiti attorno alla potenza inusitata dei loro protagonisti, proto action pensati per spegnere il cervello e devastare intere armate nemiche, godendosi il delirio a schermo e collezionando dozzine di personaggi diversi, sono tutti sempre accomunati solo da un incredibile numero di avversari presenti sullo schermo. Certo, all'interno del genere si sono viste varie sperimentazioni - musou curiosamente difficili agli alti livelli, ibridazioni con altre formule, e così via - ma tutte queste produzioni provenienti al 99% dalla Terra del Sol Levante rimangono attaccate a uno scheletro immutabile fin dalla loro nascita, forse per via di un pubblico che non sembra volerli mai realmente abbandonare. Mantenimento o meno delle meccaniche tipiche, comunque, è innegabile che ci siano baratri qualitativi tra l'uno e l'altro videogame di questa discussa categoria (un Warriors Orochi non può, ad esempio, venir messo sullo stesso piano di produzioni ben più raffazzonate), ed è riconosciuto quasi all'unanimità che tra quelli dedicati ai manga - il cui numero è tutt'altro che sottovalutabile - i giochi basati su One Piece sono tra i migliori. La saga dei Pirate Warriors, in particolare, gode di una certa notorietà tra gli appassionati, tanto da essere arrivata al quarto capitolo. Lo abbiamo testato brevemente allo stand di Bandai Namco alla Gamescom di Colonia, e seppur le novità non siano molte, oggi abbiamo intenzione di descrivervele.

The biggest mom

Tra Dream Log, Legend Log e obiettivi vari, l'ultimo Pirate Warriors aveva offerto se non altro una gran massa di contenuti agli appassionati, accompagnata da un'ottima cura generale, capace di innalzare almeno parzialmente la produzione (gli Omega Force non sono dopotutto certo gli ultimi arrivati nel campo). La demo a nostra disposizione ha mostrato buona parte delle caratteristiche per cui i capitoli precedenti si sono distinti, eppure non brillava certo dal punto di vista contenutistico, trattandosi di un livello di rara banalità pensato solo per mostrare l'unica "nuova" feature rivelata alla fiera di colonia. Parliamo dei personaggi "giganti" (umanoidi, non mostruosità) come Big Mom, che pur essendo dotati di set di mosse simili ai protagonisti fanno molti più danni, e vantano un funzionamento leggermente diverso dagli altri boss, per via di corazze speciali che si attivano durante certe mosse e vanno "spezzate" prima di portare un'offensiva seria.

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Big Mom in sé non è giocabile (o se lo è la cosa non è stata ancora confermata, in verità), ma come boss finale della zona è risultata leggermente più elaborata della tipica massa informe di soldati da eliminare o di altri scontri principali della saga, tanto da portarci ad usare il Gear Fourth di Luffy per velocizzare la battaglia. Non siamo mai stati realmente in pericolo, che sia cristallino, ma forse a difficoltà più elevate questi inserimenti potrebbero dar vita a battaglie effettivamente impegnative, e spingere i giocatori a portare al limite un sistema che, per quanto accessibile, vanta abbastanza mosse e possibilità da permettere battaglie più tattiche di quanto ci si aspetti comunemente dal genere (la presenza di un targeting per i nemici élite aiuta, peraltro, a usare le meccaniche del gioco con maggiore precisione).

L'apocalisse che cammina

Se l'enorme Big Mom comunque ci ha sorpreso in positivo, non si può dire lo stesso del livello affrontato: linearissimo, con boss secondari di una banalità sconcertante, noioso e bloccato dalle solite barriere insulse che spariscono una volta eliminati i passivi manichini che popolano la mappa. Certo, si trattava plausibilmente di un quadro iniziale, ma speriamo vivamente di vedere un po' più di brio nel design dei livelli più avanzati, o la campagna potrebbe risultare mostruosamente ripetitiva. Se non altro i fan del manga potranno godersi l'arco di Whole Cake Island e del matrimonio di Sanji nel gioco, un pezzo quantomai significativo dell'opera di Oda, che non mancherà di esaltare i fan. Per carità, gli sviluppatori si prenderanno indubbiamente qualche libertà per supportare il gameplay (già lo scontro con Big Mom è una discreta forzatura), ma in prodotti simili si chiude facilmente un occhio.

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L'altra novità? I guerrieri annunciati: oltre all'immancabile protagonista, a Sanji e a Jimbe infatti sono stati confermati tutti i fratelli Vinsmoke (niente padre di Sanji però), e ci aspettiamo comunque un roster da una trentina buona di personaggi, o magari anche sensibilmente superiore a quello del titolo precedente. Non si arriva al numero di guerrieri di un Dinasty Warriors, insomma, ma ci sarà lo stesso l'imbarazzo della scelta per gli aficionados. Per quanto ci si trovi davanti a una quantità nota, però, è comunque il caso di fare qualche elogio dell'opera Omega Force da un punto di vista tecnico. Il cel shading usato è lodevole, l'aspetto generale piacevolissimo (anche se l'aliasing non manca su PlayStation), le animazioni dei colpi spettacolari e a tratti davvero deliranti nella loro possanza, e la fluidità superiore al solito nonostante qualche calo non manchi in situazioni estremamente concitate. Bene,ma avremmo preferito qualche innovazione più sensibile.

Nessuna sorpresa da One Piece: Pirate Warriors 4, ma sarebbe stato forse assurdo pensare il contrario visto lo storico del genere di appartenenza. Se non altro però, tra i musou, l'opera di Omega Force sembra una delle produzioni più curate, e dunque particolarmente adatta per gli appassionati di questa formula (o semplicemente i fan del manga di Oda). Vedremo se da altre prove spunteranno dettagli più curiosi, ma per ora ci attestiamo su un livello molto simile al diretto predecessore.

CERTEZZE

  • Gli Omega Force sono ormai tra i più grossi esperti del genere musou
  • Tecnicamente valido e comunque spettacolare

DUBBI

  • Solita formula, con novità limitatissime